sabato 28 febbraio 2009

altro giro altra corsa

cambiano le persone ma gli idioti ci son sempre.
A pagina 3 del Gazzettino di Padova l'articolo che segue e, per chi vuole, un'incredibile dichiarazione del comitato STanga

Sabato 28 Febbraio 2009, Ore 20.30, dall’atrio della stazione ferroviaria scatta la lunga sera della sicurezza. I primi a scendere in strada per il loro presidio sono i militanti della Lega Nord. E sono subito scintille. In quindici, indossando le pettorine catarifrangenti di "Veneto Sicuro", i leghisti si dirigono verso i binari e quando sbucano dall’uscita sul retro della stazione in via D’Avanzo si trovano di fronte alcuni no global che distribuiscono the caldo e coperte ai senza tetto durante la loro "Operazione-Siberia". Tra i due gruppi volano insulti e qualche schiaffo. La situazione non degenera solo grazie all’intervento degli uomini della Celere che dividono i rondisti dai pedrini.
«I no global - dice uno dei volontari di "Veneto Sicuro" - cercavano lo scontro. Avevo le mani in tasca e uno di loro mi ha preso a schiaffi. Fortunatamente non ho reagito e la polizia è arrivata immediatamente, altrimenti sarebbero stati problemi».
Tra i militanti del Carroccio ci sono anche il segretario cittadino, Leandro Comacchio e il consigliere comunale, Mariella Mazzetto.
«Mi hanno insultata - racconta Mariella Mazzetto - e chiesto dove avessi il maiale. Sono persone che non hanno nulla da dire, alla disperata ricerca di visibilità. Come l’assessore Ruffini che la settimana scorsa ha fatto la "rondinella rossa"».
Pronta la replica del leader del centro Pedro, Max Gallob: «A differenza dei razzisti noi stavamo facendo vero volontariato per le persone in difficoltà. Così come avviene da cinque anni nella nostra "Operazione Siberia"».
«Quando in via D’Avanzo - continua Gallob - abbiamo visto la polizia schierata in forze pensavamo a un blitz. Poi invece abbiamo riconosciuto Mariella Mazzetto. Loro hanno offeso i migranti. E noi abbiamo replicato. Sì, anche con qualche ceffone. Se lo meritavano». E dopo il momento di tensione la mini-ronda leghista riparte, seguita da quella della Polizia che li circondava e proteggeva per evitare altri contatti.
Intanto alle 21, nel rione Pescarotto, all’incrocio tra via Tonzig e via Confalonieri, i rondisti del comitato di quartiere, guidati da Denis Menegazzo, cominciano la loro settimanale passeggiata di monitoraggio. Sono circa una trentina. Gilet catarifrangente, pila e telefonino. Cominciano a passeggiare lungo via Confalonieri, verso i civici 15 A e B della strada, che più volte sono stati visitati dalle forze dell’ordine durante i loro blitz anti-droga.
Al fianco dei residenti-rondisti ci sono anche tre esponenti di Alleanza nazionale, gli unici politici presenti: Raffaele e Gabriele Zanon, consiglieri regionale e comunale, e Gabriele Bernardi, consigliere del Quartiere5.
«Come ogni venerdì sera - ripete Denis Menegazzo - siamo qui, lungo le nostre strade a presidiare un quartiere che soffre ancora tanto». Poi sull’"incontro" tra pedrini e leghisti avvenuto in stazione, Menegazzo aggiunge: «Quello che è accaduto va condannato senza mezzi termini. E i signori dell’estrema sinistra hanno fatto capire una volta in più che la sicurezza non è un bene che appartiene a loro».
«Sono sempre e solo alla ricerca di un attimo di visibilità - interviene Raffaele Zanon - Sanno solo aprire conflitti».
Ai rondisti, poco dopo le 22, davanti alla Fiera, si uniscono anche le fiaccole degli immigrati, un gruppo sparuto, partiti poco prima da via Venezia.
«Manifestiamo per ribadire con forza - dice Raluca, romena e mediatrice culturale - che immigrato non è sinonimo di delinquente».
Matteo Bernardini

giovedì 26 febbraio 2009

a grande richiesta

ripropongo sintetizzati i risultati del sondaggio sulla sicurezza del Gazzettino, 

malafede?

leggo, ancora dal Gazzettino, una lettera del pdq3.
ebbene, a parte, secondo me, dimostrarsi prolisso e vuoto, con la tendenza a mescolare un po' le carte, come sempre, il pdq rinforza il mio pensiero di considerarlo uomo di corta memoria e di facile cambio d'umore.
Tanto per chiarire a tutti, e rinfrescare la memoria al pdq, vorrei ricordare che in principio alle passeggiate del Pescarotto partecipavano tanti residenti che politicamente erano certamente a sinistra, e comunque molti che, ingenuamente, credevano nelle promesse del pdq, il quale pero' ha, a mia opinione, sempre mal sopportato le prese di posizione libere dei residenti, specie quando lo contraddicevano.
Invece di vantarsi per due lampioni e un marciapiede che venga piu' spesso in quartiere, e veda coi propri occhi, invece di farsi riferire da fonti interessate.

segue la lettera del pdq3
Giovedì 26 Febbraio 2009,
Quelle ronde
      sono in ritardo
      di qualche anno
      Premetto subito che ho sempre sostenuto e continuo a sostenere l’importanza della collaborazione dei cittadini con le istituzioni anche sul versante della sicurezza: in questi anni infatti i risultati migliori si sono ottenuti grazie alla collaborazione tra cittadini, comitati e Amministrazione.
      Va detto che le ronde con il codazzo di esponenti politici della Destra da una parte e la contro ronda dall’altra, che hanno animato venerdì scorso la serata al Pescarotto, si sono svolte in una zona che in questi anni ha fatto grandi passi in avanti in termini di riqualificazione, miglioramento urbano e riduzione della criminalità.
      Questi signori infatti, accompagnati da esponenti politici a loro seguito, hanno passeggiato in strade libere, che fino ad alcuni anni fa erano invece letteralmente invase dalla prostituzione; hanno passeggiato per strade risistemate, sotto una nuova e più potente illuminazione; hanno passeggiato scortati dagli occhi attenti delle telecamere per il video controllo installate nella zona; hanno passeggiato per il piazzale di via Anfossi, risistemato e messo a nuovo; hanno passeggiato e potuto vedere che i lavori di sistemazione dei giardini di via Tonzig proseguono per realizzare, dove prima c’era abbandono e degrado, una bella area verde per le famiglie.
      Tutto questo è stato possibile perché il Consiglio di Quartiere con l’aiuto di moltissimi cittadini che hanno voluto migliorare il proprio quartiere, hanno investito soldi, tempo e progetti, per dedicarsi ad una zona che aveva bisogno di attenzioni.
      Non capisco come mai le ronde con i politici della destra arrivino oggi e non qualche anno fa quando le strade del Pescarotto erano davvero il quartiere a luci rosse di Padova. Alcuni esponenti politici, come Menorello ad esempio, hanno ricoperto il ruolo di vicesindaco nella passata amministrazione di Destra: come mai invece di fare le ronde oggi, non si è impegnato per migliorare questa zona quando era vicesindaco? Bitonci: come mai viene a fare le ronde al Pescarotto e poi in Parlamento vota i tagli alle Forze dell’Ordine riducendo così il numero di poliziotti nel nostro quartiere? O vota provvedimenti come la vergognosa legge contro le intercettazioni che rende di fatto inutili le riprese delle telecamere che il Comune ha installato?
      Questi signori della Destra che vengono a far ronde quando la situazione è di fatto migliorata mi fanno pensare ad una passerella politica pre-elettorale, che coincide con l’emanazione del “decreto ronde” del Ministro Maroni più che con situazioni di degrado.
      Io alle passerelle preferisco i fatti e continuerò ad impegnarmi in tal senso per il Quartiere, perché la sicurezza è un diritto di tutti i cittadini, che pagano le tasse, e non possono quindi essere abbandonati a difendersi da soli perché il Governo continua a togliere soldi alle forze dell’ordine
      Andrea Micalizzi
      pres. Quartiere 3 Est

malafede o ignoranza?

leggo il titolo dlla prima pagine de Gazzettino di Padova
"Via crucis anti-ronde".
poi leggo l'articolo e mi chiedo: ma che avrebbe da contrapporsi alle passeggiate serali in quartiere questa via crucis?
alla fine lo scopo e' lo stesso, riappropiarsi del teritorio, la pacificità e' la stessa, molto porbabilmente anche le persone son le stesse, e allora? cos'e' ANTI?

