giovedì 28 maggio 2009

ancora polemica

dal Gazzettino:
Giovedì 28 Maggio 2009, "Calunniate, calunniate qualcosa resterà". Era uno dei principi più cari a Vassili Josif Vissarionovic Dzugsvili, tristemente noto come Stalin. Alterazione della realtà e sistematico rovesciamento della verità rappresentavano le sue armi preferite, di cui si serviva per colpire (quasi sempre a morte) nemici e amici. Stalin è scomparso da oltre mezzo secolo, ma alcuni suoi tristi epigoni sono sopravvisuti e, ahimè, sono tra noi. Ne è una prova evidente l'operazione di autentica disinfomazione in atto in questi giorni a Padova. Nel tentativo per cercare di offuscare il "lunedì nero" di Zanonato, protagonista di uno insensato show a base di insulti e minacce, uno sparuto manipolo di guardie rosse guidate dall'onorevole Naccarato, cerca di inventare un nuovo, inesistente caso. E di far passare la vittima delle contumelie del sindaco, ossia il sottoscritto, come la longa manus di una piccola congiura di provincia finalizzata a far perdere le staffe al povero sindaco, notoriamente dotato di un self control britannico. Purtroppo, anzi per fortuna, la "disinformatia" in salsa padovana ha, come le bugie, le gambe corte. E non è destinata a fare molta strada. Ecco perchè.
I fatti. La prova di questa congiura sarebbe l'sms (lo dico subito: censurabile e inaccettabile tanto nella forma che nei contenuti) che Giustina Destro, immortalata a sua insaputa da un fotografo del Mattino, ha inviato nel corso del dibattito ad alcune persone. In questo sms diffuso a piene mani via Internet dalle guardie rosse di Zanonato si dice che "bisogna far uscire dai gangheri il nano". Non ho mai negato di aver ricevuto questo sms. E non l'ho fatto per la semplice ragione che non ho proprio nulla da nascondere nè da rimproverarmi. Mi limito solo a dire che mi vergogno un po' di vivere in un Paese in cui c'è gente che impunemente spia e fotografa gli altrui sms, mentre un direttore di giornale deve essere costretto a rendere nota la sua corrispondenza privata per dimostrare la propria correttezza.
Comunque sia: ho ricevuto quel sms e proprio perchè lo consideravo del tutto fuori luogo e frutto probabilmente di uno scatto di nervi (come sono fragili questi politici padovani...), non mi sono limitato a ignorarlo, ma ho prontamente risposto che non era affar mio. Aggiungo per i patiti del voyeurismo telefonico, che il mio cellulare è a disposizione per controllare l'esistenza di questa risposta, inviata alle 11.44, un minuto dopo avere ricevuto quello di Giustina Destro.
Domando: quale regola deontologica avrei violato, signor Naccarato? Di aver ricordato la telefonata di Fassino a Consorte? O di aver reagito al sindaco Zanonato che mi ha definito "maestrino di cerimonie" solo perché avevo avuto l'ardire di chiedere ai candidati di rispondere alle domande e di non divagare?
Forse non l'hanno informata ma in Italia esiste la libertà di stampa. Ed è ancora consentito avere opinioni diverse dal sindaco Zanonato senza essere per questo pubblicamente insultati. Lei, piuttosto, ritiene che sia degno di un rappresentate del Parlamento italiano diffondere, come ha fatto sul suo sito, il mio numero di telefono? È questa la nuova gogna che il Tribunale del Popolo di Padova ha deciso per i dissidenti dell'ordine costituito? Io credo che lei dovrebbe solo vergognarsi. Ma so che non lo farà. Non ne ha la dignità. Quanto all'accusa che, con sprezzo del ridicolo, lei mi rivolge di aver "ubbidito" a un ordine ricevuto da Giustina Destro, chi mi conosce un po' potrà solo sorridere di ciò. Ma è del tutto evidente che questa sua affermazione risponde a un riflesso condizionato: poichè lei è abituato a guidare o teleguidare giornali e giornalisti, ritiene che siamo fatti tutti della stessa pasta. Per fortuna non è così.
Aggiungo un ulteriore elemento. La lettera del segreterio regionale del Pd Paolo Giaretta che pubblichiamo in queste stesse pagine, dimostra, oltre ogni dubbio, che il Gazzettino è un giornale aperto e che non teme le opinioni diverse e contrarie. Dico francamente che alcune delle considerazioni di Giaretta non mi convicono afffatto. Mi sorprende innanzitutto che una persona della sua onestà intellettuale non stigmatizzi l'abuso che è stato commesso rubando un sms e diffondendolo, numero di telefono compreso, a mani basse. E non sono neppure d'accordo laddove dice che siamo un giornale schierato: non è vero, siamo, da Padova a Udine, un quotidiano che sceglie e che prende posizione sulle cose, cercando di interpretare lo spirito dei propri lettori. Senza atteggiamenti pregiudiziali nei confronti dell'una o dell'altra parte politica. Ma Giaretta la pensa in modo diverso ed è giusto che lo scriva. Anche sul Gazzettino.
Concludo con una considerazione. Avevo detto che non avrei sporto alcuna querela per questa vicenda. Lo avevo fatto per due motivi. Innanzittutto perchè ritengo che i rapporti, per quanto conflittuali, tra politica e informazione, se possibile, non si debbano mai regolare nelle aule dei tribunali. In secondo luogo perchè, per quanto sgradevoli e ingiustificati fossero gli insulti che Zanonato mi aveva scagliato contro, mi sforzavo di comprendere il suo stress da campagna elettorale. Di fronte all'operazione di disinfornazione messa in atto, alla diffusione deliberata e pianificata del mio numero di telefono e all'ignobile gazzarra montata ad arte, mi vedo costretto a ricredermi. Per cui chiederò conto di questi inaccettabili comportamenti nelle sedi opportune. Con una certezza: che qualcuno cercherà di farla franca sfruttando lo scudo dell'immunità parlamentare. Questa è l'Italia. Ma consoliamoci: non siamo tutti dei Naccarato.
Roberto Papetti

