martedì 23 marzo 2010

provevdimenti inutili

l'ennesimo flop del sindaco.
mi vien sempre piu' difficile credere che ci sia tanta gente che l'ha voluto per un ventennio (non a caso scelgo la parola ventennio visti i modi dispotici ed intolleranti alle criotiche del sindaco)

da notare che nelle piazze, il centro di spaccio probabilmente piu' florido della citta', con i vigili a un passo, sono state elevate solo 2 contravvenzioni, ma cosa facevano i vigili in questo anno?

da gazzettino.it

Multe anti-droga,
30 mila euro in fumo
Martedì 23 Marzo 2010,
In 14 mesi la polizia municipale ha elevato 60 multe anti droga, ma nessuno si è sognato di pagarle. Da quando il sindaco Flavio Zanonato ha firmato l’ordinanza (fine gennaio del 2009) che ha istituito un’ammenda da 500 euro per chi viene pizzicato ad acquistare sostanze stupefacenti, i vigili hanno dato in media quattro contravvenzioni al mese. Di più. La stragrande maggioranza dei tossicodipendenti multati sono stati pizzicati tra piazza Salvemini e piazzetta Gasparotto, mentre in centro storico e soprattutto nelle piazze deve lo spaccio di hashish e di cocaina registra una preoccupante escalation le multe arrivano con il contagocce.
L’anno scorso per esempio su 52 ammende anti droga, solo due sono state elevate in piazza delle Erbe. Non può far riflettere poi la circostanza che nemmeno uno del multati abbia ritenuto opportuno recarsi in posta e pagare il bollettino da 500 euro. «Su questo c’è però da dire una cosa - dice Marco Carrai -, l’ordinanza prevede che chi s’impegna a rivolgersi al Sert per intraprendere un percorso di disintossicazione, può ottenere l’annullamento della pena pecuniaria».
È evidente però che molti, soprattutto tra i giovanissimi beccati con qualche grammo di hashish, molto difficilmente si rivolgeranno ad una struttura sanitaria. «Se ciò non dovesse accadere, le multe vanno direttamente a ruolo e quindi, prima o poi, dovranno essere corrisposte» dice ancora l’assessore alla Polizia municipale che poi aggiunge: «Mi pare evidente che un provvedimento di questo genere non sia stato pensato per far cassa. Né io né il sindaco quando abbiamo deciso di adottare l’ordinanza c’illudevamo di risolvere i nostri problemi di bilancio».
«La ratio di questo dispositivo è di tutt’altra natura - conclude l’esponente del Partito democratico -. Ci siamo resi conto che i Comuni praticamente non hanno alcun strumento per far fronte ad un fenomeno drammatico come quello della tossicodipendenza e per questo abbiamo cercato di dare il nostro contributo facendo ricorso ai pochi appigli che ci vengono forniti dalla legge».

NESSUNO PAGA
In 14 mesi fatte
60 contravvenzioni
da cinquecento euro
ZONE A RISCHIO
Nelle piazze
elevate soltanto
due ammende

zano il permaloso

al solito il sindaco si dimostra incapace di affrontare qualsiasi tipo di critica, anzi in questo caso si tratta di un'osservazione.
Come spesso capita il sindaco richiama fantomatici complotti mediatici contro la sua povera persona, ma ormai lo consociamo e non ci stupisce neppure un po'.