l'articolo:
Giovedì 26 Febbraio 2009,
Verso il bene comune, che risponde a parole come: giustizia, cittadinanza, responsabilità, sensibilità, apertura al sociale, dialogo, legalità. È questo l’orientamento pastorale della Diocesi di Padova per il 2008-9. E in qualche parrocchia, dai consigli formati dai fedeli, sarebbe partita l’idea di “essere più vicini al territorio, ravvivandolo” attraverso la via crucis durante tutti i venerdì di Quaresima, proponendo il coinvolgimento delle famiglie che scenderebbero lungo le strade dei quartieri. Una risposta “sacra” alle ronde “profane” della politica? «Potrebbe essere un momento di aggregazione estremamente importante – risponde il presidente del Comitato Manara, Gisella Scanferla -, soprattutto nei rioni “difficili”. Se questo vuole essere il senso degli orientamenti lanciati dalla Diocesi per il 2008-9, credo abbiano colpito del segno».
      «Far scendere in strada le persone per un momento religioso – continua la “pasionaria” di via Manara che grazie alla sua battaglia è riuscita a riqualificare l’area – potrebbe rappresentare un deterrente contro la microcriminalità che continua ad insistere in determinati quartieri. Alla Stanga, almeno nel periodo quaresimale, la via crucis è servita a portare tante persone nelle vie che altrimenti di sera si evitano: da via Manara a via Maroncelli fino a via Anelli. Invito quindi tutte le parrocchie a seguire questo esempio».
      Alla Stanga la prima via crucis si terrà venerdì 6 marzo.
      «L’abbiamo sempre fatta – spiega don Pietro, il parroco del Pio X – Una volta abbiamo anche attraversato il complesso Serenissima. Quest’anno si è pensato di coinvolgere anche i bambini con le loro famiglie, ma questa decisione non è legata al fatto che il nostro possa essere considerato un quartiere “a rischio”».
      Sarà, ma la scelta religiosa piace specialmente ai residenti che nel quartiere da tempo stanno lottando contro il degrado e che non vogliono riconoscersi nel movimento rondista. «La posizione della Diocesi – interviene il presidente del Comitato Stanga, Paolo Manfrin – ci piace. E la via crucis può essere capace di avvicinare e legare le persone al territorio in cui vivono. Sono sicuramente un momento di grande visibilità che può racchiudere un duplice significato: avvicinarsi alla Chiesa e vivere le strade e gli angoli del rione in cui si abita».
      «Personalmente – conclude Paolo Manfrin – mi trovo totalmente favorevole a questa maniera di vivere il quartiere. Portare una parola di fede in luoghi “difficili” dove spesso le persone si trovano a dover vivere in condizioni disagiate può essere un bene per tutti».
      Matteo Bernardini

martedì 24 febbraio 2009

lettera a Radio24

buonasera,
ho ascoltato stamattina, 24 febbrajo,la balestra (tesa) e come ho
scritto al suo piu' snob collega Ferrara chi parla come la signora
all'80% non sa cio' che dice, al 10 fa una campagna demagogica e al
restante 10 viene detto di dire cosi' e tant'e'.
Io sto a Padova, vicino al primo dei muri del sindaco muratore che ci
ritroviamo e le ronde nascono come, e rimangono tuttora, passeggiate di
gente che nel mio quartiere ci abita, e assicuri pure, se ha occasione,
la balestra che vi han partecipato tutti, elettori alle primarie del PD
(anche se tra pochi mesi ci son le elezioni e il PD ha deciso di non
calvalcar la ronda), gente di AN, lega e gente che non ha prese di
posizione ideologiche ma semplicmetne abita qua e non vuole vedere
spacciatori sotto casa.
Si tranquillizzi la balestra e gli unitisti che se la prendono cosi' a
cuore per questa cosa (mentre magari passano sopra i centri sociali che
organizzano "educative" spinellate di piazza o lordano i muri del centro
citta' con esortazioni all'onda anormale, che loro tanto son bravi
ragazzi, si' ogni tanto picchiano qualcuno o cercano la rissa, danno
fuoco alle strade, si scontrano con la polizia, ma a fin di bene certo),
dicevo, si tranquillizzino questi spaventati antirondisti, che non ci
sono picchiatori fascisti in giro per il mio quartiere quando c'e' la
passeggiata serale, ma perlopiu' anziani che abitano qua da decenni e si
non riconoscono piu' il loro quartiere.
Se poi arrivano la ruffini (la consigliora comunista in comune) e le
controronde che tentano di arrivare allo scontro fisico con chi
passeggia allora tema la balestra, ma tema perche' lei si schiera con
loro, coi violenti.
Ma dove sta scritto che non ci si puo' trovare tra vicni e passeggiare
per il quartiere? e se per caso si nota qualcosa di strano si chiamerà
la polizia o i carabinieri, meglio evitare i vigili, e ci penseranno loro.
saluti,

lunedì 23 febbraio 2009

sempre a proposito di padova città sicura

anche recentemente carrai disse che Padova e' sicura, che il centro e' tranquillo.
sara' che i vigili son tutti dietro e intorno a lui e non riesce a vedere le piazze.
dal Gazzettino di padova del 23 febbrajo

Un diciassettenne romeno preso a calci e pugni da un gruppo di albanesi ubriachi. Ha riportato ferite per sette giorni
Giovane picchiato in piazza Duomo
E a San Carlo un sedicenne è stato malmenato da due coetanei dopo un litigio
Lunedì 23 Febbraio 2009,
È finito all’ospedale con varie ecchimosi al volto un diciassettenne romeno residente in città che ha raccontato di essere stato malmenato in piazza Duomo sabato sera da un gruppo di albanesi. Sul caso sta ora indagando la polizia. Intorno alla sette e mezza, il giovane si è presentato con la faccia sporca di sangue ai sanitari di un’ambulanza del 118 che era ferma in piazza del Municipio per una manifestazione. Il diciassettenne aveva diverse escoriazioni al volto e alcuni tagli al naso e al collo. Il ragazzo ha spiegato che poco prima era stato aggredito in piazza Duomo da quattro-cinque albanesi sui diciotto-trent’anni, vestiti di scuro e con in testa berrettini da baseball, di quelli con il frontino. Il gruppetto lo avrebbe picchiato con calci e pugni e un aggressore avrebbe avuto in mano anche un coccio di bottiglia. Informato il 113 dell’accaduto, sul posto si è portata una Volante che però non ha trovato i presunti autori dell’aggressore. La vittima, che non avrebbe spiegato i motivi del pestaggio ma avrebbe riferito che gli albanesi erano ubriachi, è stata invece portata in ospedale e medicata. I medici hanno dimesso il romeno con una prognosi di sette giorni. Sul caso stanno ora indagando gli investigatori della Squadra mobile, anche perchè non è il primo episodio del genere che avviene in piazza Duomo, luogo frequentato da giovani e govanissimi soprattutto il sabato pomeriggio e sera. Nessuno, però, avrebbe segnalato quel che stava accadendo e a denunciare l’episodio è stato solamente lo stesso diciassettenne. Un’altra aggressione ai danni di minori è accaduta sempre sabato, nel pomeriggio, nel piazzale del centro commerciale San Carlo, all’Arcella. La vittima è un sedicenne italiano. Il giovane intorno alle quattro ha chiamato il 113 spiegando di essere rimasto vittima di un pestaggio. Immediatamente sul posto si è recata una Volante della polizia. Agli agenti il minorenne avrebbe riferito che, poco prima, mentre era fermo nel piazzale assieme ad un paio di amici, è stato avvicinato da altri due ragazzi che lo avrebbero strattonato per la maglia e poi lo avrebbero colpito con un pugno procurandogli una ferita ad un labbro. Una scena che sarebbe avvenuta davanti agli altri giovani, che però non sarebbero intervenuti. Il sedicenne è stato invitato a recarsi al pronto soccorso per essere medicato e poi a raggiungere la questura per la denuncia. Gli agenti della Volante hanno comunque perlustrato immediatamente la zona ma non hanno individuato i presunti aggressori. Da chiarire i motivi del pestaggio.

domenica 22 febbraio 2009

a proposito di sicurezza

se ogni giorno le nostre valorose Forze dell'Ordine catturano 2 spacciatori che cosa vuol dire? che Padova e' sicura o no? di certo vuol dire che c'e' un mercato della droga impazzito, con ragazzini del centro, studenti, che vogliono droga e drogarsi.
spacciatori in ogni angolo della città, in centro, nelle piazze, in periferia, sono sintomi di una città sicura? il superlavoro della polizia e' indice di una citta' altrimenti sicura?
mmmm... non crfedo proprio

dal Gazzettino di Padova
Nei primi cinquanta giorni dell’anno le forze dell’ordine solo a Padova hanno catturato 106 pusher e sequestrato oltre 60 chili di droga
Ogni 24 ore in manette almeno due spacciatori
Sono tutti extracomunitari e clandestini, per la maggiore parte tunisini, che vengono subito scarcerati