mercoledì 27 maggio 2009

ogni promessa e' debito (2)

ricevo ed inoltro:

domani alle ore 16,00 al "punto Menegazzo" in via Confalonieri 31 verrà
consegnata al prof. Zanesco la busta contenente l'importo raccolto, durante
la grigliata di sabato 23, a favore del Centro leucemie infantili.

Cordialmente

Menegazzo Dnis
Lista Comitati Cittadini "PADOVA SICURA"

martedì 26 maggio 2009

ogni promessa e' debito

ricevo ed inoltro dall'organizzazione della terza grigliata per la sicurezza (sempre tanto per chiarire come vedo io la differenza tra chi fa e chi dicedi fare):

Egregi,
Informiamo che durante la "Terza Grigliata per la Sicurezza" svoltasi nel
rione Pescarotto sabato 23 maggio, sono stati raccolti 442,65 Euro che, come
da programma, saranno devoluti al Centro leucemie infantili, per il
completamento del laboratorio per il trapianto del midollo, fondato dal
Prof. Luigi Zanesco.

Un grazie di cuore a quanti hanno partecipato e, con la loro offerta,
contribuito nella raccolta dei fondi.

Distinti Saluti

Lista Comitati Cittadini "PADOVA SICURA"
Menegazzo Denis

grande zano

un grande, possibile che la gente ancora non lo conosca?

Zanonato: «Non rispondo a Papetti, maestrino di cerimonia che vuole decidere a cosa dobbiamo o non dobbiamo rispondere». «È il mio compito quello di porre domande - ha replicato il direttore del Gazzettino - e se vogliamo dirla tutta questa è anche l’unica occasione per farlo dal momento che lei non ha accettato di farsi intervistare dal nostro giornale». «Non è vero», è stata la replica di Zanonato. Bugia. «Vuol negare - lo ha incalzato a quel punto Papetti - che ha preteso di conoscere le domande in anticipo e per iscritto, e ha preteso anche di decidere il nome del giornalista che avrebbe dovuto intervistarla? E di fronte al rifiuto ha negato l’intervista, ignorando anche una successiva offerta di un forum in redazione?». Silenzio imbarazzato del sindaco, e mormorìo in sala.

zanonato alla ribalta

un'altra occasione persa per zanonato di stare zitta, qualche punto di preferrenza in piu' per Marin, che, quantomeno, appare come una persona educata.
Altre due uscite cosi' e magari anche i gironali che stan censurando abilmente ed ipocritamente questo scivolone, fosse il primo, di zanonato dovranno darne atto.
vai all'articolo originale

Padova. Zanonato-show al dibattito
Domanda sgradita, insulti al Gazzettino

Confronto elettorale, al sindaco cedono i nervi e volano offese
«Servo» e «leccaculo» al direttore: imbarazzo tra il pubblico

di Ario Gervasutti
PADOVA (26 maggio) A volte non sono sufficienti trent’anni di politica per riuscire a mantenere il controllo dei nervi. Ieri è capitato - non è la prima volta - a Flavio Zanonato.
È avvenuto in una sede come quella di Confindustria, al termine di un dibattito sobrio con gli altri candidati Covi, Marin e Terranova incalzati dalle domande dei direttori del Gazzettino, Roberto Papetti, del Mattino, Omar Monestier e del Corriere del Veneto, Ugo Savoia: il sindaco uscente ha perso la testa e ha dato vita a uno show che se avesse visto come protagonista - per dire - un Silvio Berlusconi, sarebbe venuto giù il mondo.

