giovedì 29 gennaio 2009

sondaggio

dal Gazzettino di Padova

Preoccupanti i risultati del sondaggio lanciato dal sito web del Gazzettino. La nostra metropoli giudicata la più pericolosa del Nordest
La città meno sicura? Per il 73% è Padova
Una "fama" consolidata: perfino i romeni stupratori di Guidonia stavano per arrivare sulle nostre piazze
Giovedì 29 Gennaio 2009,
Un sondaggio del Gazzettino online (www.gazzettino.it) assegna a Padova la "maglia nera" della sicurezza a Nordest: il 73% la ritiene città più pericolosa fra gli 11 capoluoghi. «Ormai il "bronx" che una volta era via Anelli s’è spalmato un po’ in tutti i quartieri» dicono i comitati Sos Padova e Stanga. E il centrodestra, da Galan ad Ascierto, punta il dito su Zanonato «che si maschera da sceriffo». Ma Naccarato (Pd) critica le «speculazioni politiche di un Pdl che non vuole cercare soluzioni». Dubbi sulla "pericolosità" di Padova vengono dal consigliere regionale Covi (Intesa) e dal presidente dei commercianti Zilio, che comunque riconoscono l’alta insicurezza percepita. Intanto da Roma arriva la conferma: la banda di stupratori romeni era diretta a Padova.

mercoledì 28 gennaio 2009

tutti a Padova

evidentemente la fama di zanonato muratore e' cosa buona solo per alcune semplici menti, e' chiaro che chi sa come muoversi sceglie con oculatezza dove andare per star meglio, a discapito nostro e di tutti i muri che qualcuno vorrebbe erigere.
alla fine questi se ne staranno dietro il loro muretto a curare il loro prato, e di quello che capita attorno, che gli frega, non e' affar loro, hanno il muro!


link: dal gazzettino del 28 gennajo

martedì 27 gennaio 2009

rapina al tabaccaio

chissa' perche' non vedo questo come un segno di un quartiere migliorato, e sono convinto che ztl e sensi unici in questi casi servano veramente soloa farsi pubblicit'a e gettare fumo negli occhi.

dal Gazzettino del 27 gennajo

VIA PESCAROTTO
Rapinatore in bici in tabaccheria
Ammonta a mille euro in contanti e a 15 stecche di sigarette il bottino della rapina che un malvivente solitario, italianissimo, ha messo a segno ieri sera nel bar tabaccheria di via Pescarotto angolo via Orlandi. Erano le 19 quando l’individuo è entrato nell'esercizio pubblico. Impugnava una pistola (forse un’arma giocattolo) e l’ha puntata contro la proprietaria. In italiano perfetto le ha ordinato di consegnare tutto l’incasso. Nel registratore c’erano circa mille euro. Non contento il rapinatore si è fatto consegnare quindici stecche di sigarette che si trovavano nello scaffale. Ha messo le sigarette in un borsone ed è risalito in sella alla sue bicicletta ed è scomparso nel buio. La titolare del bar tabaccheria ha dato l’allarme con una telefonata al 113. Sul posto sono arrivati gli agenti delle Volanti.

domenica 25 gennaio 2009

cosa inventeranno?

e che faranno questi qua dell'attuale amministrazione, il sindaco, la ruffini, il pdq? costruiranno un altro bel muro.
il presidio ci vuole, bisogna riappropriarsi degli spazi, non chiudersi dietro un muro e consegnare le strade ai delinquenti...
prima o poi lo capiranno?
quelli di via Anelli son venuti al Pescarotto, in via Manara, in via Vannozzo, poi mettono i cancelli a via Manara e tornano praticamente in via Anelli, tanto valeva lasciarli la'.
Presidio ci vuole, delle strade e delle piazze, non cancelli.