Domenica 22 Febbraio 2009,
A Padova il mercato della droga è sempre più florido. La nostra città è invasa da cittadini magrebini, in particolari tunisini arrivati in massa a partire dallo scorso ottobre, che vengono a spacciare tra il centro storico, l’area della stazione ferroviaria, l’Arcella, il Pescarotto, la Stanga e il Portello. Un fenomeno dilagante e sottolineato dal numero di arresti che carabinieri, polizia e finanza hanno effettuato nei primi cinquanta giorni dell’anno. Esattamente dal primo di gennaio fino al 19 di febbraio sono finiti dietro le sbarre 106 spacciatori, significa che ogni giorno le forze dell’ordine fermano per la detenzione e la vendita di sostanze stupefacenti più di due pusher. In cinquanta giorni le forze di polizia hanno sequestrato oltre sessanta chili di droga. Tra le sostanze stupefacenti maggiormente sequestrate non c’è l’hashish, ma la cocaina e l’eroina. Quest’ultima, che è quasi il 30 per cento del totale della sostanza stupefacente trovata, non viene più iniettata in vena ma fumata e ha degli effetti devastanti sia per il fisico e sia per il cervello. Le manette scattano soprattutto per i tunisini seguiti dai nigeriani, che sono specializzati nella vendita di cocaina che spesso occultano con degli ovuli che mettono in bocca. Alcuni dati nel dettaglio della droga sequestrata da carabinieri e polizia solo nel comune di Padova. I militari dell’Arma sempre dal primo gennaio al 19 febbraio hanno trovato 700 grammi di eroina, 300 grammi di "coca" e 250 grammi di hashish. La polizia quasi tre chili di eroina, oltre sei chili di cocaina e più di 700 grammi di hashish.
I 106 venditori di droga arrestati non sono però tutti realmente in carcere. La maggiore parte è di nuovo in libertà e ha ricominciato a spacciare. Incredibile il caso del tunisino di 26 anni Zyad Apipa arrestato tre volte in nove giorni. L’undici febbraio perchè inosservante dell’ordine di espulsione dal nostro territorio emesso dal questore, il 16 febbraio perchè trovato in possesso di 5 grammi di eroina (condannato per direttissima a un anno e sei mesi di reclusione è stato rimesso subito in libertà) e infine il 19 febbraio perchè catturato con addosso 18 grammi di eroina. Ma analizziamo altri casi eclatanti di spacciatori. Il 22 dicembre è stato arrestato il marocchino clandestino di 33 anni Makram Karim. Processato con rito abbreviato è stato condannato a un anno e 6 mesi e rimesso in libertà. Giusto un mese più tardi è stato nuovamente catturato. Ancora processato con tiro abbreviato e di nuovo condannato a un anno e sei mesi è stato per la seconda volta scarcerato. Il 13 gennaio è stato arrestato il tunisino clandestino di 35 anni Bounawara Slim perchè inottemperante dell’ordine di espulsione dal nostro territorio emesso dal questore, è stato assolto per vizio di forma. Diciassette giorni più tardi è stato trovato mentre spacciava. Fermato è stato processato per direttissima e scarcerato.
Marco Aldighieri

back again

tornano le ronde, in realta' son passeggiate, che si organizzano da un po' da noi, ma lo si faceva senza l'attenzione della politica, però funzionavano, e tuttora funzionano.
oggi che c'e' la politica di mezzo arriva la ruffini, un'inutile rappresentante del comune, e, ovviamente, rivendica i danni che ha fatto, spacciandoli per meriti, proprio senza vergogna.
mah...


Sabato 21 Febbraio 2009,
L’ultima ronda “anomala”. È quella scesa in strada ieri sera al Pescarotto. Da oggi infatti, dopo l’approvazione dell’articolo 6 del decreto anti-stupri approvato dal Consiglio dei Ministri, le ronde non armate dei residenti “sentinella” sono ufficialmente riconosciute, prevedendo per i sindaci la possibilità di avvalersi della collaborazione di associazioni – che saranno iscritte in un apposito elenco a cura del Prefetto - di cittadini volontari per segnalare alle forze dell’ordine situazioni pericolose per la sicurezza.
Pescarotto
Ieri sera l’appuntamento dei rappresentanti del Comitato Pescarotto è scattato puntuale alle 21. Con pila, telefono cellulare e pettorina catarifrangente d’ordinanza, il ritrovo dei residenti è avvenuto all’incrocio tra via Tonzig e via Confalonieri. Tra loro anche molti ospiti d’onore: l’onorevole della Lega Nord, Massimo Bitonci, accompagnato dal consigliere regionale e dal segretario cittadino del Carroccio, Maurizio Conte e Leandro Comacchio; il parlamentare del Pdl-An, Filippo Ascierto, il consigliere comunale del Pdl, Domenico Menorello, il consigliere regionale di An, Raffaele Zanon. Ma i protagonisti dell’ultima ronda fai-da-te sono stati loro: i residenti del Pescarotto guidati da Denis Menegazzo: «Siamo in strada questa sera e continueremo ad esserci anche nelle prossime settimane al di là di legittimazioni, finanziamenti e riconoscimenti ufficiali. Vogliamo solo portare un po’ di sicurezza al nostro quartiere, riappropriarci di quegli spazi che gli spacciatori, le prostitute e i clandestini ci hanno sottratto». «Alla nostra passeggiata – ha terminato Menegazzo – abbiamo invitato tutti: amici e politici di entrambi gli schieramenti». «Sono sceso in strada da privato cittadino – ha precisato Domenico Menorello – Nessuno vuole strumentalizzare politicamente il lavoro dei residenti».
Via Manara
E se al Pescarotto è andata in scena la ronda-sicurezza, da via Manara, che da via Tonzig dista solo un centinaio di metri, alla stessa ora sono partite invece le Rondinella rosse di Rifondazione comunista, una ventina di persone. Momenti di tensione quando sono entrate in via Tonzig, guidate dall’assessore Daniela Ruffini, ma ricacciate dai rondisti. Insulti e spintoni tra le due fazioni, con intervento della Digos. «Alle ronde razziste della Lega Nord – ha commentato l’assessore comunale alla Casa e all’immigrazione, Daniela Ruffini – noi rispondiamo con le trombette». «Noi facciamo le rondini – ha aggiunto il consigliere comunale di Rc, Giuliana Beltrame – che significano il ritorno della primavera e di aria nuova. È una manifestazione scherzosa per sdrammatizzare il clima che si è instaurato». Ma le accuse rosse non sembrano sbiadire il “verde padano”. «L’assessore Ruffini può fare tutte le manifestazioni che desidera – ha replicato Leandro Comacchio -, peccato che la Lega Nord non abbia mai fatto manifestazione a scopo razzista. Le segnalazioni le facciamo per segnalare il degrado e non certo su base etnica. E le “famose” ronde-padane sono un’invenzione mediatica della sinistra».
Il presidio
Intanto ieri la serata, che ha visto la partecipazione alla passeggiata al Pescarotto anche del conduttore televisivo de La9, Mohamed Ahmed, che metterà in campo la ronda degli immigrati venerdì prossimo, si era aperta con il “presidio-sicurezza”, alle 20.30, di Paolo Manfrin, presidente del comitato Stanga6 davanti ai portici di via Colonnello Galliano. Iniziativa in contrapposizione con la manifestazione del Pescarotto.
«Abbiamo offerto ai residenti crostoli e vin brulé», ha spiegato Manfrin, che poi sulle ronde ha aggiunto: «Al Pescarotto non servono più, ora semmai ne avrebbe bisogno il centro-storico».
Matteo Bernardini

venerdì 20 febbraio 2009

lista dei comitati

dal Gazzettino di Padova

Venerdì 20 Febbraio 2009, Per il momento sono in tre: l’Associazione Sos Padova di Maurizio Meridi, il Comitato Pescarotto di Denis Menegazzo, e l’Associazione Comres presieduta da Massimiliano Pellizzari. La civica dei comitati “Lista cittadini Padova sicura” - questo il suo nome – nasce, come tengono a precisare i fondatori, «equidistante da ogni schieramento politico». Programma e nomi di chi la comporrà sono però ancora top-secret.
«Non vogliamo dire nulla – spiega Massimiliano Pellizzari – perché ci spiacerebbe che poi alcune delle nostre idee, come tra l’altro è già accaduto nel recente passato, ci venissero copiate».
E se le proposte rimangono ancora nascoste, le promesse sono di quelle che fanno strabuzzare gli occhi.
«Se vincessimo – riprende il presidente di Comres – in trenta giorni risolveremmo il problema-spritz, quello dei parcheggi, della ztl e del degrado».
Di sicurezza parlano Denis Menegazzo e Maurizio Meridi. «Occorre ripensare alla gestione della Polizia municipale – dice Menegazzo – che deve essere più vicina al cittadino».
«E per quanto riguarda la zona-stazione – aggiunge Meridi – le Cucine economiche di via Tommaseo vanno spostate».
Tutto chiaro, ma gli altri comitati cittadini? Perché non hanno aderito al progetto della civica?
«Con gli altri comitati – risponde Pellizzari – abbiamo steso un protocollo d’intesa. Le elezioni si svolgeranno il 6 giugno, tergiversare oltre non aveva senso. La civica o si faceva ora o non si faceva più. Abbiamo cercato di posticipare il più possibile. Oltre non si poteva andare. Mica possiamo fare filosofia. Noi siamo pragmatici».
Concetto ripreso e ribadito anche dal presidente del Comitato Pescarotto: «Se gli altri hanno altre voglie e altre idee, va bene, nessun problema. Noi intanto abbiamo cominciato a proporre le nostre. Comunque sappiamo che l’intenzione di seguirci da parte di altri comitati c’è. Quindi chi vorrà unirsi a noi sa che le porte sono aperte».
M.B.

