giovedì 30 luglio 2009

un nuovo inzio?

un nuovo inzio che sa tanto di gia' visto.
Raccolgo e inoltro la lettera del coraggioso Trevisan:
da gazzettino.it
Solito degrado
in via Cairoli
Cari sindaco e vicesindaco, sono tornato dalla luna di miele. E certo non è stato un bel rientro...! Dopo cena sono uscito per fare quattro passi con mia moglie per le vie della zona Stazione (Cairoli-Bixio, Tommaseo, Trieste, Piazza De Gasperi, Valeri, Corso del Popolo,...) e mi ha preso davvero un grande sconforto nel trovare il solito intenso e spudorato lavorare di spacciarori, capannelli di balordi, facce da galera ed ubriaconi, persone che urinano in ogni angolo facendo mostra orgogliosa degli attributi, lerciume sparpagliato ovunque dove sguazzano felici ratti e scarafaggi, puzzo degno della più lurida infame toilette. Devo confessare che mi è subito montata una gran rabbia nel ricordare quello che voi, ma anche Carrai e Sinigaglia, avete dichiarato su di me a tivù e giornali. E cioè che sono un politico di destra e che mi muovo a fini elettorali (io...???), che i miei documenti su via Cairoli sono falsi perchè vecchi di 6 anni, che la situazione è completamente risolta da anni, che via Cairoli è riqualificata, che io sono un masochista ed autolesionista,... Sono profondamente offeso dalle vostre dichiarazioni. Ma al di là del fatto che abbiate o no l'onestà intellettuale per chiedermi scusa, rimane il problema dell'inciviltà e dell'illegalità che regnano ancora pressochè indisturbati in zona stazione e del fatto che qui, come conferma lo spopolamento della zona, è impossibile per una famiglia onesta e normale continuare a vivere, come anche per un commerciante esercitare la propria attività. Questo più di ogni altra cosa mi sta a cuore e per questo ancora caparbiamente, anche se pittosto scoraggiato, mi rivolgo alle Istituzioni rinnovando la mia richiesta, che da anni itero, di iniziare a collaborare. Spero a tal scopo di essere ricevuto al più presto con una delegazione di cittadini della zona per avviare un processo concreto di miglioramento della vivibilità della zona.
Marco Trevisan

sempre al quartiere 3

il quartiere di mr preferenze (ancora non mi capacito, potere della non informazione!!!), ecco cosa abbiamo ottenuto per altri 5 anni.

da gazzettino.it
Mercoledì 29 Luglio 2009, Per segnalare la condizione di degrado in cui versa il parco San Gregorio, in via Vigonovese, alcuni residenti, che hanno anche formato un comitato di zona, si sono rivolti al prefetto, Michele Lepri Gallerano. Che lunedì, assieme al presidente del Quartiere Stanga, all’assessore alla Polizia municipale e ad alcuni esponenti del centro destra, li ha convocati per una riunione in prefettura per discutere delle problematiche del parco e dei rimedi da adottare.
Due sono le principali questioni che preoccupano i residenti di via Vigonovese: la presenza di un folto gruppo di romeni che durante il week end frequenta il parco per improvvisati picnic lasciandolo poi nel più totale degrado; e la presenza di pusher e tossicodipendenti che approfittando della fitta vegetazione si nascondono per vendere e consumare sostanza stupefacenti.
Tra le richieste che i cittadini hanno avanzato al Comune c’è dunque la potatura degli alberi e degli arbusti e la presenza di personale durante i fine settimana, specialmente la domenica, per controllare il comportamento dei romeni che arrivano al parco San Gregorio per consumare i loro picnic.
«I residenti ci hanno domandato di tagliare gli alberi – conferma l’assessore alla Polizia municipale, Marco Carrai – adesso vedremo come procedere anche in base al nostro budget di spesa. Se ci sono i soldi lo faremo senza problemi».
«Per quanto invece riguarda la frequentazione dei cittadini romeni – conclude l’assessore – vedremo di investire del problema anche il settore Servizi sociali per capire se e come possono intervenire degli assistenti sociali per monitorare la situazione. In ogni caso ringraziamo i residenti di via Vigonovese che ci hanno sensibilizzato su una questione per cui eravamo comunque già sensibili».
Matteo Bernardini

mercoledì 29 luglio 2009

vogliamo essere ottimisti?

allora guardiamo le cose buone di questa ennesima zanonatocrazia: non c'e' piu' carrai alla sicurezza.

e basta, per ora.

da gazzettino.it
Martedì 28 Luglio 2009, Si è svolto sieri in Prefettura un vertice sulla sicurezza per discutere le problematiche sul degrado e la criminalità riguardanti soprattutto il quartiere 3. All’incontro, sollecitato dal consigliere regionale Raffaele Zanon, ha visto la presenza del prefetto Michele Lepri Gallerano, del questore Luigi Savina, dell’assessore Claudio Sinigaglia, del presidente del quartiere 3 Andrea Micalizzi, dell'assessore alla Sicurezza Enrico Pavanetto, nonché dei consiglieri comunali Mariella Mazzetto e Vittorio Aliprandi. Hanno partecipato all'incontro anche i cittadini rappresentati dei comitati della zona.
Il consigliere Raffaele Zanon ha messo in evidenza il disagio dei cittadini e il degrado che questa zona sta registrando nell'ultimo periodo. I dati parlano chiaro: nelle aree della Chiesa di San Gregorio e nel quartiere si è riscontrato un aumento dell'attività di spaccio di sostanze stupefacenti da parte di extracomunitari volte a generare situazioni di illegalità diffusa e mancata sicurezza nei confronti dei residenti.
A tal riguardo le autorità si sono impegnate ad aumentare i controlli per quanto riguarda le azioni il contrasto alle forme di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti in quelle aree oggetto di attività criminosa mentre l'amministrazione comunale studierà una serie di attività in grado di consentire la buona gestione dell'area verde antistante la chiesa di San Gregorio Magno.

cose mal fatte

al solito, fretta nel ritardo, impreparazione nela fretta, improvvisazione nell'impreparazione.
dal gazzettino.it

Martedì 28 Luglio 2009, Borgomagno dimezzato e traffico in tilt. La previsione non era poi così difficile da azzeccare e infatti si è puntualmente avverata. La decisione di chiudere metà del cavalcavia al traffico dei mezzi privati è stata presa dal settore Mobilità del Comune per consentire il passaggio del tram lungo il tratto Stazione ferroviaria-Fornace Morandi, ovvero la parte che permette di completare il collegamento tra i capolinea Guizza e Arcella.
Un servizio, quello che ha portato alla chiusura parziale del Borgomagno, che vedrà il tram transitare lungo via Aspetti in via sperimentale fino al 6 settembre, con una sospensione durante la settimana compresa tra il 10 e il 16 agosto. Poi, in attesa dell’apertura del cavalcaferrovia Sarpi-Dalmazia, le corse del tram verso l’Arcella verranno sospese e il Borgomagno riaperto in versione originale.
Intanto però il cambiamento ieri, specialmente durante le ore di punta, ha portato in alcuni momenti la circolazione stradale al collasso. Con lunghi incolonnamenti, nelle prime ore del mattino soprattutto, su tutte le strade che convergevano sul cavalcavia dimezzato, da via Avanzo a via Annibale da Bassano fino a via Tiziano Aspetti.
«Vorremmo sapere – ripetevano stizziti alcuni automobilisti in colonna ieri mattina – se il ritardo con cui arriveremo al lavoro ce lo pagherà il Comune. E comunque è davvero incredibile che lungo la strada non sia stato messo nemmeno un avviso che indicasse la possibilità di incolonnamenti per chi doveva recarsi all’Arcella o in centro transitando sul Borgomagno».
Ma la replica dell’assessore alla Mobilità, Ivo Rossi, non si è fatta attendere: «C’è stato un intuibile problema legato alla capienza del cavalcavia, a cui è stata ridotta la sede stradale, di ricevere le auto. Però non si poteva fare in altra maniera perché ci serviva testare il tram». Che, come ha spiegato il vicesindaco, non sembra avere fatto registrare alcun problema, nemmeno sul delicato passaggio lungo la rampa che dalla stazione ferroviaria deve condurre il tram alla sommità del Borgomagno: «Possiamo dire che è andato tutto bene e che non abbiamo registrato nessun problema particolare. Anche i semafori, governati dal gps, hanno funzionato in maniera perfetta». «Per gli automobilisti – ha proseguito Ivo Rossi – credo il problema sia legato soprattutto a un cambio di mentalità, dovendo ora trovare percorsi alternativi per arrivare alle loro destinazioni. Capisco il "disorientamento" e, anzi, sarebbe stato strano se non si fosse registrato».
Quindi l’assessore ha risposto anche ai ciclisti che chiedono la realizzazione di un innesto ciclabile sul cavalcavia della stazione per le biciclette che provengono da viale Codalunga: «Mi spiace ma non è possibile realizzarlo. L’unica soluzione per chi va in bici è quella di attraversare dopo il negozio di autoradio ai piedi del Borgomagno dopo via Cairoli, quindi di salire sulla rampa».
Il provvisorio riordino stradale durerà sino al 6 settembre. «Poi potremmo tornare indietro – termina Ivo Rossi - perché quello che dovrebbe essere un vantaggio, il tram appunto, non possiamo trasformarlo in un problema». Tutto questo in attesa della definitiva apertura del Sarpi-Dalmazia a ottobre, quando è prevista, tra l’altro, la riorganizzazione degli autobus lungo via Aspetti e la presenza del tram a pieno regime sulla tratta Guizza-Fornace Morandi con una corsa ogni sei minuti.
Matteo Bernardini

lunedì 27 luglio 2009

come dire? why not?