dal Gazzettino del 24 gennajo

Sabato 24 Gennaio 2009, Può darsi ci sia anche una certa dose di suggestione, in fondo il “muro” è solo a pochi metri di distanza e lo si riesce a scorgere attraverso gli spiazzi verdi tra i condomini. Però la sensazione di dejà vu dei residenti della Stanga quando passano accanto alle palazzine ai civici 11, 13, 15 e 17, di via De Cristoforis è forte.
«Se non stiamo attenti e se non interveniamo preventivamente – attacca Luigi Tarzia, vice presidente del comitato Stanga – il rischio di una nuova via Anelli è tutt’altro che campato in aria».
Anche perché le analogie con l’ex ghetto non mancano. Le palazzine di via De Cristoforis, ex Inpdap, alla fine degli anni ottanta diventano residenza universitaria. E arrivano gli studenti “« con loro – ricorda Paolo Manfrin, presidente del comitato Stanga – assieme alle feste cominciano a girare anche i primi pusher». Molti dei quali non debbono poi fare nemmeno tanta strada considerato che proprio in quegli anni comincia l’epopea del Serenissima. Ma quando l’Esu lascia, le palazzine vengono messe in vendita. Le acquista una società immobiliare napoletana. L’obiettivo è quello di fare un investimento che abbia un certo ritorno economico. Però i conti non tornano. O almeno non come forse ci si sarebbe aspettato. La zona infatti, nonostante il ghetto sia stato smantellato, non è ancora “guarita”. Anzi. E allora gli alloggi vanno in affitto. Contratti temporanei. Poche famiglie e molti extracomunitari: nordafricani, soprattutto, ma anche cinesi, somali e nigeriani.
«E ci risiamo – allarga le braccia Luigi Tarzia –, allora dobbiamo constatare purtroppo che l’esperienza sul campo non ci ha insegnato molto. Perché in questa benedetta parte del territorio non possono convivere etnie diverse in un unico contesto condominiale. Ancora una volta, per colpa di pochi speculatori immobiliari finiscono col soffrire i residenti che con tanta fatica hanno acquistato pensando che chiuse le palazzine del complesso Serenissima i problemi della zona fossero finalmente risolti».
E invece pare proprio non sia così. Le chiamate alla Polizia municipale per segnalare rumori, musica ad alto volume anche di notte, e assembramenti di persone, da parte dei vicini degli abitanti dei civici 11, 13, 15 e 17, si sono fatte sempre più frequenti.
«Sappiamo che sta nascendo qualcosa – osserva Paolo Manfrin – Le prime tracce di degrado sono evidenti. Qualcuno degli inquilini del complesso di via De Cristoforis sappiamo arriva anche da via Manara, ma capire l’entità del fenomeno è ancora difficile. Non vorremmo però svegliarci un giorno e renderci conto che è nata un’altra via Anelli».
Matteo Bernardini

no global = tossici

lo ammettono, spinellata di gruppo organizzats, ennesimo schiaffo ad un'amministrazione che non puo' far seguire i fatti alle parole.
dopo la distribuzione di alcolici in piazza contro l'ordinanza di chiusura anticipata, dopo i fuochi di artificio sotto il naso del catatonico carrai, ora lo spinello collettivo...
mah....
sicuramente, come tutte le altre volte carrai e il sindaco ci rassicureranno del fatto che le telecamere han ripreso e che interverranno, tanto poi secondo loro ce ne dimentichiamo.
come se i vigili non ci fossero in piazza, gliela fan sotto il naso, poveretti.
e poveri noi.

leggi l'articolo del gazzettino

venerdì 23 gennaio 2009

un esempio

ma forse non e' ancora chiaro a certe anime semplici quello che dico.

allora facciamo un esempio.

mi e' arrivata oggi comunicazione dal Comitato Stanga, che vi giro di seguito, di un cambiamento nella zona di via Anelli:

"DOPO MESI DI BATTAGLIE ALTRA VITTORIA DEL COMITATO STANGA SIAMO RIUSCITI A FAR ILLUMINARE CON POTENTI FARETTI IL PORTICO DI VIA GALLIANO.
LA SPERANZA E' QUELLA DI SCORAGGIARE LO SPACCIO DAVANTI AL NEGOZIO DEL MAROCCHINO, TUTELANDO LE UNICHE ATTIVITA' COMMERCIALI ITALIANE RIMASTE IN ZONA.
PAOLO MANFRIN"

a parte, osservo senza polemica, la distinzione tra attivita' italiane e marocchine (superflua, a me basta che sian oneste e qualsiasi attivita' mi sta bene, cosi', per inciso) questo e' un buon modo di procedere, riappropiarsi degli spazi comuni, scoraggiare il malaffare.
Altro che cancelli per chiudersi dentro, cosi' consegnando a tossici e spacciatori la strada, e magari, senza volerlo, favorirli pure, consentendo LORO di ripararsi dietro il cancello, facendo gli scambi attraverso le inferriate, cosi' che LORO siano piu' al sicuro.
Non e' difficile, ma chi dorme non lo sa.
Sveglia, sveglia!!!