comitati in campo

dal Gazzettino di Padova del 20 febbrajo

I comitati
si uniscano
per le elezioni
Abbiamo accolto con grande interesse l'iniziativa di Massimiliano Pellizzari, attivissimo Presidente del Comres, di ampliare l'azione del suo Comitato portandola in campo politico. Credo che la polarizzazione dei tanti comitati di quartiere, nati nel corso degli ultimi anni, sia un valore aggiunto di notevole entità in vista delle prossime scadenze elettorali di Padova e Provincia. In modo particolare ritengo che questa decisione sia l'inequivocabile segnale dell'impazienza dei cittadini rispetto alla mancanza di programmi per delineare la Padova del futuro. L'acutizzazione dei problemi relativi alla sicurezza unitamente alla crisi del commercio sono stati posti come punti fondamentali del futuro programma politico, non possiamo che condividere questa impostazione essendo punti su cui anche ViVi Padova sta lavorando da mesi. Speriamo che tutti questi movimenti civici di padovani volenterosi sfocino in un'unica aggregazione elettorale che possa esprimere una lista forte del sostegno della gente e lontana dai nauseabondi e inconcludenti giochi politici.
Filippo Bruno di Tornaforte

Presidente di ViVi Padova

mercoledì 18 febbraio 2009

checche' se ne dica

checche' se ne dica, soprattutto da parte dell'amministrazione, al Pescarotto continuano atti di ordinario spaccio:

dal Gazzettino di Padova

Mercoledì 18 Febbraio 2009, (m.a.) Una giovane e carina barista di Cordenons, comune in provincia di Pordenone, lunedì pomeriggio è giunta a Padova in auto in compagnia di due amici per comprare mezzo etto di eroina. Un business che ha portato a termine nel quartiere Pescarotto incontrando uno spacciatore magrebino. Non era la prima volta che dal Friuli si spostava nella città del Santo per acquistare droga e sempre in zona Pescarotto. Questa volta però a osservarla c’erano dei poliziotti in borghese che l’hanno vista entrare in una viuzza e riuscire pochi minuti dopo. Quindi la ragazza è tornata verso la Polo Volkswagen dove ad attenderla c’erano i due amici entrambi residenti a Pordenone. A questo punto gli agenti sono intervenuti e hanno fermato Serena Valerio di vent’anni che aveva occultati all’interno delle mutandine 50 grammi di eroina. Per lei sono scattate le manette con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Mentre i due suoi "amici" R.R. di 24 anni e A.D. di vent’anni, che alla vista dei poliziotti hanno subito scaricato ogni responsabilità su di lei, sono stati denunciati a piede libero. Al primo la polizia ha anche sospeso la patente di guida.

domenica 15 febbraio 2009

appuntamento a venerdi

dal Gazzettino di Padova del 14 febbrajo

Sabato 14 Febbraio 2009, Pettorina catarifrangente, pila e telefono cellulare alla mano. Al Pescarotto tornano le ronde dei residenti. L’esordio-2009 delle “passeggiate di quartiere” è fissato per venerdì prossimo alle 21.30. Punto di ritrovo: l’incrocio tra via Tonzig e via Confalonieri, nel cuore del rione che dopo la chiusura dei block di via Anelli è diventato il nuovo rifugio per gli immigrati clandestini della Stanga.
«Venerdì torniamo sulla strada a monitorare i luoghi “caldi” della nostra zona – annuncia il presidente del Comitato Pescarotto, Denis Menegazzo – Con noi avremo le pile, i telefonini con i numeri di Polizia e Carabinieri già inseriti, e tanta voglia di offrire un po’ di sicurezza al nostro quartiere che è stato ridotto a una pattumiera».
«Abbiamo deciso di riprendere le ronde – termina Denis Menegazzo – perché ci siamo resi conto che hanno dato degli ottimi risultati. I residenti, anche quelli che magari non scendono in strada con noi, le apprezzano».
Ma venerdì i rappresentanti del Comitato Pescarotto non saranno soli, perché al loro fianco passeggeranno anche gli esponenti di Comres, l’associazione di commercianti e residenti del centro-storico, guidata da Massimiliano Pellizzari.
«Saremo al fianco dei nostri amici del Pescarotto – conferma Pellizzari – perché, come abbiamo sempre sostenuto, la sicurezza è un bene di tutti. Che a Padova, da tempo, sta purtroppo scarseggiando».
Tanto che la voglia di ronde sembra essere diventata contagiosa e non riguardare solo i comitati di quartiere, ma, estendendosi in maniera assolutamente bipartisan, anche tutti gli schieramenti politici: dal Pd al Pdl sino alla Lega Nord che lo sdoganamento e l’istituzionalizzazione delle ronde li rivendica come una battaglia padana combattuta e vinta pure in trasferta: in Parlamento.
«Stiamo definendo lo Statuto di “Veneto Sicuro” – spiega il segretario provinciale della Lega Nord, Maurizio Conte -, l’organizzazione che a Padova e Treviso dovrebbe portare alla costituzione formale delle ronde all’interno degli enti locali. In questo modo, sulla base del “Pacchetto-sicurezza” che ora passerà in discussione alla Camera, le associazioni di cittadini che formeranno le ronde potranno essere riconosciute da comuni e province».
E il segretario provinciale del Carroccio, che è anche consigliere regionale, avanza l’ipotesi di un finanziamento proprio dell’amministrazione-Galan per sostenere i nuovi “angeli custodi” della sicurezza fai-da-te: «La Regione – ricorda Maurizio Conte – ha stanziato un fondo di 15 milioni di euro per la sicurezza. Credo quindi ci sia la possibilità di destinarne una parte per appoggiare gli enti locali che decidono di investire in quelle associazioni, riconosciute dalla legge, che avranno come obiettivo quello di monitorare il territorio».
«L’istituzionalizzazione delle ronde – termina il segretario provinciale leghista – penso sia anche un attestato importante per il lavoro svolto in questi anni dai comitati di quartiere, molti nati grazie alle iniziative del nostro partito».
Matteo Bernardini

venerdì 13 febbraio 2009

corsa alle armi

dal Gazzettino di Padova del 13 febbrajo

Padova. Corsa alle armi, i commercianti:
«Troppa criminalità, dobbiamo difenderci»

Ieri infuocata assemblea. Negozianti e residenti
hanno fatto richiesta del porto d'armi alla questura


di Michela Danieli
PADOVA (13 febbraio) - Nove commercianti e sette residenti del centro chiedono il porto d’armi. Presenteranno richiesta alla Questura, ufficialmente e secondo l’iter previsto dalla legge.
Ma nell’immediato non si rivolgono alle istituzioni, ma alla Lega Nord, durante il dibattito “Emergenza Sicurezza - Esperienze a confronto” che il Carroccio ha promosso ieri sera in un’affollatissima Fornace Carotta, affiancato da Citt’Antenore e da Comitati cittadini.

È questa l’occasione buona per essere capiti secondo il Comres, il Comitato commercianti e residenti del centro storico guidato da Massimiliano Pellizzari, che spiega: «C’è troppa criminalità, non ci sentiamo sicuri e così nel corso della nostra ultima riunione abbiamo deciso di chiedere il porto d’armi per difenderci. Siamo rimasti stupiti perché questa richiesta è arrivata dopo la sentenza del tabaccaio che ha ucciso un rapinatore ed è stato condannato a un anno e otto mesi, contro i nove anni chiesti dal pubblico ministero. Un'arma implica il potere di usarla, quindi preoccupa. Ma dopo quello che è successo a Padova non possiamo biasimare nè i commercianti nè i residenti, assillati dal fatto di non sentirsi assolutamente sicuri».

Annuncio choc, a cui il segretario padovano della Lega, Maurizio Conte, risponde con toni pacati. «Se questi commercianti sono venuti a dirlo a noi – dice – è chiaro che la Lega ha dimostrato di tenere alla sicurezza del proprio territorio. Lo ha dimostrato con i suoi sindaci, con la sua linea trasparente».