dal gazzettino.it
Domenica 26 Luglio 2009,
(M.B.) Il 2 febbraio scorso con 20 voti favorevoli, 8 astenuti e 6 non votanti, il Consiglio comunale decise di approvare la delibera che dava semaforo verde alla fusione tra Interporto e Magazzini Generali. Oggi, a quasi sei mesi di distanza da quella votazione, i consiglieri comunali del Pdl e della Lega Nord hanno deciso di presentare una mozione in cui chiedono all’amministrazione Zanonato di «impegnarsi a presentare in Consiglio comunale una strategia industriale e lo schema di riorganizzazione del nuovo ente economico prima di procedere alla fusione tra Magazzini Generali e Interporto».
«Perché – sottolinea il capogruppo del Pdl a Palazzo Moroni, Alberto Salmaso – vogliamo sapere come verrà gestita l’operazione. E poi capire quali saranno gli obiettivi strategici del nuovo ente che nascerà e discutere anche delle nomine del consiglio di amministrazione. Secondo noi infatti una spetta anche alla minoranza».
E allora la richiesta che arriva dagli esponenti del centro destra cittadino, tra cui anche il consigliere provinciale Domenico Menorello è che la questione Interporto-Magazzini Generali torni un’altra volta in Consiglio comunale.
«Vogliamo la fusione avvenga seguendo metodi trasparenti – sottolinea Mariella Mazzetto -, perché le quote dell’ente che si costituirà non sono di Zanonato e nemmeno della sua maggioranza, ma dei padovani».
Un tema su cui non pare certo insensibile nemmeno la Provincia, come testimoniano le parole di Domenico Menorello: «Al di là delle quote, nell’interrogazione che farò in Consiglio provinciale, chiederò se esiste una mission industriale condivisa oppure no. E poi mi piacerebbe sapere se il nuovo ente nasce per essere privatizzato o invece per rimanere pubblico».
Deciso l’intervento di Antonio Foresta: «Questa vicenda nasconde un pastrocchio evidente e ancora una volta alla faccia della partecipazione. Che da poco, dopo la fallimentare esperienza dell’ex assessore Scortegagna di cinque anni fa, ha trovato un nuovo responsabile in Silvia Clai. Ecco, a lei chiedo che qualcuno della minoranza partecipi al nuovo ente che nascerà dalla fusione».

lettera da destra

dallle lettere de "il Gazzettino di Padova"

Domenica 26 Luglio 2009, Un grazie
a Marco Marin
per il fair play
Vogliamo esprimere il nostro apprezzamento per Marco Marin che ha dimostrato una volontà ed una disponibilità encomiabili impegnandosi in un’impresa impossibile, spendendosi generosamente in una campagna da lui impostata sulla correttezza e sul rispetto, senza esasperazioni e sensazionalismi, né colpi bassi portati all’ultimo minuto. Marin ha svolto il suo compito con il fair play del vero sportivo, mentre ispezioni nel suo ufficio hanno bloccato tutta l’attività frenetica dell’ultimo giorno, né gli è stato lasciato tempo di replicare a false notizie fatte circolare ad arte. La sconfitta non è di Marco, non è solo il candidato che vince o perde, ma è tutta la squadra che non ha avuto tempo per affiatarsi e che ha trovato difficoltà in un a campagna elettorale affannata, strangolata, sempre in salita e alla rincorsa. Il nostro ringraziamento va anche a Giustina Destro e a Filippo Ascierto che hanno affiancato e sostenuto in ogni momento il candidato del Pdl.
Non siamo invece riconoscenti ai dirigenti del Pdl che hanno trovato l’accordo per la nomina con un ritardo vergognoso, lasciando al candidato un tempo insufficiente per organizzare la sua campagna e farsi conoscere. Hanno dato l’impressione di non sapersi accordare, di non saper decidere né scegliere, svalutando così il nominativo designato. Continuiamo a chiederci perché abbiamo dovuto attendere tanto la nomina, e perché il candidato di una città doveva essere oggetto di trattative con altre città, province, regioni, frutto di giochi di potere tra Bossi, Berlusconi, Galan, Ghedini. E insieme al dessert, con un tocco di bacchetta magica tra Zorzato, Giorgetti e Brambilla, venivano servite Verona ad An e Padova a Forza Italia, con 36 giorni per fare una campagna.
Più volte abbiamo sollecitato l’On. Ghedini, allora coordinatore regionale di Forza Italia, ad intervenire per una tempestiva soluzione del problema. Ma non solo siamo rimasti inascoltati, e purtroppo è oggi dimostrato che avevamo ragione, che a volte semplici cittadini a contatto con la realtà quotidiana vedono più lontano di certi politici, ma non abbiamo mai ricevuto la cortesia di un cenno di risposta ai nostri richiami. Vogliamo qui ribadire che gli elettori non sono masse da sfruttare, ma persone da capire nelle loro necessità, ascoltare nelle loro esigenze, considerare nelle loro proposte.
A Padova si è verificato questo: con grande entusiasmo e voglia di cambiamento noi elettori di centrodestra abbiamo sostenuto Marco Marin che ha ottenuto il 48% di preferenze, tante ma non sufficienti per il risultato che volevamo. Noi imputiamo alle beghe dei gruppi politici e all’eccessiva ambizione di parecchi candidati al Consiglio Comunale, che si sono spesi più per se stessi che per la coalizione, il mancato raggiungimento del nostro obiettivo e la conseguente perdita della città.
E adesso si ricomincia con le baruffe: persa Padova stiamo perdendo anche la dignità. Le decisioni vanno prese dai coordinatori comunali dopo vari incontri con tutti i componenti, e accettate per il bene della città e dei quartieri in forza al Pdl, che attendono il via libera per l’elezione dei presidenti. Noi semplici cittadini siamo lontani dalla logica delle spartizioni di sedie e di potere, la nostra unica esigenza è vedere una comune e grande opposizione alla giunta Zanonato.
Renzo Sartori, Fausto Bordin, Giorgio Peruzzi, Micol Mancusi, Mirella Faggin,

sabato 25 luglio 2009

gia' sentita!

chissa', dopo tante promesse e tante date gettate a caso finalmente pare presa una decisione.

La nuova moschea
Ultima estate in via Anelli: a settembre il trasloco
Sabato 25 Luglio 2009,
(M.B.) Luglio 2007, l’ultimo lucchetto chiude il block 29 del complesso Serenissima di via Anelli. Il ghetto è stato quasi tutto sgomberato. Quasi tutto perché a rimanere aperta resta la moschea, gestita dall’associazione Rahma, all’interno dell’ex supermercato al civico 25. Oggi, a due anni di distanza, arriva l’annuncio da parte dell’architetto Ivan Iobstraibizer, che sta curando il recupero dell’immobile di via Ippodromo in cui aprirà il nuovo patronato islamico dei fedeli dell’associazione Rahma, che questa sarà l’ultima estate della moschea in via Anelli.
«A settembre ci sarà il trasferimento nel nuovo stabile – conferma l’architetto – All’interno non ci sono molti cambiamenti da fare, c’è più che altro da sistemare l’esterno: le fognature e il giardino. La tabella di marcia dei lavori è un po’ lenta considerato il periodo estivo, però dopo l’estate tutto dovrebbe essere pronto. Anche perché i responsabili dell’associazione Rahma sanno che a settembre devono lasciare via Anelli». L’operazione immobiliare dovrebbe oscillare tra i 300 e i 400 mila euro e la nuova moschea di via Ippodromo, come quella aperta nell’ex supermercato del Serenissima, conterrà 250-300 fedeli e potrà però contare su un ampio giardino esterno che dovrebbe essere usufruito come piccolo parco giochi per i bambini, parcheggio e patronato.
«Il valore aggiunto dell’operazione è proprio il cortile – ribadisce Ivan Iobstraibizer – che permetterà ai fedeli di lasciare le auto, ma anche di realizzare uno spazio per i loro figli. Insomma la posizione è molto favorevole».
E a questo punto cade definitivamente l’ipotesi del trasferimento della moschea di via Anelli nell’ex fattoria di via Longhin. Una soluzione che aveva sollevato un nugolo di polemiche politiche da parte del centro destra cittadino e soprattutto della Lega Nord in considerazione del fatto che il terreno e l’edificio di via Longhin concessi all’associazione Rahma erano comunali. Ora, con la conferma del trasferimento in via Ippodromo, all’interno di uno spazio acquisito dopo una trattativa tra privati, anche l’effetto politico della vicenda dovrebbe scemare.
Matteo Bernardini

mercoledì 22 luglio 2009

primo piccolo intoppo

da gazzettino.it:
Terminato il saluto del sindaco agli assessori presenti viene affrontato un problema economico-legale
Nuova giunta al debutto, subito guai
La Cimolai ditta costruttrice del Viadotto di Padova Est ha chiesto al Comune 4 milioni di euro