chi si accontenta gode

Ssaranno le elezioni che siavvicinano, e quindi si perde il punto di vista razionale per lasciarsi guidare da malriposte fiduce, sara' il clima umido, sara' che piove governo ladro, sara' come sara' c'e' chi riesce a difendere l'operato dell'amministrazione sul Pescarotto, e non mi stupirei che codesti sedicenti pensatori fossero pure contenti della situazione sulla sicurezza a Padova in generale.
Veramente non riesco a darmi una spiegazione, se spacciatori e tossici sono benvenuti in quartiere, e visti addirittura come un miglioramento della situazione, allora mi domando se forse non ci sia qualcosa che mi sfugge.
Ma, poi penso, e' piu' probabile che "quelli che si accontentano" siano semplicemente gente che non esce di casa, non riceve amici, non vede le strade del quartiere presidiate da gruppetti di persone all'apparenza nullafacenti, ma pronte a fare quel minimo sforzo che e' allungare una mano verso un tossico, un drogato.
Loro non devon spiegare a chi li va a trovare cosa fanno quelle persone in strada, perche', finalmente, militari e forze dell'ordine presidiano il quartiere (altro che i vigili di zanonato, fosse per loro saremmo ancora lo sgabuzzino di Padova), non devono rassicurare parenti e amici che possono entrare, e uscire, dal quartiere senza che i vigili comminino contravvenzioni (cosa peraltro statisticamente molto improbabile, anche se, ahime', non impossibile, data la quasi totale assenza dei vigili in zona).
E', alla fine gente semplice, che quando vede questi gruppetti per la strada, cosi' fermi, tranquilli, e' pure contenta che non si senta vociare, perche' per loro e' importante dormire, che ci sia silenzio, non importa che accade in strada, si', finche' non capita qualcosa.
E questo dormire, direi, e' l'aspetto piu' interessante di questa sindrome, con gli occhi ben serrati affrontano il problema, si accodano al pifferaio, per carita', nessun riferimento freudiano, che li esime dal pensare, dal confrontarsi con la realta', col vicino di casa.
Poi, se uno e' contento così, meglio per lui, che discorsi, non e' detto pero' che poi, una volta aperti gli occhi, continuino ad esserlo.
Intanto sogni d'oro, la notte porta consiglio, dicono, chissa' che al risveglio le cose non sian loro piu' chiare

speriamo bene

tra diffidenze e sospetti continuano le consultazioni tra i comitati

Dal Gazzettino di Padova

Venerdì 23 Gennaio 2009,

I Comitati cittadini escono allo scoperto, annunciando ufficialmente il progetto di presentare una lista civica autonoma ed "equidistante" alle amministrative di giugno
«Il terzo polo siamo noi, chi ci vuole ci deve ascoltare»
«I temi per cui siamo nati e ci battiamo ben difficilmente ci avvicineranno alla sinistra, ma non abbiamo chiusure»

Prima la cena, poi un consiglio-fiume che all’una di notte ha prodotto un sintetico comunicato-stampa: “La riunione dei Comitati e delle Associazioni dei cittadini di Padova ha posto le basi per una serie di futuri incontri da tenersi entro breve tempo, che porteranno alla creazione di una Lista civica che parteciperà alle prossime elezioni amministrative di giugno. I Comitati ritengono che sia giunto il momento di impegnarsi in prima persona per cambiare la situazione della città. Il programma della Lista civica sarà stilato da una commissione di esperti indicata dai Comitati. Al momento, i Comitati e le Associazioni esprimono la piena equidistanza da entrambi i principale schieramenti politici".
Insomma la tanto annunciata “Lista civica dei Comitati di Padova”, dopo ammissioni a mezza voce seguite sempre da smentite più o meno convincenti, ora è cosa fatta. Ma il passaggio fondamentale, quello che poi sta facendo dibattere le diverse anime dei comitati cittadini per la sicurezza, è fino a quando, e come, la neonata Lista civica rimarrà davvero equidistante soprattutto da uno dei due schieramenti politici, quello di centro destra?
«Se siamo nati negli ultimi due, tre anni, è stato soprattutto per combattere il degrado – spiega il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo – quindi difficilmente il nostro interlocutore sarà quel centro sinistra che l’ha creato. Ciò non toglie che se Flavio Zanonato ci facesse i “ponti d’oro” allora potremmo anche cambiare idea. Il nostro destino comunque sta nelle mani del centro destra. Se Pdl, Lega e Udc andranno compatti noi li appoggeremo».
Più “politico” è invece il commento del leader di Sos Padova, Maurizio Meridi: «Noi presenteremo il nostro programma ai candidati-sindaco. Chi saprà darci le garanzie che chiediamo avrà il nostro appoggio, altrimenti correremo da soli».
«Il fatto storico – interviene Massimiliano Pellizzari, presidente di Comres – è che i comitati di Padova si sono uniti per creare una Lista civica. Il resto, dal programma ai candidati, compreso l’eventuale sindaco, lo stabiliremo successivamente». Chi non ha ancora sciolto la riserva è il presidente del comitato Stanga, Paolo Manfrin: «Ci riuniremo lunedì sera per decidere la nostra posizione. Il progetto comunque ci piace. Come terzo polo potremmo creare un grosso problema alla politica locale».
Matteo Bernardini

martedì 20 gennaio 2009

piu' che una promessa, una minaccia

il solerte presidente di quartiere, politicante rampante, si loda per il certamente proficuo intervento di ghettizzazione che sta mettendo in atto al Pescarotto (ma chi si loda si imbroda, si dice a casa mia).
E cosi' eccolo farsene vanto nel suo censuratissimo blog (provate a scrivere qualcosa che non gli vada a genio, non v'e' possibilita' di essere pubblicati, ma egli ha sempre inteso questa come partecipazione: tu partecipi se sei d'accordo con me, senno' a casa).
Ma cosa mi aspettavo di diverso, e quasi mi meraviglio di meravigliarmene.
Cancellate anti-spaccio, anti-degrado (??? ma se sono segnale di degrado, come possono essere anti???), ma soprattutto cancellate a prova di scalatori (!!! si si, leggete, c'e' scritto cosi!!!), ma siccome sono a prova di scalatori, allora ci saranno 4 cancelli, ovvio, come entra ed esce la gente viceversa? o forse l'instancabile pdq vorrebbe che ce ne stessimo dentro i nostri recinti per stare al sicuro?
Insomma sono normali recinzioni o cancelli antidegrado?
O sono simboli del degrado e dell'incapacita' di gestire la situazione?
Sono cancelli per tenere fuori o tenere dentro? comunque per ghettizzare.
c'e' un termine per chi non impara dia propri errori, e questi coi cancelli in testa mi apre sian prorpio tipi di quella fatta.