Sul fronte politico Conte si dichiara aperto al confronto, al dibattito, ma non nasconde la forza del suo partito, rinvigorito dai trionfali sondaggi che danno la Lega praticamente senza rivali in città. Ieri sera relatori, accanto a Conte, il segretario padovano Leandro Comacchio e quello nazionale Gian Paolo Gobbo, che è anche sindaco di Treviso; e ancora Oreste Terranova, tra la rosa dei candidati a sindaco del Pdl. Di seguito Luca Prioli, segretario regionale Coisp, Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di Polizia, e Denis Menegazzo a nome dei Comitati.

La cronaca. Primo tempo: mitragliata a zero sul sindaco Flavio Zanonato. Menegazzo: «Sicurezza? È vivere senza preoccupazioni. Invece noi finora da Zanonato siamo stati presi in giro con cancelli, che possono essere aperti da chiunque e non sono controllati da nessuno; con ordinanze che lasciano le prostitute per strada e talk show pagati con i nostri soldi».

Ancora Terranova, che Conte ribadisce "non essere assolutamente il candidato della Lega. L’ex amministratore tocca i temi della casa e degli asili, che dovrebbero avere priorità per le giovani famiglie padovane. Nel dibattito è intervenuta il consigliere comunale Mariella Mazzetto, che ha attaccato “l’indifferenza di Zanonato verso la legge", dopo di lei il sindaco di Cittadella e deputato Massimo Bitonci, Domenico Riolfatto, assessore provinciale Mobilità (Fi), e in chiusura Gobbo.

giovedì 12 febbraio 2009

un clandestino

ma a leggere carrai mi vien sempre male...
Operazione dei Vigili urbani in via del Pescarotto
Trovato un clandestino
in un edificio in disuso

Giovedì 12 Febbraio 2009,
(ni.co.) I vigili urbani, coordinati dalla vice comandante Maria Luisa Ferretti, hanno effettuato ieri mattina l’ennesima operazione anti degrado nel quartiere Pescarotto. Sono intervenuti innanzitutto al civico 70, dove una finestra è risultata aperta: all'interno sono stati rinvenuti i resti di alcuni giacigli, materassi, indumenti e rifiuti. Dentro alla palazzina ex Imep, inoltre, gli agenti della Polizia Municipale hanno trovato i segni di bivacchi recenti e immondizia di ogni genere. Al termine dei controlli è stato ispezionato l’esterno dal lato della ferrovia del fabbricato situato al civico 90 di via del Pescarotto, dove i vigili erano andati per lo stesso motivo anche nel luglio scorso (in quel momento avevano rinvenuto 27 persone): i muri con cui erano state chiuse le imposte nelle ultime settimane erano stati abbattuti e all’interno si era accampato un extracomunitario clandestino. L’uomo, originario del Maghreb, è stato fotosegnalato e nei suoi confronti è scattato il provvedimento di espulsione.
«Nella zona del Pescarotto - ha ricordato l’assessore Marco Carrai - siamo intervenuti più volte per evitare che si creino situazioni di degrado. Abbiamo lavorato per migliorare l’illuminazione, per mettere a posto strade e marciapiedi, e sono state installate delle telecamere per monitorare la situazione».

mercoledì 11 febbraio 2009

rapporti tra comitati

Mercoledì 11 Febbraio 2009, Non esiste
"gerarchia"
nei Comitati
Ci preme sottolineare che i Comitati cittadini, con particolare riferimento al nostro, non hanno alcuna organizzazione gerarchica quindi non rispondono a qualcuno che sarebbe al vertice della piramide e tanto meno siamo rappresentati da Manfrin del Comitato Stanga. Il nostro Comitato che è stato uno dei primi a costituirsi in maniera autonoma nella città di Padova, ha avuto sempre, ed ha ancora, lo scopo di riaffermare la presenza dei cittadini nel proprio territorio, affinché nessuno possa pensare che questo è zona di conquista. La nostra presenza nel quartiere non è limitata ad alcune ore della giornata, proprio perché vi risediamo, ma è costante, a volte in forma individuale, altre in azioni di gruppo. Ciò consente di fornire alle Forze di Polizia informazioni sempre precise e puntuali sui movimenti di persone malavitose o semplicemente sospette. A tale scopo non ci limitiamo a semplici segnalazioni, ma ci avvaliamo anche di supporti magnetici e fotografici, proprio perché la nostra attività sia efficace al massimo grado. La combinata azione del nostro Comitato con le Forze di Polizia ha determinato un sicuro miglioramento in termini di sicurezza nella zona del Pescarotto, anche se lo spaccio della droga si è spalmato in un ambito più vasto e per questo è lungi dall’essere debellato. I successi ottenuti tuttavia non ci soddisfano ma costituiscono uno stimolo nel continuare nell’attività di vigilanza di un territorio che è nostro e su cui sentiamo forte il diritto di vivere in pace.
Denis Menegazzo

Comitato Pescarotto

altro che cancelli

dal Gazzettino di Padova

L’alloggio in via Confolonieri 15/a, di proprietà di un tossicodipendente padovano, veniva utilizzato da due spacciatori magrebini
Confiscato l’appartamento-magazzino della droga
Diventata irrevocabile la sentenza, il mini passa allo Stato che potrà decidere se tenerlo o venderlo all’asta

Mercoledì 11 Febbraio 2009,
(G.Colt.) L’appartamento è stato confiscato. Ora è di proprietà dello Stato, che potrà decidere se tenerlo o metterlo all’asta. Veniva utilizzato da due magrebini come magazzino della droga. L’alloggio, che si trova in via Confalonieri 15/a, all’interno 20, era di proprietà di Antonio Palmieri, tossicodipendente con precedenti per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale, che lo aveva ereditato dalla madre Lucia.
Il mini era stato posto sotto sequestro - primo provvedimento eseguito a Padova - su disposizione della Procura dopo che gli agenti del Commissariato Stanga avevano scoperto che veniva utilizzato da una coppia di spacciatori per nascondervi la droga. Era l’agosto 2007. In manette erano finiti Dinari Haimen, ventitreenne marocchino, e Hadede Tajssir, trentenne tunisino, entrambi clandestini, che di fatto dimoravano nell’appartamento attiguo, all’interno 19, intestato ad una nigeriana. Nel mini di Palmieri, sotto un materasso abbandonato, era stato rinvenuto un etto e mezzo di eroina, la cui detenzione era stata attribuita ad un altro tunisino. L’appartamento-magazzino era stato affidato in temporanea custodia giudiziale all’amministratore condominiale.
Dinanzi dal giudice delle indagini preliminari Paola Cameran, Dinari e Hadede hanno scelto di scendere a patti con il pubblico ministero Paola De Franceschi. Se la sono cavata con undici mesi di reclusione a testa. Ma il giudice ha convalidato il sequestro dell’appartamento facendo scattare la confisca. Che ora è diventata effettiva espropriazione immobiliare con il passaggio in giudicato della sentenza che l’ha resa irrevocabile.
Si tratta di un atto importante, in quanto va a colpire patrimonialmente anche quei concittadini che affittano i propri appartamenti a clandestini incassando cifre esorbitanti in nero. La confisca rappresenta un deterrente contro le speculazioni sul degrado.

ancora sul sondaggio

dal Gazzettino (Nazionale)

Il sondaggio. Padova città del crimine,
Trieste l'isola felice del Nordest

La classifica dei capoluoghi meno sicuri,
ecco come hanno votato i lettori di Gazzettino.it

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VENEZIA (11 febbraio) - È Padova la città meno sicura del Veneto secondo i lettori del Gazzettino.it che hanno partecipato al nostro sondaggio. La città del Santo si guadagna questo triste primato con il 69,8% dei voti, seguita da Verona e Treviso. A sorpresa, le province più tranquille sono quelle del Friuli Venezia Giulia: Trieste la meno pericolosa in assoluto, preceduta da Udine e Gorizia.
Il primato: Padova dunque si aggiudica la corona nera della peggior provincia veneta e friulana a livello di sicurezza: su un totale di 3.531 lettori, 2.466 persone hanno deciso di votare per la città del Santo come la meno sicura del Nordest.

Di certo gli ultimi episodi di cronaca hanno contribuito a gettare ombre su questo capoluogo: l'ultimo in ordine di tempo è quello capitato ad un artigiano di San Giorgio in Bosco, aggredito in casa in piena notte da sei uomini mascherati e torturato con delle pinze. L'altro drammatico fatto è stato lo stupro di gruppo ai danni di una ragazza a Piove di Sacco, una vicenda che ha sconvolto gli animi dei padovani, già provati da una precedente aggressione contro due fidanzati, avvenuta in pieno centro storico. La paura dell'altro è cresciuta, si è insinuata negli animi, i tanti giovani che da sempre affollano le piazze hanno cominciato a disertare le uscite, come nel caso di alcune ragazze che, al posto di cenare in un ristorantino del centro, hanno optato per un altro locale di periferia, dove fosse possibile parcheggiare di fronte al ristorante, in modo da non dover camminare a lungo da sole. E così, nel giro di una manciata di mesi, Padova si è trovata defraudata della sua identità di città universitaria, vivace, allegra. La città del santo si è guardata allo specchio e ha visto solo vicoli bui, potenziali nascondigli per aggressori, rapinatori, spacciatori.