Mercoledì 22 Luglio 2009,
«E’ come fossimo al primo giorno di scuola». Il sindaco Flavio Zanonato lo dice sorridendo mentre esce dal suo studio entrando in sala della Giunta. Dove i suoi assessori, tranne Marta Dalla Vecchia responsabile del Commercio partita per le vacanze, lo stanno attendendo seduti attorno al grande tavolo ovale. Di fronte al sindaco ci sono, sistemati uno accanto all’altro, i due assessori dell’Italia dei Valori, Nino Pipitone e Silvia Clai. Zanonato li guarda e poi, proprio come fanno le maestre quando individuano due alunni che potrebbero dare problemi seduti vicini, ne fa spostare uno: Silvia Clai che si siede al posto di Alessandro Zan, in fondo al tavolo. E motiva il gesto con un vecchio adagio: «Quando si diventa vescovi non si appartiene più all’ordine di provenienza». Il messaggio insomma è chiaro: la giunta deve andare “oltre” gli interessi di partito.
Poi inizia la seduta e l’attenzione si sposta soprattutto su due delibere, entrambe aventi come relatore l’assessore Marco Carrai e provenienti dal Settore Avvocatura Civica. Due atti in cui il Comune si oppone rispettivamente alle richieste dell’Immobiliare Valli di annullare la delibera del Consiglio comunale che respingeva il piano firmato dall’Immobiliare per la riqualificazione di San Carlo e di Piazza Azzurri d’Italia; e di resistere in giudizio contro l’impresa Cimolai costruttrice del viadotto di PadovaEst. Un’opera da 54milioni di euro.
Cimolai Spa chiede infatti all’amministrazione comunale il pagamento di 4.087.000euro per il mancato pagamento di alcune fatture e per la perizia sulla realizzazione del nodo viario di PadovaEst tra Corso Argentina e la Statale 307. Ma la risposta che arriva da Palazzo Moroni è un secco rifiuto di fronte alle pretese dell’azienda di Pordenone. E anzi, il Comune rilancia sostenendo che per quanto riguarda i lavori del viadotto di PadovaEst vanta un credito, non ancora riscosso con la Regione per 4.900.000 e con la Società autostradale Brescia-Padova per altri 5milioni di euro.
«La Cimolai riteniamo di averla già liquidata – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Luisa Boldrin – Le sono stati versati 31milioni di euro. Il preventivo l’abbiamo onorato, il punto è che forse l’azienda non ha gestito al meglio i rapporti con i sub-appaltatori. A sfinirci è invece la trattativa con la Regione e con la Brescia-Padova». Ma se contro l’amministrazione regionale e i vertici autostradali il Comune non sembra prendere in considerazione l’ipotesi di un’ingiunzione, la controversia con la Cimolai Spa a questo punto invece finirà in Tribunale dove il giudice ascolterà le parti e poi emetterà la sentenza.
«Però nel frattempo – fanno sapere i tecnici di Palazzo Moroni – speriamo si sblocchino i finanziamenti regionali».
Matteo Bernardini

lunedì 20 luglio 2009

al limite del ridicolo

Micalizzi ancora alla guida della Stanga
«Daremo spazio - ha detto - a nuove idee, ascoltando e interpretando i bisogni della gente»


lo dice sempre, non l'ha mai fatto, eppure eccolo di nuovo qua con la sua solita presunzione.
incredibile veramente cosa si riesce a vendere alla gente. tant'e' e' tornato, e se prima, secondo me, era un arrogante ora si sentira' pure autorizzato ad esserlo.
vabbe'!

dal Gazzettino

Il giovane presidente uscente è stato riconfermato al Consiglio 3 Est, il più esteso della città, con 40 mila abitanti
Micalizzi ancora alla guida della Stanga
«Daremo spazio - ha detto - a nuove idee, ascoltando e interpretando i bisogni della gente»

Sabato 18 Luglio 2009,
Andrea Micalizzi è il presidente del Consiglio di quartiere 3 Est, il più vasto della città, che comprende San Lazzaro, Torre, Mortise, Stanga, Forcellini, Terranegra, Ponte di Brenta, Camin e la zona industriale, per un totale di 40 mila abitanti. E’ stato eletto giovedì sera nel corso della seduta convocata nella torrida sala comunale “Baro” di Ponte di Brenta. La sua è una riconferma annunciata: 33 anni, compiuti proprio il 16 luglio, data della sua elezione, Micalizzi, che ha avuto un grandissimo consenso di voti (quasi 800 preferenze), ritorna a guidare la coalizione di centro sinistra del quartiere. Al voto ha ottenuto 12 voti favorevoli (Pd, Padova con Zanonato, IdV) e 7 voti contrari (PdL, Lega, Padova con Marin), due i consiglieri assenti.
«Sarà sicuramente importante fare leva sulle esperienze positive dei 5 anni trascorsi – ha detto presentando il programma – ma dovrà essere un tratto essenziale di questo consiglio avere il coraggio ancora una volta di compiere scelte che sappiano non solo proseguire sulle esperienze qualificanti, ma anche marcare una certa discontinuità, dando fiato a nuove idee e a nuove energie. Per questo serve un Consiglio di quartiere che sappia ascoltare, interpretare e trasformare in proposta amministrativa i bisogni, le esigenze e le aspirazioni dei cittadini».
Dopo il Quartiere 4 Sud Est e il 5 Sud Ovest, anche la terza circoscrizione di centro sinistra si è resa dunque operativa. Inoltre il Quartiere 3 Est ha completato l’organigramma del quadro istituzionale votando gli altri organi che compongono il Consiglio: i vicepresidenti di maggioranza e minoranza Mauro Feltini e Luca Rampazzo, l’esecutivo circoscrizionale composto da Andrea Micalizzi, Mauro Feltini, Ernesto Sorgato, Filippo Mormando, Daniela Lovison, Enrico Nibale, Giuliana Zurlo. Definite anche le commissioni consiliari permanenti che da 7 passano a 6 e nominati i coordinatori e i vice che sono: per l’Urbanistica, lavori pubblici e pianificazione Marco Fogarolo e Enrico Nibale; per Qualità urbana e partecipazione Fernando Cantarello e Andrea De Toni; per Cultura e biblioteche Gloria Pagano e Filippo Mormando; per lo Sport e le manifestazioni Alfredo Drago e Giuliana Zurlo; per gli Interventi sociali Lamberto Salvan e Daniela Lovison; per il Bilancio e gli Affari generali Roberto Croce e Mauro Feltini. Novità di questo consiglio è la delega alla comunicazione che è stata affidata al Consigliere Ernesto Sorgato.
Nonostante le promesse di apertura e i tentativi di timido dialogo non sono mancate le prime scintille. «Non abbiamo voluto votare contro la maggioranza - fa sapere Michele Russi (capogruppo PdL) - tra l’altro composta da giovani alla prima esperienza politica e desiderosi di dare un volto nuovo al far politica, ma contro un Presidente che ha addirittura negato alla minoranza una commissione consiliare, quella del Bilancio, commissione di controllo che per prassi consolidata spetta alle minoranze così come avviene in Comune».
Daniela Borgato

venerdì 17 luglio 2009

ma zanonato manterra' le promesse

ora e' facile dire "l'avevo detto io", leggete i post in campagna elettorale.
2 promesse furono fatte il penultimo e l'utlimo giorno di campagna elettorale, basta centri commerciali e basta ruffini.
ebbene, la ruffini c'e', eccome, ed e' pure ben piazzata in consiglio.
e per i centri commerciali? quanto impieghera' il sindaco a rimangiarsi la parola?
un mese, il tempo dalle elezioni ad oggi.

dal Gazzettino.it


Venerdì 17 Luglio 2009,
Cementificazione con i megastore Finita la campagna elettorale, ecco che arrivano i primi campanelli d’allarme per la “prossima” giunta Zanonato 4: aumento vertiginoso dei costi per realizzare le opere pubbliche iniziate, apertura di nuovi megastore, temi che forse sarebbero stati scomodi in campagna elettorale ma che ora si possono tranquillamente affrontare. Eh sì, perché sebbene ci sia stato un acceso dibattito in consiglio comunale un anno fa, sebbene esponenti della scorsa maggioranza avessero più volte ribadito di non voler “cementificare” Padova e che non sarebbero stati creati altri centri commerciali, ecco che “ri-scopriamo”, sempre a Padova Est, una nuova cittadella commerciale collegata direttamente con l’Ikea. Un “piccolo megastore” di “sole” 5 strutture da 12.500 metri quadrati su tre piani: ma si sa, lo sviluppo, la viabilità, i problemi logistici ormai sono argomenti chiaramente superati e quindi: avanti! Nei prossimi mesi si vedranno tante cose che sono state accuratamente messe in disparte. Zanonato e la sua squadra hanno vinto le elezioni, per poco è vero, ma un augurio a governare la città nel modo migliore per tutti è doveroso: stiano comunque sereni, c’è chi vigilerà, proporrà idee e ricorderà promesse ed impegni, un’opposizione seria e decisa. Alberto Salmaso capogruppo Pdl in Comune

mercoledì 15 luglio 2009

ma va?

