domenica 12 luglio 2009

ma davvero gli han creduto?

primi malumori per lo zano 4.
Ma davvero c'e' chi ha creduto una pariola della campagna del gioviale sindaco?
e adesso altri 5 anni di inascolto, arroganza, maleducazione.
e c'e' gente che gli ha fatto al campagna elettorale e oggi si aspettava riconoscenza, facile ora dire: te l'avevo detto.
ma non si cava sangue dalle rape.
cmq, ahime, questa e' la situazione, un ritorno al pasato in tutto e per tutto, metodi, acce, obiettivi, l'amministrazione del potere fine a se' stesso, la conservazione dei voti e del posto le finalita' dello zano, l'unica cosa buona sicura e' chge fra 5 anni si sara' tolto dagli zebedei, purtroppo 5 anni son lunghi, ancor piu' lunghi con zanonato a tronfieggiare sullo scranno.
ma cosa pensavano i padovani nell'urna?

dal Gazzettino di Padova
Qualche malumore attorno ai dodici di Flavio IV
Manfrin: «Quel posto in più in giunta non rientrava nei patti, che Zanonato ha disatteso». Deluso anche Sirone

Domenica 12 Luglio 2009,
Nuova giunta, il giorno dopo, tra uffici e pratiche con cui prendere confidenza e reazioni politiche.
Il patto
Tra gli alleati il “Patto per la giunta” era, o almeno avrebbe dovuto essere, chiaro: si chiude a dieci assessori e possono ambire ad entrare nell’esecutivo di Palazzo Moroni solo i rappresentanti delle liste che hanno portato almeno un esponente nel Consiglio di Palazzo Moroni. Quindi porte chiuse per i Socialisti finiti allo 0,76 per cento con 859 voti, per InnovaAzione, la lista civica di Luisa Boldrin, 0,56 per cento e 638 voti, infine per Padova nel Cuore, di Paolo Manfrin: 0,40 per cento e 458 voti. Invece poi qualcosa è cambiato. E gli assessori da dieci sono passati a dodici comprendendo anche Luisa Boldrin che però in Consiglio comunale, dato l’esito delle urne, non sarebbe nemmeno entrata.
I delusi
Due su tutti: l’ex assessore al Bilancio, il Socialista Gaetano Sirone, e il fondatore del comitato Stanga, Paolo Manfrin. «Solo quattro giorni fa – ricorda Manfrin -, durante l’ultima riunione avuta con il sindaco, ci era stato ribadito il rispetto del “Patto di giunta”. Invece ci siamo ritrovati, a sorpresa, il nome di Luisa Boldrin e l’allargamento a dodici. Ecco, diciamo che di tutto questo siamo francamente stupiti. E chiediamo: a che titolo è ri-entrata la signora Boldrin? E perché lei e non uno di noi, oppure un socialista?». I Socialisti, appunto, che si sono risvegliati non meno stupiti della civica dei comitati. «Durante tutta la campagna elettorale al centro è stata posta la coalizione – spiega Gaetano Sirone – Poi però i calcoli sono stati altri. E con tutto il rispetto per Luisa Boldrin o per Paolo Manfrin, credo avremmo meritato un diverso riconoscimento considerato il ruolo e il lavoro svolto, come partito, in questi cinque anni. Sono davvero rattristato».
Le donne del Pd
A nulla sono valsi gli appelli e le lettere girate anche via web in questi giorni per chiedere al sindaco una rappresentanza rosa democratica all’interno della sua giunta. Che ha sì tre esponenti femminili, ma nessuna del Pd. Silvia Clai è dell’Italia dei Valori, Luisa Boldrin espressione della sua civica, e Marta Dalla Vecchia di quella Padova con Zanonato che ha raccolto il 5,3 per cento.
I nuovi uffici
Ieri, in segreteria a Palazzo Moroni, c’è stata la prima riunione “tecnica” tra i nuovi assessori per assegnare la re-distribuzione degli uffici.
In vista del Consiglio
Terminate le “turbolenze” legate alla composizione della giunta sembra il cielo sul centrosinistra non sia però ancora del tutto sereno. Resta in piedi infatti la questione legata alla Presidenza del Consiglio comunale. La maggioranza voterà compatta il nome di Daniela Ruffini? Sibillina la risposta che arriva dall’Italia dei Valori: «Ci stiamo ragionando. Valuteremo».
Matteo Bernardini

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