domenica 30 agosto 2009

okkupazione

ajuti agli amici o solo incoscienza?
da gazzettino.it

Case facili agli abusivi: «Pensionati, fatevi sotto»

Domenica 30 Agosto 2009,
«Pensionati, casalinghe, disoccupati che non potete contare sulla certezza di un alloggio: occupatelo. Il Comune provvederà alla vostra sistemazione». La provocazione porta il nome del vicepresidente del Consiglio comunale in quota Pdl Giampietro Avruscio che, partendo dall'"accasamento" di Pierlorenzo Parrinello, fa due più due giungendo ad una lucida conclusione: a questo ex consigliere di quartiere dei Verdi con una robusta esperienza come occupatore di alloggi pubblici, l'amministrazione di Palazzo Moroni ha assegnato un appartamento con garage in via Querini per 250 euro mensili senza spese condominiali. Contratto di concessione valevole per due anni.
Il neoassessore alle Politiche abitative Antonino Pipitone non avrebbe fatto altro che approvare la fine di un iter seguito in prima persona dal Prefetto di Padova, sottoscritto inoltre anche dalla Provincia e dall'Ater nell'ambito del progetto "Casa Buona" ma Avruscio non ci sta: «Fermo restando che avere un tetto sopra la testa è un diritto per chiunque, da qualsiasi parte politica provenga, la vicenda Parrinello lascia passare un messaggio inequivocabile: vuoi una casa? Occupala, sei legittimato a farlo. Pertanto dico a tutti coloro che sono alla ricerca di un'abitazione ed economicamente non riescono ad arrivare alla fine del mese: fatevi furbi...».
Avruscio punta poi gli occhi sugli ex residenti di via Anelli. «Single e famiglie, pur non avendone più diritto stante la notevole mole di tempo trascorsa dai primi traslochi dall'ex Bronx di Padova, continuano ad occupare gli appartamenti loro assegnati, di proprietà del Comune o dell'Ater: allora eravamo di fronte ad una legittima urgenza abitativa che adesso però è venuta a cadere, non trovando più ragion d'essere. Penso ai padovani in graduatoria per un alloggio pubblico la cui pazienza potrebbe venire meno tanta è l'attesa mentre quelle case sono abitate impropriamente: questo testimonia la scarsa trasparenza della Giunta. E badate, la faccenda riguarda un numero considerevole di nuclei familiari. Desidererei che sulla questione venisse fatta al più presto chiarezza».
F.C.

sabato 29 agosto 2009

seeee, sembra la volpe e l'uva

magari si candidasse in regione, ce lo toglieremmo dai piedi finalmente.
invece non e' interessato, preferisce fare il sindaco, anche l'uva era acerba dopo che la volpe non riusci a mangiarla.
da gazzettino.it


«Governatore? No grazie
Meglio fare il sindaco»
Zanonato smentisce l’ipotesi di una sua candidatura
Confermata la nomina di Giordani al nuovo Interporto

Sabato 29 Agosto 2009,
Rilassato e abbronzato, dopo le vacanze in montagna e avere già partecipato ad un paio di appuntamenti istituzionali come il meeting di Rimini di Comunione e liberazione e la Festa nazionale dei democratici a Genova, ieri il sindaco Flavio Zanonato è tornato in città. Per partecipare alla riunione con il presidente della Provincia e con quello della Camera di commercio nella quale è stato deciso che sarà Sergio Giordani a presiedere la nuova società nata dalla fusione tra Interporto e Magazzini Generali, parlare degli sportelli aperti dal Comune riguardo la regolarizzazione delle colf e delle badanti, e anche per ritornare su alcuni temi ripresi in questi giorni: dal muro di via Anelli, alla moschea, fino alle voci che lo vorrebbero uomo-simbolo del Pd in corsa per la presidenza della Regione.
Ed è proprio sull’aspetto politico, in risposta al recente sondaggio che lo vede come l’esponente del Partito democratico più conosciuto nella Regione, che il sindaco punta la sua attenzione.
«A candidarmi per la Regione non ci penso proprio – esordisce immediatamente Zanonato stoppando ogni possibile illazione -. Lo escludo assolutamente. E poi un’esperienza regionale l’ho già fatta. Pensate che non so nemmeno se in caso di candidatura ci si dovrebbe dimettere prima dalla carica politica che si ricopre. Ecco, questo può darvi un’idea e farvi capire quanto non prenda minimamente in considerazione la cosa. A me piace fare il sindaco. E lo farò per altri cinque anni».
Quindi sul vertice con Barbara Degani e Roberto Furlan commenta: «Abbiamo deciso di scegliere Sergio Giordani alla guida della nuova società interportuale in un clima di grande collaborazione istituzionale”. Infine il muro di via Anelli e il futuro dei fedeli musulmani oggi ancora ospitati nel Serenissima.
«Riguardo al muro – osserva il sindaco - Non ho detto che non lo abbattiamo perché non abbiamo i soldi. Ho spiegato invece che spendere dei soldi per toglierlo non vale la pena. Lo faremo quando sarà il momento. E per adesso novità sulla riqualificazione dell’area non ce ne sono. Poi ho anche precisato che il muro non è stata certo la cosa più importante che si è fatta in via Anelli. L’operazione fondamentale è stata compiere il trasloco delle famiglie di immigrati che vivevano nel Serenissima».
Dal muro alla moschea il passo è breve: «All’associazione Rahma avevamo proposto una soluzione, lo sapete, che ha sollevato molte polemiche e che tra l’altro è stata ritenuta troppo onerosa dagli stessi fedeli islamici – conclude Zanonato –. Quindi abbandonata l’ipotesi di via Longhin hanno preferito spostarsi sull’acquisto di un immobile di loro proprietà in via Ippodromo. È un capannone in cui non disturbano nessuno e di cui vogliono diventare proprietari. Sullo stato dell’operazione non so molto. Mi informerò e magari incontrerò i rappresentanti dell’associazione Rahma nei prossimi giorni».
Matteo Bernardini