«Qualcuno ha tradito Marco Marin»

ma va?
e se ne sono accorti ora? e' gia' tanto che ancora non se ne siano liberati.
Alla fine aver portato zanonato ad un serrato ballottaggio e' stato un successo personale di Marin, non certo della coalizione, sono state le strette di mano, gli incontri pubblici, la frenetica onnipresenza del candidato che l'han fatto conoscere, e per molti versi, apprezzare, molto piu' che il fiacco sostegno dei partiti.
un "successo" che ora lo rende ingombrante e chi voleva cancellarlo con un tratto di penna se lo trova sulla via.
non so se sia un bene o un male, sicuramente marin ha dimostrato doti di combattente che pochi gli avrebbero attribuito prima delle elezioni, un sostegno piu' convinto, ne sono certo, lo avrebbe fatto diventare sindaco, ma tant'e', i giochi ormai, son fatti.

dal Gazzettino di Padova

«Qualcuno ha tradito Marco Marin»
Rocco Bordin accusa le "correnti" sul voto per la vicepresidenza
Mercoledì 15 Luglio 2009,
(M.G.) Il momento al centro S.Gaetano l’altra sera, è stato imbarazzante. Quando si è trattato di votare due membri per la vicepresidenza del Consiglio, uno dei quali può essere indicato dalla minoranza, il centrodestra ha sbandato paurosamente. Nel senso che il consigliere Alberto Salmaso, fedelissimo di Padrin, ha proposto Giampiero Avruscio, sostenuto dal padriniano neoconsigliere Cruciato e dallo stesso Avruscio, d’identica fede. Li hanno seguiti quelli della Lega, Mazzetto e Littamé, e i consiglieri vicini a Saia, Stefano Grigoletto, e Antonio Foresta (ex Udc nel gruppo dei "ribelli" del Pdl). A completare il quadro due su tre dei consiglieri della civica di Marco Marin, Gregorio Cavalla e Vittorio Aliprandi. Sarebbe niente se, sulla stessa votazione, l’ispiratore della Civica che li ha portati in Consiglio, Marco Marin, non si fosse astenuto, così come il più votato del Pdl, Rocco Bordin e il secondo, Massimo Giorgetti, con Matteo Cavatton (quota Ascierto) che non ha partecipato al voto.
Il Pdl è apparso così subito spaccato e la prova la si è avuta alla fine della serata quando Salmaso ha presentato alla presidenza del Consiglio le firme di cinque consiglieri: la sua, quella di Avruscio, Foresta, Cruciato e Grigoletto che bastavano per proporlo (5 a 4) come capogruppo in consiglio comunale.
Mercoledì 15 Luglio 2009, Quello che è successo l’altra sera in Consiglio va dritto al cuore di una vicenda che prima o poi il Pdl dovrà chiarirsi. Ovvero: perché ha perso Marco Marin. La risposta è una sola: nel Pdl vivono ancora troppe anime senza che nessuna prevalga sull’altra in modo da garantire una stabilità di potere. L’irrompere di Marin sulla scena ha preoccupato qualcuno, alimentato l’invidia di altri e portato poca acqua al mulino. Ma in politica c’è un prima e un dopo. E a elezioni perse volano i coltelli e si mettono in discussione le leadership...
Dice Rocco Bordin: «Qualcuno ha tradito Marco Marin. Una parte del centrodestra ha dimostrato di ragionare ancora col vecchio metodo delle correnti e non come partito. Come si può rifiutare la candidatura della Ruffini a presidente del Consiglio e poi accettare di condividerla votando con la sinistra un nostro vicepresidente? La coerenza politica avrebbe voluto che noi ne fossimo stati fuori del tutto. La mossa di Saia-Padrin significa che una parte dell’opposizione è d’accordo sulla Ruffini, quando doveva rifiutarla. Poi se il consigliere Alberto Salmaso senza dire niente a nessuno presenta cinque firme su nove con cui diventa capogruppo significa come queste due correnti non hanno il coraggio di ragionare come partito. Infatti non sono mai venuti alle convocazioni del coordinatore Ascierto per decidere sul capogruppo. Per quanto riguarda Saia poi mi domando se la coerenza sia un optional. Fino alla settimana scorsa indicava in Marin il capogruppo, adesso ha votato quello di Padrin. Mi sa che ho capito perché abbiamo perso le elezioni».
«Ma non finirà qui - continua - Non si può eludere la forza politica del candidato sindaco e quelle dei due consiglieri più votati io e Giorgetti, per una poltrona che non conta niente. Le leadership vengono dalla legittimazione del voto che stipula una gratuatoria meritocratica e non dai numeretti che si sommano nei corridoi. L’azione di compravendita sui due consiglieri della civica di Marin poi, mi è sembra ancora più squallida. Anche da parte loro, voglio dire. Invece di ringraziare chi li ha portati in Consiglio comunale, Aliprandi e Cavalla hanno appoggiato una scelta che non era condivisa dal loro leader. A questo punto, scelgano di andare nel gruppo misto. Lo facciano, abbiano almeno questa decenza». Coerenza vorrebbe che chi si è fatto scudo del lavoro di cinque anni di qualcun altro ed ha vinto alla lotteria salendo su un autobus importante che lo ha portato in consiglio con poco più di cento voti, prendesse le sue decisioni.
Alberto Salmaso replica con pacatezza: «Io credo che abbiano sbagliato i miei colleghi del Pdl a non votare uno di loro, Avruscio, come vicepresidente. È la sola carica che conta per la minoranza, ovvero entrare nell’Ufficio di presidenza, essere presenti nella conferenza dei capigruppo e votare l’ordine del giorno. Chi non l’ha votato ha perso un’occasione per dare compattezza all’opposizione. Anzi debbo dire che sul nome di Avruscio abbiamo compattato tutta la minoranza, Lega compresa. Questo è un segnale di cui tutti dovrebbero tener conto. Per quanto mi riguarda noi siamo aperti a tutti i consiglieri che vogliono lavorare insieme».
Mauro Giacon

martedì 14 luglio 2009

che scuse

motivi politici?
mancava che dicesse medici.
ma va la' dagostino, degno avvocato dei degni compagni dei centri (a)sociali

SPINELLO IN CONSIGLIO
La D’Agostino dal Prefetto
È stata convocata dal Prefetto per il 23 luglio la ex capogruppo dei Verdi in consiglio comunale, Aurora D’Agostino, che in una delle sedute di quest’anno aveva provocatoriamente acceso in aula al termine di un suo intervento anti-proibizionista, quello che a prima vista sembrava uno spinello e di cui lei stessa non ha mai dichiarato il contenuto, proprio per protestare contro l’ordinanza del sindaco che colpiva il "fumo" in piazza con una sanzione da 500 euro. La convocazione segue la procedura prevista dall’articolo 75 del dpr 309/90 testo unico sugli stupefacenti. «Io dichiarerò che ovviamente non mi drogo e che l’ho fatto per motivi politici. Ma anche che il tempo "perso" con me sarebbe stato più utile se fosse stato impiegato a ricevere stranieri che hanno problemi di cittadinanza. Comunque stasera di proibizionismo e pacchetto sciurezza si parlerà a Sherwood».

e si ricomincia (sigh)

al via lo zano IV, tra scontri interni alla maggiornaza ed un'opposizione divisa, che bellezza!

Martedì 14 Luglio 2009, Sarà difficile poter dialogare tra maggioranza e opposizione. Ieri in un centro Altinate gremito di pubblico e autorità, con i sorrisi, le titubanze, le emozioni di neoassessori e consiglieri, è andato in scena il primo consiglio comunale. E già abbiamo capito che la temperatura politica, in questi cinque anni, potrà solo alzarsi.
Dopo l’apertura della seduta da parte del consigliere Fabio Verlato del Pd che ha insediato ufficialmente il Consiglio alle 19.22, il centrodestra, per bocca del capogruppo del Pdl Alberto Salmaso e della Lega, Mariella Mazzetto, ha stigmatizzato subito la candidatura di Daniela Ruffini alla presidenza del Consiglio, proposta da Gianni Berno, giudicandola così: «Come farà a garantire imparzialità se rimarrà anche capogruppo di Rifondazione?» e proponendo Milvia Boselli. Paolo Cavazzana del Pd ha risposto: «Non ci avete fatto proposte». Al che Rocco Bordin, Pdl, ha replicato: «Non ci avete nemmeno consultati, inaudito». Così la Ruffini è stata eletta alla terza votazione, a maggioranza semplice, messa al ballottaggio col candidato del centrodestra, Giampiero Avruscio. E il centrodestra si è diversificato sulla sfumatura: chi a votare lui chi ad astenersi, in ordine sparso.
Poi è cominciata l’avventura politica. Daniela Ruffini a garantire ascolto nei confronti della minoranza ma anche di tutti i più deboli, dalle donne agli immigrati. E il sindaco, che ha illustrato il suo programma con una lunga ricognizione sui temi più importanti. Ci ha colpito la volontà espressa di saldare il sostegno ai singoli al rilancio della città. Aiuto economico a chi perde lavoro dunque, oppure ai giovani che cercano casa perché non fuggano nei comuni contermini. E opere pubbliche: «il nuovo auditorium si farà nell’ex piazzale Boschetti e renderà Padova capitale del Veneto per la classica. Verranno persone anche da fuori regione». Nessun ripensamento. Poi il nuovo ospedale: «Lo realizzeremo» e lo sviluppo delle imprese. «Ci sarà una delega all’Innovazione per un rapporto più stretto con l’Università». Il sindaco ha promesso il recupero di via Anelli, nuovi vigili nei quartieri, ma anche 13 nuovi orti per gli anziani. Negozi di vicinato e stop ai centri commerciali. Ma è stato sui giovani che ha puntato: «contrasteremo droga e alcolismo con l’educazione, insieme alle famiglie, premieremo i loro talenti, faremo una Consulta dei giovani per verificare se funzionano le nostre politiche». Un discorso più volte interrotto dagli applausi.
Poi ha preso la parola Marco Marin che gli ha conteso la poltrona di sindaco. «Saremo i controllori dell’amministrazione - ha detto - Anzi faccio gli auguri al neoassessore alla Partecipazione, Silvia Clai, perché sappiamo com’è finita nella scorsa amministrazione. Un fallimento. Per noi significa trasparenza e faccio subito una proposta: che ai consiglieri e ai cittadini venga dato in mano un bilancio più trasparente, dove tutti possano leggere le cifre. In secondo luogo l’ospedale a Padova ovest: «La Giunta ha sentito che ne pensano l’Ordine dei Medici e la facoltà di Medicina? Noi li incalzeremo su questo e su quello che farà o meno sulla sicurezza. E infine ci confronteremo sui valori: vorrei sapere se la Giunta accoglierà il registro del testamento biologico che è stato proposto. Anche qui saremo giudici severi».
Mauro Giacon

