giovedì 17 gennaio 2008

Pescarotto 36 - rinfreschiamoci la memoria

Ormai la maggioranza dei residenti del Pescarotto o comunque della zona Stanga sono concordi che creare barriere e' solo una dimostrazione di incapacita' da parte dell'amministrazione.
forse non sara' un male se riporto qui una lettera vecchia di 20 mesi che mandammo al sindaco:
Mesi fa suggerimmo al Nostro Signor Sindaco di costruire un muro intorno al Pescarotto come soluzione ai problemi del Nostro Rione, non pensavamo certo che saremmo stati, con quella provocazione, ispirazione dell'Amministrazione nell'affrontare la questione di via Anelli.
Certo, posta così, potrebbe sembrare la decisione di un'Amministrazione allo sbando, che rinuncia ad azioni concrete, ma siamo sicuri che una motivazione ci sia per quanto sta accadendo, anche se le giustificazioni finora addotte non sempre pajono esaustive.
Vi immaginate una decisione simile presa da una maggioranza sostenuta da altri colori?
Peraltro, per quanto si vede scritto sui mezzi di informazione, l'idea di venire inglobati in una ZTL notturna agli abitanti delle vie oltre via Grassi non pare suscitare entusiasmo, leggo espressioni del tipo: Non vogliamo fare la fine di quelli del Pescarotto. Non vogliamo il divieto d'accesso al Quartiere. Non vogliamo essere imprigionati per colpa dei delinquenti.
Diranno i soliti noti che si tratta di voci di una minoranza, e qualcuno, poco gentile, come e' già successo a me e ad altri malcapitati che hanno avuto l'ardire di mettere in dubbio l'utilità della ZTL notturna, insinuerà che si tratta di persone di malaffare, che fanno affari poco leciti (già e' successo proprio questo a me e ai miei amici).
In ogni caso credo di poter dire che non siamo gli unici a ritenere sciocca, se non dannosa, la ZTL notturna, a ritenere che esistano soluzioni più efficaci e meno lesive della privacy e della libertà individuale per risolvere determinati problemi e, magari, ajutare la tanto citata e sbandierata integrazione.
Se si vuole l'integrazione in via Anelli una buona spinta potrebbe darla il togliere dalla strada gli spacciatori, non spostare la brava gente, ma spostare certe persone in luoghi adeguati, presso i quali recentemente e' stato creato spazio (come le celle per esempio), fare in modo che si possa passare per la via senza venire importunati o infastiditi. Questo farebbe molto di più che non isolare il ghetto.
Anzi, forse, sarebbe stato meglio non creare il ghetto, ma del senno di poi…
Però, ora, si può imparare dagli errori del passato, e si può cercare di non sbagliare ancora, nello stesso modo.
Tra l'altro è curioso che per spiegare le intenzioni della Nostra Amministrazione si usi il termine "spalmare" il fenomeno, termine che fa bene il pajo con "diluire" la prostituzione usato dal Comune nell'occasione dell'istituzione della ZTL al Pescarotto.
Son termini che non fanno balzare alla mente l'immagine di una lotta, di una battaglia; anzi fanno pensare più a rassegnazione, al "mal comune mezzo gaudio": ognuno se ne prende un po' del "fenomeno" e nessuno se ne lamenti più.
Qui al Pescarotto sono mesi che si parla di riqualificazione, ma prima di qualsiasi cosa, se mai qualcos'altro verrà, ci han chiuso dentro, limitandoci nella libertà di ricevere visite, mentre gli spacciatori si muovono tranquilli, da soli o in gruppo, diffondendo insicurezza.
Anche tra i sostenitori più accaniti della ZTL sembra serpeggiare un certo disorientamento; han chiuso il Pescarotto per salvarci e ora che chiudono via Anelli si trovano invasi dal malaffare (c'e' pure chi si e' accorto solo ora, meglio tardi che mai, che si spaccia nei giardini vicino via Tonzig) e non san più che altro fare, quella era la loro soluzione e ora? Le Ronde armate? Proporranno di chiudere anche gli altri quartieri, prima dalla Fiera al Giotto. Poi tutta la Stanga, Mortise, il Portello… e poi? il coprifuoco in tutta la città?
Spero che l'Amministrazione non pensi davvero di istituire tanti "ghetti" quanti sono i rioni di Padova credendo poi di poter sbandierare un rinato Ordine nella città.
In mezzo a questo cancan ci sono anche fantasiose (ingenue?) soluzioni, articolate in diversi punti, 7 almeno, certamente ispirate da nobili intenti e portate avanti in buona fede, che però disorientano, spostano l'attenzione su altri piani e di cui, per molte di queste, si può facilmente dubitare degli esiti. Bisogna smetterla con le pezze, è ora di affrontare con calma ma in modo incisivo una situazione che, in mia opinione, sta sfuggendo di mano.

martedì 15 gennaio 2008

Pescarotto 35 _ siamo alla frutta

dopo una colpevole assenza (per quanto inosservata) riprendo con un articolo del Gazzettino nazionale (non piu' locale, ahime') del 15/01/2008

Residenti infuriati perchè non sono state ancora attuate le misure di sicurezza promesse a ottobre dal Comune: «Siamo stanchi e arrabbiati»
"Guerra delle arance" contro lucciole e spacciatori
A Padova nel Bronx di via Manara gli inquilini esasperati reagiscono al caos notturno con lanci di agrumi da terrazze e balconi
Padova