domenica 23 agosto 2009

razzolare male

ci spiega Zan, meraviglia, che le domeniche ecologiche non servono, bella scoperta.
serve un intervento da Venezia(!!!), servono mezzi pubblici e incentivi per cambiare auto (!!!).
che si decida, o mezzi pubblici o auto, inoltre perche' continuare a cxostruire parcheggi in centro se si vuole veramente incentivare l'uso del mezzo pubblico? i parcheggi in centro andrebbero tolti, estesa l'area pedonale, altro che portare piu' auto in centro e professare al contempo, contraddicendosi all'interno della stessa proposizione, interesse al trasporto pubblico.
Se voglio che la gente prenda il "prezioso" tram o i vetusti autobus devo imepdirgli di andare in centro con al macchina.
mah... son sempre piu' perplesso su questo ennesimo "goeverno" zanonato.

da gazzettino.it

Sabato 22 Agosto 2009, (M.B.) «Le domeniche ecologiche non servono ad abbassare il livello dell’inquinamento atmosferico». Un concetto che l’assessore comunale all’Ambiente, Alessandro Zan, aveva già espresso la scorsa settimana e che oggi torna a ribadire alla luce anche della presa di posizione di Legambiente che invece insiste nel sottolineare l’importanza del blocco del traffico in alcuni giorni dell’anno.
«Più che di misure spot come lo stop delle auto deciso una volta ogni tanto abbiamo invece bisogno di lavorare ad un progetto sinergico con Provincia e Regione contro l’inquinamento atmosferico – dichiara Alessandro Zan – E’ necessario per esempio che da Venezia arrivino più fondi ai comuni per incrementare il trasporto pubblico e per garantire quindi alle fasce più deboli che non possono permettersi di cambiare la vecchia auto di poter contare sulla maggiore presenza dei bus o del tram magari ad un prezzo ridotto».
Ed è proprio sull’ipotesi di una riduzione del prezzo del biglietto dell’autobus o del tram, da stabilire in determinati giorni, che l’assessore all’Ambiente sta lavorando: «Ne ho parlato con Aps e ne discuterò anche con l’assessore alla Mobilità Ivo Rossi perché il problema dell’inquinamento dell’aria non riguarda solo il settore Ambiente». «Infatti stiamo anche organizzando alcuni incontri nei quartieri – termina Zan – per sensibilizzare la cittadinanza su un tema che è sempre più importante e delicato».

venerdì 21 agosto 2009

alto tasso di criminalita'

beh... basta dirlo al presidente di quartiere che provvederà' a fare l'ennesima zona a traffico limitato notturna...
insisto, li avete rieletti, ce li teniamo.
e ci teniamo le soluzioni emergenziali palliative e inefficaci di sempre, i soliti discorsi, da anni.
intanto nulla cambia.

Blitz nel dormitorio della disperazione
È la "casa" di clandestini e di spacciatori che d’estate, nelle zone arginali, vendono con più tranquillità
Venerdì 21 Agosto 2009,
Viaggio attraverso i luoghi a più alto tasso di microcriminalità. Dove il vivere quotidiano è rappresentato dallo spaccio, dal “farsi” in vena, il bivaccare in condizioni igienico sanitarie improponibili. In linea d’aria siamo a trecento metri dalla trafficata Stanga. Percorrendo tutta via Vigonovese da Camin in direzione Padova, si supera lo splendido parco di Roncajette, si attraversa il ponte di San Gregorio e poi si fa una curva ad U e si prende via Gino Rocca. Due palazzi fatiscenti sono il biglietto da visita ad un ritrovo di sbandati che hanno trasformato un sottopasso della ferrovia in luoghi dove trascorrere la notte e vivere.
Siamo in compagnia dei militari dell’Esercito e dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Padova guidati dal tenente Luca Bordin. Quello che si può vedere è una sorta di discarica a cielo aperto. Il caldo soffocante e soprattutto l’odore nauseabondo di resti di cibo ed escrementi rendono l’aria irrespirabile. All’interno di cunicoli di cemento stretti ed angusti, tra cartoni, coperte e vestiti, spuntano siringhe, bustine di droga appena consumate, profilattici usati e flaconi vuoti di metadone. Eppure siamo a pochi chilometri dal centro della città. Una zona – ce ne sono parecchie ci sottolinea il tenente Bordin – dove di legale non c’è proprio nulla, dove a ciclo quasi quotidiano le forze dell’ordine passano per verificare la presenza di clandestini e spacciatori. Una zona difficilmente bonificabile, dove l’illegalità ha preso il sopravvento.
I residenti dei due fatiscenti condomini che danno sull’area incriminata sono abituati a vedere passare Carabinieri e mezzi dell’Esercito, ma allo stesso tempo si affrettano a salire in casa ed a chiudere le tende per non avere guai. Lo stato di degrado e di abbandono è così commentato dal tenente Luca Bordin: «Questa è una delle tante zone dell’immediata periferia di Padova che a ciclo continuo teniamo sotto controllo. Qui lo spaccio è frequente, come del resto in tutte le zone arginali nel periodo estivo. Abbiamo infatti riscontrato che nei mesi caldi cambiano le regole dei pusher che preferiscono incontrare ed occultare la loro sostanza in spazi verdi o in sottopassi come questo, piuttosto che in piazze o zone comunque più a rischio controlli. Un esempio è il rinvenimento lungo gli argini del Brenta a Noventa Padovana di tre etti di hashish proprio qualche giorno fa. Nostro compito è quello di controllare e bloccare gli spacciatori. E bonificare tutte quelle zone che col tempo sono diventate terra di nessuno».
Cesare Arcolini

giovedì 20 agosto 2009

nulla cambia

nulla cambia in comune, in quartiere, in politica e cronaca.


