venerdì 30 ottobre 2009

ricominciamo

dopo lo scoramento e un po' di inevitabile delusione riprendono le passeggiate in quartiere.

da gazzettino.it
Venerdì 30 Ottobre 2009, Durante la recente campagna elettorale per le elezioni comunali il Comitato Pescarotto, il rione cittadino conosciuto per le ronde anti degrado organizzate dai suoi residenti, aveva fatto la sua scelta di campo e deciso di schierarsi con il centrodestra. Ma il risultato delle urne non premiò la voglia di rinnovamento amministrativo a cui il gruppo guidato da Denis Menegazzo aveva puntato. E così dopo il 22 giugno l’attività del Comitato è stata sospesa. Fino ad oggi, dal momento che i residenti promettono e preparano il ritorno.
«Venerdì prossimo torneremo in strada - annuncia infatti Denis Menegazzo, pronto a riprendere il ruolo di presidente del Comitato che dopo le elezioni aveva deciso di abbandonare -. Lo faremo perché la situazione del quartiere dal punto di vista della sicurezza sta tornando a farsi critica dopo un periodo nel quale sembrava le cose stessero migliorando».
Ma questa volta niente ronda. La manifestazione si svolgerà lungo le strade del Pescarotto senza pettorine o altri simboli politici. «Sarà un piccolo corteo di residenti che tornano a far sentire la loro voce contro i problemi che continuano ad insistere sulle strade del quartiere – spiega Menegazzo –. Porteremo con noi semplicemente una pila per mostrare la nostra presenza. E contiamo di avere il sostegno anche dei rappresentanti di altre associazioni e comitati cittadini».
Da Sos Padova, il comitato anti degrado della stazione ferroviaria, a Comres di Massimiliano Pellizzari, sino alla presenza di Marco Trevisan, il resistente metropolitano di via Cairoli. Non ci sarà invece Paolo Manfrin, storico presidente del comitato Stanga 6, che a giugno aveva scelto di appoggiare il centrosinistra. «A differenza di altri comitati il nostro non si è mai sciolto o sospeso – osserva Manfrin –. Siamo sempre presenti lungo le strade del quartiere: da via Anelli a via Venezia, dove alcuni spacciatori che credevamo fossero stati allontanati definitivamente hanno invece fatto il loro ritorno soprattutto in prossimità del centro Giotto. Comunque più che scendere in strada noi vorremmo che l’area dell’ex Serenissima venisse riqualificata. Quelle sei palazzine infatti continuano a restare un monumento al degrado che non vorremmo più vedere».

giovedì 29 ottobre 2009

l'auditorium di zanonato

un po' di lettere al gazzettino

A CHI SERVE
L’AUDITORIUM
Il Sindaco di Padova sospenda il progetto dell’auditorium, per rispetto della società civile, specie dei popolani. Come ogni altra amministrazione, il Comune di Padova impiega mezzi scarsi, destinabili a usi alternativi. Deve scegliere, secondo razionali priorità. Non è prioritaria la costruzione dell’auditorium e del conservatorio nell’unica area verde rimasta lungo il Piovego, col rischio di danneggiare la Cappella degli Scrovegni. Queste opere non sono richieste da operai, lavoratori in genere, popolani, proletari, poveri, periferici: tutte persone che la giunta di sinistra-centro sostiene di difendere. Il cittadino può udire musica a casa propria, evitando ingorghi stradali.
Tali opere aggiungono nuova cementificazione al centro cittadino. Accrescono il divario fra centro e frazioni. Possono servire a ristrette minoranze di privilegiati: oligarchie, corporazioni, soliti noti, radical chic, salottieri, aristocratici, jet set, élite e crema della città. Il popolo ha votato il Sindaco, ma non per queste realizzazioni che vanno cancellate o sospese. Un Sindaco forte rispetta e considera l’opinione della società civile e, in particolare, della maggioranza che non ha voce.
Gianfranco Nìbale


UNA COSTRUZIONE
LOGICA
L'opinione espressa nella lettera al Gazzettino del 27 Ottobre dall'avvocatessa Maria Luisa Boldrin non ha nessun fondamento razionale e logico sulla necessità di costruire l'auditorium sul Piazzale Boschetti, solo perché lo ha detto Zanonato nel suo programma elettorale. Ben altri argomenti bisogna portare per giudicare l'opportunità di una scelta così scellerata, da rischiare di distruggere uno dei monumenti più importanti di Padova e del Mondo. Il numero degli architetti che hanno presentato progetti per l'auditorium non giustifica la costruzione di quel mostro sulle rive del Piovego di fronte alle mura cinquecentesche, quando molti certamente non avevano almeno prima fatto un esame idrogeologico del luogo. Non dubito e mi auguro che la commissione urbanistica che è stata convocata sull'argomento non sia influenzata da argomenti e valutazioni elettorali, ma si basi su fondamentali considerazioni di chi può dare un giudizio tecnico e scientifico sul luogo dove l'avvocatessa auspica sia costruito.
Giovanni Aliprandi