Il nervosismo di Zanonato ha visto una prima impennata quando l’unico applauso di una platea per il resto attentamente silenziosa è scattato a conclusione di un intervento di Marco Marin che denunciava i milioni persi dal Comune nella vicenda Lehman Brothers. «Allora ricordiamo anche che c’era chi sosteneva Fiorani nella scalata all’Antonveneta», ha replicato il sindaco riferendosi ad esponenti del centrodestra. Il direttore del Gazzettino, al quale toccava il turno di porre una domanda, ha invitato tutti e quattro i candidati a rispondere nel merito dei quesiti poiché fino a quel momento più che del futuro di Padova si era discusso del passato: «Altrimenti - ha chiosato Papetti - sulle vicende bancarie si dovrebbero ricordare anche le telefonate di chi si congratulava (era Fassino, ndr) con Consorte dicendo "allora, abbiamo una banca"».

Seconda impennata del nervosismo di Zanonato: «Non rispondo a Papetti, maestrino di cerimonia che vuole decidere a cosa dobbiamo o non dobbiamo rispondere». «È il mio compito quello di porre domande - ha replicato il direttore del Gazzettino - e se vogliamo dirla tutta questa è anche l’unica occasione per farlo dal momento che lei non ha accettato di farsi intervistare dal nostro giornale». «Non è vero», è stata la replica di Zanonato. Bugia. «Vuol negare - lo ha incalzato a quel punto Papetti - che ha preteso di conoscere le domande in anticipo e per iscritto, e ha preteso anche di decidere il nome del giornalista che avrebbe dovuto intervistarla? E di fronte al rifiuto ha negato l’intervista, ignorando anche una successiva offerta di un forum in redazione?». Silenzio imbarazzato del sindaco, e mormorìo in sala.

Consapevole del passo falso, Zanonato ha cominciato a caricare la molla del suo ben noto carattere. Avrebbe potuto rovesciare la frittata sui suoi avversari, dicendo magari che sono loro a occuparsi del passato invece di fare proposte per il futuro. Invece no: lo Zanonato furioso ha dapprima cominciato a sibilare sottovoce nei confronti di Papetti frasi come «dovrebbero cacciarti, ti devono licenziare». Poi, al termine del dibattito con decine di persone intorno che si avviavano all’uscita, si è lasciato andare a uno show che la dice lunga sulla sua idea dei rapporti con i giornali. «Sei un servo - è l’esordio gridato nei confronti del direttore del Gazzettino - sei un leccaculo. Fai un giornale al servizio di chi comanda e per questo perdi copie. Cambi perfino i titoli degli articoli, lo dicono i tuoi stessi giornalisti. Dovrebbero cacciarti».

Inutili i tentativi di Papetti di fargli prendere coscienza di ciò che stava dicendo: «Ma come ti permetti? Guarda che fare i titoli è un compito di ogni direttore. Ti rendi conto di quel che dici?».
Niente, lo Zanonato furioso ha rincarato la dose. «Perché, sennò cosa mi fai? Dovrebbero licenziarti, servo». Papetti ha chiuso l’imbarazzante (per le decine di persone che vi hanno assistito) show di Zanonato con un’osservazione a quel punto inevitabile: «Temo che tu non abbia la serenità per poter fare l’amministratore».

Sulla piazzetta davanti al centro congressi della Camera di commercio, i commenti alla sparata di Zanonato si sono incrociati con lo sconcerto degli altri candidati Covi, Marin e Terranova che all’unisono hanno deplorato «l’incredibile protervia nei confronti della stampa, a prescindere dall’opinione politica e dal giudizio su questo o quel giornale. Forse è abituato a scegliersi l’intervistatore e a concordare le domande e i titoli».

Gli stessi compagni di partito del sindaco uscente, preoccupati per la figuraccia, hanno cercato a più riprese di mediare nei confronti sia di Papetti che di altri giornalisti del Gazzettino. Provando sia la strada della comprensione («lo conoscete, è fatto così, è stanco») sia quella del rimescolamento di carte («è stato provocato con quella battuta su Consorte»).