Aveva ferite da taglio al capo, ad una spalla, ad una mano. Venti giorni di prognosi. Vittima dell’aggressione è un nigeriano, Chief Ekpenisi, trentacinquenne, già noto alle forze dell’ordine per spaccio di droga. L’africano era stato arrestato nel novembre dell’anno scorso da agenti della Polfer ai piedi del cavalcavia Borgomagno mentre vendeva una dose di cocaina a un tossicodipendente di Rovigo. La scorsa notte, poco dopo la mezzanotte, in via Confalonieri 15/B, il silenzio era stato rotto dalle urla del nigeriano. Sul posto è intervenuta una "volante" della polizia. Ekpenisi era in cortile, sanguinante. Agli agenti ha raccontato di essere stato ferito per futili motivi da un connazionale mentre bevevano assieme una birra. Nella colluttazione è riuscito a salvare la pelle, ma ci ha rimesso il cellulare.

parole inutili

altro che sfoltire le carceri, bisognerebbe costruirne di piu', ma che discorsi, che cosa vuol dire sicurezza, certezza della pena per queste persone?

da gazzettino.it
Giustizia:
sfoltire le carceri
per scongiurare
nuovi indulti
di Leopoldo Marcolongo *
Giovedì 20 Agosto 2009,
Ogni comunità per reggersi ha bisogno di leggi, delle quali la giustizia si incarica di garantire il rispetto, punendo i trasgressori. In tal modo il concetto di legge è indissolubilmente legato al concetto di pena, la quale però deve avere in sé il fine primario della riabilitazione (art. 27, terzo comma, della Costituzione della Repubblica Italiana, che recita: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato")
La privazione della libertà mira non all’annientamento del reo, ma al ripristino dei principi che il delitto ha offeso. Questi presupposti trovano un fondamento sull’idea che il colpevole, oltre che pentirsi, possa modificare profondamente la propria personalità, specie se aiutato attraverso un piano di rieducazione.
Il pianeta carcere è salito prepotentemente alle cronache in questi ultimi anni per i problemi di sovraffollamento, attualmente peggiore del 2006, prima dell’indulto (quando ne uscirono 27.000), per i suicidi, per la prevalenza dirompente di detenuti stranieri e di detenuti in attesa di giudizio (più della metà). La drammatica emergenza dei numeri: dai 31.000 detenuti del 1991 siamo arrivati quasi ai 64.000 attuali, con 1.000 nuovi arrivi al mese. E’ una realtà che ci sta sfuggendo di mano.
Una pesante incidenza sul sovraffollamento riveste l’attuale sistema sanzionatorio, tutto incentrato sulla pena detentiva come risposta alla violazione della norma penale. Un simile sistema sconta tutta la sua inefficacia. La detenzione è inefficace nel dissuadere dal commettere futuri delitti, mentre l’applicazione di misure alternative al carcere risulta essere decisamente più efficace: i recidivi fra gli affidati al servizio sociale sono pari al 19%, mentre fra coloro che scontano la pena interamente in carcere i recidivi sono il 68 per cento. Una mentalità di “tolleranza zero” e di “insicurezza percepita” di alcuni Sindaci, nonostante il Ministro dell’Interno abbia affermato che i reati sono in calo, preme sul ricorso al carcere per liberarsi dei cittadini scomodi.
Togliendoli dal proprio territorio e mandandoli in una “discarica sociale”, non rendendosi conto che, scontata la pena, questi ritornano. Il problema è che molti Sindaci spesso non conoscono la realtà carceraria, pochi hanno visitato un carcere, molti non sanno neppure dove sia localizzato.
Affrontare il problema solo sotto l’aspetto dell’ordine pubblico non sembra sufficiente e anche non conveniente. Considerarlo invece come un problema sociale è più vantaggioso per la collettività. Se non è possibile svuotare quel grande “condominio” della città dove sono ristretti i carcerati perché quelli pericolosi bisogna necessariamente tenerli rinchiusi, almeno si può creare qualche opportunità in più a chi ha sbagliato, ma dimostra con i fatti che può ritornare nella sua comunità, perché nessun uomo nasce delinquente. Un recupero che metta insieme il mondo delle Associazioni, le Cooperative, i Centri Servizi per il Volontariato, il mondo del lavoro, le Istituzioni per ricreare autostima e dignità negli ex-detenuti. Gli Enti locali possono contribuire molto al progetto perché la certezza della pena non è incompatibile con il recupero e il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti.
La previsione di nuove carceri e l’ampliamento di quelle esistenti è solo un bluff e poi mancano già ora guardie carcerarie e personale educativo e neanche il rimpatrio dei carcerati stranieri è una cosa semplice in tempi brevi.
Bisogna fare presto a sfoltire le carceri perché la situazione è intollerabile e illegale, altrimenti, voglia o non voglia, bisognerà fare un nuovo indulto.
Leopoldo Marcolongo

mercoledì 19 agosto 2009

le solite sparate del pdq?

leggo e riporto:

