venerdì 21 novembre 2008

e' brutto da dire ma...

... ma l'avevamo detto.
Ghettizzare il Pescarotto non ci era parsa da subito una buona idea, poi tutti i sinistri amministratori han convinto qualcuno che ci fosse del senno in quest'idea, e incredibilmente anche qualcuno che ci abita al Pescarotto, e alla fine han dimostrato... che avevamo ragione.
Per fortuna il superlavoro delle Forze dell'Ordine porta un po' di tranquillita' e la sensazione di non essere abbandonati, ma certo, fosse stato per il sindaco, il presidente di Quartiere o la ruffini (che ora ha il degli islamici della moschea per cui non vuole che venga ancora spostata la moschea - vedi i gironali di oggi - , ed e' questo il vero problema della Stanga, sciocchi noi anon capirlo) noi saremmo degli squinternati mai contenti che vivono nell'isola felice di Padova.
C'e' stat una notevole escalation di spaccioe crimine nel quartiere, allora si diceva, ma no... e' solo che si vede di piu'... tranquilli.
invece ora anche i piu' sinistri si son deciis ad ammmettere che i ghetti son sempre una sciocchezza, ergere muri dividere bloccare starde non e' un sistema adatto a creare sicurezza.
speriamo che lo capiscano anche gli amministratori presto.

dal gazzettino di padova di oggi 21 novembre 2008

Duecento militari dell’Arma e quattro unità cinofile hanno circondato due condomini di via Confalonieri abitati da immigrati
All'alba blitz dei carabinieri nel nuovo bronx
Un centinaio gli stranieri identificati, nella rete una dozzina di clandestini. Impossibile espellere un palestinese
Il blitz è scattato all'alba. Due palazzine di via Confalonieri, al 15 A e 15 B, sono state circondate dai carabinieri. In campo duecento militari, con l'ausilio di quattro unità cinofile. Ed è iniziato un controllo a tappeto dei cinquantadue alloggi, in maggioranza occupati da immigrati extracomunitari. Anche i garage e i cortili sono stati passati al setaccio. I cani antidroga sembravano impazziti. Hanno fiutato numerose tracce di sostanze stupefacenti. Evidentemente lì, da qualche parte, doveva essere stata confezionata droga assai di recente. Non c'è da stupirsi. In quei due condomini vanno e vengono clandestini che campano di spaccio e che sono sospettati di avere monopolizzato il quartiere.

Quattro le etnie presenti: nigeriana, tunisina, albanese e romena. Molti sono regolari. Hanno un lavoro e una famiglia. Ne sono stati identificati oltre un centinaio. Dodici i clandestini - tutti sospettati di avere le mani in pasta nella droga - accompagnati al comando provinciale dell'Arma in via Rismondo per accertamenti più approfonditi ai fini dell'espulsione.

In un appartamento, al 15 A, all'interno 8, di proprietà di un albanese, sono stati trovati alcuni clandestini. Il proprietario è stato denunciato per favoreggiamento della permanenza di immigrati irregolari e l'alloggio potrebbe essere sottoposto a sequestro nei prossimi giorni. Va detto che è già oggetto di pignoramento da parte di un istituto di credito vicentino che ha proceduto all'espropriazione immobiliare perchè sono rimaste insolute le rate del mutuo.

Una nigeriana, che vanta sulle spalle precedenti specifici, è stata denunciata per detenzione a scopo di spaccio di hascisc, trovato occultato in un pacchetto di sigarette. In un appartamento, locato da un "pastore" nigeriano sono stati trovati madre e figlio. Lui regolare, con un lavoro, lei con il permesso di soggiorno scaduto da un paio d'anni e non più rinnovato. Nel condomino al 15 B, in un garage, è stato sorpreso a dormire su un lercio divano un altro immigrato.

E nell'appartamento di una prostituta romena - che dice tornerà presto a casa perchè di quattrini ne ha guadagnati abbastanza - è stato trovato un sedicente palestinese, che tutti nel quartiere conoscono con il soprannome di "ciccio bello". È un pusher. Dice di chiamarsi Mohamed Alì Hamed, di avere trentun anni, e di essere nato il 25 dicembre, come Gesù: ma non a Betlemme, bensì a Gaza. Sulle spalle ha otto pagine di precedenti di polizia. È approdato in Italia sbarcando l'11 settembre 2004 a Lampedusa. Due settimane dopo, come dimostra un controllo della Questura, era già a Padova. L'11 ottobre 2004, un mese dopo il suo arrivo, è finito in manette per spaccio di droga. Scarcerato, è stato controllato nel dicembre successivo a Piove di Sacco, nel febbraio 2005 altra denuncia per spaccio, in giugno e in settembre arrestato sempre per droga. Per un anno non ha fatto parlare di sè. Finchè nel luglio 2006 ha fatto capolino a Chieti. Due mesi più tardi rieccolo a Padova, dove in novembre è stato controllato due volte dalla polizia. In dicembre l'ennesima denuncia per droga da parte dei carabinieri. Controllato nel marzo e nell'aprile 2007, tra luglio e ottobre di quest'anno è stato ricontrollato cinque volte da polizia e carabinieri. Ultima identificazione quella di ieri mattina.

E nei confronti di "ciccio bello" l'espulsione è impossibile. Non vi è alcuna certezza sulla sua vera identità. I palestinesi non lo riconoscono e così pure gli altri Paesi nordafricani. Quindi, ce lo teniamo così com'è, inespellibile. Ciò la dice lunga sulla inadeguatezza della normativa sull'immigrazione.

Via Confalonieri, via Tonzig, via Manara. Un triangolo dove quotidianamente si replica il déjà vu di via Anelli. Il rischio di un nuovo bronx è concreto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

io lo ho detto l' unico modo per risolvere i problemi definitivamente è che il comune (almeno questo può farlo) deve costituirsi parte civile nei confronti dei proprietari (italiani) che affittano in nero o in grigio agli extracomunitari,non bastano i carabinieri ma colpire nel portafogli ad esempio tu guadagni 200 euro in questo modo io te ne chiedo (comune o comitati) 20.000 di danni di immagine,biologici,perdita di valore immobili e cosi via,colpirne uno per educarne cento (Mao Tze Tung).