lunedì 13 luglio 2009

parlar col muro

mentre zano parla coi muri a parlar con zano e' come parlar col muro.
mi fan tenerezza i commercianti delle paizze, il luogo di spaccio per eccellenza a Padova, il luogo da anni ormai presidiato da spacciatori italiani e non, tossici, italiani e no, con assidua determinazione.
il cnetro del centro di padova, ammirato da turisti che si stringono la birsa al corpo quando vengono per ammirare la piazza e si trovano a dover controllarsi il portafogli.
un luogo, guarda caso, a due passi dal comune, am zano, che non esce dal palazzo, non aprla con la gente e, soprattutto, non l'ascolta, forse non se n'e' reso conto, nel suo palazzo pieno di servi non sente la necessita' di dare una pulita alla piazza, invasa, come se non bastasse, da centri sociali e ondini animali.
Il sindaco nel suo isolamento e' cosi' cieco che non vede quello che accade al suo fianco?
Tant'e'!

dal Gazzettino di Padova
Lunedì 13 Luglio 2009, (m.a.) Il sindaco Flavio Zanonato già a novembre dell’anno scorso era stato messo al corrente delle cattive frequentazioni di piazza delle Erbe. Un gruppo di commercianti aveva indirizzato al primo cittadino e al questore Luigi Savina una lettera di protesta, sottolineando a più riprese come il centro storico sia "infestato" da spacciatori nordafricani e tossicodipendenti. Prima della gelateria "Tierra de fuego", al numero 20 di piazza delle Erbe c’era il bar "Mocassino" gestito da cinesi. Anche gli asiatici avevano tentato diverse volte di allontanare dal locale i pusher magrebini. Allora il gestore Gao Feng Xu aveva detto: «Non ho colpe se nel mio bar arrivano gli spacciatori. Il degrado di piazza delle Erbe e del centro storico è merito del sindaco Zanonato. Purtroppo non ho il potere di chiedere i documenti alle persone che arrivano nel mio bar. Il mio è un esercizio pubblico e ho il dovere di servire tutti. Sto provando ad allontanare gli spacciatori, ma non è facile. Vorrei riuscire a lavorare in maniera tranquilla così da accogliere nel migliore dei modi i normali clienti». «Insieme ai titolari delle altre attività commerciali presenti sulla piazza - aveva continuato il barista asiatico - stiamo scrivendo una lettera che spediremo a questore e a sindaco. Chiederemo di avere tutte le sere sulla piazza, dalle 21 a mezzanotte, almeno un’automobile delle forze dell’ordine. Una soluzione che era già stata presa, prima dell’avvento di Zanonato, e che aveva ridotto di molto l’afflusso della malavita in piazza delle Erbe. Noi vogliamo debellare il degrado e restituire la piazza alla città. Solo così continueremo a lavorare in serenità».
Nonostante infatti i continui controlli da parte della polizia e dei carabinieri delle piazze del centro storico, gli spacciatori continuano a girare indisturbati.
Tra il Duomo e piazza delle Erbe passando per il Ghetto, i pusher nordafricano cedono ai giovani padovani cocaina, eroina e hashish aumentando di fatto il degrado nel centro storico e penalizzando i commercianti.

domenica 12 luglio 2009

ma davvero gli han creduto?

primi malumori per lo zano 4.
Ma davvero c'e' chi ha creduto una pariola della campagna del gioviale sindaco?
e adesso altri 5 anni di inascolto, arroganza, maleducazione.
e c'e' gente che gli ha fatto al campagna elettorale e oggi si aspettava riconoscenza, facile ora dire: te l'avevo detto.
ma non si cava sangue dalle rape.
cmq, ahime, questa e' la situazione, un ritorno al pasato in tutto e per tutto, metodi, acce, obiettivi, l'amministrazione del potere fine a se' stesso, la conservazione dei voti e del posto le finalita' dello zano, l'unica cosa buona sicura e' chge fra 5 anni si sara' tolto dagli zebedei, purtroppo 5 anni son lunghi, ancor piu' lunghi con zanonato a tronfieggiare sullo scranno.
ma cosa pensavano i padovani nell'urna?

dal Gazzettino di Padova
Qualche malumore attorno ai dodici di Flavio IV
Manfrin: «Quel posto in più in giunta non rientrava nei patti, che Zanonato ha disatteso». Deluso anche Sirone

Domenica 12 Luglio 2009,
Nuova giunta, il giorno dopo, tra uffici e pratiche con cui prendere confidenza e reazioni politiche.
Il patto
Tra gli alleati il “Patto per la giunta” era, o almeno avrebbe dovuto essere, chiaro: si chiude a dieci assessori e possono ambire ad entrare nell’esecutivo di Palazzo Moroni solo i rappresentanti delle liste che hanno portato almeno un esponente nel Consiglio di Palazzo Moroni. Quindi porte chiuse per i Socialisti finiti allo 0,76 per cento con 859 voti, per InnovaAzione, la lista civica di Luisa Boldrin, 0,56 per cento e 638 voti, infine per Padova nel Cuore, di Paolo Manfrin: 0,40 per cento e 458 voti. Invece poi qualcosa è cambiato. E gli assessori da dieci sono passati a dodici comprendendo anche Luisa Boldrin che però in Consiglio comunale, dato l’esito delle urne, non sarebbe nemmeno entrata.
I delusi
Due su tutti: l’ex assessore al Bilancio, il Socialista Gaetano Sirone, e il fondatore del comitato Stanga, Paolo Manfrin. «Solo quattro giorni fa – ricorda Manfrin -, durante l’ultima riunione avuta con il sindaco, ci era stato ribadito il rispetto del “Patto di giunta”. Invece ci siamo ritrovati, a sorpresa, il nome di Luisa Boldrin e l’allargamento a dodici. Ecco, diciamo che di tutto questo siamo francamente stupiti. E chiediamo: a che titolo è ri-entrata la signora Boldrin? E perché lei e non uno di noi, oppure un socialista?». I Socialisti, appunto, che si sono risvegliati non meno stupiti della civica dei comitati. «Durante tutta la campagna elettorale al centro è stata posta la coalizione – spiega Gaetano Sirone – Poi però i calcoli sono stati altri. E con tutto il rispetto per Luisa Boldrin o per Paolo Manfrin, credo avremmo meritato un diverso riconoscimento considerato il ruolo e il lavoro svolto, come partito, in questi cinque anni. Sono davvero rattristato».
Le donne del Pd
A nulla sono valsi gli appelli e le lettere girate anche via web in questi giorni per chiedere al sindaco una rappresentanza rosa democratica all’interno della sua giunta. Che ha sì tre esponenti femminili, ma nessuna del Pd. Silvia Clai è dell’Italia dei Valori, Luisa Boldrin espressione della sua civica, e Marta Dalla Vecchia di quella Padova con Zanonato che ha raccolto il 5,3 per cento.
I nuovi uffici
Ieri, in segreteria a Palazzo Moroni, c’è stata la prima riunione “tecnica” tra i nuovi assessori per assegnare la re-distribuzione degli uffici.
In vista del Consiglio
Terminate le “turbolenze” legate alla composizione della giunta sembra il cielo sul centrosinistra non sia però ancora del tutto sereno. Resta in piedi infatti la questione legata alla Presidenza del Consiglio comunale. La maggioranza voterà compatta il nome di Daniela Ruffini? Sibillina la risposta che arriva dall’Italia dei Valori: «Ci stiamo ragionando. Valuteremo».
Matteo Bernardini

venerdì 10 luglio 2009

il solito galantuomo

con la sua nota giovialita' e gentilezza d'animo cosi' si esprime "il" zanonato.

dal Gazzettino di Padova
ntervistato da una tv, il sindaco ha attaccato Governatore e premier

