venerdì 28 novembre 2008

qualcosa si muove

finalmente qualcosa si muove, e se l'Amministrazione e' assente la gente si organizza e da sempre piu' fiducia alle Forze dell'Ordine, finalmente.
dal Gazzettino del 28/11/2008:

Pescarotto dopo il blitz
I residenti denunciano chi affitta a spacciatori
(M.B.) Solo qualche giorno fa i condomini ai civici 15/A e 15/B di via Confalonieri, rione Pescarotto, pochi metri in linea d'aria da via Anelli, sono stati oggetto di un imponente blitz da parte di circa 200 Carabinieri. Un'azione come da tempo, alla Stanga, non se ne vedevano. Ma la situazione nei due palazzi, nonostante l'ennesimo intervento delle forze dell'ordine, non pare migliorare. E allora a scendere in campo sono gli stessi proprietari. Che ieri hanno avuto una riunione con il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo.

«Ci siamo rivolti al comitato perché sappiamo che in zona è un punto di riferimento importante sia per i residenti che per la polizia e i carabinieri», spiega il proprietario di quattro appartamenti nei due edifici emuli ormai dei block di via Anelli.

«A questo punto riprende abbiamo deciso di denunciare quei proprietari che continuano ad affittare i loro appartamenti a persone che poi li usano come base per lo spaccio oppure la vendita di alcolici o altri prodotti alimentari. Siamo esasperati. La situazione nei nostri condomini è allucinante. I pusher nascondono la droga ovunque. Rompono tutto. Tolgono lampadine e interruttori per rimanere al buio. Di notte poi è il caos più assoluto. La gente dorme negli androni, sulle scale, dappertutto. Riescono ad entrare perché chi abita clandestinamente gli appartamenti apre loro le porte e le lascia aperte. Ormai siamo come in via Anelli, né più né meno».

«Ho acquistato i miei appartamenti (30 metri quadri l'uno) continua il piccolo proprietario di via Confalonieri nel 2003 a circa 50 mila euro. Ora, ammesso trovassi qualcuno a cui rivenderli, farei fatica a prenderne 30-35 mila».

Ma al Pescarotto torna ad acuirsi anche il problema del castello, il grande edificio in via Friburgo divenuto rifugio per numerosi immigrati clandestini e più volte murato.

«Nei giorni scorsi dice Denis Menegazzo i varchi dello stabile sono stati nuovamente violati. Ci sono persone che lo abitano. Abbiamo richiesto l'intervento delle forze dell'ordine e quello del proprietario per chiuderlo».

giovedì 27 novembre 2008

aspra polemica

Ormai lo scontro e' aperto...

Continua la polemica, molto aspra, tra i comitati.

L'unione fa la forza, e queste divisioni sono un indebolimento dei comitati, pero' se qualcuno vuole andare per forza in una certa, malsana, direzione, e' inevitabile lo scorno.

Dichiarazione del Comitato pescarotto in risposta alle accuse di Manfrin

Leggo senza particolare sorpresa il delirante e squallido commento di Manfrin sulla distribuzione gratuita di generi alimentari fatta dal Comitato Comres, Sos Padova e Pescarotto e pubblicato su Il Mattino di martedì 17.

Appare evidente che l’esclusione dalle iniziative fatte da altri comitati, la scarsa considerazione che oramai gode e l’indifferenza che riscontra da parte di quest’ultimi lo stanno portando a farneticanti commenti sulle attività altrui, arrivando ad offendere le decine di persone che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione contro il caro vita ma soprattutto offendendo la dignità di centinaia di persone che da quella manifestazione hanno avuto anche un seppur piccolo vantaggio.

Ma che arrivasse a dire delle mere falsità pur di aver riscontro mediatico è il massimo ed entrando nello specifico ricordo e confermo con estrema precisione che durante l’incontro all’hotel Europa di cui lui parla, si è discusso della manifestazione che dovevamo fare davanti alla Prefettura e davanti a palazzo Moroni, come organizzarci, come posizionarci, agli striscioni, alle diciture da scrivere, all’uscita con i Vigilantes e commenti vari.

Come ridicolo è il suo tentativo di voler far credere di starsene fuori dalla politica, tutti noi (dei Comitati) sappiamo bene quali sono le sue ambizioni, come chi lo conosce sa altrettanto bene che ha indossato senza tanti scrupoli quasi tutte le casacche presenti nel panorama politico nel tentativo di avere un posto al sole.