da gazzettino.it


LA DENUNCIA DEL TG1
Zanonato: «Esagerazione»
Bitonci: «Padova è un caso»
Per il primo cittadino il fenomeno è sotto controllo
Ma per il collega leghista la realtà è ben diversa
Martedì 23 Marzo 2010,
«Padova presenta i fenomeni di un capoluogo di grandi dimensioni, con almeno mezzo milione di abitanti, pur avendo i numeri di un centro medio. Qui, pertanto, accade ciò che si verifica in realtà analoghe, nulla di più, o di peggio. Detto questo, il problema dello spaccio non è mai stato sottovalutato da noi, anzi». Flavio Zanonato, commenta così il servizio mandato in onda dal Tg1 sabato sera, che presenta la nostra come una città in balia di spacciatori e tossicodipendenti. Ma al primo cittadino patavino ha replicato subito Massimo Bitonci, suo omologo cittadellese, secondo il quale invece il documento diffuso dalla Rai rappresenta la realtà.
Il commento di Zanonato prosegue con un’analisi sulla tipologia della città e sulle iniziative messe in atto. «L’impegno dell’amministrazione si è concretizzato non solo con la repressione - prosegue -, peraltro affidata alle forze dell’ordine, ma anche sul versante educativo, visto che abbiamo avviato numerose iniziative per educare i giovani a non diventare vittime delle dipendenze. Inoltre io stesso nei mesi scorsi ho firmato un’ordinanza ad hoc che prevede una maxi multa per chi acquista quantitativi di droga superiori alla dose minima, mentre i pusher venivano già perseguiti in base alle legge».
Ma allora perchè secondo lei Padova è balzata ancora una volta alla ribalta della cronaca in senso negativo? «Quello che si è visto sabato è un’esagerazione. Ciò che accade qui è sempre enfatizzato, vedi il caso-via Anelli che ha alimentato a lungo l’immagine di una città invivibile. Adesso il bronx non c’è più, abbiamo sigillato le palazzine, ma forse quella situazione resta come una sorta di ferita chiusa. E si sa che le cicatrici sono i posti di maggiore sensibilità. Sarebbe importante, comunque, dare informazioni pure su quanto di positivo si fa a Padova, dove ogni giorno si rende difficile la vita a chi spaccia». Bitonci, invece, è su posizioni opposte. «Le drammatiche immagini andate in onda sabato sera - osserva in una nota - riflettono purtroppo la realtà e svelano la vera emergenza della città, più volte segnalata dal sottoscritto e dagli altri esponenti della Lega Nord. Zanonato, che ha sempre minimizzato un fenomeno così evidente, ora più che mai si dimostra non solo incapace di accettare la realtà, ma anche di tentare di risolvere i problemi di sicurezza. In qualità di neo presidente della Consulta Nazionale sulla Sicurezza di ANCI, della quale fa parte anche lui, approfondirò con i colleghi il “caso Padova”. Trovo fuori luogo, però, la presa di posizione dell’amministrazione patavina che ancora una volta ha tentato di spostare l’attenzione su fantomatici complotti mediatici, anzichè prendere atto della drammatica situazione in cui versa la città».

giovedì 18 marzo 2010

sinistri metodi

e gia', il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Gia' quando ci ho avuto a che fare io, il pdq3 non perdeva occasione per mettere i bastoni tra le ruote ai suoi oppositori, forte della sua posizione e della sua faccia tosta.
il giochetto pare continui immoto.
mah...

da gazzettino.it

Mercoledì 17 Marzo 2010, (I.S.) «I consigli di Quartiere e le riunioni delle singole commissioni vengono convocati troppo raramente. Il presidente di circoscrizione Andrea Micalizzi si attiene troppo strettamente a quanto dice il regolamento, che impone di fare assemblee "almeno" ogni due mesi».
I consiglieri del Pdl del Quartiere 3, Michele Russi (capogruppo) e Marco Schiesaro, contestano i tempi troppo dilatati di convocazione dei pubblici incontri nella terza circoscrizione Est.
«Riteniamo che la maggioranza fissi le riunioni il più tardi possibile apposta per impedirci di prendere posizione sulle tematiche urgenti - affermano Schiesaro e Russi -. In questo modo non si riesce a dare risposte tempestive ai cittadini. Commissioni e Consiglio vengono convocati ogni due mesi. Noi invece riteniamo che la cadenza auspicabile sarebbe di una volta al mese. Altra questione su cui facciamo presenti le lamentele dei cittadini - concludono - è quella relativa al fatto che il presidente Micalizzi continua a fare svolgere le riunioni esclusivamente nella sede di Ponte di Brenta, mentre molti residenti, fra cui tanti anziani, sentirebbero l'esigenza che le assemblee si svolgessero a rotazione nei vari rioni, coinvolgendo tutto il territorio».