Venerdì 10 Luglio 2009,
(M.B.) Prima è toccato al Premier Berlusconi invitato a “togliersi dai piedi con lo stuolo di ragazzotte che lo circonda”, poi è stata la volta del governatore Galan definito “fannullone prepotente che offende sempre tutti”. Insomma anche se è alle prese con la non facile composizione della sua futura giunta, il sindaco Zanonato quando decide di attaccare mira sempre al bersaglio grosso.
«Su Berlusconi ho risposto a titolo personale a una domanda che mi era stata rivolta da un giornalista di Radio24 – ha spiegato ieri – E ripeto che penso Berlusconi non faccia bene all’Italia. L’Italia soffre e ha problemi enormi da affrontare e un Presidente del Consiglio deve avere un contegno legato alle funzioni che svolge. Non può essere quello visto a fare festa con le escort una sera si e una no».
Quindi sul governatore Galan che l’aveva accusato di finanziare i centri sociali e i no-global, la replica del sindaco è stata altrettanto dura: «E’ un falso. Il nostro Comune non ha mai finanziato estremisti di nessun tipo. Galan non ha nessun titolo per esprimere certi giudizi e non ha neppure la levatura morale e culturale per darli. Piuttosto ci dica cosa fa la sua Regione. Nessuno lo sa, perché in realtà questo fannullone prepotente offende sempre tutti».
Ma le repliche degli esponenti del Pdl padovano non si sono fatte attendere. La prima è arrivata dall’ex sindaco, Giustina Destro: «Da dove viene tutta questa autorità che permette a Zanonato di dare giudizi a destra e a manca mancando di rispetto a due rappresentanti delle istituzioni? A sinistra la cultura dell’insulto sta facendo proseliti».
«Zanonato non ha mai avuto il coraggio di misurarsi al di fuori di Padova dove è al centro di un sistema di potere collaudato – ha concluso Giustina Destro – Dovrebbe quindi contare fino a mille prima di fare certe dichiarazioni su persone che si sono guadagnate il loro ruolo in competizioni infinitamente maggiori di quelle in cui si è misurato lui».
Deciso anche il commento della coordinatrice provinciale del Pdl, l’onorevole Lorena Milanato: «Le dichiarazioni del sindaco di Padova sono una clamorosa mancanza di rispetto. Non solo Zanonato mostra di infischiarsene allegramente dell’appello del Presidente della Repubblica di non fare polemiche durante il G8, ma manca pure di considerazione nei confronti dei capi di governo presenti a L’Aquila che hanno, tutti, lodato il lavoro italiano».

contentino?

certo che per essere stata scaricata dal sindaco alla vigilia delle elezioni, per tranquillizzare i padovani, la ruffa ruffini trova un bel premio di consolazione... senza parole

dal Gazzettino di Padova
Venerdì 10 Luglio 2009, (M.B.) Se per la giunta il toto-assessore è proseguito per giorni, per la carica di presidente del Consiglio comunale la questione invece si è risolta abbastanza rapidamente con la convergenza della coalizione di centrosinistra, salvo l’Italia dei Valori, sul nome di Daniela Ruffini. E così l’ex assessore ("bocciato" dal sindaco alla vigilia del ballottaggio) è riuscita a spuntare la seconda carica a Palazzo Moroni.
«Possiamo dire che il nome di Daniela Ruffini alla presidenza del Consiglio comunale sia ormai un punto fermo – conferma il capogruppo del Pd, Gianni Berno – Siamo infatti convinti riuscirà a gestire l’incarico con molta capacità avvalendosi anche della collaborazione del suo vice, un consigliere esperto come Paolo Cavazzana». Che sarà accanto a Daniela Ruffini così come nella precedente amministrazione Zanonato ha seguito il presidente Milvia Boselli.
Ma la scelta della pasionaria di Rifondazione comunista non convince tutti gli alleati. E infatti l’assemblea dell’Italia dei Valori, l’altro giorno, ha chiesto ai consiglieri comunali di non votare il nome della Ruffini.
«Ci ha definiti “poltronisti” – spiega un rappresentante dell’assemblea dei dipietristi – Una cosa sconcertante».
Chi invece, nonostante i forti contrasti, sembra aver sotterrato l’ascia di guerra nei confronti dell’ex assessore alla Casa e all’Immigrazione è la Lega Nord che attraverso il consigliere comunale Mario Venuleo dice: «E’ mia opinione personale che Daniela Ruffini abbia dignità politica uguale a quella degli altri consiglieri comunali. Considero del tutto legittima la proposta della maggioranza che l’ha candidata alla presidenza del consiglio comunale, e auspico che il confronto avvenga sempre sul piano politico e non su quello personale».

et voila'

vecchie facce, vecchi metodi, gente che si trova vicesindaco un gionro si e un giorno no.
ex assessori alla (in)sicurezza spostati, chissa' come mai?, al commercio, tanto peggio non puo' fare, un bailamme democristiano vecchio stampo.

dal Gazzettino di Padova;

Venerdì 10 Luglio 2009, C’è chi è pronto a scommettere che la nuova giunta di Palazzo Moroni alla fine riserverà non poche sorprese. Di certo il travaglio che la sta facendo nascere (oggi salvo ulteriori rinvii e ripensamenti dell’ultima ora dovrebbe essere il fatidico d-day per il varo del nuovo governo comunale) è stato molto più lungo del previsto. Perché all’euforia per la vittoria sul centrodestra post-ballottaggio si è ben presto sostituito un clima teso, che ha portato ad una contrattazione avvelenata da gelosie personali e da interessi di partito per la composizione del futuro esecutivo cittadino.
Il contrasto più forte è stato quello che si è aperto tra il Partito democratico e l’Italia dei Valori. Tanto che ancora ieri sera i dubbi sul nome del vicesindaco e sul numero degli assessori in quota dipietrista era ancora lì, aperto, sul tavolo della riunione del Pd che è iniziata in via Beato Pellegrino poco dopo le 20. Perché il nodo, come abbiamo più volte scritto, riguardava soprattutto il ruolo affidato al partito di Di Pietro nella giunta che verrà. L’Italia dei Valori è sempre stata chiara sulla sua linea: un’adeguata rappresentanza significa due assessori, altrimenti un assessore, che però avesse anche l’incarico di vice sindaco e una presidenza di quartiere. Presidenze che però, nei tre quartieri a maggioranza centrosinistra, sono già state tutte assegnate ad esponenti del Pd. E allora, passi la presidenza di Circoscrizione, ma non altro. Questo in sintesi il pensiero dell’IdV più volte, nelle ultime ore, ribadito.
Ma sulla carica di vicesindaco è sempre stato forte il nome di Ivo Rossi, consolidato anche dalle oltre 1.300 preferenze ricevute. Quindi, che si fa? Una delle ipotesi, in attesa dell’ufficializzazione dei nomi, è che la squadra di giunta, per non scontentare nessuno, contrariamente alle previsioni, possa anche allargarsi e passare da dieci a undici assessori. In questo modo troverebbe spazio un altro nome per l’Italia dei Valori; a Ivo Rossi verrebbe garantito il ruolo di vice sindaco, e la quota rosa, ipotizzando che il nuovo assessore dell’IdV corrispondesse ad un nome femminile, nel governo di Palazzo Moroni si allargherebbe. Perché l’alternativa, per garantire il “secondo uomo” all’IdV, sarebbe quella di togliere dalla lista degli assessori, praticamente già cosa fatta, un democratico, ipotesi però poco plausibile. Sicuri di un posto in giunta infatti dovrebbero essere i riconfermati Marco Carrai (Commercio), Claudio Sinigaglia (Sociale e Sport), Ivo Rossi (Mobilità e Verde), Claudio Piron (Scuola o Urbanistica) e Mauro Bortoli (Bilancio Manutenzioni), tutti in quota Pd, ai quali si affiancherebbero gli altri due democratici: Umberto Zampieri (Politiche giovanili) e Andrea Colasio (Cultura). Con loro, per il quarto mandato Zanonato ci sarebbero Alessandro Zan, Sinistra per Padova (Ambiente), Marta Dalla Vecchia, della civica Padova con Zanonato (Lavori Pubblici), e Antonino Pipitone, Italia dei Valori (Casa).
«La situazione si è sbloccata – ripeteva ieri un esponente del Pd – Nelle prossime ore si dovrebbe chiudere tutto. Adesso le ultime valutazioni spettano solo al sindaco. Infondo la giunta sarà la sua».
Matteo Bernardini

mi ricorda qualcosa

cominciamo male, subito un piccolo esempio di spregiudicato utilizzo del manuale cencelli applicato al comune.
In tutto questo sorprende la pazienza di Rossi, un giorno viecesindaco, il giorno seguente no, poi di nuovo viecsindaco, poi no, e' incredibile, da quando ci son state le elezioni con la regolarita' di un metronomo Rossi saliva e scendeva dalla poltrona a piacere del sindaco e dei sui compagni di gioco.
Altro incredibile scoop, la riconferma inspiegabile di carrai, il pavido ex padano che voci davano alla sicurezza nella precedente giunta, ma di cui nessuno ricorda altro che la stentata voce promettente iniziative poi mai realizzate.

da tgpadova.it
10/07/2009 09:49 La seconda poltrona del Comune andrà ad Ivo Rossi, dodici gli assessori rispetto ai dieci previsti. Troppe 'bocche da sfamare", Zanonato deve fare i conti con le tante richieste dei partiti. Ripescata Luisa Boldrin, due assessorati all'IdV

La Giunta si allarga: dodici assessori di cui due dell'Italia dei Valori, Antonino Pipitone e Silvia Clai. Troppe "bocche da sfamare", Zanonato ha sforato la soglia prevista di soli dieci assessori. La poltrona di vicesindaco andrà ad Ivo Rossi mentre Luisa Boldrin potrebbe rientrare nella squadra da esterna. Riconfermati, senza ombra di dubbio, Claudio Sinigaglia, Claudio Piron, Mauro Bortoli, Marco Carrai. New entry: Umberto Zampieri, che si attesterebbe essere il più giovane, Marta della Vecchia, Alessandro Zan, Andrea Colasio.