E’ veramente strano che, pur essendo a capo di un Comitato, Manfrin non si sia accorto che occuparsi dello spaccio e delle prostitute è fare del Sociale, come occuparsi di chi sta peggio di noi è fare del Sociale, far arrestare un delinquente è fare del Sociale, far rivivere un quartiere è fare del Sociale, anche tutto questo è compito di un Comitato di Zona.

STRANO CHE L’UNICO CHE NON L’HABBIA ANCORA CAPITO SIA PROPRIO LUI !!

Menegazzo Denis

Comitato Pescarotto

mercoledì 26 novembre 2008

ahi ahi ahi. la politica...

dopo una tregua armata, che onestamente m'ha stupito per la sua inconsueta durata, i Comitati si stanno dividendo per colpa della politica.
Dico tregua armata perche' piu' volte il Comitato Pescarotto PIO X ed il comitato Stanga son arrivati ai ferri corti.
Purtroppo e' difficile credere che il comitato Stanga sia completamente scevro da interessi politici, ma finche' si e' mosso nella direzione dell'interesse del Quartiere questo e' passato in secondo piano.
Ora, oggettivamente, e' difficile non pensare che con le elezioni in arrivo non sia improbabile un indirizzamento verso qualche aspirante sindaco.
In passato poi ho notato una certa mollezza nei confronti di zanonato.
Oggi non possiamo far altro che vedere come evolvera' la cosa, certo la faccia l'han messa tutti e solo tra un po' sara' chiaro chi l'ha persa.
Per quel che vale ritengo la cena organizzata da Manfrin un errore, le possibilita' di ricucire non mancano, vedremo...

lunedì 24 novembre 2008

Una folla per la distribuzione di pasta e latte

gesto simbolico, provocatorio, kitch... dite quello che volete, ma comunque meglio di niente.
Dal Gazzettino di Padova del 23/11

Una folla per la distribuzione di pasta e latte
In 30 minuti scorte esaurite. I comitati: «Ci siamo resi conto di quanti non riescono ad arrivare alla fine del mese»
(M.B.) Un successo letteralmente travolgente. È quello che ha contraddistinto l'iniziativa della distribuzione gratuita di latte, pasta e radicchio organizzata dall'associazione Comres e alla quale hanno partecipato anche il comitato Pescarotto e Sos Padova. In pochi minuti, dalle 9.30 alle 10, ieri mattina, sono stati "bruciati" 200 litri di latte, due quintali di pasta e oltre quattro di radicchio.

Con la consegna dei generi alimentari anticipata a causa della grande folla che già dalle otto del mattino si era radunata in piazza Insurrezione, davanti alla libreria Mondatori. Ad accorrere per ricevere gli oltre seicento sacchetti di alimenti distribuiti da Massimiliano Pellizzari (Comres), Denis Menegazzo (comitato Pescaorotto) e Maurizio Meridi (Sos Padova) sono stati soprattutto gli anziani e i pensionati; accanto a loro però anche tanti altri cittadini rappresentanti un po' tutte le estrazioni sociali.

«Sono in affitto, e ho una pensione di 800 euro al mese - raccontava la signora Nadia mentre teneva stretto il suo pacchetto di latte, pasta e radicchio -, arrivare alla quarta settimana è un'impresa. Penso che i prezzi debbano essere abbassati, perché vivere in questa maniera non si può più».

«Avevate detto che cominciavate la distribuzione alle 10.30 - fa, deluso, un anziano rivolgendosi a Massimiliano Pellizzari - adesso invece mi dite che non è rimasto più niente. Va bene, me ne vado. Ma quando tornate?». E la risposta del leader di Comres non si fa attendere: «Speriamo di poter ripetere l'iniziativa già il mese prossimo», quindi Pellizzari commenta: «È stato un successo enorme. Persino imprevedibile in queste dimensioni. Abbiamo dovuto anticipare la distribuzione perché c'erano anziani che erano arrivati alle otto del mattino. Incredibile».

«Ci siamo resti conto - aggiunge Denis Menegazzo - quante persone hanno difficoltà anche ad arrivare alla terza settimana. E la cosa triste è stato assistere ad un vero e proprio assalto non solo da parte degli anziani, ma anche di tante famiglie "normali". Qualcuno in questa città dovrebbe farsi un bel esame di coscienza».

