martedì 4 luglio 2006

nuovi ghetti

«Non si possono creare tanti ghetti quanti sono i quartieri»

Lunedì, 4 Settembre 2006
SUL MURO E LA SITUAZIONE DI VIA ANELLI, INTERVIENE UN RAPPRESENTANTE DEL PESCAROTTO, DOVE E’ SCATTATA LA ZTL ANTI PROSTITUZIONE E SPACCIO
«Non si possono creare tanti ghetti quanti sono i quartieri»
Riceviamo e pubblichiamo.
Mesi fa suggerimmo al Nostro Signor Sindaco di costruire un muro intorno al Pescarotto come soluzione ai problemi del Nostro Rione, non pensavamo certo che saremmo stati, con quella provocazione, ispirazione dell'Amministrazione nell'affrontare la questione di via Anelli. Certo, posta così, potrebbe sembrare la decisione di un'Amministrazione allo sbando, che rinuncia ad azioni concrete, ma siamo sicuri che una motivazione per quanto sta accadendo ci sia , anche se le giustificazioni finora addotte non sempre pajono esaustive. Vi immaginate una decisione simile presa da una maggioranza sostenuta da altri colori?
Peraltro, per quanto si vede scritto sui mezzi di informazione, l'idea di venire inglobati in una ZTL notturna agli abitanti delle vie oltre via Grassi non pare suscitare entusiasmo, leggo espressioni del tipo: non vogliamo fare la fine di quelli del Pescarotto, non vogliamo il divieto d'accesso al quartiere, non vogliamo essere imprigionati per colpa dei delinquenti.
Diranno che si tratta di voci di una minoranza, e qualcuno, poco gentile, come è già successo a me e ad altri malcapitati che hanno avuto l'ardire di mettere in dubbio l'utilità della ZTL notturna, insinuerà che si tratta di persone di malaffare, che fanno affari poco leciti. In ogni caso credo di poter dire che non siamo gli unici a ritenere sciocca, se non dannosa, la ZTL notturna, a ritenere che esistano soluzioni più efficaci e meno lesive della privacy e della libertà individuale per risolvere determinati problemi e, magari, ajutare la tanto citata e sbandierata integrazione.
Se si vuole l'integrazione in via Anelli una buona spinta potrebbe darla il togliere dalla strada gli spacciatori, non spostare la brava gente, ma spostare certe persone in luoghi adeguati, presso i quali recentemente è stato creato spazio (come le celle, per esempio), fare in modo che si possa passare per la via senza venire importunati o infastiditi.
Anzi, forse, sarebbe stato meglio non creare il ghetto, ma del senno di poi. Però, ora, si può imparare dagli errori del passato, e si può cercare di non sbagliare ancora, nello stesso modo. Tra l'altro è curioso che per spiegare le intenzioni della Nostra Amministrazione si usi il termine "spalmare" il fenomeno, termine che fa bene il pajo con "diluire" la prostituzione usato dal Comune nell'occasione dell'istituzione della ZTL al Pescarotto. Son termini che non fanno balzare alla mente l'immagine di una lotta, di una battaglia, anzi fanno pensare più a rassegnazione, al "mal comune mezzo gaudio": ognuno se ne prende un po' del "fenomeno" e nessuno se ne lamenti più.
Qui al Pescarotto sono mesi che si parla di riqualificazione, ma prima di qualsiasi cosa, se mai qualcos'altro verrà, ci han chiuso dentro, limitandoci nella libertà di ricevere visite, mentre gli spacciatori si muovono tranquilli, da soli o in gruppo, diffondendo insicurezza. Anche tra i sostenitori più accaniti della ZTL sembra serpeggiare un certo disorientamento; han chiuso il Pescarotto per salvarci e ora che chiudono via Anelli si trovano invasi dal malaffare (c'è pure chi si è accorto solo ora, meglio tardi che mai, che si spaccia nei giardini vicino via Tonzig) e non san più che altro fare, quella era la loro soluzione e ora? Le ronde armate? Proporranno di chiudere anche gli altri quartieri, dalla Fiera al Giotto. Poi tutta la Stanga, Mortise, il Portello. E poi? il coprifuoco in tutta la città?
Spero che l'Amministrazione non pensi davvero di istituire tanti "ghetti" quanti sono i rioni di Padova credendo poi di poter sbandierare un rinato ordine nella città. In mezzo a questo cancan ci sono anche fantasiose (ingenue?) soluzioni, articolate in diversi punti, certamente ispirate da nobili intenti e portate avanti in buona fede, che però disorientano, spostano l'attenzione su altri piani e di cui, per molte di queste, si può facilmente dubitare degli esiti. Bisogna smetterla con le pezze, è ora di affrontare con calma ma in modo incisivo una situazione che, in mia opinione, sta sfuggendo di mano.

Andrea Colonello