dal blog del pdq3

PESCAROTTO. Ogni promessa è debito e così in via Confalonieri è iniziato l’allestimento delle cancellate antispaccio in corrispondenza dei civici 15a e 15b. Gli inquilini, noti alle forze dell’ordine e agli abitanti per spaccio di droga e prostituzione, saranno circondati da cancellate a prova di scalatori. Il progetto - realizzato dall’amministrazione comunale con una spesa di 15 mila euro - prevede anche una recinzione interna per separare i due palazzi. Infine, quattro cancelli: due carrai e due, più piccoli, pedonali. Quelli riservati alle auto saranno dotati di motorino elettrico con comando a distanza. Insomma palazzo Moroni alle sbarre di ferro come ultima risorsa anti-degrado, affidandosi nell’occasione all’impresa Secur System.

Beh in fondo è una normale recinzione condominiale, -commenta Andrea Micalizzi, presidente della circoscrizione 3 est- come ce ne sono intorno numerosi edifici della città. Certo, -aggiunge- sappiamo di attività illegali all’interno delle palazzine e questo intervento, frutto del rapporto proficuo tra l’amministratore condominiale e il Comune, ha lo scopo di ostacolare in ogni modo questi comportamenti. Mettiamo a disposizione tutti gli strumenti possibili, la recinzione è solo l’ultimo in ordine di tempo dopo l’illuminazione nuova, la riqualificazione di piazzetta Anfossi e dei giardini, e la ztl. Il Pescarotto è un francobollo ma la guardia resta alta perché non tolleriamo nessuna zona franca, grande o piccola che sia.

«Ringraziamo l’amministrazione per quest’opera», dichiara Dennis Menegazzo, presidente del comitato Pescarotto «del resto siamo stati fra i primi a chiedere i cancelli. Tuttavia, vogliamo suggerire al Comune di dividere la spesa con i signori proprietari che ogni mese puntualmente percepiscono gli affitti, legali o illegali che siano. Perché non si tratta di palazzine disabitate e lasciate a loro stesse. Al contrario, se via Confalonieri è arrivata a questo grave punto di delinquenza, è anche a causa di chi ha chiuso prima un occhio e poi entrambi per i suoi profitti personali».
Il capofila dei residenti del Pescarotto chiede poi un adeguato uso di questo nuovo strumento: «Non vorrei che questi cancelli facessero la fine di quelli di via Manara che restano sempre aperti nonostante la chiusura elettronica e le chiavi in dotazione».

l'unione farebbe la forza

ma se unione non c'e' si rischia solo di dar vantaggio a chi al comando c'e' gia'.
meditate gente, meditate.

dal Gazzettino di Padova

Martedì 20 Gennaio 2009, (M.B.) Lista civica sganciata dai due poli di centro destra e centro sinistra, e primarie. Massimiliano Pellizzari, presidente di Comres – Associazione dei Commercianti e residenti del centro storico -, rompe gli indugi e annuncia il percorso che porterà la “Lista civica dei Comitati di Padova” a scendere nella competizione politica per le prossime elezioni comunali.
«L’obiettivo è quello di creare il “terzo polo” – dichiara Pellizzari -, quello della società civile indipendente da quella politica che continua a rimbalzare tra un toto-candidato e l’altro senza ancora parlare, a meno di cinque mesi dalle elezioni amministrative per il rinnovo della giunta di palazzo Moroni, di programmi e delle esigenze dei cittadini».
E ad accompagnare la futura lista civica “svincolata”, per stabilire la priorità dei temi da inserire nel programma, e per indicare il nome del candidato sindaco “dei comitati” ci saranno le primarie.
«Quelle vere però – assicura il leader di Comres -, fatte quartiere per quartiere, tra la gente. Per ascoltare la voce dei padovani. Quelle primarie insomma, che i partiti né a destra né a sinistra, al di là delle chiacchiere vogliono fare».
Ma la svolta di Pellizzari impone una riflessione sulle scelte degli altri presidenti dei comitati cittadini: Denis Menegazzo, Maurizio Meridi, Paolo Manfrin, Gisella Scanferla, e sembra rompere quell’intesa che già aveva subito un primo duro colpo con l’uscita di Paolo Manfrin e del suo comitato Stanga.
«L’intenzione di muoverci per costruire qualcosa c’è – spiega Menegazzo – dipende cosa farà il centro destra, anche se a questo punto difficilmente lo appoggeremo. Forse è meglio pensare di realizzare un progetto per conto nostro».
«Non possiamo più stare alla finestra – interviene Maurizio Meridi – un progetto comunque lo stiamo predisponendo. Vediamo se sarà oggetto di una lista civica».
A chiudere il cerchio è Manfrin: «Mi sembra che ognuno stia andando per conto proprio. E questo frazionamento non è certo conveniente anche perché dimostriamo alle persone di non essere molto diversi dai politici di professione che reclamano sempre il posto in prima fila».