«Abbiamo potuto vedere - conclude Maurizio Meridi - quello che la nostra amministrazione comunale forse finge non esista. Forse è poco e magari per qualcuno pure irrilevante, però noi siamo contenti di avere portato anche solo un po' di sollievo a chi è in difficoltà».

ma indovina chi si lamenta?

Alle solite i commercianti piangono il morto eppera' non sono disposti a venire incontro alla gente, secondo loro dovremmo spendere i nostri denari per mantenere il loro tenore di vita...
Insomma, nulla di nuovo sotto il fronte.

dal Gazzettino di PAdova del 23/11
Chi dice no Commercianti e Adiconsum uniti
«È come dare l'aspirina a un malato molto grave»
(E.F.) La distribuzione di latte e pasta gratis e del pane a un euro al chilo è stata accolta favorevolmente dalla cittadinanza come un'occasione per risparmiare un po' di denaro, ma non è stata, invece, ben vista dalle associazioni di categoria e dalle istituzioni. In particolare, l'operazione di Rifondazione Comunista è stata bocciata da Ascom e Confesercenti. Il presidente Fernando Zilio non vede di buon occhio questa sorta di "svendita": «Non ritengo sia un'iniziativa da prendere d'esempio, oltre a non servire a nulla, la trovo antidemocratica e antisociale. Qualsiasi persona, anche la contessa di turno, ha potuto acquistare il pane a un prezzo stracciato. Sono convinto che il nostro impegno debba andare in un'altra direzione». Anche il direttore della Confesercenti Maurizio Francescon non condivide questa forma di aiuto: «Sono iniziative che non hanno nulla a che vedere con la lotta al caro-vita e la difesa dei commercianti. Creano invece tanta confusione nella gente, che si domanderà come sia possibile acquistare il pane a questo prezzo. È come dare un'aspirina a uno che è gravemente malato. Per essere utile Rifondazione Comunista dovrebbe invece impegnarsi per restituire potere d'acquisto agli stipendi delle famiglie».

Anche l'assessore al Commercio, Ruggero Pieruz, non condivide l'iniziativa della collega Daniela Ruffini: «Il mio giudizio non può essere asettico, sono un assessore al commercio, e pertanto difendo i commercianti. Con un'iniziativa di questo genere, invece, si fa loro del male. L'iniziativa della Ruffini ha solo un significato politico, è un modo per fare proseliti. Avrà anche venduto una tonnellata di pane, ma di che pane si tratta? Bisogna distinguere il prodotto artigianale da quello industriale. Riconosco alla Ruffini di aver dato spazio per una volta anche alle periferie, ma la inviterei piuttosto a collaborare con le associazioni di categoria e con le istituzioni per abbassare i prezzi».

In linea con queste posizioni anche l'opinione del segretario provinciale di Adiconsum Roberto Nardo: «Sono manifestazioni spot che non hanno nessun effetto concreto sulla realtà. Si usa un cerotto quando bisogna invece operare. In piazza ho visto scene poco edificanti, e tra chi ha bisogno veramente di mangiare si inserisce anche chi è li solo per arraffare. A mio avviso le strade da percorrere sono altre. È necessario trovare degli accordi tra le associazioni dei consumatori, commercianti e anche operatori economici, come gli artigiani, per bloccare i prezzi a lungo termine».

venerdì 21 novembre 2008

e' brutto da dire ma...

... ma l'avevamo detto.
Ghettizzare il Pescarotto non ci era parsa da subito una buona idea, poi tutti i sinistri amministratori han convinto qualcuno che ci fosse del senno in quest'idea, e incredibilmente anche qualcuno che ci abita al Pescarotto, e alla fine han dimostrato... che avevamo ragione.
Per fortuna il superlavoro delle Forze dell'Ordine porta un po' di tranquillita' e la sensazione di non essere abbandonati, ma certo, fosse stato per il sindaco, il presidente di Quartiere o la ruffini (che ora ha il degli islamici della moschea per cui non vuole che venga ancora spostata la moschea - vedi i gironali di oggi - , ed e' questo il vero problema della Stanga, sciocchi noi anon capirlo) noi saremmo degli squinternati mai contenti che vivono nell'isola felice di Padova.
C'e' stat una notevole escalation di spaccioe crimine nel quartiere, allora si diceva, ma no... e' solo che si vede di piu'... tranquilli.
invece ora anche i piu' sinistri si son deciis ad ammmettere che i ghetti son sempre una sciocchezza, ergere muri dividere bloccare starde non e' un sistema adatto a creare sicurezza.
speriamo che lo capiscano anche gli amministratori presto.