L’IDRAULICA
FLUVIALE
Leggo, stupito e meravigliato, a proposito dell’Auditorium Kada, quanto afferma il sindaco Flavio Zanonato – immagino correttamente riportato dalla vostra giornalista: «La Cappella Giottesca non c’entra nulla con l’auditorium. Si tratta di due oggetti diversi, distanti tra loro. Inoltre vorrei ricordare che tra l’auditorium e gli Scrovegni c’è un fiume, largo venti metri: basta vedere una sezione del terreno per avere la conferma di quanto sto dicendo. Il problema è che le tesi vanno sostenute se hanno una logica, ma non se sono campate in aria».
Ogni tanto, troppo frequentemente a mio avviso, il sindaco Zanonato scivola sulla buccia di banana delle competenze credendosi un tuttologo, in dialetto "so tuto mi!". Gli suggerirei di consultare un docente dell’istituto di idraulica padovana per ricevere i primi rudimenti a proposito di come funziona l’idraulica fluviale nei territori di pianura a base alluvionale. Forse riuscirà a comprende il perché si sono sollevate molte fondate opposizioni all’idea zanonatesca di collocare l’auditorium nel piazzale Boschetti. O forse i motivi sono altri?
Giampietro Tonon

la discriminazione del comune

da gazzettino.it

Giovedì 29 Ottobre 2009, Se per trovare una sede ai fedeli islamici dell’associazione Rahma al comune bastò solo un giorno (la richiesta di concessione del terreno e dell’immobile di via Longhin fu presentata il 26 novembre e la risposta affermativa arrivò da Palazzo Moroni il giorno seguente), per i fedeli ortodossi invece non sono stati sufficienti cinque anni. Tanto infatti è passato da quando la precedente amministrazione comunale, sempre guidata da Flavio Zanonato, aveva promesso a Padre Vasile Sestovschi, leader spirituale degli ortodossi di Padova, un terreno sul quale realizzare, interamente a spese della comunità religiosa, la propria chiesa. Rimasta nel frattempo, grazie alla concessione di uno spazio da parte della Curia, in via Santi Fabiano e Sebastiano a Brusegana.
«La nostra comunità si sta sempre più espandendo – spiega Padre Vasile – e il luogo in cui ci troviamo diventa sempre più piccolo. Non c’è lo spazio per il catechismo dei bambini e nemmeno quello per ospitare tutti i fedeli che arrivano ogni domenica». In media almeno 200, che spesso si rivolgono al sacerdote ortodosso, presidente dell’Associazione Moldavi nel Veneto, riconoscendo in lui anche un punto di riferimento sociale.
«In chiesa teniamo anche l’elenco delle persone che chiedono lavoro – sottolinea Padre Sestovschi – oltre che ricevere chi viene da noi per qualsiasi tipo di aiuto». Domenica al Palasport dell’Arcella i moldavi di Padova, circa 6mila, dalle 14.30 celebreranno la seconda edizione della festa dell’associazione presieduta dal sacerdote della chiesa di via Santi Fabiano e Sebastiano. Ci saranno danze e canti popolari, giochi, gare sportive e di cucina.
«Sarà un modo per tenere unita la nostra comunità – ribadisce Padre Sestovschi – sperando che il sindaco ci conceda quanto promesso, ovvero il terreno sul quale edificare la nostra nuova chiesa. Con l’assessore Mariani ci aveva già indicato uno spazio sempre qui a Brusegana, però pare la proprietà sia condivisa con la Provincia e quindi l’iter si è bloccato. Il nostro auspicio è che invece riprenda al più presto anche perché in Moldavia le chiese cattoliche sono sempre benvenute».

autorevolezza dei vigili

mah...
a me pajono solo chiacchiere, scuse e insopportabili giustificazioni

da gazzettino.it

Giovedì 29 Ottobre 2009, Fabio Milani, 50 anni, è consigliere della Salef srl, la società che sta curando la formazione dei dirigenti della Polizia Municipale a Milano. Prima domanda: ma perché formare anche i pensionandi?
«Se mi parlasse di un’impresa privata le direi che è inutile. Ma per i Vigili invece è importante perché mettere insieme la cultura dei giovani e degli anziani in questo caso produce cultura organizzativa. I Vigili sono molto gerarchizzati, invece fondere le varie culture è fondamentale. Così si provoca il cambiamento che poi si traduce sul campo. Anche per stare vicino al cittadino bisogna integrare la sua cultura con la propria».
Ma era necessario indossare le infradito e andare a chiedere l’elemosina? E perché Milano?
«La ragione c’è. Dovevamo creare un paradosso. Nella città del business dove nessuno regala niente, chiedere di avere prodotti gratis. Una sfida. Non è questa la sfida che hanno ogni giorno i Vigili? Sono meno protetti delle altre forze dell’ordine ma sono continuamente a cavallo tra la norma, la normalità e la devianza. Devono punire la persona normale che va in bici in controsenso ma anche il drogato».
Dunque?
«Chi li governa deve essere in grado di sostenere questa mission molto sfidante e facilitare nei loro uomini il cambiamento. Perché i quadri sanno benissimo le norme, hanno autorità ma devono imparare l’autorevolezza. E per far questo bisogna entrare in un processo, partire prima di tutto da un proprio cambiamento personale che poi si rifletterà in quello organizzativo».
E come avverrebbe tutto questo?
«Attraverso un nuovo modo di relazionarsi tra di loro. Erano a Milano, una città che non conoscevano. Hanno dovuto innescare nuove relazioni nel gruppo per uscirne e mettere in gioco se stessi imparando un nuovo modo di fare».
Ma tutta questa bella pratica è costata 70mila euro. Che risultati prevede?
«Beh in un corso in aula solo un 30 per cento avrebbe seguito. Almeno qui lavoravano tutti. Insomma il dato esperienziale è importante. Ora ci sarà quello teorico e poi l’applicazione. Faremo coaching, cioè li accompagneremo in questa nuova forma di comando. E poi se pensiamo a tutti i professionisti che hanno lavorato, al fatto che adesso faremo nuove lezioni e che pagheremo il 20 per cento di Iva sulla cifra, non è tanto».

mercoledì 28 ottobre 2009

ahi ahi ai... caro il mio carrai

le bugie hanno le gambe corte, lo dovrebbe sapere il piu' sbugiardato baluardo della sicurezza municipale.
mah...