La scansione temporale e il testuale registrato dello scambio di battute è però quello riportato in questo articolo. Resta una considerazione: "Le contraddizioni del potere e le domande che ne nascono sono lo spazio proprio del giornalismo". Sono parole scritte una settimana fa da Ezio Mauro, su Repubblica e non sul Gazzettino. Si riferiva a Berlusconi, non a Zanonato. O forse no?

grigliata (3)

La terza grigliata per la sicurezza al quartiere Pescarotto e' stata decisamente un successo.
Tante famiglie si son presentate, per mangiare un ossetto, bere un bivvhiere di vino e conoscere i candidati della lista Padova Sicura: Menegazzo, Meridi, Cesaro.
I candidati non si son sottratti alle domande della gente e han tenuto il banco per tutta la sera.
Alla fine, nonostante i mille impegni, e' arrivato anche il candidato sindaco Marin che ha improvvisato una riunione con gli alleati (eran presenti anche i rappresentanto cittadini dela lega), cercando di infondere fiducia e individuare una strategia comune.
Bel simbolo sono state le famiglie di stranieri che son venute a dimostare che la loro preoccupazione, di straniero regolare, e' la stessa nostra.
Verso l'una tutti a casa soddisfatti sia per come si e' mangiato, sia per la compagnia, sia per aver fato qualcosa di buono, infatti le offerte raccolte quella sera saranno presto devolute alla Città della Speranza del professor Zanesco.

domenica 17 maggio 2009

via Anelli?

Domenica 17 Maggio 2009, «I padovani devono sapere che c’è un motivo semplice per cui non riescono ad accedere alle case popolari: 155 di questi alloggi sono occupati dalle persone sfollate da via Anelli. Gli accordi prevedevano che queste persone rimanessero in questi alloggi due anni se erano delle persone singole, o quattro se si trattava di famiglie. Adesso il tempo è scaduto ma queste persone, che per di più ci risulta nemmeno paghino l’affitto, sono ancora lì».
Antonio Foresta, consigliere comunale uscente del Pdl, interviene sulla questione di via Anelli e delle case popolari, mettendo in luce degli aspetti interessanti.
«La gestione di tutta l’operazione via Anelli è fallimentare – dice Foresta – e il lassismo dell’amministrazione comunale, certamente ispirato dalla linea di condotta firmata dall’assessore Ruffini, contribuisce ad alimentare una condizione di illegalità che va a ripercuotersi sui cittadini padovani.
«Le case affidate agli occupanti di via Anelli dovevano essere rimesse a disposizione dei tanti padovani che sono in graduatoria e aspettano le case popolari, nel giro di due anni o, al massimo, di quattro. Le 302 persone che vivevano in via Anelli erano state sistemate in questi 155 alloggi che sono stati di fatto sottratti alla disponibilità dei padovani, e continuano ad esserlo».
Mi chiedo poi - dice Foresta - perché il comune ancora non si sia adeguato alla legge Regionale 10, che dice chiaramente che per poter accedere alle graduatorie per gli alloggi popolari, bisogna essere o residenti oppure domiciliati ma in possesso di un contratto di lavoro della città per cui si chiede l’alloggio. In sostanza, se uno non ha la residenza o il lavoro a Padova, non può accedere alle case popolari. Invece qui questo non succede, le case vengono date ai domiciliati e naturalmente in questo modo a rimetterci sono i padovani».
«Poi c’è il caso della moschea che, anche se traslocherà, nel bilancio comunale non esiste né una voce in entrata né una in uscita che riguarda l’associazione Rahma, nonostante il fatto che il contratto sia stato rinnovato per un altro anno».
«Allora la domanda nasce spontanea: se l’associazione non è in grado nemmeno di sostenere nemmeno una spesa semplice come questa, come avrebbe potuto far fronte all’impegno economico di costruire una nuova moschea? Il sospetto che le spese sarebbero state a carico del comune, è più che legittimo.
«Infine, il tema della sicurezza: in che modo Zanonato può essere credibile quando non riesce nemmeno a liberare il ‘Liston’ dalla presenza dei venditori ambulanti? Anche qui: la Regione ha già messo in piedi un chiaro atto di indirizzo, chiedendo che venga predisposto un regolamento all’interno del quale sia previsto che non ci possono essere negozi della stessa tipologia uno vicino all’altro. Questo a Padova non succede, e si vedono negozi di kebab o negozi etnici uno a fianco dell’altro».