venerdì 16 gennaio 2009

Accoltellato alla gola

mi domando, il muro, il cancello, la cancellata, chiamatela come volete, che vogliono installare a cosa servira', a tener dentro gli spacciatori e fuori i tossici?
cosi' che lo scambio avvenga attraverso le maglie della rete? cosi' che si sappia subito se sei li' per vendere o per comprare?
ora io dico, uno che abita da un'altra parte della citta', viene al Pescarotto, visto che via Anelli e' in declino, e non ci viene certamente per i locali notturni, poi lo accoltellano in un androne utilizzato per lo spaccio e poi ai soccorritori dice di non sapere il perche' dell'aggressione, ma uno cosi' che credibilita' puo' avere?

dal Gazzettino di Padova del 16 gennaio

VIA CONFALONIERI
Accoltellato alla gola
È stato trasportato all’ospedale ieri mattina, verso le sette e mezza. Con una larga ferita da taglio alla gola. Fortunatamente non sono stati lesi vasi vitali. Vittima dell’accoltellamento, avvenuto in via Confalonieri, è un trentasettenne, C.P., residente in via Trieste. Ha riferito di essere stato aggredito da un giovane di colore. Ma ha negato di conoscere il motivo del ferimento.

grazie agenti

dal Gazzettino di Padova

Venerdì 16 Gennaio 2009, Da un accertamento sulla targhetta è emerso che il ciclomotore risultava rubato qualche giorno fa a Cavarzere. Cosa ci faceva in via De Besi? Gli agenti della Squadra Mobile si sono appostati in attesa di vedere comparire il nuovo "proprietario". Verso le dieci dell’altra sera da uno dei condomini è uscito un magrebino. Si è avvicinato al motorino, ha sollevato la sella e si è messo a frugare in un involucro. I poliziotti sono usciti allo scoperto e l’hanno bloccato dopo un breve inseguimento a piedi prima che scavalcasse il muro antispaccio di via Anelli. Sami Mzabi, ventinovenne algerino, non ha avuto scampo. Sotto la sella c’erano venti grammi di eroina divisi in una quindicina di dosi, avvolte in cellophane nero. Ma le chiavi dov’erano? Gli agenti si sono guardati attorno, in cerca di possibili nascondigli. E lo hanno trovato: era il vano esterno dei contatori. C’erano altri sei grammi di eroina e quindici di cocaina, oltre alle chiavi dell’appartamento, situato al terzo piano del condominio. Hanno eseguito una rapida perquisizione nell’alloggio, trovando un bilancino di precisione e dei sacchetti della spazzatura con tagli circolari, utilizzati per confezionare gli ovuli di droga. Hanno lasciato tutto com’era, hanno rimesso le chiavi nel vano dei contatori e si sono rimessi in attesa. Poco dopo è arrivato Sahmi Chafik, ventiseienne marocchino, in possesso di regolare permesso di soggiorno, barista in un pubblico esercizio di via del Plebiscito. Il magrebino ha preso le chiavi e mentre si apprestava ad entrare in casa è stato bloccato dai poliziotti e pure lui dichiarato in arresto per concorso nella detenzione di droga a scopo di spaccio.

mercoledì 14 gennaio 2009

prova

prova

--
Andrea
(fletto i muscoli
e sono nel vuoto)
http://talesofordinarylives.blogspot.com/

martedì 13 gennaio 2009

mah...

non ho piu' parole.
altri muri altri cancelli.
dopo via Anelli, dopo via Manara, tocca a via Confalonieri.
ormai sono circondato...
servissero a qualcosa almeno, invece, come ormai sappiamo, queste finte soluzioni, le uniche che il sindaco sa pensare evidentemnte, spostano i problemi.
forse che l'amministrazione spera che gli spacciatori si stanchino di cambiarsi di posto?
mah...
che desolazione, che vuoto, che ridicolaggine.
guardate, c'entra poco in se', ma e' indice di un modo di ragionare, e' come per lo smog, siccome non possono fare prorpio niente allora fanno qualcosa di inutile tanto epr dire di far qualcosa.
cosi' siccome no son capaci di far nulla, fanno l'inutile, ne' dannoso ne' benefico, inutile.
a dirla tutta, pero', forse tutti questi cancellie muri, alla fine fan piu' danni, intanto perche' non si contiene alcun fenomeno, al piu' si crean dei ghetti, dei ghetti per noi onesti, che finche' ci stiam dentro siamo al sicuro.
beh... questo riposrta il gazzettino con tanto di domanda (retorica?) finale