Non è scontata
la nuova strada
di Camin
Leggo con un certo stupore le affermazioni del presidente Micalizzi che considera scontata la realizzazione della nuova circonvallazione di Camin e annuncia più vicina alla sua realizzazione tanto non saprei leggere i documenti del Quartiere.
Allo stato attuale esiste solo un semplice tracciato sulla planimetria della zona, idea che è maturata nelle intenzioni, lodevoli, del Presidente della Zip alla presentazione di una mostra a Palazzo Sarmatia a Camion nel mese di Giugno 2009 ma che di progettazione non esiste nulla se non la semplice “idea”.
Il che significa che la realizzazione della circonvallazione è aleatoria anche se in campagna elettorale si parlava di inizio lavori per Luglio o Dicembre.
Mi sono preoccupato di consultare i documenti del Consiglio di Quartiere dove ho trovato una semplice richiesta dei cittadini di Camin, completata anche da una ipotesi di tracciato e null’altro.
Ne deduco che a non saper leggere i documenti potrebbe essere lo stesso Presidente Micalizzi, che non è nuovo a queste uscite, a meno che non confonda un semplice tracciato su una mappa, con il progetto corredato dai pareri degli Enti preposti.
Ai settori del Comune non risulta nulla di tutto quanto il presidente Micalizzi afferma. La retorica e far confondere le idee ai cittadini non giovano ai nessuno tantomeno agli abitanti di Camion che attendono, invano, da anni di essere liberati dal traffico di Via Vigonovese. Tanto per dovere di una corretta informazione.
Michele Russi

capogruppo Pdl

C.d.Q. n. 3 Est

sabato 15 agosto 2009

chiacchiere, al solito

e i radicali, ma non solo, che vanno a vedere come sta la gente in carcere, e i giornalisti prezzolati che lamentano le condizioni indegne deu carcerati, tutto giusto, tutto degno, ma poi con qaule scopo si fanno queste gite? o si costruiscono carceri, o si fa un altro indulto, e visto il successo del precedente penso si possa tranquillamente dire che l'unica soluzione e' costrujire altre carceri.
Allora, invece di andare, giustamentre, solo in giro per prigioni che si trovino in aula questi onorevoli e votino per l'edilizia carceraria, o no?

leggi l'articolo prezzolato

venerdì 14 agosto 2009

ah benon, c'e' Piron

mancava il Piron a dir la sua, innovativa, ricetta anticrisi, un po' di demagogia, un po' di superficialita', un po' di cpopiature qua e la' ed ecco il vero ministro ombra, cosi' nell'ombra che solo noi sappiamo ci sia, pur non riconoscendolo neppure se fosse in coda in posta davanti a noi.
ed ecco la ricetta

Venerdì 14 Agosto 2009,
Tre proposte per affrontare la crisi. A formularle è l’assessore Claudio Piron, che sembra quasi voler fare concorrenza... al ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
La prima iniziativa che propone è indirizzata al Governo. «Deve liberalizzare - ha sottolineato - una somma compresa tra i 50 e i 60 miliardi di euro di crediti che le imprese vantano nei confronti della pubbliche amministrazioni. Tutto ciò è possibile attraverso l’utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti che ha sia le finalità istituzionali, che le risorse per anticipare i crediti stessi. A mio parere deve essere sbloccato il "capestro" costituito dal patto di stabilità, in modo che l amministrazioni comunali possano destreggiarsi con maggiore libertà. Noi, per esempio, abbiamo avuto problemi lo scorso anno quando lo Stato ci ha girato con ritardo i rimborsi pari a 12 milioni di euro per i mancati introiti dell’Ici. Proprio per questo motivo c’erano le ditte che ci hanno fornito i pasti delle mense, o che hanno fatto lavori per noi, che hanno dovuto attendere mesi prima di essere pagate. Una situazione difficile, inoltre, è quella delle scuole materne, alle quali arrivano i finanziamenti da Stato e Regione dopo un anno mezzo. Noi cerchiamo di fare la nostra parte, ma non basta».
La seconda idea lanciata da Piron è quella di un grande piano per le infrastrutture. «Non si tratta di un libro dei sogni - ha osservato - ma di una lista di opere strategiche da scegliere tra quelle cantierabili per restituire competitività all’intero sistema nazionale. Penso alle cose pratiche, per esempio finalizzate all’approvvigionamento di energia, in modo da non costringerci più ad andare a mendicare il gas dappertutto. Insomma credo che valga la pena di seguire l’esempio di Obama che sta puntando tutto suill’energia».
Infine il terzo punto riguarda gli interventi da effettuare per migliorare gli edifici scolastici. «In Italia ci sono circa 45 mila scuole - ha concluso Piron - e moltissime versano in condizioni disastrose. Per metterle a posto potrebbero essere coinvolte mezzo milione di famiglie. All’interno dei plessi abbiamo otto milioni di persone che rischiano data la possibilità che si verifichino crolli o altri incidenti dovuti alle condizioni di degrado degli stabili. Insomma serve un pino scuola per affrontare la crisi, che dovrebbe procedere di pari passo con un’altra iniziativa: l’anagrafe scolastica per la programmazione degli interventi».
Ni.Co.

la via del regresso

come al solito i commercianti se ne fottono di tutti e pensan solo a loro, la gente perde il posto del alvoro ma dovrebbe andare a riempire comunque le loro tasche, e se per risparmiare va alcentroi commerciale o all'IKEA a loro non sta bene e ce lo volgiono impedire.
Si sono arricchiti per anni sempre piangendo il morto e ora che la gente e' in cassa integrazione e risparmi quanto puo' questi vorrebbero pujre impedirci di andare al centro commerciale.