venerdì 15 maggio 2009

fuoco alle polveri

«L’unica lista competente»
Meridi ribadisce l’attendibilità sul tema della sicurezza

Giovedì 14 Maggio 2009,
(M.B.) «Noi siamo l’unica lista che può parlare di sicurezza con competenza». Maurizio Meridi davanti ai candidati di Padova Sicura, la civica che ha fondato assieme a Denis Menegazzo e che appoggerà alle prossime elezioni comunali il candidato sindaco Marco Marin, vuole mettere subito in chiaro le cose. E svela: «Tra l’altro il programma di Marin sulla sicurezza l’ha scritto proprio Menegazzo». Che seduto accanto a Meridi, abbozza un sorriso e annuisce. Ma non è finita qui, perché dopo avere mostrato alcune foto che ritraggono il sindaco uscente Zanonato manifestare assieme ad alcuni extracomunitari per chiedere la chiusura della Sis, la squadra interventi speciali della Polizia municipale voluta dall’allora assessore Maurizio Saia, Meridi affonda: «Noi non abbiamo né padrini, né padroni. I vertici nazionali del Pdl, quando hanno saputo che uno dei nostri candidati era il leader della Fiamma Tricolore Bruno Cesaro, volevano costringerci a toglierlo dalla nostra lista. Abbiamo risposto che diktat non ne accettiamo, e che piuttosto avremmo sciolto la civica e appoggiato Zanonato».
«Per noi infatti – termina l’ex presidente di Sos Padova – avere Bruno è un privilegio e un onore».
Fin qui Meridi, ma non è certo da meno Denis Menegazzo. Che attacca: «Flavio Zanonato predica ai suoi sostenitori e candidati il fair play? Beh, io invece vi dico che se in qualche confronto politico sarete attaccati o dovrete ribadire la vostra posizione e le vostre idee, non dovrete avere paura, nemmeno di alzare la voce. Fatemi sentire con forza, perché ricordate: tanti nemici, tanto onore».
E prima della foto di gruppo, davanti all’hotel Academia palace di via Pescarotto, i fondatori di Padova Sicura ricordano: «Solo noi possiamo vantare lo scudetto della sicurezza. Diffidate dalle imitazioni».
Quindi il lancio del prossimo appuntamento elettorale che sarà sabato 23 maggio davanti al punto "Menegazzo" di via Confalonieri, nel cuore del rione della Stanga divenuto famoso per le ronde di quartiere organizzate proprio dal Comitato Pescarotto che si è sciolto alla vigilia della campagna elettorale per confluire in Padova Sicura.

mercoledì 13 maggio 2009

gnorri

marchetta o citazione? Questo trafiletto del gazzettino sembra un'inserzione a pagamento (oltre che uno spreco).
molte cose sono state fatte (male) molte son da fare (quindi non e' stato fatto nulla di buono) eppure fiero (e forse giulivo) il pdq si ripresenta.
mah...

Mercoledì 13 Maggio 2009, QUARTIERI
Micalizzi
ricandidato
alla Stanga
«Molte sono le cose fatte, molte sono le cose ancora da fare nel Quartiere 3». E' con questo spirito che Andrea Micalizzi, presidente uscente del Consiglio di Quartiere 3, ha deciso di ricandidarsi in Consiglio di Quartiere con la lista del Partito Democratico. Una lettera per i cittadini, pubblicata sul sito www.andreamicalizzi.it che nei prossimi giorni sarà recapitata nelle case: questo il mezzo che Micalizzi ha scelto per comunicare ai cittadini la sua ricandidatura. Una scelta dettata dalla determinazione e dall'entusiasmo con il quale sono stati portati avanti i progetti nel Quartiere 3 in questi anni, una scelta dettata anche dalla consapevolezza che il quartiere può ancora migliorare molto.

domenica 10 maggio 2009

il tempo delle scelte

in vista delle elezioni una scelta in continuita' col passato o un cambiamento?
Intanto un'analisi del questore (dal Gazzettino)
Dilaga lo spaccio,
città invasa dalla droga
Il questore : «Ogni giorno sequestriamo sostanza stupefacente
ma non basta: dobbiamo arrivare a un progetto di prevenzione»