leggo ed inoltro dalla posta del gazzettino

LE VERITÀ
SU VIA CAIROLI
Ho letto il vostro ultimo articolo sulla situazione di degrado della zona Stazione, tra le vie Bixio e Cairoli. Ho un amico in zona e posso confermare che la situazione è grave, come la descrivete, sotto il profilo della sicurezza, della legalità e della decenza. In particolare la risposta dell'assessore Carrai mi ha veramente sorpreso. Un esponente politico come un assessore potrebbe avere molte riposte possibili, tutte di stile differente e tutte parimenti comprensibili. Ma negare ostinatamente l'evidenza mi pare veramente illogico e poco lungimirante. Inoltre mi chiedo se veramente si possa ipotizzare che l'Arpav, la Banca Etica e gli altri esercizi (pochi ormai) che hanno gli uffici nella zona, e che avallano la tesi del degrado, mentano tutti. Io credo di no.
Mattia Tonon

martedì 27 ottobre 2009

formazione (???) dei vigili

mah... leggo che in questo PREZIOSO corso i vigili dovrebbero anche imparare a farsi rispettare.
Mi chiedo come sia possibile se quando li chiami non vengono mai.
Se aspettano un evento in fiera per elevare un monte di contravvenzioni mentre tollerano il parcheggio selvaggio gli altri giorni dell'anno.
Se quando per un caso fortuito, perche' costretti non certo per volonta', ti fermano non vogliono ascoltare nulla e continuano a ripetere "io ho scritto qua che devo fare cosi'" cosicche' pare di cercare di farsi sentire daun sordo.
Se poi si legge che loro non vglgiono entrare in certe zone perche', che paura, "troppo pericolose", si', certo, ma chi ci abita lo deve fare e non ha neppure fatto il corso di autostima.
Insomma era prorpio necessario un corso simile?
E non sarebbe ora che carrai e terrin cedessero il testimone?

da gazzettino.it
(M.G.) Sorpresa. La società di formazione che ha curato il corso per i dirigenti della Polizia Municipale non è di Milano - anche se il Corso lo hanno fatto lì - ma di Venezia. Ed ha una sede a Padova in via Altinate 86. La "Salef srl" risulta costituita da due sole persone. Alessandro Morabito nato a Monteporzio Catone in provincia di Roma che ne è il presidente e Fabio Milani, veneziano che è il consigliere di amministrazione.
La seconda sorpresa è che l’ormai famoso Corso nel quale - come ha rivelato Il Gazzettino - i vigili si sono trovati in una situazione di "spaesamento" indotta da un gioco-finzione nel quale dovevano superare alcune prove come quella di mettersi le infradito, e portare a casa determinati articoli come la pasta senza pagarli, non è finito. La compagnia si è data appuntamento a Padova, stavolta in aula. Anzi, gli appuntamenti dovrebbero essere almeno altri quattro. Abbiamo cercato di contattare la società ma per il momento ci dobbiamo accontentare del sito internet nel quale si legge che «la polizia locale spesso si trova nella necessità di riconfigurare i propri comportamenti sia operativi che organizzativi al fine di favorire una maggiore capacità relazionale (...) Per questo c’è la necessità di mettersi continuamente in gioco da parte del management e degli operatori della Polizia locale, per assumere una capacità sempre maggiore di "conflict resolution". Il fine dell’addestramento è allora di motivare il proprio personale e organizzarlo all’interno di un "gioco di squadra"».
In teoria non fa una grinza, e per un Corpo che non ha mai fatto fino ad oggi formazione è una benedizione. Ma molte questioni restano aperte. Prima di tutto un Corso simile evidentemente poco si addice a pensionandi, e presuppone un cambio di mentalità che non si può effettuare in un giorno. In secondo luogo si dovrebbero fare i conti con le casse comunali.
Ieri, intanto, sul tavolo dell’assessore Marco Carrai è arrivata una lettera di Milani; sul fatto che a seguire il Corso ci fossero alcuni ufficiali in età pensionabile, l’amministratore delegato ha chiarito che la necessità è quella di «mettere a confronto i giovani con gli anziani, perchè questi ultimi trasmettono esperienza». Milani ha ribadito che ci sono stati altri Comuni che si sono avvalsi di tale opportunità. Per la voce "formazione", Carrai ha poi detto che l’amministrazione spende complessivamente 170 mila euro l’anno, esclusi il settore scolastico, sociale e la Polizia Municipale.

povero carrai

sembra che l'abbiano preso di mira, purtroppo invece se le va a cercare da solo.

dalle lettere del Gazzettino

QUALI COMPITI
PER I VIGILI
Mi rivolgo all'assessore Carrai: complimenti per tutti questi uomini pagati con i soldi dei contribuenti per non svolgere il lavoro che ci si aspetta da chi porta la divisa. Eleggiamo un'amministrazione per non vedere, per non agire, per non indignarsi.
Viene da chiedersi quale interesse ci sia dietro tutto questo, quale tornaconto abbia per lasciare che lo spaccio e la delinquenza continuino ad invadere le nostre strade. Perché ricordiamoci che anche chi non spaccia, ma lascia che accada impunemente, ha la propria parte di pesante responsabilità.
Lettera firmata

lunedì 26 ottobre 2009

facce di tolla

ennesima occasione persa per carrai di tacere.

ricevo ed inoltro

Egregi Sig.ri,

ho letto l’articolo apparso su Il Gazzettino di oggi relativo alla terribile situazione di degrado in cui grava la Stazione di Padova e vie adiacenti (e non solo queste zone), per constatare ancora una volta che l’inefficienza totale di questa amministrazione non è cambiata e neppure è cambiato il suo atteggiamento nei confronti dei cittadini che si lamentano o protestano per le drammatiche situazioni nelle quali sono costretti a convivere.