da gazzettino.it

Venerdì 14 Agosto 2009, «La ripresa a settembre si presenta tra le più difficili degli ultimi anni». Ad affermarlo è Nicola Rossi, presidente di Confesercenti che aggiunge: «Il commercio e più in generale il settore dei servizi alla persone, vivrà un autunno di particolare gravità. Secondo le stime del nostro osservatorio il 25% dei commercianti al dettaglio ha pensato di gettare la spugna a fine anno. In termini concreti non meno di 5/600 negozi chiuderanno a fine dicembre. Non è più il tempo di pensare ad aprire nuovi centri commerciali o ad allargare le aperture domenicali. Occorrono strategie innovative per il rilancio dei centri storici e dei quartieri. Guardiamo con fiducia ai provvedimenti della Regione in termini di occupazione, ma occorre anche intervenire in modo rigido per evitare l’apertura di nuove aree di attrazione commerciale».
DOMENICA CHIUSO
Sulla questione delle aperture domenicali e festive, il presidente ha aggiunto: «Siamo convinti che il numero delle aperture domenicali previste dalla Legge Bersani (8 più dicembre) siano più che sufficienti. Vogliamo chiedere alla Regione di rivedere le deroghe per le grandi strutture commerciali: ad esempio l’IKEA, per il fatto di vendere mobili, resta aperta anche la domenica. Ma non possiamo dimenticare, però, che grazie a un emendamento presentato alla finanziaria 2007, vende anche alimenti e bevande».
LOTTA AGLI ABUSIVI
«Siamo contro ogni forma di abusivismo commerciale - ha proseguito -. L'ultima frontiera dello shopping sono i cosiddetti outlet, delle vere e proprie cittadelle dello shopping dove le aziende dovrebbero rimettere in circolo esclusivamente l’invenduto, la produzione in eccesso, la fine serie. Ma chi controlla che gli outlet rispettino la Legge Regionale?».
IL CENTRO
«La valutazione della sperimentazione in atto del Town Center Management saranno al centro della nostra iniziativa autunnale - ha anticipato Rossi -, grazie anche ai risultati ottenuti. Entro ottobre apriremmo un ufficio dedicato alla struttura del TCM tra via Roma e corso Umberto. A settembre ci sarà un viaggio studio presso la realtà di gestione unitaria di centro commerciale naturale a Birmingham, alla quale parteciperanno diversi commercianti per dimostrare anche a chi ancora non è convinto, che il modello è vincente e si può riprodurre con le giuste modifiche legate al nostro territorio.
NO A VENETO CITY
«Ormai sono anni - dice Rossi - che Confesercenti porta avanti un chiaro No a Veneto City , una struttura che se fosse realizzata diverrebbe l’ennesima area verde trasformata in un parco commerciale pieno di ipermercati. Lo vogliono vendere come il polo fieristico del Nord Est, ma bisogna prendere atto dell’impossibilità e della non fattibilità di un polo fieristico nell’area del Veneto Centrale (Casello autostradale di Dolo). Non si possono cavalcare progetti contradditori quali il ruolo delle piccole e medie strutture commerciali e del loro supporto alle economie del vasto territorio veneto, con il “Mostro” che si continua ad identificare come elemento razionalizzatore del nostro territorio».

giovedì 13 agosto 2009

strano, con tutti gli sforzi fatti...

da gazzettino.it

LA NUOVA CLASSIFICA DELLA ECOCOMPATIBILITÀ. SIAMO SOTTO AL 45 PER CENTO
L’Istat ci boccia sulla differenziata

Giovedì 13 Agosto 2009,
Diciottesima nella classifica dell’ecocompatibilità, Padova risulta invece al primo posto in Italia per quanto riguarda la presenza di barriere anti-rumore, senza però riuscire ad entrare nella speciale graduatoria che raggruppa i capoluoghi di provincia che hanno raggiunto l’obiettivo del 45 per cento nella raccolta differenziata. I dati sono stati pubblicati ieri nel sito internet dell’Istat in merito al report sull’Ambiente compiuto dall’Istituto nazionale di Statistica. E il primo commento arriva dall’assessore comunale all’Ambiente, Alessandro Zan, che parte subito dall’analisi della classifica sulla raccolta differenziata: «In questo caso infatti Padova non può essere confrontata con tutte le città italiane, ma solo con quelle che superano i 150mila abitanti. E se partissimo da questo dato allora potremmo constatare la nostra leadership nel settore, preceduti solo da Reggio Emilia».
«In ogni caso stiamo già predisponendo un piano per migliorare la percentuale della raccolta differenziata – prosegue l’assessore – Sarà una strategia che terrà conto anche della struttura urbanistica della nostra città. Inoltre prossimamente si darà vita all’Aato unico di gestione dei rifiuti su scala provinciale che rappresenterà una fase nuova nella gestione-rifiuti».
E dopo le precisazioni Alessandro Zan ricorda anche i primati della nostra città in materia di politiche ambientali: «Non vorrei ci dimenticassimo che Padova in questi ultimi anni ha ricevuto molti premi e riconoscimenti soprattutto per il suo piano energetico. È quindi da qui che dobbiamo ripartire per migliorare le eccellenze che già possediamo».
M.B.

martedì 11 agosto 2009

che sorpresa...

Gli esperti promuovono il tram, ma lo sconsigliano
11/08/2009 11:06 Una rivista tecnica ripercorre la travagliata storia del siluro blu padovano e ne parla in termini positivi, ma lo boccia come mezzo del futuro: troppo lunga la realizzazione, troppi problemi alla sede stradale e il legame 'obbligato' con i produttori della Lohr

Nei giorni in cui riaprono i cantieri per i lavori e lui si ferma per una settimana di vacanza, una rivista specializzata in trasporti pubblici, Il pendolare magazine, fa le pulci al tram padovano. Sotto il titolo 'la positiva esperienza del tram di Padova' , l'articolo ne ricostruisce la storia travagliata, ne esalta i pregi ma lo boccia in prospettiva futura con queste parole "Translohr come mezzo del futuro quindi? Non proprio. L’esperienza padovana ha dimostrato che i tempi di realizzazione del sistema Translohr sono stati del tutto simili a quelli di realizzazione di una linea tranviaria tradizionale. Inoltre si è registrata un’eccessiva usura della “pista” in calcestruzzo. L’incognita maggiore del sistema Translohr è però, principalmente, quella di essere un sistema brevettato ed uni-proprietario. Sorgono dubbi su cosa potrebbe accadere qualora la Lohr decidesse di smettere di produrre questo sistema, ipotesi comunque abbastanza improbabile in quanto tale sistema è stato adottato anche in altre città".