Domenica 10 Maggio 2009,
L’anniversario della festa della Polizia, arrivato alla sua 157. edizione e ospitato ieri nel salone del palazzo della Ragione , è stato l’occasione per sottolineare come a Padova si sia verificato un deciso calo di reati rispetto al 2007, ma in contrapposizione si abbia avuto un netto incremento di spaccio di sostanze stupefacenti. La festa, dopo i consueti saluti del questore Luigi Savina alle autorità presenti, si è fermata per un minuto a ricordo delle recenti vittime del terremo in Abruzzo. «Voglio ribadire - ha dichiarato Savina - che a Padova si è riusciti a ridurre significativamente il numero totale dei reati consumati rispetto al 2007. Certo però nel 2008 si sono sequestrati quantitativi di droga cinque volte superiori rispetto al 2007. Nei primi quattro mesi del 2009, rispetto all’identico periodo dell’anno precedente, il sequestro è decuplicato. Tutto questo non basta - ha sottolineato il questore -, non ci sentiamo per nulla appagati dai maggiori risultati conseguiti, richiamiamo l’attenzione di ogni istituzione e anche di ogni cittadino a partecipare, tutti insieme, a un progetto di prevenzione». Luigi Savina, sempre attento alla comunicazione, ha voluto ricordare come sfruttando la tecnologia la polizia riesca a essere più vicina ai cittadini. «Sotto il profilo della comunicazione - ha terminato il questore - si è ridisegnato il sito web della questura, che considero una concreta e immediata forma di comunicazione. Stiamo anche ultimando il "front-office" destinato ai cittadini stranieri per migliorarne il ricevimento e ridurre i tempi d’attesa».
Prima del questore è intervenuta il primo dirigente della divisione amministrativa Paola Marinelli, che ha espresso un concetto che bene si lega alla nostra città. «Sicurezza - ha detto Marinelli - non è solo lotta alla criminalità, ma anche lotta al degrado sociale».
La festa ha registrato anche una piccola vena polemica, con il boicottaggio degli agenti legati al Sap (sindacato autonomo di polizia) che per protesta non hanno partecipato considerando che da quattro mesi non gli vengono pagati gli straordinari.
Marco Aldighieri

venerdì 8 maggio 2009

chi fa davvero qualcosa per il Pescarotto

Dopo Marco Marin, in città aprirà un altro punto “M” in via Confalonieri, nel cuore del Pescarotto. È il punto di Denis Menegazzo, presidente del comitato che porta il nome del rione della Stanga, che assieme a Maurizio Meridi ha fondato la lista civica “Padova Sicura” che sosterrà il candidato-sindaco del Pdl. «È soprattutto un messaggio dato ai residenti per dimostrare che le cose, con noi, possono cambiare. Prima del nostro arrivo infatti lo spazio era occupato da un phone-center calamita per i tanti extracomunitari della zona».

le acque si muovono, finalmente!

Meridi: «Viviamo nella paura, colpa di Zanonato»

Venerdì 8 Maggio 2009,
(M.B.) Nata dalla fusione tra l’Associazione Sos Padova presieduta da Maurizio Meridi e il Comitato Pescarotto di Denis Menegazzo, ieri in piazzetta Gasparotto, la lista civica Padova Sicura ha ufficialmente aperto la sua campagna elettorale in vista del voto amministrativo del 6 e 7 giugno.
«Saremo presenti in tutte le Circoscrizioni e anche in Consiglio comunale convinti di ottenere un ottimo risultato - spiega Maurizio Meridi - Il cardine del nostro programma è la sicurezza. A presentarlo nei vari quartieri cittadini saranno i nostri candidati: persone di spicco e prestigio che hanno accettato di far parte della nostra lista civica per migliorare la situazione di una città in cui il degrado e l’insicurezza, grazie alla scellerata politica dell’amministrazione-Zanonato, si sono allargati a macchia d’olio».
Punto di riferimento per Padova Sicura sarà quindi il candidato sindaco del centro destra, Marco Marin.
«Sosteniamo la sua candidatura - riprende Maurizio Meridi - perché crediamo sia necessaria un’inversione di rotta nella gestione di Padova. All’amministrazione di centro destra che siamo convinti sostituirà il sindaco uscente chiediamo in primis l’impegno a riqualificare le periferie e le zone che oggi continuano ad essere in mano alla microcriminalità e al degrado. Vogliamo inoltre un diverso impegno degli uomini della Polizia municipale che devono ritornare sulla strada, a monitorare il territorio».
Quindi il focus sul quartiere-stazione e in particolare su via Cairoli e via Tommaseo.
«Uno dei primi provvedimenti che dovrà prendere il sindaco-Marin - termina Maurizio Meridi - sarà quello di firmare un’ordinanza che vieti la vendita di bevande alcoliche dei locali etnici aperti lungo le strade adiacenti la stazione ferroviaria, e di far chiudere questi esercizi alle 19.30 come del resto avviene al Borgomagno. E infatti non abbiamo mai capito perché l’attuale amministrazione non abbia mai voluto estendere questa misura anche al rione-stazione».