dal gazzettino di padova di oggi 21 novembre 2008

Duecento militari dell’Arma e quattro unità cinofile hanno circondato due condomini di via Confalonieri abitati da immigrati
All'alba blitz dei carabinieri nel nuovo bronx
Un centinaio gli stranieri identificati, nella rete una dozzina di clandestini. Impossibile espellere un palestinese
Il blitz è scattato all'alba. Due palazzine di via Confalonieri, al 15 A e 15 B, sono state circondate dai carabinieri. In campo duecento militari, con l'ausilio di quattro unità cinofile. Ed è iniziato un controllo a tappeto dei cinquantadue alloggi, in maggioranza occupati da immigrati extracomunitari. Anche i garage e i cortili sono stati passati al setaccio. I cani antidroga sembravano impazziti. Hanno fiutato numerose tracce di sostanze stupefacenti. Evidentemente lì, da qualche parte, doveva essere stata confezionata droga assai di recente. Non c'è da stupirsi. In quei due condomini vanno e vengono clandestini che campano di spaccio e che sono sospettati di avere monopolizzato il quartiere.

Quattro le etnie presenti: nigeriana, tunisina, albanese e romena. Molti sono regolari. Hanno un lavoro e una famiglia. Ne sono stati identificati oltre un centinaio. Dodici i clandestini - tutti sospettati di avere le mani in pasta nella droga - accompagnati al comando provinciale dell'Arma in via Rismondo per accertamenti più approfonditi ai fini dell'espulsione.

In un appartamento, al 15 A, all'interno 8, di proprietà di un albanese, sono stati trovati alcuni clandestini. Il proprietario è stato denunciato per favoreggiamento della permanenza di immigrati irregolari e l'alloggio potrebbe essere sottoposto a sequestro nei prossimi giorni. Va detto che è già oggetto di pignoramento da parte di un istituto di credito vicentino che ha proceduto all'espropriazione immobiliare perchè sono rimaste insolute le rate del mutuo.

Una nigeriana, che vanta sulle spalle precedenti specifici, è stata denunciata per detenzione a scopo di spaccio di hascisc, trovato occultato in un pacchetto di sigarette. In un appartamento, locato da un "pastore" nigeriano sono stati trovati madre e figlio. Lui regolare, con un lavoro, lei con il permesso di soggiorno scaduto da un paio d'anni e non più rinnovato. Nel condomino al 15 B, in un garage, è stato sorpreso a dormire su un lercio divano un altro immigrato.

E nell'appartamento di una prostituta romena - che dice tornerà presto a casa perchè di quattrini ne ha guadagnati abbastanza - è stato trovato un sedicente palestinese, che tutti nel quartiere conoscono con il soprannome di "ciccio bello". È un pusher. Dice di chiamarsi Mohamed Alì Hamed, di avere trentun anni, e di essere nato il 25 dicembre, come Gesù: ma non a Betlemme, bensì a Gaza. Sulle spalle ha otto pagine di precedenti di polizia. È approdato in Italia sbarcando l'11 settembre 2004 a Lampedusa. Due settimane dopo, come dimostra un controllo della Questura, era già a Padova. L'11 ottobre 2004, un mese dopo il suo arrivo, è finito in manette per spaccio di droga. Scarcerato, è stato controllato nel dicembre successivo a Piove di Sacco, nel febbraio 2005 altra denuncia per spaccio, in giugno e in settembre arrestato sempre per droga. Per un anno non ha fatto parlare di sè. Finchè nel luglio 2006 ha fatto capolino a Chieti. Due mesi più tardi rieccolo a Padova, dove in novembre è stato controllato due volte dalla polizia. In dicembre l'ennesima denuncia per droga da parte dei carabinieri. Controllato nel marzo e nell'aprile 2007, tra luglio e ottobre di quest'anno è stato ricontrollato cinque volte da polizia e carabinieri. Ultima identificazione quella di ieri mattina.