Per leggere l'articolo on-line cliccate qui

ve li siete scelti, ve li tenete

da gazzettino.it

Martedì 11 Agosto 2009,
“Non consentiremo all’istituto del matrimonio di divenire lo strumento per regolarizzare situazioni di clandestinità”. Il Ministero dell’Interno, nell’illustrare le nuove norme introdotte dal Pacchetto-sicurezza, è stato chiaro: un cittadino straniero per sposarsi deve essere in possesso del permesso di soggiorno. Stop ai matrimoni per i clandestini.
«Una cosa semplicemente assurda. Scandalosa. Che fa tornare l’Italia indietro di anni nel processo d’integrazione dei cittadini stranieri». Il commento è di Nona Evghenie, romena, 31 anni, e neo consigliere comunale dopo che alle recenti elezioni amministrative, nelle fila del Partito Democratico, ha raccolto 330 preferenze precedendo anche l’ex presidente del parlamentino di Palazzo Moroni, Milvia Boselli.
«Impedire ad una persona di sposarsi solo perché non è in possesso del permesso di soggiorno secondo me è persino incostituzionale – riprende Nona Evghenie - Eppoi è come negare la storia stessa dell’Italia. Una storia fatta di arte, sensibilità, romanticismo, sentimento».
Quindi la neo consigliere democratica ricorda la sua esperienza: «Io stessa nel 2003 mi sono sposata ed ero clandestina. Significava forse che allora ero delinquente e oggi invece no perché i miei documenti sono regolari? A sembra veramente un discorso ridicolo». Da clandestina a donna in carriera, non solo politica, Nona Evghenie, dirigente di banca, proprio sabato scorso ha sposato tre coppie, una tutta straniera. Entrambi infatti erano moldavi. In città i matrimoni che vedono almeno uno dei due coniugi provenire dall’estero sono in aumento.
Nel 2007, gli ultimi dati comunali disponibili, evidenziano come su 823 unioni civili, 179, ovvero il 21,75 per cento, almeno uno dei due coniugi sia straniero. Il 10 per cento di tutti i matrimoni celebrati a Palazzo Moroni avvengono tra una cittadina straniera e un italiano: 84 su 823; mentre quelli che vedono protagonisti uno straniero e un’italiana sono 29.
Matteo Bernardini

ancora grazie

da gazzettino.it
POLIZIA-ESERCITO

Lunedì 10 Agosto 2009, Settantasette persone identificate, tra cui cinquantadue immigrati e diciotto pregiudicati. Questo il bilancio dell’operazione "Strade sicure". Le pattuglie composte da militari e poliziotti, dal 9.40 alle 23, hanno passato al setaccio via Tiziano Aspetti, via Annibale da Bassano, piazza Mazzini (dove sono stati allontanati undici romeni, sei dei quali con precedenti, che bivaccavano), via Venezia, via Rismondo, Del Pascarotto, Confalonieri e Tonzig. E poi ancora via Tommaseo,, Mameli, Donghi e Cairoli e via Avanzo e Plebiscito dove tre prostitute romene, di trentuno, vetidue e ventuno anni sono state denunciate per non aver rispettato il foglio di via obbligatorio da Padova.

sabato 8 agosto 2009

ma e' questa la filosofia dell'amministrazione

cioe' lasciarti arrivare in macchina fino a dove vuoi, mamme insulse con macchien insulse parxheggiate davanti a passi carrai perche' il loro insulso figlio non faccia, ommioddio, 10 metri a piedi, gente che per andare dal tabacchino prende la macchina e poi vuole parcheggiare solo di fronte, supermercato, barbiere, venite siore s iori, piu' gente entra piu' bestie si vedono, evvai cosi' sindaco, macchien in centro, macchine macchine dappertutto.
in tutto il mondo le auto si tengono fuori dal centro, da noi, che siamo sempre fuori tempo, al contrario si arriva praticamente dappertutto, poi lo spazio e' quel che e' e allora via al parcheggio selvaggio.

dal gazzettino.it

Sabato 8 Agosto 2009, La zona di piazzale Firenze e vie limitrofe in quartiere Sacra Famiglia sta diventando sempre più caotica e invivibile a causa del problema parcheggi. Tanti residenti del rione, dove in poche centinaia di metri si concentrano molti negozi, bar, supermercati e scuole, denunciano il disagio crescente provocato dall'assalto quotidiano di decine di automobili lasciate in sosta più o meno selvaggia praticamente ovunque, anche davanti ai passi carrai o sulle strisce pedonali. “Ormai la zona è invasa dalle automobili- puntualizza la residente Zena Giacomelli, neo eletta in Consiglio di quartiere- Non c'è un sistema di parcheggi ben pensato e razionale”. “In via Urbino -spiega- si riversano tantissime auto dei clienti del vicino supermercato che non trovano posto nell'apposito parcheggio, mettendosi anche in zona rimozione, per cui noi spesso noi non riusciamo neanche a uscire dai garages. C'è poi il caos dei veicoli lasciati ovunque dai genitori degli alunni dell'elementare e materna del plesso Zanibon, in periodo scolastico”.
“Altri punti critici -segnala la residente- sono piazzale Ravenna, sempre zeppo di macchine, e piazzale Firenze”. Zena Giacomelli sottolinea inoltre i problemi determinati dalla creazione di posti auto a pettine in via Savona, nel tratto tra l'incrocio semaforico con via Palermo fino a quello con via Livorno: “si fa tantissima fatica a fare retromarcia, col pericolo di scontrarsi con le auto che arrivano al semaforo. Inoltre in quei posti c'è una roulotte ferma da mesi che sporge di vari centimetri disturbando moltissimo chi fa manovra”. Da segnalare anche la consuetudine di molti clienti del panificio davanti al semaforo di via Savona di lasciare l'auto proprio davanti al semaforo e perfino sulle strisce pedonali, per tutto il tempo necessario a fare gli acquisti. “Perfino piazza Napoli che dovrebbe essere uno spazio riservato al passeggio e ai bambini, con tanto di cartello davanti che indica il divieto di posteggio se non in caso di manifestazioni alla fornace Carotta, è diventato di fatto un parcheggio sempre intasato” commenta Giacomelli. “La zona sconta anche il disagio di tanti che lasciano qui l'auto per poi recarsi in centro a piedi o in bus” fa presente un altro residente, Giampaolo Zen, il quale propone come soluzioni per rispondere al bisogno di nuovi posti auto regolarizzati la possibilità di ricavare due parcheggi nell'area verde di via Siracusa oggi usata per il tiro a segno, e in quella di via Loreto.
I.S.

