lunedì 23 novembre 2009

formazione (???) dei vigili (2)

altro che corsi di mendicante a milano strapagati dal comune, quei soldi spesi cosi' "oculatamente" forse potevano essereinvestiti in formazione VERA, autodifesa magari, per i vigili e poi mettere gli stessi vigili formati a presidiare certezone CALDE.
invece no, il vigile, da buon dipende pubblico, cerca di fare il meno possibile e ottenere il massimo, quindi multe a raffica quando ci son le fiere, ma poi gli altri 355 giorni dell'anno nel mio quartiere, proprio dietro al fiera, le macchine possono percorrere le strade contromano, ingombrare passi carrai o parcheggiarsi sugli incroci, per non parlar dei ragazzi che spacciano tranquilli agli angoli delle strade.
Grazie sindaco sceriffo muratore.

LA SICUREZZA E L’ILLUSIONEDELL’EMERGENZA
La sicurezza è o no un’emergenza? Sembrerebbe di no, dal momento che quando un problema viene soffocato da un’alluvione di parole e usato come un’arma politica significa che non è urgente: se lo fosse, non si perderebbe tempo in chiacchiere. Eppure le cronache registrano ogni giorno vicende che hanno a che fare con la sicurezza, e che in alcuni casi hanno contorni surreali.
Prendiamo ad esempio ciò che è accaduto questa settimana nei dintorni della stazione ferroviaria di Padova: un nigeriano è stato arrestato martedì mentre spacciava droga, e quattro giorni dopo era di nuovo al suo posto di "lavoro", come se niente fosse. Un poliziotto gli si è avvicinato per rimettergli le manette e lo spacciatore ha reagito riempiendolo di botte al punto da mandarlo all’ospedale, spalleggiato da un gruppo di sodali che hanno tentato di liberarlo: tentativo vanificato dall’arrivo di rinforzi di Polizia.
È normale tutto ciò? È una situazione alla quale dobbiamo fare il callo? Attenzione: non stiamo parlando della presenza dello spacciatore. I delinquenti ci sono sempre stati, e ci saranno in futuro. No, stiamo parlando del fatto che un farabutto matricolato ha la consapevolezza della sostanziale impunità, e si fa forte di questo. Non si spiega altrimenti il fatto che quattro giorni dopo l’arresto fosse tranquillamente di nuovo al suo posto di spaccio.
E di chi è la responsabilità? Dei sindaci che con frettolosa presunzione battezziamo "sceriffi" ma che al massimo possono organizzare pattuglie di vigili urbani che poi finiscono per concentrarsi più sulle auto in divieto di sosta?
Si è speso un anno per discutere e litigare sulle ronde. Risultato: le ronde di fatto non esistono, e anche se esistessero non potrebbero far fronte a situazioni come quella della stazione di Padova. Sia chi le ha proposte, sia chi le ha avversate ha investito il tempo in discussioni, alla prova dei fatti, inutili. Come se la sicurezza non fosse, appunto, un’emergenza. Sarebbe stato più produttivo discutere su come mettere la giustizia nell’impossibilità di concedere la libertà a uno spacciatore dopo tre giorni. Ma a quel punto, addio emergenza e titoli sui giornali.
Ario Gervasutti

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