domenica 13 settembre 2009

ponti d'oro ma difettati

sorprendente, ma pensandoci bene, neanche troppo

da gazzettino.it

Domenica 13 Settembre 2009, È l’inaugurazione di un innovativo e rivoluzionario sistema di costruzione dei viadotti urbani, o semplicemente la naturale conclusione di un progetto che ha richiesto numerose varianti in corso d’opera e la dilatazione dei tempi di consegna dei lavori? È una parte del ponte che poi verrà completata, magari con materiali di ultima generazione nella realizzazione dei cavalcaferrovia a rampe incrociate, oppure è un errore bell’e buono a cui si è cercato di rimediare alla meno peggio guardando alla sostanza e consentendo comunque il "bacio" tra le due rampe altrimenti non collimanti? Ad osservare con attenzione il particolare del cavalcavia Sarpi-Dalmazia che riportiamo qui sopra e accanto, le domande, come avrebbe detto qualcuno, sorgono spontanee. Come se una signora, per l’esclusiva cena di gala alla quale è invitata, dopo avere dedicato tempo e impegno nello scegliere il vestito più bello, uscisse da una boutique di Armani e usasse per sostenere l’abito una cintura taroccata.
Ecco, la sensazione che si ha osservando i quattro tiranti in ferro che portano una rampa del Sarpi-Dalmazia ad arrivare a combaciare con l’altra è un po’ questa. Un’impressione che ci è stata confermata anche da alcuni ingegneri e architetti che abbiamo interpellato mostrando loro le foto scattate dal Candid Camera. La percezione, anche per tutti loro, è che senza quei quattro paletti in ferro che spuntano dalla base del piccolo parallelepipedo in calcestruzzo le rampe del cavalcavia non sarebbero state in asse.
Ma la soluzione lascia in tutti gli esperti da noi ascoltati qualche perplessità. Nessuno di loro infatti, prima d’ora, aveva mai visto un sistema simile per sostenere le rampe di un ponte. E allora le possibilità sono tre: o siamo in presenza di una nuova tecnica per la realizzazione dei cavalcafferovia, o il lavoro deve essere ancora completato in attesa di nuovi materiali, oppure il calcolo per far combaciare le rampe è stato sbagliato. E il cavalcavia, senza la "toppa", non sarebbe stato in linea.
Se quella dell’errore fosse l’ipotesi giusta, la preoccupazione non sarebbe certo per l’aspetto estetico dell’opera, che forse passerebbe tra l’altro inosservato e comunque privo di grande interesse; l’irritazione sarebbe invece quella di pensare ai soldi che sono stati messi a bilancio dall’amministrazione comunale per la realizzazione del cavalcaferrovia: oltre 20 milioni di euro, con le imprese che stanno svolgendo i lavori che nel corso del tempo hanno avanzato riserve, per altro ritenute "ammissibili e fondate" dal responsabile del procedimento per oltre 23 milioni di euro.
Solo qualche settimana fa Il Gazzettino aveva rivelato che nel progetto per la realizzazione del "Ponte Verde" che andrà a collegare la Fiera con l’Arcella non era stata prevista la terra, 67mila metri cubi, sulla quale far appoggiare le rampe del viadotto. Nel caso del Sarpi-Dalmazia invece, salvo verifiche contrarie, le rampe rischiavano persino di non incrociarsi. Ma forse è solo un’illusione ottica. Forse.
Matteo Bernardini

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