Mi riferisco alle dichiarazioni dell’assessore Carrai il quale tenta pietosamente di sconfessare l’Ing. Trevisan che, per l’ennesima volta, descrive e documenta quanto succede sotto le sue finestre in Via Cairoli. Ritengo che la quotidiana criminosa e degradata realtà di questa via sia sotto gli occhi di tutti, siano questi residenti Padovani che “forestieri” di passaggio, ma chissà come mai gli unici che non se ne accorgono sono i ns. amministratori i quali pur di non rispondere della loro incapacità di gestire queste situazioni tentano di sconfessare, facendo come sempre magre figure, quanti le sottolineano alla comunità .

Vorrei ricordare, per chi ha la memoria corta, che non più tardi di setto/otto mesi fa la stessa pessima figura la fece il Sig. Ivo Rossi che diede del bugiardo allo stesso Ing. Trevisan per le immagini che questo aveva dato ai quotidiani Padovani dove si vedevano, sempre in via Cairoli, delle scene raccapriccianti, dicendo che erano vecchie e che non rispecchiavano la di allora situazione, ricordo che il Sig. Ivo Rossi fu prontamente zittito e smentito dall’Ing Trevisan il giorno dopo con una quintalata di altre foto e video tutte rigorosamente datate e certificate.

Evidentemente a questa amministrazione a nulla è servita la lezione che hanno rischiato di prendere a giugno di quest’anno che aveva portato addirittura il Sindaco Zanonato, nel timore di perdere le elezioni, ad esautorare dal loro incarico un paio di assessori (tra i quali proprio il Sig. Carrai) sconfessando così il loro operato di fronte alla cittadinanza intera.

Comunque, alla fin fine, il dramma sta nel fatto che questi signori, visto che hanno vinto le elezioni amministrative, sono tornati a dormire sonni tranquilli e si sono assicurati per altri cinque anni un lauto stipendio pagato dalle nostre tasche permettendosi pure il lusso di deridere chi non la pensa come loro e denigrando chi “vede” quello che loro vorrebbero non si vedesse.

Menegazzo Denis / Pescarotto

venerdì 23 ottobre 2009

ztl a Mortise

continua la polemica sulla ztl notturna da applicare anche a Mortise.
Il pdq3 disse che era gia' allo studio e che ne avrebbe parlato con i residenti, il solito burlone.
Ora Russi si meraviglia che il pdq non ne abbia in realta' parlato con nessuno, ma questo e' solo il solito comportamento del pdq, prima decide e poi ti spiega che tu sei d'accordo, e se non sei d'accordo qualcuno che lo sostiene lo trova sempre e tant'e', tu sei bello che fregato.

In ogni caso, leggo e inoltro:

Venerdì 23 Ottobre 2009, (I.S.) «Il presidente di Quartiere, Micalizzi non può dire che è già in fase di valutazione un piano per istituire la Zona traffico limitato in via Mortise, perchè al momento non esiste in Quartiere nessun progetto in proposito, e nessun accantonamento di spesa. Il Consiglio di quartiere non ne ha nemmeno mai discusso con i cittadini». Il capogruppo del Pdl in Cdq 3, Michele Russi, respinge la ricostruzione della maggioranza sul destino di via Mortise: «Per quanto riguarda lo sfalcio dell'erba - spiega - Micalizzi dimentica inoltre che parte del terreno incolto tra via Mortise e Plebiscito è di proprietà comunale, e che comunque il Comune per necessità di ordine pubblico può farsi carico di tagliare gli arbusti in casi di emergenza addebitando le spese all'eventuale privato proprietario. La permanenza delle prostitute in via Mortise è una questione di degrado ambientale. Micalizzi promuove raccolte di firme: ma contro chi raccoglie firme, se non contro la sua stessa amministrazione?»

giovedì 22 ottobre 2009

deja vu'

questo e' il risultato del sindaco "diluitore".
Diluire e' una parola che molte volte il sindaco muratore ha utilizzato, diluire lo spaccio, diluire la prostituzione, oovvero fare in modo che ognuno ne abbia un po' perche' creare dei privilegiati? che trovano a portata di mano droga e sesso? facciamo si' che tutti ne abbiano un po'.
Non fa una piega.
Ma siccome e' difficile ragionare con certe persone, tipo prostitute e spacciatori, e questi son convinti che sia meglio organizzarsi in zone concentrate, mi apre di vedere che il problema e' di difficle soluzione, insomma un dialogo tra sordi avrebbe piu' successo delle teorie del sindaco diluitore.

Comunque.

da gazzettino.it

«Venga il sindaco a passare una notte qui, insieme a noi»
La rabbia dei residenti: «Non siamo più liberi di uscire di casa. Le prostitute se usciamo in giardino si sentono disturbate e ci offendono»
Giovedì 22 Ottobre 2009,
«Alcuni politici si vantano di aver risolto il problema di via Anelli, e adesso invece c'è il disastro negli altri rioni vicini, dove balordi, prostitute e spacciatori sono liberi di fare quello che vogliono senza nessun controllo. Il sindaco dovrebbe venire a passare una notte qui con noi. Comune e Consiglio di quartiere non si sono mai fatti sentire dopo anni che protestiamo e facciamo esposti. Abbiamo ricevuto solo promesse e tante chiacchiere specie durante il periodo elettorale».
B.R., residente di via Mortise che chiede di essere citato solo con le iniziali denuncia l'esasperazione di tutti gli abitanti del tratto di strada che ogni sera dalle 21 alle 5 del mattino viene messa sotto assedio da trafficanti di droga, magnaccia e prostitute di colore.
«Non siamo nemmeno liberi di uscire di casa e utilizzare i nostri giardini privati neppure d'estate, perchè le lucciole che stazionano sul marciapiede sentendosi disturbate cominciano a offenderci - dice Manuela, un'altra residente - Io non posso nemmeno tenere i miei cani in giardino, altrimenti se abbaiano le prostitute me li prendono a sassate». Gli abitanti raccontano poi il calvario di ogni notte a causa delle lucciole che discutono ad alta voce, litigano, urlano, si picchiano di frequente e ascoltano la radio ad alto volume. «E poi lasciano a terra lungo la via e gettano apposta dentro i cortili delle case sporcizia di tutti i generi - continua - preservativi, cocci di bottiglie e cartacce».
«Di notte diventa pericoloso anche arrivare a casa in auto, perchè le lucciole alla ricerca di clienti si buttano quasi addosso alle macchine per fermarle, e col buio si fatica a vederle. L'altra sera mio fratello per un soffio non ne ha investita una».