sabato 13 marzo 2010

senza parole

rimango senza parole.
Solo un pajo mi va di usarne, ma il comitato stanga parla ancora? dopo aver appoggiato all'ultimo momento zanonato alle elezioni scorse e dopo il nulla cui la vittoria di zano ha portato noin si sentono almeno un po' colpevoli?
da gazzettino.it

(M.B.) La sera, lungo il marciapiede che dalla rotatoria della chiesa del Pio X conduce sino a via Luciano Manara, si arriva a contarne anche dieci. Sono i pusher nigeriani che prendono il posto di quelli maghrebini, al “lavoro” invece durante le ore pomeridiane.
Spacciatori che poi arrivano anche a prendersi a cinghiate, come accaduto qualche sera fa, per il controllo del territorio oppure ad incontrare i loro clienti nel parcheggio davanti alla scuola d’infanzia San PioX.
«Lo spaccio è allucinante – conferma Gisella Scanferla, presidente del comitato Manara – la notte le auto di quanti vengono a rifornirsi di droga si fermano e ripartono in continuazione. Siamo tornati a convivere con la paura».
Infatti, dopo un periodo di calma apparente, sulle strade del rione, pusher e ristoranti abusivi, aperti all’interno di alcuni appartamenti di via Manara, hanno ripreso la loro attività.
«E noi siamo costretti a rimanere chiusi in casa – riprende Gisella Scanferla – o a doverci sempre guardare le spalle quando usciamo oppure quando ritorniamo nelle nostre abitazioni dopo una certa ora, alla sera».
A lanciare l’allarme di una nuova emergenza-droga in via Manara e lungo le strade del quartiere è anche il presidente del Comitato Stanga, Paolo Manfrin: «Vorremmo capire dov’è la base operativa dei pusher. Per un certo periodo di tempo la loro presenza era diminuita; nelle ultime settimane invece il fenomeno legato allo spaccio è ripreso in maniera importante».
«Il nostro timore poi – termina Manfrin – è che all’arrivo del caldo il quartiere torni a precipitare nelle condizioni, disastrose, di qualche anno fa».

venerdì 5 marzo 2010

facilitatori culturali

un segnalazione al giorno, e' questo il risultato dell'immane "lavoro" dei facilitatori?
No, secondo me il vero risultato e' una risposta ogni 10 segnalazioni, questo si' e' segno di efficienza.

da gazzettino.it

In due anni quasi 800 le segnalazioni arrivate ai Facilitatori culturali. Nati come "vigili immigrati" i facilitatori nel tempo hanno assunto una propria identità e attualmente sono gli operatori di cultura romena, moldava, araba, albanese dell’Africa francofona anglofona, cinese e filippina che si interfacciano con tutti i quartieri cittadini. Dal 2007 hanno affiancato la polizia municipale negli interventi operativi, facilitato la comunicazione interculturale tra cittadini e fatto da tramite tra l’amministrazione comunale e i cittadini italiani e stranieri.
Su 760 segnalazioni raccolte dai facilitatori però, solo 85 hanno avuto una risposta.

piccola pubblicita'

da gazzettino.it

(F.Cass.) In fondo, Rocco Bordin, l'aveva previsto. «Così – aveva avvertito due mesi fa nel presentare la sua associazione Padova della Libertà – non si va da nessuna parte». E stasera ore 20,45, Fornace Carotta, forte già di 2mila adesioni, lo ripeterà in apertura della campagna elettorale, dove, con Elisabetta Gardini e Vittorio Casarin, formalizzerà il sostegno a Clodovaldo Ruffato.
Bordin, che sta succedendo?
«Che la nostra diagnosi era purtroppo giusta: gli esponenti del Pdl continuano a perdere troppo tempo a litigare con la Lega o in liti interne. Padova della Libertà è nata per superare questa situazione: che si punti sui contenuti, che si torni in mezzo alla gente, che la selezione della classe dirigenti si basi sul consenso, sulle capacità, con un percorso di democrazia e di partecipazione.
Ed invece?
«Invece abbiamo solo dei commissari calati dall'alto, non un partito. Al contrario, la Lega premia i propri amministratori che hanno consenso».
Sembra rassegnato...
«Tutt'altro. Sono per una sana competizione, nell'ambito di una leale alleanza. Zaia è un ottimo candidato, usufruiamone anche noi.
Come?
«Padova della Libertà è il nostro luogo di dibattito di un partito che non c'è. Il nostro impegno elettorale sarà proiettato su questo impegno, a costruire le condizioni affinchè la sicurezza sia legata all'integrazione sociale, che non c'è perchè la sinistra perde tempo sulle commissioni extracomunitari invece di lavorare; parla di operatori culturali e non fa rispettare l'ordine pubblico».
Basterà?
«No. Serve una riqualificazione urbana che aiuti a smantellare zone di degrado in città, in particolare nelle prime periferie come l'Arcella e la Guizza. E naturalmente bisogna mettere nelle condizioni Padova a valorizzare le proprie eccellenze – cultura, università, terziario, logistica – che è la strada principale per uscire dalla crisi».

