mercoledì 15 luglio 2009

ma va?

«Qualcuno ha tradito Marco Marin»

ma va?
e se ne sono accorti ora? e' gia' tanto che ancora non se ne siano liberati.
Alla fine aver portato zanonato ad un serrato ballottaggio e' stato un successo personale di Marin, non certo della coalizione, sono state le strette di mano, gli incontri pubblici, la frenetica onnipresenza del candidato che l'han fatto conoscere, e per molti versi, apprezzare, molto piu' che il fiacco sostegno dei partiti.
un "successo" che ora lo rende ingombrante e chi voleva cancellarlo con un tratto di penna se lo trova sulla via.
non so se sia un bene o un male, sicuramente marin ha dimostrato doti di combattente che pochi gli avrebbero attribuito prima delle elezioni, un sostegno piu' convinto, ne sono certo, lo avrebbe fatto diventare sindaco, ma tant'e', i giochi ormai, son fatti.

dal Gazzettino di Padova

«Qualcuno ha tradito Marco Marin»
Rocco Bordin accusa le "correnti" sul voto per la vicepresidenza
Mercoledì 15 Luglio 2009,
(M.G.) Il momento al centro S.Gaetano l’altra sera, è stato imbarazzante. Quando si è trattato di votare due membri per la vicepresidenza del Consiglio, uno dei quali può essere indicato dalla minoranza, il centrodestra ha sbandato paurosamente. Nel senso che il consigliere Alberto Salmaso, fedelissimo di Padrin, ha proposto Giampiero Avruscio, sostenuto dal padriniano neoconsigliere Cruciato e dallo stesso Avruscio, d’identica fede. Li hanno seguiti quelli della Lega, Mazzetto e Littamé, e i consiglieri vicini a Saia, Stefano Grigoletto, e Antonio Foresta (ex Udc nel gruppo dei "ribelli" del Pdl). A completare il quadro due su tre dei consiglieri della civica di Marco Marin, Gregorio Cavalla e Vittorio Aliprandi. Sarebbe niente se, sulla stessa votazione, l’ispiratore della Civica che li ha portati in Consiglio, Marco Marin, non si fosse astenuto, così come il più votato del Pdl, Rocco Bordin e il secondo, Massimo Giorgetti, con Matteo Cavatton (quota Ascierto) che non ha partecipato al voto.
Il Pdl è apparso così subito spaccato e la prova la si è avuta alla fine della serata quando Salmaso ha presentato alla presidenza del Consiglio le firme di cinque consiglieri: la sua, quella di Avruscio, Foresta, Cruciato e Grigoletto che bastavano per proporlo (5 a 4) come capogruppo in consiglio comunale.
Mercoledì 15 Luglio 2009, Quello che è successo l’altra sera in Consiglio va dritto al cuore di una vicenda che prima o poi il Pdl dovrà chiarirsi. Ovvero: perché ha perso Marco Marin. La risposta è una sola: nel Pdl vivono ancora troppe anime senza che nessuna prevalga sull’altra in modo da garantire una stabilità di potere. L’irrompere di Marin sulla scena ha preoccupato qualcuno, alimentato l’invidia di altri e portato poca acqua al mulino. Ma in politica c’è un prima e un dopo. E a elezioni perse volano i coltelli e si mettono in discussione le leadership...
Dice Rocco Bordin: «Qualcuno ha tradito Marco Marin. Una parte del centrodestra ha dimostrato di ragionare ancora col vecchio metodo delle correnti e non come partito. Come si può rifiutare la candidatura della Ruffini a presidente del Consiglio e poi accettare di condividerla votando con la sinistra un nostro vicepresidente? La coerenza politica avrebbe voluto che noi ne fossimo stati fuori del tutto. La mossa di Saia-Padrin significa che una parte dell’opposizione è d’accordo sulla Ruffini, quando doveva rifiutarla. Poi se il consigliere Alberto Salmaso senza dire niente a nessuno presenta cinque firme su nove con cui diventa capogruppo significa come queste due correnti non hanno il coraggio di ragionare come partito. Infatti non sono mai venuti alle convocazioni del coordinatore Ascierto per decidere sul capogruppo. Per quanto riguarda Saia poi mi domando se la coerenza sia un optional. Fino alla settimana scorsa indicava in Marin il capogruppo, adesso ha votato quello di Padrin. Mi sa che ho capito perché abbiamo perso le elezioni».
«Ma non finirà qui - continua - Non si può eludere la forza politica del candidato sindaco e quelle dei due consiglieri più votati io e Giorgetti, per una poltrona che non conta niente. Le leadership vengono dalla legittimazione del voto che stipula una gratuatoria meritocratica e non dai numeretti che si sommano nei corridoi. L’azione di compravendita sui due consiglieri della civica di Marin poi, mi è sembra ancora più squallida. Anche da parte loro, voglio dire. Invece di ringraziare chi li ha portati in Consiglio comunale, Aliprandi e Cavalla hanno appoggiato una scelta che non era condivisa dal loro leader. A questo punto, scelgano di andare nel gruppo misto. Lo facciano, abbiano almeno questa decenza». Coerenza vorrebbe che chi si è fatto scudo del lavoro di cinque anni di qualcun altro ed ha vinto alla lotteria salendo su un autobus importante che lo ha portato in consiglio con poco più di cento voti, prendesse le sue decisioni.
Alberto Salmaso replica con pacatezza: «Io credo che abbiano sbagliato i miei colleghi del Pdl a non votare uno di loro, Avruscio, come vicepresidente. È la sola carica che conta per la minoranza, ovvero entrare nell’Ufficio di presidenza, essere presenti nella conferenza dei capigruppo e votare l’ordine del giorno. Chi non l’ha votato ha perso un’occasione per dare compattezza all’opposizione. Anzi debbo dire che sul nome di Avruscio abbiamo compattato tutta la minoranza, Lega compresa. Questo è un segnale di cui tutti dovrebbero tener conto. Per quanto mi riguarda noi siamo aperti a tutti i consiglieri che vogliono lavorare insieme».
Mauro Giacon

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