Secondo posto: anche Verona fa paura. Lo dicono i 359 voti, ossia il 10,2% delle preferenze. Lo stacco rispetto ai numeri di Padova è evidente, ciò non toglie che Verona si sia guadagnata il secondo posto: è qui che Nicola Tommasoli è stato picchiato e ucciso in pieno centro da alcuni coetanei per una misera sigaretta, simbolo però di qualcos'altro: l'intolleranza che serpeggia fra alcuni giovani. A far la parte dei prepotenti, in questa città, sono i ragazzotti delle frange più estremiste della destra. Gli stessi che hanno picchiato due fidanzati a due passi dall'Arena. È proprio qui che l'idea del "branco", del gruppo di cani sciolti, capaci di aggredire i più indifesi, fa chiudere le persiane agli abitanti e li obbliga a rimanere chiusi dentro casa. Nella città di Tosi, alfiere della Lega e sindaco fra i più amati d'Italia, non è la prostituzione - pallino di Tosi, oramai famoso per le sue ordinanze anti-prostituzione - il problema che i cittadini percepiscono come il peggiore: è la scelleratezza dei figli sbandati, dei ragazzi "normali", capaci di tramutarsi in belve per delle sciocchezze, a mettere in allarme gli abitanti.

Bronzo a Treviso. Un'altra roccaforte della Lega cade sotto i colpi del sondaggio: con 192 voti, ossia il 5,4% delle preferenze, il capoluogo della Marca entra nel trittico delle città meno sicure. Basti pensare all'assurdo, quasi inconcepibile, caso del ragazzo disabile seviziato e filmato per 15 giorni da alcuni giostrai. Un episodio eclatante che salta agli occhi in questa città, nella quale è la microcriminalità a farla da padrone, soprattutto per mano di stranieri. E proprio su questi ultimi si concentrano gli occhi dei cittadini: lo straniero viene spesso visto come il delinquente per antonomasia. Tant'è che non stupisce il fatto che una ragazzina, pur di coprire una marachella, sia arrivata ad inventarsi una banda di stranieri violentatori liberi di circolare per la città. Una bugia dalle gambe corte che, tuttavia, la dice lunga sui pensieri consci o meno dei trevigiani. Eppure anceh qui, come a Verona, sono i figli della città che spesso e volentieri si tramutano in bulli o piccoli delinquenti: l'ultima notizia di cronaca in questo senso riguarda alcuni minorenni di una scuola professionale, indagati perché, secondo le accuse, sarebbero arrivati al punto di seviziare e torturare un compagno di classe.

I numeri scendono drasticamente per le altre città: al quarto posto troviamo Venezia (170 voti, il 4,8% delle preferenze), al quinto Pordenone, l'unica città del Friuli così alta nella classifica dell'insicurezza (70 voti, 2%). Sesta postazione per Belluno (59 voti, 1,7%), seguono Rovigo (56 voti, 1,6%) e Vicenza (56 voti, 1,6%).

Ed eccoci arrivati alle ultime tre, le città più virtuose in fatto di sicurezza, tutte friulane: Gorizia (36 voti, 1%), Udine (34 voti, 1%), e infine l'Eden del Nordest, Trieste (33 voti, 0,9%).

lunedì 9 febbraio 2009

l'arte di arrangiarsi

l'arte di arrangiarsi, non intesa come la furbizia meridionale poco sociale di arrabbattarsi, ma come iniziativa personale, a fini sociali, per arrivare dove le multe del sindaco muratore non arrivano, cioe' nella prima periferia della citta', a 10 minuti a piedi dal centro:

dal Gazzettino di Padova

AL PESCAROTTO. I proprietari degli appartamenti di due stabili vogliono precauzioni per evitare che i pusher usino gli androni come "ripostigli"
Lucchetti alle plafoniere dei condomini: erano nascondigli per la droga

Lunedì 9 Febbraio 2009,
E adesso al Pescarotto, ai civici 15/A e 15/B di via Confalonieri, mettono i lucchetti anche alle plafoniere negli androni dei condomini. È l’ultima misura adottata dai residenti, regolari, degli appartamenti dei due edifici per cercare di impedire ai pusher di nascondere la droga. Dopo le cassette delle lettere, sistemate all’ingresso e divelte, e le altre prese elettriche disposte lungo i corridoi e completamente rotte, gli spacciatori avevano infatti tentato di sistemare la loro merce anche all’interno delle plafoniere. Che però l’amministratore condominiale, su richiesta dei residenti, ha cercato di salvare sistemando un lucchetto a chiusura della griglia che ripara le lampadine.
«Ormai – dice il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo – siamo arrivati anche a questo. A dover pensare e predisporre misure estreme per tutelarci dai pusher e dai loro clienti che continuano ad invadere il nostro quartiere, e soprattutto i palazzi ai civici 15/A e B di via Confalonieri».
Dove tra l’altro sono stati compiuti i lavori, pagati dal Comune attraverso una spesa di circa 15 mila euro, per la realizzazione di due grandi cancelli che in teoria dovrebbero servire per chiudere l’accesso agli edifici a tutte le persone che non risiedono negli appartamenti.
«Ma appunto – riprende Menegazzo –, questo dovrebbe accadere solo in teoria, perché in pratica qui nulla è cambiato. Pusher e clienti vanno e vengono come meglio credono, cancelli o non cancelli. Le misure da prendere infatti sarebbero ben altre».
E allora il presidente del "comitato Pescarotto" torna a rilanciare con forza la proposta di un presidio fisso da parte delle forze dell’ordine attraverso il quale monitorare costantemente la situazione del quartiere.
«Un check point permanente – termina Denis Menegazzo – sarebbe l’unica possibilità per avere maggiore sicurezza e per farci vivere più sereni».
Matteo Bernardini

sabato 7 febbraio 2009

riconoscimento dovuto

dal Gazzettino di Padova

«Per noi è un grande riconoscimento»
Denis Menegazzo (Comitato Pescarotto) aveva organizzato nel 2005 la prima pattuglia di quartiere

Sabato 7 Febbraio 2009,
E se le ronde da "verde Padania" ora si tingessero d’azzurro? La proposta, dopo l’approvazione in Senato dell’articolo 46 del pacchetto-sicurezza del governo Berlusconi, che segna il riconoscimento giuridico delle ronde, è arrivata giovedì dai consiglieri regionali di Forza Italia, Remo Sernagiotto e Dario Bond. Pronta la replica dei forzisti di palazzo Moroni.
«Non credo – esordisce Domenico Menorello – ci sia bisogno di organizzarle. Mi sembra infatti ci abbiano già pensato i comitati cittadini. Noi, semmai, potremmo adoperarci per organizzare un incontro tra Prefetto, responsabili delle forze dell’ordine, e cittadini per capire come queste ronde potrebbero rappresentare un aiuto nel monitoraggio del territorio». Poi aggiunge: «L’iniziativa del nostro gruppo regionale mi lascia molto perplesso. Organizzare le ronde non è da partito di governo. E stiamo attenti a non strumentalizzare i cittadini e a non scimmiottare troppo la Lega Nord». Cittadini che però esprimono grande soddisfazione per la decisione del governo.
«Per noi è un grande riconoscimento – dice il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo, che ha lanciato la prima ronda di quartiere nel 2005 – Se qualche comitato di zona volesse dei consigli su come organizzare il monitoraggio del proprio rione noi siamo a loro disposizione».
«Se le ronde vengono istituzionalizzate e servono a migliorare la sicurezza dei quartieri e a sconfiggere il degrado – spiega il vice presidente del comitato Stanga, Luigi Tarzia – ben vengano».
È invece piuttosto freddo nei confronti della proposta dei consiglieri regionali Bond e Sernagiotto appare anche il capogruppo di Forza Italia verso il Pdl nel Consiglio di Palazzo Moroni, Rocco Bordin: «Se quella arrivata dalla Regione è una provocazione per stanare la sinistra che in molte città del Veneto - Padova in primis - finge che l’emergenza-sicurezza non esista, mi sta bene. Se invece l’appello alle ronde "azzurre" vuole rappresentare la soluzione al problema, allora la cosa non mi trova d’accordo».
Ma il più critico nei confronti dei suoi colleghi di partito che con lui dividono i banchi del parlamentino regionale è Leonardo Padrin. «Non condivido l’iniziativa di Bond e Sernagiotto – taglia corto il consigliere regionale di Forza Italia – Riconoscere le "ronde di partito" è come ammettere il fallimento dello Stato e delle sue istituzioni. È una cosa che non esiste. Pura demagogia. L’ordine pubblico si migliora aumentando i fondi per le forze dell’ordine o utilizzando in certi casi l’esercito».
Da Alleanza nazionale invece arriva l’apertura di Raffaele Zanon: «Ritengo vada colta l’opportunità data dal nuovo decreto legge sulla sicurezza perchè quelle che io definisco "mobilitazioni civiche" possano essere organizzate nell’ambito della legalità, senza dare luogo a faziose interpretazioni soprattutto da parte di una certa sinistra. Nei prossimi giorni attiveremo un numero telefonico e dei riferimenti sul web per raccogliere le adesioni dei cittadini».
Idea che il segretario cittadino della Lega Nord, Leandro Comacchio commenta così: «Forza Italia e An sulle ronde sono arrivati talmente tardi che la nostra battaglia, cominciata ormai due anni fa, ormai l’abbiamo vinta in Parlamento. Mi sembrano come quei ciclisti che arrivati fuori tempo massimo, tagliano il traguardo quando tutti gli altri sono già in albergo».
Matteo Bernardini