NOSTRO SERVIZIO

Adesso via Luciano Manara è proprio arrivata alla frutta. E non è semplicemente una metafora, ma la realtà. Esasperati dalle continue notti bianche che debbono trascorrere a causa dell'incessante passaggio notturno dei clienti delle prostitute che esercitano nei mini appartamenti nei civici 37 e 39, e dagli schiamazzi degli extracomunitari, alcuni residenti della martoriata strada della Stanga sono passati alla vie di fatto. E così dai balconi nella notte tra sabato e domenica, sono piovute arance a raffica. Proprio come se il cortile di via Manara per una notte si fosse trasformato in una piccola Ivrea, dove però la "guerra delle arance" è un evento folcloristico e non l'ennesima dimostrazione di indignazione degli abitanti verso una situazione sempre più insostenibile. Via Manara come o peggio di via Anelli, perchè è proprio da via Anelli che la malavita si è trasferita dopo la costruzione del muro.

«La notte qui è una cosa incredibile - spiega sconsolata la signora Adriana, mentre sta entrando nel suo condominio che confina con quelli maggiormente degradati - In questo posto non c'è più ritegno. Siamo alla fase primordiale, è inconcepibile. E non aiuta nemmeno il fatto di essere in inverno perché il rumore, la confusione, le urla e il traffico notturno penetrano oltre le finestre. Oltre qualsiasi barriera. Un incubo».

In strada, che ieri mattina era ancora cosparsa dalla bucce e dagli spicchi delle arance e dei mandarini scagliati dai poggioli, scende anche la "Gisa", voce di quel comitato Manara che da mesi sta combattendo per riportare nella strada almeno una condizione di civile convivenza tra chi abita all'interno dei palazzi "a luci rosse" e gli altri residenti.

«Sabato notte - attacca decisa la pasionaria presidentessa del comitato - sembrava di essere in un villaggio dell'Africa nera. Una cosa mai vista. C'era anche chi suonava i tamburi. Hanno smesso alle sei della mattina. Saranno stati in cinquanta. E allora qualcuno evidentemente non ci ha più visto e ha pensato di reagire alla sua maniera: lanciando le arance».

«La cosa potrebbe anche sembrare divertente se la situazione non fosse così triste - prosegue la "Gisa" - I destinatari delle arance hanno anche raccolto gli agrumi e se li sono mangiati. Pazzesco. Credo nessuno qui avesse mai assistito a una scena del genere. Evidentemente, è vero, siamo proprio arrivati alla frutta. Non c'è altro da aggiungere, se non che siamo stanchi e arrabbiati, soprattutto perché il tempo scorre e qui non cambia nulla. Mai. Parole e promesse, ma fatti ancora pochi, per non dire niente».

La portavoce del comitato Manara si riferisce alle misure di uno speciale "pacchetto sicurezza" che l'amministrazione comunale, assieme con il quartiere, ha predisposto per blindare la strada e per isolare i due condomini ai civici 37 e 39 dal resto degli altri palazzi. Provvedimenti ad hoc promessi a metà ottobre, ma che non sono però ancora stati realizzati. Tra questi: un muretto alto circa un metro con una rete "orso grill" per chiudere la strada al passaggio dei clienti delle lucciole e alle staffette della droga, maghrebine, organizzate dai pusher nigeriani; un cancello automatico con passo carraio gestito esclusivamente dai condomini dei civici 37 e 39 e ancora una lunga rete metallica che isoli il retro dei due palazzi dall'adiacente via Grassi, dove le prostitute sono solite fermare gli automobilisti per poi accompagnarli nei loro mini appartamenti.

Attualmente i lavori sono in stand-by in attesa della riunione condominiale in cui i proprietari degli alloggi degli interni 37 e 39 dovrebbero approvare i cambiamenti prospettati dal Comune, facendosi carico della gestione del cortile che diverrebbe così una proprietà data loro in uso al termine dell'"operazione sicurezza". Nel cortile è prevista anche l'installazione di una telecamera e il potenziamento dell'illuminazione. «Noi rimaniamo in fiduciosa attesa - commenta uno dei residenti di via Manara - sperando che prima o poi qualcosa si muova davvero».

Intanto lo scorso fine settimana, proprio prima della "battaglia delle arance" notturna, nei due condomini 37 e 39 c'è stata una riunione, a ranghi ristretti, di alcuni residenti a cui hanno partecipato anche dei rappresentanti dell'assessore comunale alla Casa e all'immigrazione, Daniela Ruffini, due mediatori culturali e una psicologa. Motivo? Top secret. E allora gli altri residenti di via Manara commentano mettendo già le mani avanti. «Che non si stia cercando di cambiare le carte in tavola, perché allora non ci stiamo più» si affrettano a ribadire. «Servono forse uno psicologo o un facilitatore culturale per spiegare a certe persone che non debbono urlare o prendersi a botte o suonare o fare della via un'autostrada alle due o alle tre della mattina? Non vorremmo che qualcuno volesse modificare il "pacchetto sicurezza" già previsto. Sarebbe un errore imperdonabile e contro il quale ci batteremmo con tutte le nostre forze».

Il coordinatore dei comitati per la sicurezza della Stanga, Paolo Manfrin, che può vantare la campale battaglia combattuta per chiudere il complesso Serenissima di via Anelli aggiunge: «La "guerra delle arance" è una piccola sommossa popolare. La gente è sfinita e non sa più come fare, che strumenti usare. Sottovalutare ancora questo profondo malessere sarebbe tragico».

Matteo Bernardini