ah ah ah "ascolteremo i residenti" deh hihi

l'umorismo non e' mai stato il forte del nostro pdq3, ma avolte involontariamente sa essere veramente spiritoso.
qui sotto dice "In ogni caso sentiremo il parere dei residenti", certo, anche da noi hanno sentito il nostro parere, dopo aver messo giu' i pali dei sensi unici e i cartelli della ztl, solo DOPO.
[un po' di storia]
E ovviamnete galvanizzati dal "successo" ripropongono pedissequi sempre le stesse soluzioni ormai da anni [http://pescarotto.blogspot.com/2006/07/nuovi-ghetti.html].
vabbe'.
ridiamoci sopra almeno.

da gazzettino.it

Il presidente di Quartiere, Micalizzi
Eliminare il boschetto?
«Compito dei privati»
Giovedì 22 Ottobre 2009,
(I.B.) «Come presidente di Quartiere sto portando avanti con gli assessori Carrai e Rossi la proposta di istituire la zona a traffico limitato nel primo tratto di via Mortise. Si tratta di un provvedimento che ha dato buoni risultati in via Pescarotto, e speriamo avrà esiti positivi anche qui».
Il presidente del Cdq 3 Andrea Micalizzi rende noto che l'iter per la creazione della Ztl nella strada in questione, misura più volte richiesta dai residenti, è in fase di discussione, e vi sarà un incontro in Comune per discutere il progetto la settimana prossima. L’idea di massima è di farla partire dalel 22 e fino alle 5 del mattino come al Pescarotto. In ogni caso sentiremo il parere dei residenti»
Micalizzi sottolinea inoltre il problema fondamentale del risanamento dell'area privata incolta fra le vie Mortise e Plebiscito. «Il Comune ha messo i privati nelle condizioni di poter edificare, approvando la variante urbanistica che destina quella zona ad area di perequazione. Mi auspico che parta un intervento edilizio, così verrà riqualificato quel territorio».
«La prostituzione - prosegue - va affrontata da un lato con interventi sociali in capo al Comune, come viene fatto a Padova con progetti specifici per togliere queste donne dalla tratta, dall'altro con la repressione delle organizzazioni criminali da parte di polizia e carabinieri. Da questo punto di vista la consigliere di quartiere della Lega Maria Grazia Sarto dovrebbe rimproverare il ministro Maroni, che nonostante i proclami e l'attivismo dei suoi militanti continua a non sostenere le forze dell'ordine con risorse adeguate sul territorio, e la situazione di Padova ne è un esempio».

errare e' umano...

...perseverare diabolico.
Continua la scellerata politica del carrai e del pdq3 (e compagni).
A questo proposito ricordo questo link.
Possibile che questa sia l'unica soluzione, chiudere in casa chi non fa nulla di male?
Creare l'ennesimo ghetto, l'ennesimo quartiere dormitorio?
D'altro canto da chi non ha idee che ci si puo' aspettare?
Troppi sforzi in pubblicita' e pochi in fatti, anche per questo ce li ritroviamo ancora qua, tant'e'.

da gazzettino.it

«Ci eravamo già mossi questa estate, poi sembrava che la situazione si fosse normalizzata invece ora si è fatta più difficile. Per questo interverremo sollecitamente per risolvere il problema. A giorni avrò una riunione con il settore Mobilità per trasformare l’inizio di via Mortise in zona a traffico limitato, come abbiamo fatto per via del Pescarotto. Questo, insieme a maggiori controlli e alle multe per i clienti delle prostitute dovrebbe riportare la situazione nella normalità».
L’assessore alla Polizia Municipale, Marco Carrai, risponde così ai residenti di via Mortise e alla consigliere di quartiere Maria Grazia Sarto della Lega, che ieri, attraverso Il Gazzettino, avevano sottolineato come la situazione nella strada sia completamente invivibile. Di pomeriggio è teatro di spacciatori che si aggirano nel boschetto, di sera ci sono decine di auto in sosta, quelle dei clienti delle prostitute che esercitano a nove metri di distanza dalle abitazioni. E per finire c’è anche un ristorante in un palazzone, ovvero un miniappartamento che rifocilla lucciole e africani durante la notte.
«Ringrazio della sollecitazione ma ci stavamo muovendo già da tempo. Prenderò contatti con il presidente di quartiere Luca Micalizzi e cercheremo insieme all’assessorato alla Mobilità di intervenire. Tra qualche settimana penso che potremmo definire la zona a traffico limitato, dunque chi entrerà in via Mortise - dopo le 22 o le 24, lo decideremo in seguito - se non dimostrerà di essere residente verrà multato. Allo stesso modo saranno multati di 500 euro i clienti delle prostitute qualora si fermino per contrattare la prestazione e le prostitute stesse di altri 500 se avranno gli abiti discinti. Per quanto riguarda il palazzone dove ci sarebbe il famoso ristorante vedremo che cosa fare».
Carrai non va più in là ma è logico aspettarsi che in collaborazione con carabinieri e polizia ci siano delle vere e proprie retate nei prossimi giorni. Vedremo.
Assessore, i residenti si prefigurano una nuova via Anelli. Le caratteristiche ci sono tutte... «Guardi, io credo che se in qualche palazzo ci sono dei clandestini questi non provengano proprio da via Anelli. Con la chiusura dei palazzoni c’è stato un ricambio completo. Vero è che nonostante quello che dice il governo i flussi si sono triplicati. Comunque via Anelli è finita».