il mercatino al pioX

ed ecco l'ennesimo successo del nostro vulcanico e versatile presidente di quartiere

da gazzettino.it

(M.B.) I clienti ci sarebbero anche stati, perché per i residenti del quartiere Pio X, alla Stanga, il mercatino rionale - che dovrebbe svolgersi ogni mercoledì - ospitato davanti alla chiesa parrocchiale lo stavano attendendo da diverso tempo. Un evento, per loro, più che per l’aspetto commerciale importante dal punto di vista della riqualificazione dell’area. Insomma le quattro bancarelle previste dovevano essere un primo piccolo segnale verso il cambiamento. Invece non è stato così. Perché dei quattro commercianti previsti alla fine ne è rimasto solo uno: il fruttivendolo. Per gli altri infatti la piazzola predisposta a “contenere” i loro furgoni non era abbastanza lunga. Sull’asfalto era stato riservato uno spazio di 6metri per 4, ma il camioncino dei prodotti ittici, quello della gastronomia e del florvivaista non ci potevano stare avendo bisogno di una lunghezza superiore. Come infatti è previsto per gli spiazzi in quasi tutti gli altri mercatini di quartiere. Dove le aree di sosta per la vendita misurano 8metri per quattro. E allora la delusione dei residenti non si è fatta attendere. «Perché c’è solo lei – chiedevano al fruttivendolo – gli altri non vengono mica?».

il solito teatrino

leggo e concordando con Bitonci, inoltro.
Soprattutto concordo quando Bitonci parla degli zano boys pronti a vietare agli altri di parlare se criticati.

da gazzettino.it

Venerdì 5 Marzo 2010,
SICUREZZA/RUZZANTE
«BITONCI NON PARLI
DI PADOVA»
Non si era mai visto un sindaco che attacca l’Amministrazione di un’altra città. Bitonci, evidentemente, non conosce le regole minime della buona educazione istituzionale e continua a parlare di Padova, non conoscendola affatto.
Per quanto riguarda il comportamento di frange estremiste, la mia posizione coincide perfettamente con quella del Sindaco Zanonato: condanna assoluta di ogni forma di violenza e rispetto rigoroso della legalità e dei principi che regolano il confronto democratico. La storia della sinistra democratica padovana è inequivocabile e noi stessi abbiamo subito aggressioni e minacce a causa della nostra fermezza nella condanna di questo tipo di comportamenti.
Per quanto riguarda la questione della sicurezza e dell’immigrazione, i leghisti padovani, che hanno perso sonoramente le ultime elezioni amministrative, non hanno sufficienti argomenti per fare opposizione alla Giunta Zanonato, sono stati smentiti perfino dal loro Ministro, l’On. Roberto Maroni (che si è complimentato con il sindaco di Padova per come sta affrontando i temi dell’integrazione), e sono costretti a chiamare rinforzi da Cittadella.
Bitonci però farebbe bene ad occuparsi dell’Alta padovana, dove - come denuncia la Confesercenti - furti e rapine sono cresciute del 17 per cento nell’ultimo anno, invece che perdere tempo prezioso a Padova.
Il doppio incarico di Sindaco e Parlamentare (ormai un vizio costante della Destra, come dimostrano i casi di Zaia, Ministro e candidato Presidente, e di Brunetta che addirittura vuole fare il Sindaco di Venezia e il Ministro) probabilmente lo sta allontanando sempre di più dal territorio che dovrebbe rappresentare.
Perfino Giancarlo Galan lo ha definito un "fanatico di cui avere paura", a dimostrazione dello sfaldamento della coalizione di Destra, tenuta ormai insieme solo dalla sete di potere, senza nessun progetto credibile per governare il Veneto.
La Lega, anche in questo caso, ha dimostrato di non avere nulla a che fare con la tradizione di apertura, di tolleranza, di rispetto della legalità, di solidarietà che ha sempre caratterizzato la nostra città.
Continuano a fare chiacchiere, senza mai risolvere alcun problema. Governano il Paese dal 2001 (escludendo i 2 anni del Governo Prodi) e la Regione da ben 13 anni e hanno saputo solo tagliare i trasferimenti ai Comuni, sempre più in difficoltà, ridurre drasticamente i fondi alle Forze dell’Ordine e approvare leggi che impediscono ai magistrati di fare il loro mestiere, spianando la strada al dilagare della corruzione.
Piero Ruzzante