dal gazzettino del 13 gennajo
Martedì 13 Gennaio 2009, (M.B.) Due cancelli motorizzati lunghi cinque metri e alti due; altri due, più piccoli, di 1,2 metri di lunghezza per due di altezza e una rete in orsogrill antiscavalco sistemata attorno alle murette che delimitano i cortili dei due palazzi. I lavori predisposti dall’amministrazione comunale per mettere in sicurezza i civici 15/A e 15/B di via Confalonieri, nel quartiere Pescarotto, sono partiti ieri mattina. Ad eseguirli la ditta Secursystem di Giuseppe Richichi, la stessa che ha realizzato nel 2006 il muro di via Anelli. L’operazione che blinderà un’altra area della Stanga costerà alle casse di palazzo Moroni circa 15 mila euro. E così sulla “saga dei muri” realizzati nel quartiere di via Anelli non sembra sia ancora arrivato il momento di scrivere la parola “fine”.
Tutto ebbe inizio con la celeberrima barriera eretta nell’estate del 2006 per separare i block del Serenissima dai condomini della vicina via De Besi. Fu il muro che reso famoso il “ghetto” in tutto il mondo. Una fama che costò al Comune, oltre alle critiche e alle polemiche, oltre 90 mila euro.
Ma non fu che l’inizio, perché la voglia di “muro”, nel quartiere, proliferò in fretta. E dodici mesi dopo tocco ai residenti di via Manara, la strada che prese l’eredità di via Anelli dopo il definitivo sgombero, chiedere all’amministrazione-Zanonato una nuova barriera. Questa volta per dividere gli edifici ai civici 37 e 39, indiziati di spaccio, prostituzione e rifugio per clandestini, dal resto del rione. La battaglia durò oltre un anno, ma alla fine anche via Manara ebbe il suo muretto compreso di cancellata, che però da quando è stata montata - quindi in aprile dello scorso anno – non è mai entrata in funzione. Con i “traffici” legati alla microcriminalità che secondo i residenti non sono mai cessati. Costo dell’intervento per la blindatura (mancata) oltre 30 mila euro. E si arriva al Pescarotto, dove da tempo i rappresentanti dell’omonimo comitato chiedevano la chiusura dello spazio attorno ai civici 15/A e 15/B più volte oggetto di blitz da parte delle forze dell’ordine per scovare clandestini e spacciatori che trovavano rifugio anche nei garage. Entro la prossima settimana, assicurano i responsabili della Secursystem, il lavoro sarà terminato. Basterà?

giovedì 8 gennaio 2009

un caso (?)

personalmente non credo in un atto doloso, ma sono di quelle coincidenze che capitano a volte e precedono di poco qualcosa che forse sarebbe capitato meno accidentalmente.
Comunque sia una maggiore presenza di forze dell'ordine non guasterebbe (anche dei vigili che oramai non si vedon piu' in zona).
A proposito, il locale dei contatori aveva la porta sfondata, un caso frequente anche in quello che era il complesso serenissima di via Anelli, e i proprietari degli appartemaneti, tranne uno, sono tutti italiani, pur residenti anche in altre province, come per via Anelli.
Una volta di piu' dobbiamo constatare come ci siano italiani che sfruttano situazioni ambigue (per denaro, ovviamente), arrecoando disagio a chi in quelle zone abita mentre loro magari se ne stanno a decine di km.

dal Gazzettino di Padova
Giovedì 8 Gennaio 2009, Sulle cause che hanno scatenato l’incendio, il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo, non ha dubbi: «Si è tratto sicuramente di un atto doloso compiuto da qualcuno coinvolto nel giro degli spacciatori che gravitano nella nostra zona». Quindi Menegazzo aggiunge: «Forse è stato per dare un segnale al quartiere oppure ai condomini del palazzo che circa un mese e mezzo fa avevano sporto una denuncia-querela contro quei proprietari che continuavano ad affittare i loro appartamenti ad extracomunitari clandestini». Tra cui quello che nel rione è conosciuto con il soprannome di “Tyson”, un maghrebino su cui pende un decreto d’espulsione.
«Tyson – riprende Menegazzo – anche ieri mattina era nel suo appartamento e dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco e delle forze dell’ordine per evacuare gli alloggi, lo abbiamo visto salire su un furgone della Polizia municipale. Ora speriamo che le sue tracce non si perdano ancora». Infine, sulla difficile situazione del quartiere, sempre più frequentato da pusher maghrebini e dai loro clienti, il presidente del comitato Pescarotto osserva: «Occorrono, soprattutto in via Confalonieri e in via Tonzig, dei check-point “attivi” delle forze dell’ordine che perquisiscano le persone sospette».

poteva andare peggio

l'altra notte un incendio in via Tonzig, e' andata tutto sommato bene, diciamo piu' che altro un grande spavento (e una signora ferita piuttosto serimente) e la dimostrazione, se ancora qualcuno non la'vesse capito, che quei mini non sono proprio tutti occupati da domiciliati dichiarati.