mercoledì 14 ottobre 2009

Marin - Padrin

salmaso avruscio foresta, ora son lì che battono i piedi, delusi dall'inaspettato successo di Marin, speravano loro di poter fare del consiglio comunale il loro personale cimitero di elefanti?
ebbene, io non ho "l'onore" di conoscerli personalmente, mi baso su quello che leggo, e leggo che gia' nella precedente sventurata gestione di zano hanno fatto il gioco del sindaco muratore, e ora ci riprovano.
Ma possiamo gettar la croce su di loro? no, perche' chi li ha scelti, messi in lista e poi la gente che li ha "preferiti" son tutti colpevoli alla stessa stregua.
certo se le preferenze avessero un senso Marin sarebbe il leader, appoggiato da Bordin, invece eccoli la', la nostra triade in miniatura, a far favori a zano, a mettere in discussione tutto, Marin, Acsierto e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Io mi chiedo a che gioco giochino, se si credano dei furboni? cosa vogliono dimostrare? per ora sono il segno che ha ragione chi dice di essere stanco della politica.

da gazzettino.it

Si può tentare una lettura sui "tarantolati" del Pdl in consiglio comunale. Ci sono due momenti che creano la situazione di attuale disordine: il primo turno delle elezioni comunali, quando Marco Marin ottiene un risultato che nessuno si attendeva. Su oltre 110mila voti meno di mille lo dividono da Zanonato. Come abbia fatto in un mese di campagna elettorale nessuno lo sa, ma questo dato è destinato a cambiare gli equilibri del partito in città. Sembra che finalmente il Pdl abbia una leadership.
Poi succede che il 13 luglio nel primo consiglio comunale cinque consiglieri firmino per nominare Alberto Salmaso capogruppo. Il partito non ne sa nulla ma loro si difendono dicendo che prima non si era mosso nessuno anche se Marin dice che aveva suggerito i nomi di due giovani. Dietro Salmaso c’è il consigliere regionale Leonardo Padrin, già in corsa per diventare presidente della Provincia. Ecco, il problema sta tutto qui, nel confronto tra due uomini politici che sono i soli ad essersi dati finora una struttura, con gruppi organizzati sul territorio e uomini piazzati, dai quartieri ai comuni. Che cosa impedisce infatti al gruppo consiliare di ammettere Carlo Pasqualetto della lista "Per Padova con Marco Marin" nel Pdl dopo che un documento firmato dai coordinatori Ascierto e Destro ne dà il via libera? Il fatto che ci si ritroverebbe in cinque contro cinque. Ovvero da una parte Marin, Bordin, Cavatton, Giorgetti e Pasqualetto e dall’altra Foresta, Grigoletto, Salmaso, Avruscio e Cruciato.
E in questo modo il capogruppo potrebbe cambiare. Importa molto questa figura? Ai padriniani sembra che nell’ottica della presentazione della lista alle prossime regionali conti averla per farne un biglietto da visita. Così bloccano l’operazione Pasqualetto e nei quartieri i mariniani rendono la pariglia. I due coordinatori nel frattempo possono agitarsi ma la partita non si chiuderà tanto presto.
E in mezzo a loro ci sono anche personaggi come Rocco Bordin, il consigliere comunale eletto col maggior numero di voti (1.100) e capogruppo per cinque anni, che soffrono di questa paralisi. E allora che cosa fare? Nella testa di Bordin sta frullando un’idea. Un’associazione ispirata al Pdl per riprendere lo slancio politico, per parlare alla gente di temi veri, dalla sicurezza alla riqualificazione urbana. Un’altra "PadoVà?" la prima associazione fondata da Marco Marin che poi ha fondato anche l’associazione "Per Padova con Marco Marin"? Forse, ma di certo è una strada che ha già dato i suoi frutti.

martedì 13 ottobre 2009

rom rom rom

bene, il pdq3 micalizzi raccoglie inopinatamente (per il pd) le firme per sgombrare il campo nomadi ABUSIVO di Mortise.
Certo il nostro va a destra e sinistra secondo convenienza, anche se non puo' ovviamente rovinare il suo rapporto con zano che decide e lo guida dall'alto.
Ma non e' di questo che vorrei parlare, leggo da tgpadova.it, che l'amministrazione che incredibilmente, per me, e' riuscita a convincere i padovani a farsi rimettere in poltrona, lancia un ultimatum.
Avete 3 mesi per mettervi in regola,.
Cioe', i rom arrivano, si prendono un campo senza servizi, magari ci portano dei bambini a vivere in condizioni igieniche terribili, e allora scende il pungo sbattuto sul tavolo dell'amministrazione pavida padovana che dice, sentite o regolarizzate la vostra permanenza o ci arrabbiamo.
Ma per favore, e per me e' sempre piu' incredibile che nelle mie zone siano riusciti in cosi' tanti a farsi abbindolare dal pd, il fatto e' che troppi non hanno avuto, e non e' fatto a caso, l'onore di poter interloquire con la squisita persona che e' il pdq3, e quindi basandosi solo sulla pubblicita' han fatto la spesa, sprovveduti.
Ah... in tutto questo e' meraviglioso il sindaco zano che rimprovera i suoi, non per aver notato il problema, ma perche' i panni sporchi si lavano in casa, con cotanta guida cosa ci si puo' aspettare dalle giovani leve del pd?

da tgpadova.it

12/10/2009 17:57 "Sono sporchi, puzzano e fanno sempre baruffa", così i residenti di Mortise descrivono i rom che vivono nel campo abusivo di via Bassette, senza acqua e servizi igienici. L'assessore Sinigaglia: "Emessa un'ordinanza che concede tre mesi per la messa in regola e il ridimensionamento, altrimenti prenderemo provvedimenti"