Partito Democratico

SICUREZZA/BITONCI
«RUZZANTE, IO SONO
UN PADOVANO»
Caro Ruzzante, noto che, guarda caso, ogni qualvolta viene mossa una critica all’Amministrazione comunale patavina, la tua risposta e quella dei tuoi degni compari contempla o il divieto assoluto di parlare della città Padova e di quanto in essa accade o, addirittura, l’invio immediato al fronte delle truppe di violenti supporters, che non esitano ad attaccare i nostri gazebo, le nostre riunioni, e tutte le libere e democratiche manifestazioni del nostro pensiero. Ciò premesso, caro Ruzzante, ti informo che sono nato proprio a Padova, dove ho vissuto in via Facciolati fino all’età di tre anni. Con la famiglia mi sono trasferito a Cittadella per esigenze di lavoro di mio padre. A Padova vivono tutti i miei parenti; nella casa dei miei nonni, all’Arcella, ho vissuto durante gli anni in cui ho frequentato l’Università di Venezia; ho lavorato a Padova alla Price Waterhouse & Coopers, nota società di revisione di bilancio e controllo legale (non sono un funzionario di partito, io!) Sono cittadellese, padovano e veneto doc, e conosco molto bene Padova ed i suoi problemi. La realtà è che i padovani, a Padova, sono sempre di meno: questo è il grande dramma della Città del Santo, ed il futuro si prospetta ancora peggiore. Caro Ruzzante, con la vostra politica buonista e pro integrazione di tutti e di tutto, avete consegnato le chiavi della città ai pusher, agli islamici con i loro centri di culto, a gestori di phone center e venditori di kebab che - ahimè - molto spesso compiono attività illecite dietro tali coperture, a malavitosi e delinquenti di ogni fatta, che hanno trasformato Padova in una terra di nessuno. I padovani attendono con trepidazione un giro di vite su tutto ciò: nel corso del convegno sulla sicurezza organizzato lunedì scorso in Fornace Carotta, noi Sindaci ed Amministratori della Lega Nord abbiamo dato consigli utili, basati su esperienze personali e supportate da dati concreti, ed i padovani presenti ci hanno manifestato tutta la loro angoscia per la situazione della loro città ed hanno espresso la volontà di un cambiamento radicale nella gestione dei gravi problemi di Padova.
Caro Ruzzante, in tema di sicurezza Cittadella può insegnare molto a Padova: ciò che viene fatto quotidianamente nella città murata (controllo delle residenze, del sovraffollamento degli alloggi, dei requisiti igienico sanitari, lotta all’accattonaggio, al nomadismo, ecc. ecc.), potrebbe essere fatto con successo anche a Padova, se davvero ci fosse la volontà politica di usufruire dei nuovi poteri attribuiti ai sindaci dal decreto sicurezza. Ciò che difetta a Padova rispetto a Cittadella, caro Ruzzante, è il buonsenso nell’amministrare la cosa pubblica, con il massimo riguardo, attenzione e rispetto per la sicurezza dei padovani, che ormai sono arcistufi di vivere costantemente sotto "coprifuoco", come in tempo di guerra.
Massimo Bitonci

Lega Nord Padania