giovedì 7 maggio 2009

mercatini mercatino

e uno dovevan farlo da noi, e ora uno in un'altra zona dimenticata da zanonato e la sua cricca fino ad ora, fino ad elezioni prossime insomma.

da tgpadova.it

Nuovo mercato di piazza De Gasperi: sfida al degrado

06/05/2009 16:13 Alcune bancarelle con prodotti tipici per rivitalizzare il quartiere e per combattere il degrado della zona. Sfida dell'amministrazione in uno dei quartieri più problematici della città: piazza De Gasperi. L'apertura ufficiale questa mattina

Un mercato, un mini mercato per la verità ma con un valore grande. Quello di combattere il degrado. In una delle zone più problematiche della città, piazza De Gasperi, a due passi dalla stazione ferroviaria parte il progetto per vitalizzare la zona (di giorni vissuta per la stragrande maggioranza solo dai dipendenti dei molti uffici esistenti, di notte dagli extracomunitari che stazionano in zona). Un mercato che anima la piazza, le vie, che offre l’opportunità agli stessi padovani residenti nella zona di fare la spesa sotto casa acquista un significato ben maggiore. La sperimentazione continuerà ancora per tre mesi ma l’intento è quello di riuscire ad ampliarlo trasformando piazza De Gasperi in un centro capace di attrarre padovani.

fissi o mobili?

ci spiega Carrai perche' son meglio i punti mobili, il problema e' che i suoi punti sono mobili ma cosi' mobili che non si riescono neanche a vedere perche' se ne scorgi uno ti giri a guardarlo e... s'e' mosso.

dal Gazzettino di Padova del 7 maggio
CARRAI
Sicurezza:
molto meglio
i punti mobili
«Tra le proposte per la sicurezza di Marin spiccano i punti fissi della Polizia Municipale nei quartieri: a questo proposito - dice l’assessore alla Polizia municipale Carrai - vorrei ricordare a Marin e Ascierto che quella di dotare i quartieri di postazioni mobili anziché uffici fissi è stata una precisa scelta intrapresa cinque anni fa. Una scelta razionale, basata sul fatto che un ufficio fisso assorbe mediamente 8 persone al giorno: per i sei quartieri di Padova significano 50 organici sottratti al territorio cittadino. Le postazioni mobili offrono il vantaggio di essere lì dove ce n'è bisogno, rispondendo in modo flessibile alle esigenze di un quartiere che cambia, ma anche di assolvere alle funzioni di ufficio garantendo la reperibilità in orari fissi. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione con i Presidenti di Quartiere: è proprio presso i Consigli di Quartiere infatti che è possibile trovare informazioni sulle postazioni mobili. L'unica postazione fissa che abbiamo installato più che una postazione è un box e si trova nel piazzale della stazione: una risposta visibile, posizionata in modo logico dove l'esigenza di una postazione fissa è più sentita».

martedì 5 maggio 2009

Precisazione

PADOVA CITTA’ SICURA
Il Pescarotto non c’entra
In relazione all’articolo sui comitati facenti parte della lista Padova Città Sicura, si precisa che il comitato cittadino Pescarotto non rientra tra questi. Il presidente, Denis Menegazzo, sottolinea il netto distacco, in particolare rispetto al sostegno al sindaco uscente Flavio Zanonato: «Noi non facciamo parte in alcun modo di questa lista, e ci è anche difficile capire come mai i comitati sorti in antitesi con l’attuale giunta abbiano deciso di appoggiarla. Sono comitati che non hanno avuto appeal sul centrodestra che ha, invece, sempre accolto favorevolmente altri comitati, composti da cittadini che si sono battuti veramente per la sicurezza, come il Comres. La stranezza è stata colta dallo stesso Flavio Zanonato, che si è dichiarato sorpreso di questa decisione, e la verità è che loro si sono schierati in questo modo perché non sono riusciti a trovare una loro connotazione».

lunedì 4 maggio 2009

Lettera del Comitato al Corriere

Facciamo seguito all'articolo apparso a pagina 13 del Corriere della Sera di oggi dal titolo "I rondisti di Padova con il Sindaco PD", firmato Francesca Basso, con preghiera di pubblicazione al fine di ristabilire la verità.