mercoledì 8 luglio 2009

il bilancino

dal Gazzettino

«Vogliamo governare» dice il capogruppo Nino Pipitone. Ma Zanonato non molla per ora la carica di vicesindaco promessa a Ivo Rossi
L’Italia dei Valori rifiuta il "deprezzamento"
Gli ex Ds e Margherita si stanno spartendo anche i quartieri. E una poltrona in un ente non è certo pane per i dipietristi

Mercoledì 8 Luglio 2009,
Si narra che il primo incontro tra la delegazione dell’Idv e il sindaco sia durato pochi minuti, la scorsa settimana. Zanonato, con i modi che gli sono più congeniali, ha fatto capire ai dipietristi che non c’era trippa per gatti. Poi ha telefonato, e i toni si sono fatti più concilianti. Ma la sostanza resta la stessa. Da lì difficilmente si smuoverà: il posto è già promesso a Ivo Rossi, il più amato dai democratici. Del resto sembra che il sindaco sarà chiamato ad assumere sempre più un ruolo nazionale per il Pd. E dunque qui ha bisogno di Rossi a cui affiderà la Mobilità che richiede sforzo per portare soldi, ed esperienza per il progetto della seconda e terza linea del tram. Poi gli attaccherà anche i Lavori Pubblici, altro settore delicato. Ma l’Italia dei Valori ancora chiede che i tremila voti di differenza con la lista di Zan si possano distinguere in qualche modo. I margini per avere due assessorati o in alternativa uno con il posto da vicesindaco incorporato sono pochi ma ieri il capogruppo Nino Pipitone dichiarava dopo l’incontro con i quadri del partito: «La base è in agitazione, non riesce a capire questa situazione. Vogliamo governare, entrare in Giunta, ma con un minimo di dignità. I nostri voti valgono». Finora c’era un’elegante via d’uscita, dare loro almeno la presidenza di uno dei tre quartieri rimasti. Ma anche qui, lesti lesti, Ds e Margherita si stanno scegliendo i propri presidenti, non tenendo conto del 7,5 per cento per esempio dell’Idv al quartiere 4, dove venerdì sarà eletto Roberto Bettella (ex Margherita). Se questa era la poltrona più a rischio di intrusione, figurarsi le altre. Al Quartiere 3 la riconferma di Micalizzi (ex Ds) è solo una formalità. Al Quartiere 5 come si legge qui sotto è già stato riconfermato Francesco Pavan (ex Ds). Strada chiusa quindi. E allora? Si parlava di riequilibrare il carico con la vicepresidenza dell’Acegas-Aps o dei Magazzini generali. L’Idv risponde: come possiamo svendere il ruolo politico che abbiamo acquisito con i voti per una poltrona? E proprio noi?
La soluzione sarebbe allora che si sacrificasse qualche assessore. Ma hanno già raggiunto l’equilibrio perfetto: 4 della ex Margherita (Colasio, Piron, Rossi, Sinigaglia) tre ex Ds (Carrai, Bortoli, Zampieri). Perché romperlo? La sola cosa su cui ancora discutere è se dare qualche delega-contentino ai consiglieri Di Masi e Clai (Pipitone farà l’assessore). Poi L’Idv, a meno di una drastica decisione dell’ultimo momento da parte di Zanonato, dovrà arrendersi. Ieri il sindaco intervistato da Telenordest ha detto che «L’Italia dei Valori è una forza politica molto importante ed ha dato una grossa mano» annunciando che chiuderà la Giunta entro venerdì. E qualcuno ha visto l’assessore Ivo Rossi di cattivo umore. A questo punto tutto può ancora succedere.
Mauro Giacon

prendiamo posizione

si chiede all'universita' di prendere posizione riguardo gli esponenti dei centri asociali arrestati.
si, figurarsi se il nuovo rettore riesce.
cmq la mia idea e' questa: link

lunedì 6 luglio 2009

vecchie facce, vecchi metodi

riprova della vecchiezza del sindaco zanonato e dei suoi metodi

dal Gazzettino di Padova

Domenica 5 Luglio 2009, Il braccio di ferro interno al centrosinistra continua, e la futura giunta di Palazzo Moroni non viene ancora ufficializzata. Da una parte infatti ci sono le richieste, disattese, dell’Italia dei Valori; dall’altra la posizione, irremovibile, del Partito democratico. Una situazione complicata sulla quale ieri è intervenuto anche il capogruppo dell’IdV alla Camera dei Deputati, Massimo Donadi: “Il problema è tutto interno al Partito democratico che formalmente si mostra come una compagine unica, ma di fatto deve rispondere alle esigenze di due correnti: gli ex-Ds e i margheritini. E allora capisco le difficoltà del sindaco Zanonato nel comporre il mosaico interno al suo partito e quindi nel formare la giunta, però noi da tutto questo vogliamo uscire con le ossa meno rotte possibile”.
Che tradotto significa una rappresentanza in giunta maggiore di quella finora proposta dai democratici all’IdV.
“Confidiamo che Zanonato definisca in maniera equa la squadra – prosegue Massimo Donadi – Certo è che non possiamo essere messi sullo stesso piano di partiti che hanno preso un terzo dei nostri voti”. Il riferimento è alla lista Sinistra per Padova che porterebbe in giunta Alessandro Zan e a Rifondazione comunista che avrebbe riconosciuta la presidenza del Consiglio di Palazzo Moroni con Daniela Ruffini.
“Chiediamo un’adeguata rappresentanza e che se dovessimo avere un solo assessore – termina il capogruppo parlamentare dell’IdV – almeno fosse anche il vice sindaco in qualità di rappresentante del secondo partito della coalizione vincente”.
E sul difficile rapporto tra Pd e IdV fa sentire la propria voce il vice sindaco uscente, Claudio Sinigaglia: “Non può essere con il bilancino che si fanno le cose. Fossi nell’IdV sotterrerei l’ascia di guerra e guarderei al bene della coalizione. Abbiamo vinto alla grande e non dobbiamo rovinare tutto per una questione di poltrone”.
“E comunque per fare il vice sindaco ci vuole una formazione importante – conclude Claudio Sinigaglia – Io credo quindi che le occasioni per l’Italia dei Valori ci saranno, anche magari con il proseguo dell’amministrazione. Adesso è importante che entrino in giunta, perché rivendicare il singolo posto è miope, come centrosinistra siamo infatti chiamati a dimostrare di essere una classe dirigente importante”. Nell’attesa che si risolva il nodo legato al rapporto con l’Idv, almeno nove nomi, su dieci, dei futuri assessori della giunta Zanonato sembrano esserci: Marco Carrai, Claudio Sinigaglia, Ivo Rossi, Claudio Piron, Andrea Colasio, Alessandro Zan, Umberto Zampieri, Mauro Bortoli e Marta Dalla Vecchia.
Matteo Bernardini

a spron battuto (?)

rinvigorito (?) dall'immeritato successo elettorale il sindaco zanonato provede a spron battuta, con l'energia e la simpatia che gli sono riconosciute.
cosi' convoca in tutta fretta il consiglio comunale... nell'ultimo giorno possibile.
Perche'?
Perche' troppe son le manovre e gli scambi da fare con gli eterogenei alleati.
E dopo aver scaricato la ruffini in campagna elettorale (e aver trovato l'accordo per darle la presidenza del consiglio!!!!!! incredibile) e aver imbarcato l'IDV (e trovare nell'IDV proprio lo scoglio piu' grosso, che volete, non si fidano del loro alleato, ma come dar loro torto? se non altro dell'IDV si puo' presumere che siano quantomeno onesti), ebbene il sindaco si trova a gestire con le piu' classiche manovre di palazzo il Comune.
ahi ahi, che brutti presagi in questa resurrezione laica dell'ex post comunista zano.

domenica 5 luglio 2009

i primi successi del "nuovo" zanonato

eccolo la'.

dal Gazzettino di Padova del 4 luglio

«I nomadi bivaccano alla Stanga»
Padova Sicura minaccia una manifestazione davanti all’accampamento

Sabato 4 Luglio 2009,
Sono accampati con le loro roulotte da circa tre giorni su uno spiazzo sotto al cavalcavia San Marco, davanti all’hotel AC della Stanga. Sono circa quaranta nomadi il cui pernottamento in città ha subito destato forte preoccupazione nei residenti del quartiere.
«Numerose persone in questi giorni continuano a chiamarci per segnalare la presenza del folto gruppo di nomadi che bivacca indisturbato in un’area della Stanga – dice Maurizio Meridi, leader di Padova Sicura, l’associazione che si è trasformata in lista civica a sostegno del candidato sindaco del centrodestra durante le recenti elezioni comunali – I residenti hanno ripetutamente chiamato le forze dell’ordine che però li hanno indirizzati alla Polizia municipale. Nessuno però è ancora intervenuto e intanto la preoccupazione dei cittadini del quartiere resta alta».
«Da quanto abbiamo appreso – continua Meridi – i nomadi provengono dall’Italia centrale e non sarebbero arrivati a Padova per partecipare a una particolare cerimonia. Insomma, la loro presenza non sembra essere solamente di passaggio. A questo punto chiediamo l’immediato intervento dell’amministrazione comunale che deve assolutamente sciogliere l’accampamento e quindi il bivacco a cielo aperto».
Perché se questo non avvenisse i militanti di Padova Sicura promettono una mobilitazione proprio davanti all’improvvisato camping abusivo.
«Evidentemente stiamo assistendo all’ennesima dimostrazione di totale inerzia della nuova, ma solo a parole, amministrazione comunale – termina Meridi – Nei fatti invece siamo alle solite: la Polizia municipale che non interviene e che finge di non avere visto nulla. Ecco, se qualcuno ancora credeva che davvero il sindaco Zanonato fosse diventato lo sceriffo che in realtà non è mai stato adesso non dovrebbe più avere dubbi».
M.B.