ma va....???

meglio tardi che mai.
ormai era ridicolo chiamare domenica ecologica 3 appuntamenti allpanno, obbligatori per fa vedere che si fa qualcosa, ma assolutamente inutili sia per efficacia, soprattutto, che per messaggio.
Poi certo, inizia dicendo che van fatte su scala regionale, allora ti cascan le braccia, se il problema e' quello allora poco s'e' capito.
comuqnue peggio di zano dell'anno scorso non si puo' fare percio' qualsiasi novita' e' ben gradita

Domeniche ecologiche così non ne faremo più
L’assessore all’Ambiente, Alessandro Zan, ritiene la scelta inefficace: «Mi confronterò con la Provincia e gli altri Comuni»
Sabato 8 Agosto 2009,
Le domeniche ecologiche? O si fanno su scala regionale oppure non hanno senso”. L’assessore comunale all’Ambiente, Alessandro Zan, in poche parole sembra mettere fine ad una delle vicende che in questi anni hanno sollevato continue polemiche e feroci contrapposizioni tra commercianti e ambientalisti. I primi assolutamente contrari al blocco del traffico nelle domeniche previste dal calendario ecologico; gli altri fermamente convinti che lo stop alle auto, anche fosse solo di un giorno, rappresenti comunque un toccasana per l’aria inquinata di Padova e provincia.
Ora però ad intervenire sull’argomento, in maniera decisa, ci pensa appunto Alessandro Zan: “Una riduzione delle polveri sottili, ovvero del Pm10 e 20, potrebbe essere davvero significativa solo ci fosse un’azione congiunta che portasse al blocco del traffico in alcuni giorni, nel caso specifico le domeniche, tutti i comuni del territorio regionale. C’è bisogno insomma di un’azione congiunta altrimenti decidere per altri interventi non serve a molto”.
“Comunque la questione delle domeniche ecologiche voglio gestirla, all’interno del tavolo tecnico zonale, assieme alla Provincia e agli altri comuni veneti – sottolinea l’assessore comunale all’Ambiente – La collaborazione tra enti è indispensabile anche perché la legge riguardo alle domeniche senz’auto è molto vaga”.
Intanto il Comune sta proseguendo la sua politica di risparmio energetico a favore della riduzione dell’inquinamento non solo impiegando materiali ecosostenibili nei suoi edifici, ma anche cambiando l’alimentazione dell’intero parco auto.
“E’ un progetto sul quale ci stiamo impegnando in maniera importante – termina Zan – Vogliamo che tutti i mezzi del Comune vadano a metano. Allo stesso tempo è mia intenzione informare i cittadini sull’importanza di utilizzare i mezzi pubblici per ridurre l’inquinamento atmosferico. In questo senso è importante soprattutto la presenza dei parcheggi scambiatori accanto ai capolinea del tram. Le persone infatti possono lasciare la loro auto e arrivare in città sfruttando solo i mezzi pubblici”.
Matteo Bernardini



ma va....???

«Domeniche ecologiche così non ne faremo più»
L’assessore all’Ambiente, Alessandro Zan, ritiene la scelta inefficace: «Mi confronterò con la Provincia e gli altri Comuni»

Sabato 8 Agosto 2009,
“Le domeniche ecologiche? O si fanno su scala regionale oppure non hanno senso”. L’assessore comunale all’Ambiente, Alessandro Zan, in poche parole sembra mettere fine ad una delle vicende che in questi anni hanno sollevato continue polemiche e feroci contrapposizioni tra commercianti e ambientalisti. I primi assolutamente contrari al blocco del traffico nelle domeniche previste dal calendario ecologico; gli altri fermamente convinti che lo stop alle auto, anche fosse solo di un giorno, rappresenti comunque un toccasana per l’aria inquinata di Padova e provincia.
Ora però ad intervenire sull’argomento, in maniera decisa, ci pensa appunto Alessandro Zan: “Una riduzione delle polveri sottili, ovvero del Pm10 e 20, potrebbe essere davvero significativa solo ci fosse un’azione congiunta che portasse al blocco del traffico in alcuni giorni, nel caso specifico le domeniche, tutti i comuni del territorio regionale. C’è bisogno insomma di un’azione congiunta altrimenti decidere per altri interventi non serve a molto”.
“Comunque la questione delle domeniche ecologiche voglio gestirla, all’interno del tavolo tecnico zonale, assieme alla Provincia e agli altri comuni veneti – sottolinea l’assessore comunale all’Ambiente – La collaborazione tra enti è indispensabile anche perché la legge riguardo alle domeniche senz’auto è molto vaga”.
Intanto il Comune sta proseguendo la sua politica di risparmio energetico a favore della riduzione dell’inquinamento non solo impiegando materiali ecosostenibili nei suoi edifici, ma anche cambiando l’alimentazione dell’intero parco auto.
“E’ un progetto sul quale ci stiamo impegnando in maniera importante – termina Zan – Vogliamo che tutti i mezzi del Comune vadano a metano. Allo stesso tempo è mia intenzione informare i cittadini sull’importanza di utilizzare i mezzi pubblici per ridurre l’inquinamento atmosferico. In questo senso è importante soprattutto la presenza dei parcheggi scambiatori accanto ai capolinea del tram. Le persone infatti possono lasciare la loro auto e arrivare in città sfruttando solo i mezzi pubblici”.
Matteo Bernardini

giovedì 6 agosto 2009

ronde bocciate?