buone nuove

dal Gazzettino di Padova

I Comitati civici e la Lega esultano per il riconoscimento giuridico delle "pattuglie" nate a Padova nel 2005
Anche gli ex carabinieri di ronda
A Este un gruppo di militari in congedo controllerà la città durante il giorno

Sabato 7 Febbraio 2009,
I Comitati e La Lega esultano per il via libera del Senato alle pattuglie civili. Denis Menegazzo (Pescarotto), parla di "grande riconoscimento", Paolo Manfrin (quartiere 6 Stanga) sottolinea la "risposta a problemi concreti". Mentre gli "azzurri" padovani sono incerti, Destra Veneta attiva un numero telefonico per organizzare le presenze civiche. Critico Leonardo Padrin: «È l’ammissione del fallimento delle istituzioni»; perplesso Domenico Menorello: «Ci hanno già pensato, e da tempo, i comitati cittadini». E intanto oggi alle 17 da piazza Cavour parte una fiaccolata di solidarietà per la coppia di fidanzati aggrediti sabato in centro. Ad Este invece scendono in strada i carabinieri in congedo. Infatti l’Associazione aderisce ad un progetto del Comune che prevede l’impiego soltanto di giorno delle "ronde" formate da tredici volontari ex carabinieri. Costoro mettono in campo esperienza prluriennale e preparzione specifica. Saranno riconoscibili da una speciale "divisa". Cominciano sabato prossimo, giorno di San Valentino.

giovedì 5 febbraio 2009

che bravi ragazzi

ebbene, gli imbelli del pedro si son dimostrati per quello che sono, magari leggetevi quello che il gallo del pollajo pedrino dice non servire al fine della sicurezza.
che gente...

dal Gazzettino di Padova

Giovedì 5 Febbraio 2009,
La maxi-spinellata anti-proibizionista organizzata dal centro Pedro è iniziata da circa mezz’ora quando in piazza delle Erbe fa la sua comparsa l’assessore provinciale alla Cultura (di Forza Italia), Massimo Giorgetti, che prima viene invitato ad andarsene con qualche insulto e spintone, e poi aggredito, tanto che per difenderlo dal gruppetto dei disobbedienti che lo incalzano devono intervenire gli uomini della Digos.
«Non ero in piazza per provocare nessuno - spiega l’assessore -, stavo andando a prendere l’auto dopo che ero uscito da una cena a casa di amici. I ragazzi dei centri sociali, circa una trentina, appena mi hanno visto hanno cominciato a insultarmi e a dirmi che dovevo andarmene perchè la piazza non era un luogo pubblico».
«Ma non si sono fermati alle parole - riprende Massimo Giorgetti - e infatti sono tornati alla carica più agguerriti spintonandomi, dandomi un ceffone sulla testa e alcuni calci. Infine mi hanno aperto una lattina di birra sulla faccia e sul giaccone. A quel punto sono arrivati gli uomini della Digos che mi hanno portato via temendo che la situazione potesse degenerare e avere conseguenze ben peggiori. Valuterò se sporgere denuncia di fronte a un fatto così grave».
La spinellata "disobbediente" era iniziata pochi minuti prima delle 22 quando i militanti del centro Pedro avevano cominciato a stendere alcuni striscioni di protesta contro l’ordinanza "anti-spaccio" firmata dal sindaco Flavio Zanonato.
"La libertà ha sempre un buon profumo", recitava il primo, e poi "Non bisogna chiedere il permesso di essere liberi", e ancora "Multiamo il proibizionismo. Libertà e diritti per un’altra Padova".
«Siamo scesi in piazza - ha commentato il leader del centro Pedro, Max Gallob - per chiedere la revoca dell’ordinanza. E se questo non accadrà ci torneremo a oltranza finché non otterremo il nostro scopo. Il provvedimento firmato da Zanonato è semplicemente folle».
«La sicurezza - ha terminato Gallob - sta dalla parte opposta rispetto a quella del sindaco e soprattutto non si ottiene erigendo muri, togliendo le panchine dai parchi, disseminando la città di telecamere, multando le prostitute e chi si fuma uno spinello».
Matteo Bernardini

il sindaco muratore non multa chi lo piglia in giro

se ne sono accorti anche altri della stupoidaggine del sindaco

dal Gazzettino di Padova
Giovedì 5 Febbraio 2009, «Il sindaco dichiara, riferendosi alla “spinellata” dei disobbedienti, che “lascerà fare”, sottendendo che nei loro confronti non verrà applicata alcuna sanzione. Bene, allora dobbiamo dedurre che quando in città qualcuno manifesterà l’amministrazione abolirà temporaneamente ordinanze e divieti».
Il presidente del Quartiere-centro, Stefano Grigoletto, quota Pdl-An, non si rassegna al fatto che il sindaco Zanonato voglia chiudere un occhio nei confronti del raduno anti-proibizionista organizzato in piazza delle Erbe dagli esponenti del Centro Pedro.
«E’ curioso l’atteggiamento del sindaco – riprende Grigoletto – che da un lato si dimostra lo sceriffo “law and order” senza paura, e dall’altro invece è pronto a garantire l’impunità a chi trasgredisce le sue leggi. Ma è ormai a tutti evidente il fatto che il signor Flavio Zanonato finge di fare ciò che vuole, e in realtà invece è succube e ostaggio di certe persone».
«Non dimentichiamo che i disobbedienti – continua il presidente di Circoscrizione – si riconoscono nel movimento politico dei Verdi che è stato un elemento fondamentale per la vittoria del centro sinistra alle elezioni comunali del 2004. Forse i “debiti politici” non sono stati ancora tutti saldati».
E il bersaglio di Grigoletto, dai disobbedienti, si sposta al consigliere regionale e comunale, e leader dell’Intesa Veneta, Carlo Covi: «Siamo anche qui di fronte ad un bel caso di coerenza. Se Covi, come ha più volte annunciato anche negli ultimi giorni, non è d’accordo con le prese di posizione del sindaco, perché non esce dalla maggioranza?».
«Perché – conclude il presidente del Quartiere centro-storico – critica senza mezzi termini l’amministrazione e poi dà il suo voto favorevole al Bilancio? E perché nonostante certe scelte siano in antitesi con il suo “fare politica” continua a mantenere due assessori in giunta? Sono contraddizioni davvero inspiegabili e incomprensibili».