che breve luna di miele

il sodalizio tra zanonato e l'idv in bilico, chi l'avrebbe mai detto, il gioviale sindaco in affanno a riconoscere i meriti altrui.

dal Gazzettino di Padova

Sabato 4 Luglio 2009,
«Abbiamo vinto perché ci siamo mossi con una forza tranquilla, instaurando un clima di amicizia e serenità che ha giovato. A voi va il mio ringraziamento, fortissimo: insisto nel dire che non ho vinto solo io ma un’intera squadra di persone che hanno lavorato bene». Pensieri e parole del sindaco Flavio Zanonato accompagnate da un fragoroso applauso della platea del centro congressi Papa Luciani. Era la sera del 26 giugno, cinque giorni dopo la vittoria nel ballottaggio contro Marco Marin. Sul palco, a introdurre il discorso di ringraziamento del sindaco riconfermato di fronte ai suoi sostenitori c’era Antonio Albuzio, candidato dell’Italia dei Valori alla presidenza della Provincia. Ma a poco più di una settimana di distanza da quella sera e da quelle parole, il clima nel vittorioso centrosinistra non è più lo stesso. E la luna di miele della maggioranza, di fatto, nemmeno mai iniziata. Perché dopo la vittoria proprio quell’Italia dei Valori, che a Zanonato ha portato in dote il 5,5 per cento e quasi settemila voti, alla fine delle negoziazioni post-elettorali si ritrova praticamente fuori dalla giunta.
«La cosa incredibile è il clima teso di queste ore – dice Silvia Clai, neo consigliere comunale dell’Italia dei Valori – Prima eravamo tutti amici e oggi invece si registra un’ostilità incredibile». «Credetemi – ripete amareggiato il leader cittadino dell’IdV, Antonino Pipitone – questa è una situazione che mai e poi mai mi sarei aspettato di vivere. E che qualcuno adesso non si azzardi a dire che noi abbiamo preteso sedie e posizioni di privilegio per sistemarci. Certe illazioni sarebbero scandalose». Infatti le richieste dell’IdV sono sempre state chiare. La prima chiedeva che in giunta fossero riservati due posti. Cosa che il sindaco ha respinto seccamente. In seconda battuta che ci fosse anche un solo assessore, ma che avesse pure la carica di vice sindaco. E qui la porta chiusa in faccia pare essere arrivata da Ivo Rossi che il ruolo di vice di Zanonato l’ha sentito “suo” sin dall’inizio della competizione elettorale. Inoltre, accanto all’assessore, l’Italia dei Valori spingeva per una presidenza di quartiere: il 4-Sud Est. Ma anche qui non c’è stata storia. E allora le conseguenze sono che il partito di Di Pietro, salvo svolte dell’ultim’ora, in giunta non ci entrerà e che a questo punto, pur rimanendo nella coalizione di centrosinistra non si sentirà legato dal vincolo di maggioranza. Valuterà le delibere che arriveranno in Consiglio comunale di volta in volta e non avrà l’obbligo di mantenere il numero legale.
«Faremo comunque il nostro dovere in virtù del senso di responsabilità che ci ha sempre contraddistinto e mantenendo il mandato che i nostri elettori ci hanno consegnato – spiega Pipitone – Ci spiace solo che il sindaco abbia preferito valorizzare Zan e Rifondazione comunista». Partito al quale, ormai pare certo, toccherà la presidenza del Consiglio comunale affidata a Daniela Ruffini. «Mi pare che ormai siamo vicini a chiudere l’accordo – conferma il capogruppo del Pd, Gianni Berno – Così come per Marta Dalla Vecchia, rappresentante della civica che ha sostenuto Zanonato, in giunta. E con l’IdV continuiamo comunque a trattare per chiudere un accordo ragionevole».
Intanto il nuovo consiglio comunale è fissato per lunedì 13 alle 19 al centro San Gaetano.
Matteo Bernardini

venerdì 3 luglio 2009

back in action

ridiamo voce alla ruffa ruffini, rondinella non migrante fuori stagione.
dal mattino di Padova (se mi ricordo bene), che pero' non posso riportare (visto che il giornale locale dei compagni non si difonde gratuitamente su internet) leggo che la nostra campionessa di modestia dice di se',: sono brava posso fare qualunque cosa.
beh per fare qualcosa non serve essere bravi, e' pieno il mondo di imbecilli che fanno stupidaggini, e comunque, cara lei, lo sappiamo, puo' fare qualsiasi cosa, ma non ne farei vanto nel suo caso.

si ricomincia

si ricomincia da dove eravamo rimasti, i bulli che mettono le mani nel piatto (pur senza alcun mertirto mi viene da pensare a leggere il nome di carrai) e i discoli a volerne una parte, cambia da verdi e prc a idv, ma il concetto e' lo stesso.

dal Gazzettino di Padova del 3 luglio:
Venerdì 3 Luglio 2009, Non solo la giunta non è chiusa, ma a questo punto il suo varo pare proprio che slitterà ai primi giorni della prossima settimana. Il problema non sono i nomi, ma gli equilibri politici. Interni alla maggioranza, e in particolare ai rapporti tra il Partito democratico e il suo principale alleato, l’Italia dei Valori. Che di fare da comprimario nella prossima amministrazione Zanonato, sempre più Pd-dipendente, non ci pensa nemmeno. Infatti gli assessori democratici nelle previsioni toccherebbero quota sette, con quattro “margheritini” (Ivo Rossi, Claudio Sinigaglia, Claudio Piron, Andrea Colasio) e tre ex-Ds (Marco Carrai, Mauro Bortoli e Umberto Zampieri, new entry). E allora ad una giunta monocolore l’Idv dice no. Rivendicando due assessorati e soprattutto il ruolo di vicesindaco, in qualità di secondo partito della coalizione vincente.
«I posticini non ci interessano – mette in chiaro il leader dell’Idv, Antonino Pipitone – Vogliamo ruoli di responsabilità e visibilità nel prossimo governo della città». Una linea ferma che non lascia spazio a dubbi e che Pipitone motiva analizzando l’impegno del suo partito nella difficile campagna elettorale che ha portato alla riconferma di Flavio Zanonato. «Abbiamo fatto il massimo. Di Pietro è venuto a Padova ben due volte per sostenere il sindaco. E comunque tutta la nostra squadra cittadina si è impegnata fino in fondo. Ora chiediamo un’adeguata rappresentanza nell’amministrazione della città».
Messaggi che il Partito democratico non ha lasciato cadere nel vuoto. E quell’esternazione “l’Idv il malcontento se lo farà passare”, pronunciata mercoledì da uno dei democratici, ieri sembrava già meno netta, tanto che in serata una delegazione del Pd - formata dal neo capogruppo Gianni Berno, eletto mercoledì all’unanimità dai consiglieri comunali democratici riuniti in assemblea in via Beato Pellegrino, da Umberto Zampieri e da Ivo Rossi - ha incontrato proprio Pipitone e la sua squadra cittadina per cercare una mediazione.
«Partiamo da punti di vista che possono apparire lontani, ma che alla fine siamo convinti possano trovare una sintesi – spiega Berno, 46 anni, sposato e padre di quattro figli, bancario e vice capogruppo del Pd nell’ultimo Consiglio comunale – Nella maggioranza ci sono tante personalità di spicco che possono ambire a ricoprire incarichi e mansioni importanti, purtroppo la coperta è corta e non tutti potranno rientrare in giunta, però penso anche che in corso d’opera si possa trovare una collocazione adeguata per tutti. E non dimentichiamo il ruolo dei presidenti di commissione: la loro è una carica assolutamente prestigiosa». Infine: «Con Pipitone abbiamo un ottimo rapporto personale. Andiamo quindi a negoziare con persone che hanno grande senso di responsabilità».
Intanto, se la giunta con ogni probabilità sarà ufficializzata in ritardo, il primo Consiglio comunale potrebbe invece essere anticipato all’11 luglio e alla sede di Palazzo della Ragione, per ospitare la prima riunione, si affianca ora anche il San Gaetano.
Matteo Bernardini

mercoledì 1 luglio 2009

lo zanonato e' servito

tanto per chiarire chi e' stato scelto quanto pelo sullo stomaco ha.
penultimo giorno di campagna elettorale: basta coi centri commerciali
ultimo giorno di campagna elettorale: mai piu' con la ruffini

oggi, il mattino:
- un nuovo polo commerciale a padova est
- la ruffini verso la presidenza del consiglio

et voila', ecco quello che ascolta i cittadini (mai una volta che ci abbia ricevuto), quello che manitene le promesse, er mejo inzomma, contenti voi... (che l'avete votato)