"Sono dei violenti di natura. Vengono al bar, lasciano il bagno in condizioni indecenti, litigano dopo aver bevuto". Non si va per il sottile a Mortise. Feroci gli appellativi attribuiti ai rom che vivono in via Bassette sul terreno di un privato, senza acqua corrente, senza servizi igienici. Quaranta in tutto di cui 20 bambini ospiti non graditi dai residenti del quartiere, particolarmente apprezzati invece dal proprietario del campo che si affaccia sulla tangenziale nord, che affitta in nero e senza autorizzazioni la zona di sosta. A pagare le spese dell’illecito commesso da un singolo, stando alle testimonianze raccolte, è l’intera comunità. "Entrano nei negozi e scatenano il caos - racconta un residente - hanno un odore nauseabondo, non hanno rispetto di nessuno".

Che il problema esista e sia particolarmente sentito non ci sono dunque dubbi. Ma sulle risoluzioni è scontro. Tutto in seno al Partito Democratico, con la Lega Nord che gongola. Mentre l’onorevole Alessandro Naccarato e il Presidente del Quartiere 3 Andrea Micalizzi venerdì scorso hanno dato il via ad una raccolta firme affinché il sgomberi il campo; il sindaco Flavio Zanonato s’è speso a bocciare l’iniziativa dei colleghi di partito su tutta la linea. Per il primo cittadino è necessario trovare "una soluzione che metta insieme il rispetto della legalità, la lotta al degrado e i principi di umanità tenendo lontane sia derive leghiste che il buonismo fine a se stesso".

Da qui l’aria tesa nel Pd con Naccarato e Micalizzi che difendono la loro scelta rimarcando un obbiettivo fra tutti: meglio lo sgombero coatto che un rigurgito razzista nella popolazione.

Intanto Zanonato ha spiegato che la scelta dei colleghi ha il sapore della repressione, tesi estranea al suo partito. Mentre il settore edilizia privata del Comune ha già emesso un’ordinanza che concede tre mesi al proprietario del terreno di via Bassette o per mettere a norma l'area e ridimensionarla o per sgomberare la zona ad uso agricolo, quindi non conforme a destinazione urbanistica, pena la demolizione degli stabili o l’allontanamento delle roulotte.

venerdì 9 ottobre 2009

caos piazze

per forza han preso coraggio, mancavano i pedrini, che quelli saran stati avvisati, son troppo protetti.

da gazzettino.it

Oltre duemila persone in piazza, ed è stato ancora una volta caos. Il mercoledì dello spritz, il primo dopo l’inizio delle lezioni universitarie, non ha smentito la fama che si è guadagnato negli ultimi anni. E così lungo le strade del ghetto e in piazza delle Erbe si è riversata la consueta marea di studenti che come ogni anno da ottobre a giugno danno vita alla movida padovana aperta dal rito dell’aperitivo. Anche se quella di mercoledì è stata però una serata particolare non solo per l’assenza dei militanti del Centro Pedro, ma anche per le rilevazioni effettuate dall’Arpav all’interno delle sale di Palazzo Moroni su richiesta dell’amministrazione comunale. Che così si è mosso, dopo che la primavera scorsa l’avevano fatto anche i residenti di via Marsala, via dei Fabbri, via Soncin, via dell’Arco, per verificare il tasso di inquinamento acustico provocato dai ragazzi dello spritz. Per l’occasione è stata chiusa la Sala Bresciani Alvarez, le cui finestre si affacciano proprio su piazza delle Erbe, per consentire ai tecnici Arpav di sistemare le loro centraline di rilevamento.
«Per noi queste sono attività di routine – spiega il direttore dell’Agenzia regionale per la tutela dell’Ambiente, Andrea Drago –, che a volte ci vengono chieste dai privati, altre invece a farlo sono direttamente le istituzioni pubbliche, come in questo caso il Comune. Si sa che lo spritz in città crea diversi problemi, e uno di questi è sicuramente il rumore e di conseguenza l’inquinamento acustico. Il nostro lavoro è quello di tutelare la salute delle persone che nel caso specifico avvertono un evidente problema». «Mercoledì abbiamo quindi svolto dei controlli – termina Drago – che ripeteremo nelle prossime settimane».
Intanto procede anche il lavoro del tecnico incaricato dal Tribunale di eseguire la contro perizia per verificare se effettivamente il livello del rumore provocato in piazza delle Erbe e nelle vie del ghetto durante le sere dello spritz è tale da poter applicare il provvedimento di chiusura anticipata di alcuni bar del ghetto come invocato dai residenti e dall’ex presidente del Quartiere centro storico, Stefano Grigoletto. Nel corso della serata di mercoledì, oltre a quello dell’Arpav è stato costante anche il monitoraggio delle forze dell’ordine, presenti in piazza con la Guardia di Finanza, i Carabinieri e gli agenti della Polizia municipale. Durante i controlli sono stati sequestrati anche quattro bonghi usati da alcuni studenti.

martedì 6 ottobre 2009

soldi soldi soldi

i costi aumentano prima dell'aperetuta del cantiere, ma come e' possibile? allora lo sapevano gia' che non sarebbero bastati quei soldi? in effetti, tanto paga Pantalone.