Spinelli? Li lasceremo fare

e viene fuori il vero zanonato... se non sa cosa fare non fa nulla e poi, come non bastasse, si comporta come la volpe con l'uva.
che sindaco!

dal gazzettino di Padova di oggi

Il sindaco annuncia che non è preoccupato per l’iniziativa di stasera dei no global. «E’ solo una manifestazione come un’altra»
Zanonato: «Spinelli? Li lasceremo fare»
La D’Agostino: «Mi hanno contestato di usare stupefacente senza aggiungermi la multa di 500 euro. Andrò al Sert»
Mercoledì 4 Febbraio 2009,
«Anche quello di stasera per i contestatori sarà un modo per farsi vedere. Per avere un po’ di visibilità. Per quanto mi riguarda, si tratta di una manifestazione come qualsiasi altra e quindi non mi disturba».
Flavio Zanonato, quindi, non è preoccupato per quello che potrebbe succedere appunto questa sera in Piazza Erbe, visto che si tratta del primo mercoledì in cui il popolo dello spritz dovrà "convivere" con l’ordinanza anti spaccio firmata proprio dal sindaco, che prevede una maxi multa per chi verrà sorpreso con sostanze stupefacenti. E i disobbedienti hanno già fatto sapere di avere organizzato una "spinellata" per contestare il provvedimento, all’insegna dello slogan "multateci tutti".
«Certo - aggiunge il primo cittadino - sarebbe stato bello che chi non è d’accordo, invece di protestare mi avesse fatto delle proposte concrete per sconfiggere lo spaccio. Così non è stato e finora sono arrivate solamente provocazioni. Comunque ribadisco per l’ennesima volta che il compito di tutelare l’ordine pubblico non è del sindaco, ma dello Stato e all’amministrazione spetta quello di collaborare per la sicurezza. A Padova sono stati raggiunti eccezionali risultati sul fronte della lotta allo spaccio, grazie all’impegno profuso dalle forze dell’ordine. Aggiungo, poi, che se gli immigrati sono nella nostra città, non sono certo io che li faccio arrivare».
Quanto alla situazione padovana, Zanonato ha aggiunto: «Qui - ha proseguito il sindaco - l’offerta di droga è sovrabbondante rispetto alla domanda, perché abbiamo visto che anche di fronte a maxi sequestri di sostanze stupefacenti, i quantitativi che restano in circolazione rimangono comunque ingenti. Gli spacciatori hanno problemi di reddito, sono disperati e sanno benissimo che in prigione non ci resteranno mai, perché la legge è quella che è. A noi non resta che usare le armi che abbiamo: educare i giovani a non consumare sostanze e multare coloro che vengono trovati con la droga. Fermo restando che con il mio provvedimento non ho certo la pretesa di risolvere definitivamente il problema. Sto ricevendo numerose telefonate di approvazione: mi ha chiamato persino Vera Slepoj, che si è dichiarata perfettamente d’accordo con me nel lanciare un messaggio di questo genere ai nostri ragazzi».
A proposito dell’iniziativa di stasera dei no global, Zanonato ha concluso: «Non so se la faranno, anche perché a chi fuma gli spinelli viene ritirata la patente.- Sono curioso di vedere come andrà a finire. Penso che li lasceremo fare e che poi segnaleremo la questione alla Polizia e alla Prefettura».
In servizio in Piazza Erbe ci saranno sei agenti della Polizia Municipale in divisa e due in borghese, questi ultimi con il compito di filmare quello che succede.
Nicoletta Cozza

lunedì 2 febbraio 2009

sicurezza

sara' anche sfortunato il sindaco muratore, ma il suo piglio da sceriffo della mutua non lo ajuta certo a sfangarsela da certe critiche.
ricordo solo che quando si chiuse il ghetto di via anelli disse di voler "spalmare" certi fenomeni in giro per la citta, di "diluirli", ebbene, e' riuscito nell'impresa di rendere il centro e la periferia ugualmente insicuri....
alla faccia delle supermulte, dei muri e del piglio da decisionista

dal gazzettino del 2 febbrajo

Padova
NOSTRA REDAZIONE
È Padova la città più insicura del Nordest: lo conferma il sondaggio sul sito del Gazzettino online. Quasi 7 lettori su dieci (il 68,6%) hanno indicato il capoluogo euganeo nella risposta a scelta unica. Un primato inattaccabile visto che alle spalle c’è Verona con il 10% e poi Treviso con il 5,7.
A dare la palma dell’insicurezza alla città del Santo ha contribuito anche la notizia che i sei romeni arrestati per lo stupro di Guidonia fossero diretti proprio a Padova (la certezza è giunta dal testo delle intercettazioni telefoniche), ma anche dalle ultime iniziative anti-droga (la maxi multa di 500 euro per i consumatori varata dal sindaco Zanonato) adottate per frenare l’aumento del mercato degli stupefacenti.
«Dalla mia città arrivano segnali molto inquietanti - ha commentato il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, padovano doc - e c’è da spaventarsi ad apprendere che una banda di stupratori volesse trovare rifugio prorpio a Padova. Ma questo è il risultato della gestione Zanonato, un sindaco che si maschera da sceriffo cercando d’imitare colleghi molto più efficaci di lui». «Il centrodestra mette in scena la speculazione politica - gli ha replicato l’on. Alessandro Naccarato (Pd), ex capogruppo di maggioranza in consiglio comunale - Se si vuol affrontare seriamente il tema sicurezza cerchiamo soluzioni come sta facendo proprio Zanonato».
Sotto accusa da parte dei politici del centrodestra e dei comitati cittadini (quello di via Anelli e di una zona difficile come la Stazione) è anche l’assessorato all’Accoglienza voluto dalla giunta Pd che farebbe di Padova una sorta di Eldorado per i clandestini: «Lo dimostra anche il fermo di un 17enne tunisino da parte della Polfer: stava confezionando droga e dai successivi controlli si è scioperto che era sbarcato tre giorni prima a Lampedusa» commentano l’on. Filippo Ascierto e l’assessore provinciale alla Sicurezza, Mario Verza (entrambi di An). «A Padova si sconta il buonismo accattone dei cattocomunisti» chiosa l’ex on. Mariella Mazzetto (Lega).
In città c’è il timore che le bande una volta di stanza in via Anelli (ora sgomberata e ripulita) si siano "spalmate" un po’ in tutti i quartieri - soprattutto periferici - della città: «Il Bronx è ormai diffuso in tutta la città» assicurano Paolo Manfrin e Maurizio Meridi, i due portavoce dei Comitati Stanga e Sos Padova.
Gigi Bignotti

il centro come la periferia?

son questi i risultati tanto sperati da chi ha concesso fiducia al sindaco muratore zanonato?
disse di voler "splamare" certi fenomeni per la citta', al fine di "diluirli", beh... missione compiuta, non sono calati, on sono meno gravi, ma ormai capitano dappertutto, senza distinzione tra centor e periferia.
dal Gazettino del 2 febbrajo:
Padova
Due fidanzati aggrediti, pestati e rapinati in pieno centro. E’ accaduto l’altra sera, a Padova.
Non bastano le supermulte contro chi consuma droga in città. Non bastano nemmeno le ordinanze antialcol o le "ronde miste" (forze dell’ordine-militari), nè il nuovo controllo del centro messo in atto contro l’invasione degli spacciatori. In realtà, a Padova la paura continua a crescere. Così, dopo aver scoperto che la fuga degli stupratori romeni di Guidonia aveva come méta Padova, dopo il sequestro di una giovane bulgara in zona industriale, subito violentata e trasportata poi a Piacenza infilata nel bagagliaio di un’auto da un altro terzetto di malviventi romeni, la nuova aggressione è arrivata a chiudere una settimana orribile per la convivenza padovani-stranieri.
Il fatto è accaduto sabato sera, ai danni di una giovane coppia (entrambi trentenni, lei del capoluogo lui di San Giorgio delle Pertiche), aggredita e rapinata in pieno centro. Lui è stato malmenato duramente con un casco da moto, lei è stata palpeggiata. I fidanzati sono rimasti vittime dell’imboscata di un "branco" di cinque o sei stranieri ubriachi, che dall’accento riferito potrebbero essere proprio romeni.
Erano le 23,30 in via Emanuele Filiberto, a due passi da Sommariva, con un continuo passaggio di auto, i negozi con le vetrine ancora illuminate e la gente che passeggia sotto i portici. I fidanzati si fermano davanti alle vetrine di un negozio di calzature. Il rumore del "branco" è soffocato da quello delle auto e i due ragazzi non si accorgono dell’arrivo degli individui. Quando sono circondati capiscono che sono ubriachi e che masticano male la nostra lingua.
Tutto avviene in maniera veloce e confusa, tra l’indifferenza degli altri passanti che non fanno in tempo a capire quello che sta accadendo. Il "branco" circonda la coppia e punta subito alla ragazza. Parole volgari, pesanti apprezzamenti. Poi qualcuno si avvicina di più a lei e gli altri lo coprono. E alla ragazza arriva addosso una manaccia che la palpeggia. Il fidanzato interviene subito e affronta gli stranieri.
Quelli però non aspettano altro, lo spintonano e lo mettono all’angolo. Uno lo picchia con un casco da moto, glielo sbatte più volte in testa. Poi gli dicono di consegnare il portafogli. Dentro ci sono ottanta euro. Evidentemente bastano, visto che il "branco" fugge.
Solo a quel punto gli altri passanti capiscono quello che è accaduto. Qualcuno telefona al 113 e in via Filiberto arrivano gli agenti delle Volanti. Il ragazzo viene soccorso e accompagnato al Policlinico. I sanitari lo medicano: ne avrà per una quindicina di giorni.
I due fidanzati rimangono a lungo negli uffici delle Volanti in Questura. Ricostruiscono l’aggressione fin nei minimi dettagli. È sicuro. I malviventi parlavano in italiano, ma con un accento straniero. Quasi certamente il "branco" era formato da indiviudi dell’Est. Forse romeni.