E nei confronti di "ciccio bello" l'espulsione è impossibile. Non vi è alcuna certezza sulla sua vera identità. I palestinesi non lo riconoscono e così pure gli altri Paesi nordafricani. Quindi, ce lo teniamo così com'è, inespellibile. Ciò la dice lunga sulla inadeguatezza della normativa sull'immigrazione.

Via Confalonieri, via Tonzig, via Manara. Un triangolo dove quotidianamente si replica il déjà vu di via Anelli. Il rischio di un nuovo bronx è concreto.

e' brutto da dire ma...

mercoledì 19 novembre 2008

il Pescarotto al setaccio

un altro articolo del mattino sul Pescarotto.
E c'e' ancora chi sostiene che la situazione da noi sia migliorata...

GIOVEDÌ, 13 NOVEMBRE 2008
Pagina 23 - Cronaca
Stanga: palazzoni multietnici al setaccio
Nelle vie Curiel, Manara e Tonzig. E ora sarà linea dura contro i
proprietari
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STANGA. Il blitz è scattato all'alba. Gli agenti del commissariato
Stanga hanno fatto irruzione all'interno dei palazzoni delle vie Curiel,
Manara e Tonzig. In questura sono finiti 21 stranieri, 19 dei quali verranno
indagati per invasione di edificio e mancata esibizione dei documenti. Ma l'indagine
coinvolgerà anche alcuni dei proprietari degli appartamenti, che si
farebbero pagare 500 euro al mese per due posti letto. Per questo motivo all'operazione
di ieri mattina hanno partecipato anche i militari della guardia di finanza.
Nel giro di due giorni sono stati controllati un centinaio di stranieri.
I controlli di ieri mattina sono stati concentrati nei condomini di
via Curiel 10 e 19/a, in via Manara al civico 37 e 39 e in via Tonzig al 10,
all'11 e al 13. In due appartamenti di via Curiel sono stati trovati tre
clandestini, in tre appartamenti di via Tonzig ne sono stati trovati cinque
e in via Manara uno soltanto.
Tutto è nato dalle lamentele più volte espresse da un gruppo di
residenti della zona, che sabato scorso al commissariato Stanga hanno
raccontato disagi e soprusi, derivanti dalla difficile convivenza all'interno
dei condomini in questione. Gli uomini della guardia di finanza ora dovranno
incrociare i dati con le dichiarazioni rese dalle persone portate in
questura. Due clandestini hanno dichiarato infatti di pagare 500 euro al
mese per usufruire di due posti letto. In via Tonzig gli agenti hanno
trovato l'ormai noto «re della droga» del Pescarotto, soprannominato Tyson.
Era in compagnia del fratello, sul cui groppone ora pende un ordine di
espulsione.
In totale le identificazioni sono state una sessantina, 21 i
clandestini portati in questura per accertamenti. Tra gli indagati, due sono
stati accusati anche di furto di energia elettrica, schiamazzi notturni,
imbrattamento e molestie.
Ieri pomeriggio invece l'operazione è stata concentrata sul
cavalcavia Borgomagno. Sono stati controllati 5 locali pubblici e
identificati 49 stranieri, soprattutto nigeriani e tunisini, 21 dei quali
portati per accertamenti in questura. Due tra questi, che si trovavano in
stato di ebbrezza alcolica, sono indagati per resistenza a pubblico
ufficiale. Due immigrati sono stati arrestati inoltre per violazione della
legge Bossi Fini. Un altro nigeriano, che ha opposto resistenza a pubblico
ufficiale, è stato arrestato perché trovato in possesso di cocaina ed un
etto e mezzo di hashish. (e.fer.)
Tratto dal mattino di padova versione online

cena dei comitati

grazie ad un gentile Lettore che mi ha inviato alcuni articoli del Mattino ecco un altro aggiornamento sulla (nociva) cena tra i comitati e sulla situazione odierna al Pescarotto:

Dal mattino notizia

DOMENICA, 09 NOVEMBRE 2008
Pagina 23 - Cronaca

Via Tonzig. Fioccano le querele dall'assemblea dei residenti del
palazzo Green, assediati dall'illegalità e dal degrado