Il Sig. Manfrin, del comitato Stanga, sostiene, nella dichiarazione al giornale, che i comitati sorti per la sicurezza della città sosterranno alle prossime amministrative il sindaco diessino uscente, in quanto è sempre in mezzo alla gente e spesso presente in periferia, mentre il candidato del PDL Dr. Marco Marin frequenterebbe solo i salotti della Padova bene.

Noi del Comitato Pescarotto non sappiamo quali ambienti frequenti il Dr. Marin, di certo possiamo dire che non abbiamo mai visto nel nostro quartiere, che poi non è tanto di periferia, il Sindaco uscente Sig. Zanonato. Forse il Manfrin, dipendente comunale, fa un po' di confusione, vede sicuramente spesso il Sindaco Zanonato, ma probabilmente per altri motivi, diciamo così di servizio.

E' poi notorio che il Manfrin è anche politicamente qualificato come persona di sinistra (non per nulla alle ultime elezioni amministrative è stato candidato come capo lista in un partito di sinistra), quindi ovviamente si trova ad appoggiare un sindaco di sinistra.



Occorre inoltre puntualizzare che noi del Comitato Pescarotto siamo gli unici ad aver fatto, ed ancora oggi facciamo, l'attività che viene chiamata "di ronda", al solo scopo di riaffermare la nostra presenza nel territorio, specie la notte, quando i comuni cittadini indossano pantofole e pigiami per il giusto riposo dopo una giornata di lavoro.



Noi del Comitato Pescarotto abbiamo buoni motivi per non sostenere alle prossime elezioni amministrative il sindaco uscente, in quanto non siamo soddisfatti della politica per la sicurezza di questa amministrazione comunale.



Se la situazione attuale del nostro quartiere non è comunque quella di 3/4 anni fa, questo è dovuto all'azione del nostro Comitato ed all'impegno delle Forze dell'Ordine,
della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, a cui va il
nostro grato ringraziamento. Peccato che lo stesso ringraziamento non lo possiamo rivolgere all'amministrazione comunale per i Vigili Urbani.



Se poi vogliamo volgere lo sguardo al quartiere contermine Stanga (per non parlare di altre zone) i residenti ed i Padovani sanno quanto degradata ed insicura resta tuttora tale zona.



Denis Menegazzo

COMITATO PESCAROTTO

lettera del Comitato al Gazzettino

Egregio Direttore
cortesemente chiediamo venga pubblicata la sotto citata replica, con pari dignità, a quanto erroneamente apparso sul Vs. quotidiano di domenica 3 maggio, al fine di ristabilire la verità.


A pagina III dell'edizione di Padova de Il Gazzettino di domenica scorsa, appare un articolo dal titolo: "Paolo Manfrin con Zanonato".

Per noi del Comitato Pescarotto questa non è una novità in quanto non ne avevamo alcun dubbio, non tanto perché lo stesso è dipendente Comunale, e quindi dell'apparato Amministrativo del Sindaco, ma perché appartiene allo stesso schieramento politico.

Vale ricordare che alle ultime elezioni amministrative il Manfrin era capolista per lo SDI a Vigodarzere, mentre lo stesso SDI sosteneva Zanonato a Padova.

Noi del Comitato Pescarotto siamo contro gli schieramenti ideologici e preconcetti, per questo non siamo con Manfrin e non possiamo unirci agli elogi ossequiosi nei confronti di Zanonato, anche perché sappiamo distinguere la differenza che intercorre tra l'essere e l'apparire, tra il dire e il fare.

Comunque quello che ci interessa principalmente è ribadire che il Comitato Pescarotto non è con Manfrin, come riportato nell'articolo citato, oltre che per quanto detto, perchè non siamo soddisfatti della situazione ancora persistente nel quartiere Pescarotto.

Se comunque la situazione di oggi non è quella di 3/4 anni fa, questa è dovuto all'azione del nostro Comitato ed all'impegno delle Forze dell'Ordine, della Polizia e dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, a cui va il nostro grato ringraziamento.

Peccato che lo stesso ringraziamento non possiamo rivolgerlo all'amministrazione Comunale per i Vigili Urbani.

Infine, non vogliamo esprimere alcun giudizio sulla situazione del quartiere contermine "Stanga", però vorremmo chiedere ai residenti ed ai padovani che per ventura si trovassero semplicemente a transitare, di giorno o di notte, per questa zona, se condividono la rappresentazione idilliaca fatta dal Manfrin.



Menegazzo Denis

COMITATO PESCAROTTO.