dal Gazzettino di Padova:
Giovedì 8 Gennaio 2009, (M.B.) Svetlana è ucraina, abita al civico 10 via Tonzig da poco più di due anni. Infreddolita, avvolta in una pelliccia chiara, e ancora indossando le ciabatte con cui è scappata dal fuoco poche ore prima, osserva le finestre del suo appartamento e dice: «E’ stato un disastro. Un vero disastro. Adesso non so cosa fare. Dove andare».
«Comunque questo posto – riprende – con il fuoco o senza è un inferno. Ad abitare qui ho paura. La notte lungo i corridoi entrano persone che urlano, che battono sulle porte, che non ti fanno chiudere occhio. Che ti minacciano». Ma la preoccupazione di Svetlana è anche per la sorte del suo piccolo gatto, Thomas, scappato durante l’incendio: «Lui non è abituato a stare fuori. Vive con me. È la mia compagnia. E adesso non so più dove sia».
Al secondo piano del palazzo famoso in quartiere per dare ospitalità a “Tyson”, un extracomunitario – pare di origine tunisina - ben noto alle forze di polizia, abita Afis, un operaio che proviene dal Marocco: «Per fortuna siamo salvi – ripete -, ma abbiamo vissuto attimi tremendi e adesso siamo senza casa».
Afis, con la famiglia, abita nell’edificio di via Tonzig da circa tre anni: «E ci sono stati sempre problemi – racconta – perché è frequentato da tanti clandestini e spacciatori. Fino a qualche tempo fa la caldaia, al piano terra, era aperta, ma quando abbiamo visto che per loro diventava uno spazio in cui dormire e rifugiarsi l’abbiamo definitivamente chiusa».
«Ma il problema – aggiunge un altro condomino – era anche rappresentato dai contatori dell’energia elettrica. Gli spacciatori avevano rotto anche quella porta. Che però non è mai stata sistemata».
Uno dei primi a chiamare i Vigili del Fuoco dopo aver visto le fiamme e il fumo sprigionarsi dal palazzo è stato Carmelo Delia, un rappresentante del comitato Pescaorotto che abita proprio davanti al civico 10 di via Tonzig: «Le scene a cui abbiamo assistito sono state drammatiche. Poteva davvero essere una tragedia. Ma una delle cose incredibili è stato vedere la quantità di persone che uscivano da quel palazzo come formiche. E non erano certo residenti visto come si sono poi dileguati nel quartiere».

mercoledì 7 gennaio 2009

non ci facciamo mancare nulla

di tutto di piu'.
Dal Gazzettino di Padova

Mercoledì 7 Gennaio 2009,
(M.B.) Preservativi, guanti in lattice, un divaricatore vaginale e persino un piede di porco. Sotto la neve dei giardini condominiali dei palazzi di via Manara, di fronte ai civici 37 e 39, si possono davvero trovare i resti di un mondo “sommerso”.
«Quello dell’illegalità, ma soprattutto della prostituzione che continua ad essere esercitata negli appartamenti al 37 e 39 – dice Paolo Manfrin, presidente del comitato Stanga – e nelle vie limitrofe al cavalcavia Grassi, dove stazionano costantemente in cerca di clienti le giovani nigeriane».
Ma il ritrovamento di determinati oggetti gettati oltre le siepi dei condomini fa avanzare al presidente del comitato Stanga un’ipotesi inquietante: “Credo non si possa escludere la possibilità che in alcuni alloggi dei ben noti palazzi di via Manara si eserciti anche la pratica dell’aborto clandestino gestito dalle “maman” nigeriane. Non si capisce infatti a cos’altro potrebbero servire dei divaricatori vaginali e dei guanti in lattice gettati via”.
Intanto sulla strada della Stanga a mantenere alta la tensione non ci sono solo le attività legate alla prostituzione, ma anche i tradizionali traffici gestiti dagli extracomunitari maghrebini e nigeriani.
«Ai quali – interviene Gisella Scanferla, presidente del comitato Manara – ora si sono aggiunte anche le “new entry” dell’est-Europa, soprattutto moldavi e romeni. Quando smettono gli uni infatti cominciano gli altri. E nella nostra zona non si ha mai un momento di tranquillità».
Tanto che durante le festività natalizie per fermare gli “happening” all’interno del cortile davanti ai civici 37 e 39 di via Manara, i residenti hanno dovuto chiamare le forze dell’ordine.
«Non era possibile continuare a subire il disastro di rumore, musica e confusione che proseguiva fino a notte fonda – confermano alcuni condomini – e per questo abbiamo dovuto chiamare le forze dell’ordine». Mentre l’ormai celeberrimo cancello di via Manara continua a rimanere aperto.

martedì 6 gennaio 2009

saldi in quartiere

ovviamente da noi non ci son negozi di abbigliamento o calzature, ma il commercio e' fiorente, in quanto anche da noi, evidentemente, ci sono i saldi.