Pescarotto: denunciati i proprietari conniventi
E il boss del rione, il magrebino Tyson uscito dal Cpt, torna ad agire
indisturbato
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PESCAROTTO. Nel rione la misura è colma. Così i proprietari di via
Tonzig, al Pescarotto, trasformano l'assemblea di condominio in una riunione
sulla sicurezza da cui partono querele e denunce riguardanti il palazzo
Green. Lo spaccio di droga avviene negli appartamenti, a cominciare dall'interno
5 abitato dal presunto boss della droga al Pescarotto, un magrebino
soprannominato Tyson. Ma la proprietaria, Caterina Soppelsa (che vive a
Vicenza) non fa una piega.
Da un paio di giorni, Tyson è uscito dal Cpt di Milano e ha fatto
ritorno al Pescarotto. La sua fedina è costellata di reati e detenzioni.
Arrivato in Italia ha ottenuto il permesso di soggiorno sposando una
siciliana, poi il matrimonio è finito, da tunisino si è dichiarato
marocchino, di documenti neanche l'ombra. Tant'è.
«Al telefono la signora Soppelsa mi ha risposto di non disturbarla -
commenta Giuseppina Isabella Galioto, avvocato del condominio Green - E non
ha mai ritirato le raccomandate che le abbiamo inviato, necessarie come
pezze giustificative per agire nei suoi confronti». Anche il 23 è di sua
proprietà, mentre il 15 è dell'avvocato Marchetto. Entrambi sono occupati
abusivamente e rubano la corrente dai contatori. «Sono più fatti criminosi
da denunciare», sottolinea il legale «intanto chiediamo un procedimento d'urgenza
per interdire gli appartamenti occupati abusivamente». La querela è stata
presentata al commissariato Stanga e sottoscritta dai nove proprietari. Poi
ci sono i cani. Di proprietà di Tyson, taglia grossa e aggressività marcata.
«Sono pericolosi e questo comporta un aspetto penale, oltre alla violazione
del regolamento condominiale». Parte così un attacco ai proprietari
conniventi. All'assemblea interviene anche Denis Menegazzo, presidente del
comitato Pescarotto: «La colpa è di amministratori e proprietari, io non
voglio colpire nel mucchio ma chiedo a voi presenti di non affittare più a
stranieri, soprattutto se extracomunitari». Nemmeno se regolari e con
lavoro? «No, perché rischiano di diventare vittime dei connazionali
delinquenti». La sicurezza è il grande tema dei comitati. Eppure anche
Menegazzo dà forfait alla cena elettorale di Paolo Manfrin: «Nessuno detta
la nostra agenda», conclude «e non mi piace dover spiegare ai miei associati
le scelte di altri».
(Elvira Scigliano)

domenica 16 novembre 2008

dissidenti

primi, giustificati, dissapori tra comitati, non e' ancora ben comprensibile cosa accade ma intanto facciamo chiarezza su un punto, non vorrei che il mio quartiere fosse fatto passare come un esempio di buona amministrazione.
ma stiamo scherzando?

dal gazzettino di Padova del 16 novembre

I dissidenti La dichiarazione "inopportuna" ha già creato una spaccatura
Venerdì sera, al tavolo del ristorante Da Michele in via Perosi, era impossibile non notare la loro assenza. Maurizio Meridi, presidente di Sos Padova, Massimiliano Pellizzari, leader di Comres, e Denis Menegazzo, guida del Pescarotto, sono stati i grandi assenti alla cena dei comitati organizzata da Paolo Manfrin e alla quale ha invece partecipato l'altro futuro cavaliere: Gisella Scanferla. E appare ormai chiaro come l'incontro abbia tracciato un solco profondo tra i tre assenti e gli altri presenti. Il dado insomma è stato tratto. E tornare indietro, se non impossibile, appare comunque difficile. All'indomani dell'annuncio di Paolo Manfrin, dato proprio sul nostro giornale, dell'incontro tra i comitati, le reazioni dei suoi tre (ex?) colleghi di battaglia si sono mosse lungo lo stesso comune denominatore definendo l'uscita del presidente del comitato Stanga inopportuna. Insomma l'anticipo di Manfrin ai tre non è proprio piaciuto, tanto che hanno declinato l'appuntamento alla cena di venerdì sera definendolo troppo politicizzato. Nonostante almeno due di loro abbiano già nel cassetto altrettante liste civiche pronte da sfoderare nel momento in cui i giochi elettorali entreranno nel vivo. Senza escludere che Comres, comitato Pescarotto, ed Sos Padova potrebbero puntare ad un'intesa comune, magari allargandola anche ad altri comitati che venerdì hanno disertato il summit. Intanto le prime prove generali dell'intesa a tre sono pronte ad andare in scena sabato prossimo durante la distribuzione di pane e pasta in piazza della Frutta organizzata da Comres e alla quale Sos Padova e il Pescarotto hanno già annunciato la loro adesione.