da gazzettino.it

I costi sono lievitati ancor prima dell’apertura del cantiere per il cavalcaferrovia che collegherà l’Arcella alla Fiera entro il 2010
Ponte Verde: «Perchè quell’aumento di 3 milioni?»
Lo chiede al Comune, con una lettera, l’Authority per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Lunedì 5 Ottobre 2009,
È una lettera che si apre richiamando una sentenza del Tar della Lombardia del gennaio 2006 in cui viene precisato che “il progetto definitivo di un’opera, proprio perché costituisce la base del confronto concorrenziale, deve rimanere inalterato durante e dopo lo svolgimento della gara d’appalto”. Parte da qui dunque il testo inviato al capo settore del Comune alle Infrastrutture, Massimo Benvenuti, da parte dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture. Un documento che chiede ai responsabili della realizzazione del Ponte Verde, il cavalcaferrovia che entro il 2010 collegherà la Fiera all’Arcella, circostanziati chiarimenti sull’aumento dei costi dei lavori per 3.076.033euro avvenuto praticamente ancora prima di aprire il cantiere. L’Authority domanda a Palazzo Moroni di spiegare i motivi delle numerose lacune con cui è stata appaltata l’infrastruttura, tra le altre cose la mancanza della terra per costruire le rampe del ponte.
Una “svista” del costo di 900mila euro e che non è stata comunque isolata considerate le discrepanze tra il progetto definitivo e quello esecutivo rilevate dall’Organo ministeriale intervenuto dopo la segnalazione della ditta arrivata seconda nella gara d’appalto. La lettera è arrivata in Comune il mese scorso indirizzata al Responsabile del procedimento, carica rivestita dall’ingegner Benvenuti dopo che era stata ricoperta dal consulente esterno l’ingegner Alberto Borghi ora Direttore dei lavori per circa 176mila euro.
“Quanto ai significativi errori di progetto, comportanti un aumento di circa 3milioni di euro, che sarebbero emersi in sede di progettazione esecutiva – scrive l’Authority – suscita perplessità che gli errori imputati non siano già stati rilevati in sede di conferenza dei servizi con gli Enti gestori”, ovvero nell’incontro tra le parti chiamate in causa nella realizzazione del progetto: dal Comune alle Ferrovie ad Acegas. La conferenza di servizi infatti si convoca sempre prima dell’inizio di lavori così importanti. Quindi l’Autorità entra ancora più nello specifico e chiede all’amministrazione comunale “se l’aggiudicatario – cioè le imprese che hanno vinto l’appalto – in fase di progettazione esecutiva abbia ricevuto diverse indicazioni da parte degli Enti interessati in merito alla realizzazione dell’opera”. Visto che il cavalcaferrovia sarà diverso da quello previsto nella gara d’appalto. E ancora: "Per quali motivi, nell’approvazione del progetto definitivo, considerati i compiti di vigilanza in capo al responsabile del procedimento, non si è verificato che la progettazione fosse stata elaborata nel rispetto delle norme ministeriali e non sia stata altresì rilevata la vistosa carenza, nel computo, di 67mila metri cubi di “terreno mancante”, tale da pregiudicare la realizzabilità delle opere".
«Sarà pertanto necessario che il Comune invii al nostro Ufficio – termina l’Authority – tutti i documenti utili al fine di valutare la sussistenza di elementi per l’avvio di un distinto procedimento istruttorio sull’errore di progetto». Palazzo Moroni, che aveva 30 giorni di tempo per adempiere alle richieste, sembra abbia risposto agli interrogativi formulati dall’Organismo ministeriale l’11 settembre.
Matteo Bernardini

ordine del giorno, 5 ottobre

il clima si raffredda e anche la temperatura in consiglio si raffredda, non che manchino i motivi di scontro, ma tant'e'!

da gazzettino.it
(M.B.) Questa sera i consiglieri comunali tornano in aula. Il parlamentino di Palazzo Moroni si riunisce per votare la proposta della giunta di vendere la quota, in capo all’amministrazione comunale, delle azioni della Società autostradale Brescia-Padova: 52mila titoli da cedere al prezzo di circa 740euro l’uno. La somma ricavata, più di 38milioni di euro, secondo i programmi della maggioranza di centro sinistra sarebbe destinata a sostenere il progetto delle nuove linee tramviarie appena presentate al Governo. Un’operazione che però desta non poche perplessità negli esponenti dell’opposizione.
«La decisione così repentina di vendere le quote della Brescia-Padova sembra quasi un colpo di mano – osserva il consigliere comunale della Lega Nord, Luca Littamè – invece secondo noi bisognerebbe avere avuto il tempo per fare delle considerazioni più ampie. Inoltre vorremmo sapere con precisione come verranno utilizzati i soldi ricavati. Siamo infatti sicuri siano necessarie altre linee tramviarie e non magari utilizzarli per sistemare il sistema fognario che a Padova come abbiamo potuto constatare è un colabrodo? Temiamo poi che parte di quella somma andrà anche a coprire gli altri buchi aperti da questa amministrazione come l’incremento di spesa per la realizzazione del cavalcavia Sarpi-Dalmazia».
E sempre i consiglieri leghisti questa sera saranno protagonisti nella discussione di una mozione, da loro presentata, inerente un piano di austerità che prevede la riduzione del 10 per cento dell’indennità di sindaco, assessori, e dirigenti comunali.
«Specialmente quelli di Aps – riprende Luca Littamè – La mozione che presentiamo chiede anche di ridurre le consulenze esterne di cui la precedente giunta Zanonato si è abbondantemente servita. Il fatto che i nostri dirigenti comunali percepiscano stipendi tanto sostanziosi dovrebbe testimoniare la loro bravura. E allora perché rivolgersi continuamente a consulenti esterni?».

domenica 4 ottobre 2009

diamo i numeri

ma quanti resistenti c'erano jeri in piazza? 60 o 300 mila al solito ognuno ha i suoi.
diciamo che 300000 sono tanti, e non c'erano, e sarebbero comunque un fiasco per tutti i big, per questa esigenza di liberta', per questa emergenza nazionale.
tant'e' ai tg di oggi gia' son spariti, soprattutto al tg3 han capito d'aver faqtto un buco nell'acqua.

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