mercoledì 4 novembre 2009

un asequela di scelte sbagliate

si voleva risparmiare, dicono, per quello invece di affidarne lo studio agli ingegneri gia' alla paga del comune, che vengono comunque pagati per far chissa' che, si appalta tutto all'esterno.
c'e' gia' un vizio di fondo, mi pare chiaro.
alla fine vediamo un po' di ragioni di questo ennesimo successo del nostro sindaco muratore.

da gazzettino.it

Mercoledì 4 Novembre 2009, Nel cavalcavia Sarpi-Dalmazia per la prima volta tutto, dalla progettazione, alla direzione lavori, al cantiere è stato appaltato all’esterno, esautorando il settore Infrastrutture del Comune che ha venti ingegneri. Si doveva risparmiare, invece si sta rivelando un "succhia-soldi" come pochi. Quando il Consorzio di cooperative Ciro Menotti e Consta se lo sono aggiudicati alla fine del 2006 la base d’asta era di 13milioni e 523mila euro. Vinsero con un ribasso del 25 per cento. L’opera doveva costare così 10milioni e 279mila euro. Un bell’affare, si disse. E con un tormentato procedimento si decise che il direttore dei cantieri doveva essere un esterno, l’ingegner Alberto Borghi. Tormentato perché il capo settore dei Lavori Pubblici aveva fatto una gara d’appalto il 4 ottobre del 2006 per la direzione lavori. Base d’asta 750mila euro. Con un ribasso uno studio di ingegneria l’avrebbe portata a casa con 600mila euro. Ma il Comune successivamente decise che non serviva più, si sarebbe arrangiato con gli interni. Salvo, il 4 febbraio 2007, decidere che il gruppo di lavoro sarebbe stato integrato dall’ingegnere. Che poi ha finito per comandare tutto.
Non solo: tra lui e lo stuolo di consulenti esterni messo in piedi per aiutarlo la cifra pagata è di 962mila euro, ben oltre quella della gara saltata. Nasce una domanda: nessuno era in grado di farlo? Il Comune scrive che c’era "indisponibilità di personale a ricoprire il ruolo". In pratica troppo lavoro.
Ma questo è solo un aspetto della questione. Il secondo riguarda il progetto. La società Idroesse che l’ha curato ha ricevuto in totale per la progettazione esecutiva 1milione e 142mila euro. Si dirà: assumere un ingegnere di calcolo solo per un’opera non valeva la pena. Vero, ma prepararselo in casa, che magari serve, avrebbe fatto risparmiare. Quindi fino ad oggi il "lavoro esterno" ci ha portato a un costo di 2milioni e 105mila euro.
Non è ancora finita. Con la tecnica della perizia di variante l’opera subisce due aumenti clamorosi. Il primo è certificato da una delibera della Giunta del 18 novembre del 2008. Oltre 3 milioni di euro in più per adeguare il progetto, già costato 2 miliardi e mezzo delle vecchie lire. Un po’ per la bonifica, un po’ per monitorare la falda, per gli espropri e per adeguare la struttura metallica del cavalcavia alle prescrizioni delle Ferrovie, prescrizioni che una delibera del 2006 dava già per assolte.
E veniamo all’ultima perizia, nel gennaio di quest’anno: 1milione e 189mila euro, per una serie di modifiche che portano il costo da 11milioni a 16 milioni. Finita? No. Il Gazzettino a fine giugno dà notizia che le ditte sono ai ferri corti col Comune: chiedono altri 23 milioni di euro. Si organizza una commissione di esperti che cerchi un accordo bonario. I compensi dei tre commissari sono di 33mila euro ciascuno. Uno di loro è il capo settore dei Lavori Pubblici che aggiunge la quota al suo stipendio.

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