elezioni in arrivo...

elezioni in arrivo...
...e come prevedibile qualcuno comincia a cercare di manipolare i comitati per portar voti a destra e manca.
Purtroppo devo dire al mio amico Manfrin che il problema del comitato Stanga 6 e' che e' fagocitante, nel senso che disoponendo di mezzi che altri comitati si sognano, vorrebbe fare un po' troppo da leader, e questo non va bene.
A volte decide in autonomia e pone gli altri di fronte al fatto compiuto.
soprattutto a volte prende decisioni troppo politiche, e questo non e' bene.
Il Comitato Pescarotto invece e' auotnomo e non vuole portar foraggio gratis e, penso di poter affermare, pur non essendo un portavoce o un attivista, che il comitato Pescarotto si pone innanzitutto l'obiettivo di portare sotto i riflettori al situazione di abbandono del quartiere, sicuramente questo vuol dire far notare la mancanza di rispetto di zanonato e della sua gente nei nostri confronti, in modo anche evidente di quello che dovrebbe essere il presidente di quartiere mentre invece e' il "bell'antonio" che si pavoneggia, o poco piu' (diciamolo, un sedicente modello non basta a guidare un quartiere cosi' grande e impegnativo, a meno che non si voglia lasciare la zona nella condizione di sgabuzzino della citta', come ha gia' detto, e non nascosto, il sindaco).
Quindi in questo periodo ogni mossa dovrebbe essere valutata con senno e al momento mi sento di condividere l'idea di "dissentire".

dal gazzettino di Padova del 16 novembre:

A Palazzo contro la politica degli schieramenti
Manfrin: «Disgustosa la corsa a cui assistiamo per la poltrona di sindaco. E la gente è stanca di questo»
La politica non muove ancora. A poco più di sei mesi dalle prossime elezioni comunali, la scacchiera sembra sempre ferma. Con gli strateghi impegnati non tanto a preparare le mosse programmatiche, quanto a decidere chi dovrà compierle. E allora a rompere gli indugi ci prova la società civile, con alcuni dei tanti comitati che in questi mesi si sono formati nei vari quartieri per combattere degrado e insicurezza, ma soprattutto per promuovere una partecipazione fai-da-te nell'amministrazione dei loro rioni dalla quale, nonostante le promesse della giunta-Zanonato, si sono sempre sentiti esclusi. E così venerdì sera, in un ristorante dell'Arcella, a discutere del futuro della città e delle loro prossime iniziative, si sono trovati i rappresentati di dodici comitati: Stanga6, Manara, Altichiero, via Carducci, Piovego, Associazione piazza De Gasperi, Borgomagno, via Avanzo, Guicciardini, Conciapelli, via Curiel, più l'adesione da parte del comitato Portello e del Pontecorvo. Gran cerimoniere dell'iniziativa, il presidente del comitato Stanga6, Paolo Manfrin.

Manfrin, perché questo incontro?

«Ci siamo trovati per confrontarci e per fare il punto della situazione nei nostri quartieri e per quanto riguarda le nostre attività. Abbiamo capito che esiste la possibilità di intraprendere un percorso comune all'interno di uno stesso contenitore. Un unico grande comitato. E poi perché questa città ha bisogno di risposte immediate e forti».

Che la politica non sa dare?

«Il problema non è la politica, ma chi la fa. Prendiamo la cronaca delle ultime settimane. C'è una rincorsa continua al toto-candidature per la poltrona di sindaco. Si spara un nome al giorno, tra lotte intestine nei due schieramenti. È disgustoso. Eppure i politicanti sembrano ancora non aver capito che la gente è stanca delle loro beghe personali. Nessuno spende una parola per il bene di Padova. Tutti a guardare il loro tornaconto. A noi invece non interessa la spartizione delle sedie».

Però nel Palazzo volete entrarci anche voi...

