martedì 26 maggio 2009

zanonato alla ribalta

un'altra occasione persa per zanonato di stare zitta, qualche punto di preferrenza in piu' per Marin, che, quantomeno, appare come una persona educata.
Altre due uscite cosi' e magari anche i gironali che stan censurando abilmente ed ipocritamente questo scivolone, fosse il primo, di zanonato dovranno darne atto.
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Padova. Zanonato-show al dibattito
Domanda sgradita, insulti al Gazzettino

Confronto elettorale, al sindaco cedono i nervi e volano offese
«Servo» e «leccaculo» al direttore: imbarazzo tra il pubblico

di Ario Gervasutti
PADOVA (26 maggio) A volte non sono sufficienti trent’anni di politica per riuscire a mantenere il controllo dei nervi. Ieri è capitato - non è la prima volta - a Flavio Zanonato.
È avvenuto in una sede come quella di Confindustria, al termine di un dibattito sobrio con gli altri candidati Covi, Marin e Terranova incalzati dalle domande dei direttori del Gazzettino, Roberto Papetti, del Mattino, Omar Monestier e del Corriere del Veneto, Ugo Savoia: il sindaco uscente ha perso la testa e ha dato vita a uno show che se avesse visto come protagonista - per dire - un Silvio Berlusconi, sarebbe venuto giù il mondo.

Il nervosismo di Zanonato ha visto una prima impennata quando l’unico applauso di una platea per il resto attentamente silenziosa è scattato a conclusione di un intervento di Marco Marin che denunciava i milioni persi dal Comune nella vicenda Lehman Brothers. «Allora ricordiamo anche che c’era chi sosteneva Fiorani nella scalata all’Antonveneta», ha replicato il sindaco riferendosi ad esponenti del centrodestra. Il direttore del Gazzettino, al quale toccava il turno di porre una domanda, ha invitato tutti e quattro i candidati a rispondere nel merito dei quesiti poiché fino a quel momento più che del futuro di Padova si era discusso del passato: «Altrimenti - ha chiosato Papetti - sulle vicende bancarie si dovrebbero ricordare anche le telefonate di chi si congratulava (era Fassino, ndr) con Consorte dicendo "allora, abbiamo una banca"».

Seconda impennata del nervosismo di Zanonato: «Non rispondo a Papetti, maestrino di cerimonia che vuole decidere a cosa dobbiamo o non dobbiamo rispondere». «È il mio compito quello di porre domande - ha replicato il direttore del Gazzettino - e se vogliamo dirla tutta questa è anche l’unica occasione per farlo dal momento che lei non ha accettato di farsi intervistare dal nostro giornale». «Non è vero», è stata la replica di Zanonato. Bugia. «Vuol negare - lo ha incalzato a quel punto Papetti - che ha preteso di conoscere le domande in anticipo e per iscritto, e ha preteso anche di decidere il nome del giornalista che avrebbe dovuto intervistarla? E di fronte al rifiuto ha negato l’intervista, ignorando anche una successiva offerta di un forum in redazione?». Silenzio imbarazzato del sindaco, e mormorìo in sala.

Consapevole del passo falso, Zanonato ha cominciato a caricare la molla del suo ben noto carattere. Avrebbe potuto rovesciare la frittata sui suoi avversari, dicendo magari che sono loro a occuparsi del passato invece di fare proposte per il futuro. Invece no: lo Zanonato furioso ha dapprima cominciato a sibilare sottovoce nei confronti di Papetti frasi come «dovrebbero cacciarti, ti devono licenziare». Poi, al termine del dibattito con decine di persone intorno che si avviavano all’uscita, si è lasciato andare a uno show che la dice lunga sulla sua idea dei rapporti con i giornali. «Sei un servo - è l’esordio gridato nei confronti del direttore del Gazzettino - sei un leccaculo. Fai un giornale al servizio di chi comanda e per questo perdi copie. Cambi perfino i titoli degli articoli, lo dicono i tuoi stessi giornalisti. Dovrebbero cacciarti».

Inutili i tentativi di Papetti di fargli prendere coscienza di ciò che stava dicendo: «Ma come ti permetti? Guarda che fare i titoli è un compito di ogni direttore. Ti rendi conto di quel che dici?».
Niente, lo Zanonato furioso ha rincarato la dose. «Perché, sennò cosa mi fai? Dovrebbero licenziarti, servo». Papetti ha chiuso l’imbarazzante (per le decine di persone che vi hanno assistito) show di Zanonato con un’osservazione a quel punto inevitabile: «Temo che tu non abbia la serenità per poter fare l’amministratore».

Sulla piazzetta davanti al centro congressi della Camera di commercio, i commenti alla sparata di Zanonato si sono incrociati con lo sconcerto degli altri candidati Covi, Marin e Terranova che all’unisono hanno deplorato «l’incredibile protervia nei confronti della stampa, a prescindere dall’opinione politica e dal giudizio su questo o quel giornale. Forse è abituato a scegliersi l’intervistatore e a concordare le domande e i titoli».

Gli stessi compagni di partito del sindaco uscente, preoccupati per la figuraccia, hanno cercato a più riprese di mediare nei confronti sia di Papetti che di altri giornalisti del Gazzettino. Provando sia la strada della comprensione («lo conoscete, è fatto così, è stanco») sia quella del rimescolamento di carte («è stato provocato con quella battuta su Consorte»).

La scansione temporale e il testuale registrato dello scambio di battute è però quello riportato in questo articolo. Resta una considerazione: "Le contraddizioni del potere e le domande che ne nascono sono lo spazio proprio del giornalismo". Sono parole scritte una settimana fa da Ezio Mauro, su Repubblica e non sul Gazzettino. Si riferiva a Berlusconi, non a Zanonato. O forse no?

2 commenti:

Giacomo ha detto...

Ma non ho capito, la fonte che lei cita in un litigio tra il direttore del gazzettino e un politico è... Il gazzettino stesso? Mi sembra un po' superficiale, non trova?

Andrea ha detto...

direi che avrebbe ragione se non fosse che sul web altri resoconti della serata non ne ho trovati.
Ora Lei potrebbe obiettare che se non ne ho trovati allora dovrei pensare che il tutto non sia mai accaduto.
Certo, ma per quel che ho seguito il sindaco muratore, l'atteggiamento descritto nel Gazzettino e' proprio quello che mi aspetterei da zanonato.
Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno echi di questo episodio