sabato 7 novembre 2009

dalle lettere al Gazzettino

leggo e inoltro

CITTADINI
VOCE NEL DESERTO
Padova è una città particolare, governata negli ultimi cinque anni in modo particolare ed anche curioso con lo spartiacque di via Anelli/Bronx (prima, durante e dopo). Prima che esistesse l’insediamento di via Anelli con tutto il suo materiale multietnico, la città di Padova era una realtà cosiddetta normale. Durante la presenza di via Anelli, i problemi di coesistenza con la realtà locale sono sorti e si sono riprodotti in modo esponenziale rispetto ad una presenza cospicua e crescente di extracomunitari irregolari, dediti ad attività non propriamente lecite. Dopo la chiusura di via Anelli, non certamente voluta dall’attuale Amministrazione che viceversa l’aveva creata, le cose sono addirittura peggiorate, in quanto è risultato problematico controllare le centinaia di extracomunitari spalmati sul territorio cittadino.
In queste varie condizioni, l’attuale sindaco cos’ha fatto? Non ha adeguatamente potenziato, come promesso, i controlli sul territorio dislocati nei singoli Quartieri, istituendo dei Comandi/stazione fissi per ogni singola circoscrizione cittadina con almeno venti vigili da anni sbandierati.
È quindi evidente, che l’Amministrazione comunale non è stata in grado né di controllare durante l’esistenza di via Anelli, nè tantomeno disciplinare - dopo la chiusura - l’esodo dal famoso bronx, con chiare responsabilità almeno organizzative per prevenire inevitabili conseguenze criminose sul territorio pagate dai cittadini, i quali malgrado i continui richiami di aiuto e di intervento, sono stati a dir poco ignorati se non sbeffeggiati. Però qualche mese fa, il sindaco ha pensato bene di far partecipare gli ufficiali ed i responsabili della Polizia Municipale di Padova, ad un corso di autostima e di leadership per consentire di acquisire capacità di gestione degli agenti. Tale corso di formazione è costato circa 70.000 euro necessari anche per le spese di partecipazione degli addetti che tra le prove si sono dovuti esibire, così sembra, nelle piazze di Milano in ciabatte a chiedere l’elemosina o qualche aiuto commestibile. È come minimo curioso che per conoscere la vita in strada e le sue problematiche abbiano dovuti recarsi a Milano. Forse a Padova non era possibile anche durante lo svolgimento del proprio servizio?
Oltretutto, con quei 70.000 euro era possibile acquistare strumenti ed attrezzature continuamente richieste ed utili per affrontare adeguatamente la dilagante situazione di insicurezza a Padova. A fronte di ciò, ritengo assolutamente necessario intervenire sulla nostra Polizia Municipale dotando il Corpo in modo cospicuo di uomini, mezzi e strumenti e si spera anche in una migliore organizzazione.
Giuseppe Cagnin

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