«Non è detto. Quello che vogliamo è intanto formare un movimento che faccia tornare la passione per la nostra città. Un movimento per dialogare con la politica. Un movimento in grado di renderci partecipi delle scelte e non sempre e solo sudditi di chi decide per noi. E se stabilissimo di entrare nel Palazzo lo faremmo solo perché siamo stanchi di fare sala d'attesa alla corte del re di turno. Noi non abbiamo preclusioni: siamo pronti a dialogare con tutti. Ma soprattutto tutti debbono ascoltare le nostre richieste».

Che sono?

«La partecipazione in primis. Un concetto che questa amministrazione ha ben presto perso per strada. Poi la sicurezza. Chiediamo l'apertura di un laboratorio permanente sulla sicurezza in grado di permetterci un rapporto diretto con l'amministrazione comunale. Prefetto e Questore hanno capito le nostre esigenze. Il Sindaco invece ancora no».

Al tavolo di venerdì sera mancavano i rappresentanti di Comres, Sos Padova e del Pescarotto, ovvero tre dei cinque papabili cavalieri, insieme a Stanga 6 e Manara. Solo un caso?

«No. Non è solo un caso. Evidentemente c'è qualcuno tra di noi che parte già con schemi politici ben precisi e che a priori scarta l'idea di dialogare con chi non è schierato sullo stesso fronte. Però a noi la polemica non interessa. Per chi volesse tornare la porta è sempre aperta».

Matteo Bernardini

giovedì 13 novembre 2008

ridicoli?

in via Manara la solita soluzione alla zanonato, un palliativo, meglio di niente dicono molti, eppure spesso si tratta di un quasi niente.
E la distanza dalla presa in giro e' sempre piu' breve.
Ricordo che siamo ad ottobre 2007 quando zanonato decide del nuovo muro anticrimine (?!?!).
Ma che bella pensata, originale ed efficace soprattutto.
Dal Gazzettino del 13/11/2008:

Sempre aperto il cancello anti-spaccio
Qui, dicono i residenti, nulla è cambiato: i venditori di droga e le prostitute imperversano
Via Manara, dov'eravamo rimasti? Che l'amministrazione comunale, dopo le insistenze dei residenti e lo stato di degrado in cui versava la strada a causa delle attività che si svolgevano all'interno dei condomini ai civici 37 e 39, aveva stabilito uno speciale pacchetto-sicurezza che isolasse i due edifici al centro delle proteste e chiudesse parte della via con una muretta e una recinzione. Inoltre, gli accessi ai civici 37 e 39 sarebbero stati chiusi da un cancello elettrico con l'unico accesso da via Grassi. Quindi problemi risolti e situazione tornata alla normalità? No. Perché il cancello di fatto continua a rimanere aperto, l'andirivieni, soprattutto di extracomunitari, continua, le attività poco chiare rimangono come conferma anche il blitz effettuato ieri mattina dalla Polizia di Stato e le proteste dei residenti non cessano.

«Se la situazione al 37 e al 39 fosse tranquilla osserva Gisella Scanferla, la combattiva presidentessa del comitato Manara non credo ci sarebbe bisogno di operazioni di polizia in grande stile come quella avvenuta ieri».

«Il punto è continua la Gisa che in quei condomini certi giri non sono mai terminati. Vediamo ancora gente che arriva per andare a prendersi da mangiare e il via vai è incessante, specialmente durante il week end. Come ai bei tempi. E poi vorremmo sapere perché il cancello non viene mai chiuso, visto che l'hanno montato e ci hanno pure speso dei bei soldi». La spiegazione arriva da Emanuele Narutti, portavoce del condominio Alceo, ovvero dei residenti degli appartamenti ai civici 37 e 39 di via Manara: «Il cancello rimane aperto perché non tutti i condomini hanno ancora le chiavi. Il Comune comunque ha fatto gli interventi che erano stati richiesti, rispettando gli impegni».

Ma tra gli altri problemi, in via Luciano Manara, è tornato anche quello delle prostitute. «Che hanno come protettori non più italiani, ma extracomunitari nigeriani», precisa Gisella Scanferla. E sulla vicenda via-Manara interviene anche il presidente del comitato Stanga, Paolo Manfrin: «La situazione della strada è tornata a farsi critica perché i rappresentanti dei comitati, soprattutto dall'amministrazione comunale, sono stati ignorati quando hanno continuato a segnalare il ritorno dei problemi di sempre».

Matteo Bernardini