vorrei proprio vedere, nel caso si tornassero a fare le passeggiate in quartiere, chi lo puo' impedire?
Ridicoli!

da gazzettin.it
Giovedì 6 Agosto 2009, Legge la parte del decreto Maroni sulla sicurezza, diventato norma dello Stato, che riguarda le ronde e spiega che proprio ieri ha già “organizzato un vertice con il comandante e i dirigenti della Polizia municipale per studiare e capire l’interpretazione dei vari punti che lo compongono, soprattutto quelli che fanno riferimento ai soggetti in grado di partecipare alle ronde”. L’assessore alla Polizia municipale, Marco Carrai, dimostra di non perdere tempo nell’analizzare la nuova norma che da sabato dà, teoricamente, il via ufficiale alle ronde fortemente volute dal ministro leghista.
«Intanto la prima cosa da fare è approfondire la nuova legge – puntualizza l’assessore – Io comunque un’idea su quali soggetti potrebbero partecipare alle ronde già me la sono fatta: vorrei coinvolgere per esempio le associazioni degli ex rappresentanti delle forze dell’ordine, carabinieri e poliziotti, ora in pensione. E non solo, penso anche ai volontari della Caritas e a tutte quelle persone che in ogni caso conoscono il funzionamento dello Stato e le sue regole».
Parole che bocciano senza appello i rondisti di quartiere del Pescarotto e del comitato Stanga. «Ma del resto è la stessa legge Maroni che lo fa aggiunge Marco Carrai - E noi sicuramente presteremo molta attenzione al fatto che le ronde non siano composte da soggetti politicizzati. E i casi del Pescarotto e del comitato Stanga mi pare invece vadano proprio in questa direzione. I loro presidenti si sono addirittura candidati alle recenti elezioni amministrative. Il nostro obiettivo infatti è ottemperare alle indicazioni presenti nella norma, e quindi di costituire dei gruppi che definirei di “cittadini di prossimità” in grado di segnalare alle forze dell’ordine eventuali casi o situazioni sospette».
Sui tempi entro i quali questi gruppi potrebbero formarsi e iniziare la loro attività l’assessore alla Polizia municipale ancora non si sbilancia. «Prima di definire l’albo dei rondisti oppure di organizzare i gruppi dobbiamo attendere il decreto attuativo che ancora non c’è. Inoltre aspetteremo che venga insediato il nuovo Prefetto. Ci vuole quindi il rispetto dei tempi tecnici. Sia ben chiaro: non vogliamo boicottare nulla. Sul provvedimento deciso dal governo siamo d’accordo, però dobbiamo organizzarci».
Matteo Bernardini

mercoledì 5 agosto 2009

lunedì 3 agosto 2009

e dopo i cancelli i capannoni?

da gazzettino.it


Domenica 2 Agosto 2009,
Sul sito internet della “Lega musulmana italiana”, www.lega-musulmana.it è riportato anche l’orario delle preghiere in 27 città del nostro Paese, tra cui Padova. E così si legge che la prima orazione verso la Mecca, durante il periodo estivo, è prevista tra le 3 e le 4 del mattino. E allora, dov’è il problema?, potrebbe obiettare qualcuno. Il problema comincia a manifestarsi quando i fedeli islamici, invece di pregare all’interno delle loro abitazioni o delle loro moschee, lo fanno, come avvenuto l’altra notte in via Manara, nel bel mezzo del cortile condominiale del civico 37. Tanto che la loro preghiera, durata almeno un’ora, ha tenuto svegli parecchi residenti dei palazzi accanto. Persone che il giorno dopo hanno informato della situazione sia il presidente del comitato Manara, Gisella Scanferla, sia il presidente del comitato Stanga6, Paolo Manfrin.
“Anche noi abbiamo sentito i fedeli musulmani pregare l’altra notte – ripete Gisella Scanferla –. Hanno iniziato dopo le tre e sono andati avanti per un bel po’, forse un’ora. Erano una ventina, tutti sistemati all’interno del cortile del civico 37. Ci siamo anche informati per capire se quella dell’altra notte fosse una particolare ricorrenza, però da quanto sappiamo la preghiera in quell’orario dovrebbe rappresentare una consuetudine”.
“E questo ci preoccupa non poco – continua la “Gisa” – perché l’estate è ancora lunga e perché non vogliamo certo passare le notti insonni ad ascoltare le preghiere dei fedeli islamici. Perché noi rispettiamo qualsiasi culto, però anche loro devono avere rispetto delle regole”. Una preoccupazione condivisa anche dal presidente del comitato Stanga: “Se infatti cominciano a crearsi moschee a cielo aperto siamo a posto. Noi invece pensiamo che le funzioni religiose vadano svolte nei luoghi ad essere preposti”.
“Non possono fare quello che vogliono – termina Paolo Manfrin – e poi, francamente, il nostro quartiere ha già dato. Adesso basta”.
Matteo Bernardini