Martedì 6 Gennaio 2009,
«Se in centro si è aperta la stagione dei saldi invernali, da noi evidentemente sono partiti gli sconti sulla droga. Non c’è altro motivo per spiegare l’incredibile presenza di pusher e loro clienti che domenica pomeriggio hanno letteralmente invaso le strade del nostro quartiere». A parlare è il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo, che torna a denunciare la difficile situazione in cui vive il rione a causa degli spacciatori nordafricani e di chi arriva per comperare la droga. “Clienti” che domenica pomeriggio sono stati “accolti” dai residenti con un fitto lancio di uova. «Non ne potevamo più – sbotta Menegazzo – e così dalle terrazze e dai balconi abbiamo cominciato a lanciare uova sulle persone che andavano ad acquistare la droga ai civici 15/A e 15/B di via Confalonieri. L’unico rammarico è che per colpirle abbiamo utilizzato uova sane».
Il lancio delle uova è durato dalle 19 alle 21, mentre le forze dell’ordine sono intervenute ripetutamente fermando anche alcuni extracomunitari. «Da quanto abbiamo potuto vedere ne sono stati accompagnati in questura almeno cinque. Il problema è che poi, dopo poche ore, ce li ritroviamo ancora qui, a svolgere lo stesso “lavoro” per cui erano stati presi». Al centro della denuncia dei residenti continuano comunque a rimanere i due palazzi di via Confalonieri. «Per noi rappresentano la causa di gran parte, se non di tutti, i mali della nostra zona – termina Denis Menegazzo – L’amministrazione comunale ci aveva ripetutamente promesso che sarebbe intervenuta facendo costruite delle grate e dei cancelli per chiudere l’accesso ai due condomini. Come sempre parole al vento. Noi restiamo qui, in fiduciosa attesa, con la speranza di non fare la stessa fine dei residenti di via Manara che hanno sì avuto il loro cancello, che però non è mai stato chiuso nemmeno per un giorno».
Matteo Bernardini

ma fan sul serio?

mah...

Martedì 6 Gennaio 2009,
Entro la fine di gennaio alla Stanga, precisamente in via Venezia, aprirà una sala giochi di almeno duecento metri quadrati. Una nuova attività commerciale che nelle intenzioni del proprietario dello spazio e anche del gestore servirà a rilanciare l’economia di uno dei quartieri più degradati di Padova, ma che invece troverà la strenua resistenza del comitato Stanga.
«Non possiamo accettare - ha esordito il presidente del movimento, Paolo Manfrin - che venga aperta una sala giochi, che riuscirà solamente ad attirare decine di spacciatori nordafricani che già battono l’area. Prima di avviare un’attività commerciale alla Stanga è necessario valutare con attenzione i problemi che affliggono questo quartiere. Già avevamo espresso parere negativo quando è stato aperto un istituto di credito nel complesso Biri. La Stanga - ha proseguito Manfrin - ha bisogno di essere popolata da giovani e famiglie. Deve staccarsi dalla logica del mercato della droga e della prostituzione. Il Comitato aveva proposto, invece della sala giochi, un teatro. Un luogo dove creare spettacolo e richiamare pubblico. Avevamo anche in programma di contattare per la prima alcuni artisti comici dello Zelig».
Nei prossimi giorni una delegazione del comitato Stanga andrà a parlare con l’assessore al Commercio, Ruggero Pieruz. La volontà degli esponenti del movimento e anche dei residenti del quartiere, è quella di creare in Comune una speciale commissione che valuti quali tipo di attività commerciali potere avviare nelle zone più "calde" delle città.
«Ad esempio, sempre alla Stanga - ha ricordato Manfrin - al posto di una pizzeria da asporto all’angolo tra via Grassi e via Anelli, il Comune ha permesso che aprisse un phone center. É chiaro che il posto è diventato un luogo di ritrovo anche per gli spacciatori extracomunitari. Una cosa è certa, non permetteremo che apra questa sala giochi. Capisco - ha sottolineato Manfrin - che un imprenditore deve riuscire a fare fruttare le sue proprietà, ma bisogna impedire attraverso una speciale commissione che agisca procurando un danno alla collettività».
Il comitato Stanga ha individuato in un’unica causa i problemi legati alla droga e alla prostituzione che continuano a imperversare nel quartiere. «Non c’è dubbio - ha terminato Manfrin - che la mancata riqualificazione di via Anelli incrementi il degrado in questa area della città. A breve il Comitato presenterà all’amministrazione comunale un progetto per risanare l’ex complesso "Serenissima". Sarà il nostro ennesimo tentativo di venire incontro a una serie di politici, che di fatto non hanno mantenuto le promesse».
M.A.

iniziamo bene

bene, buon anno cari i miei due lettori, purtroppo gli auspici leggendo il giornale di oggi, al rientro dalle ferie, osservo che l'erba cattiva non muore mai.
dal Gazzettino di oggi:

Martedì 6 Gennaio 2009, Uno spacciatore nigeriano ha picchiato due carabinieri colpendoli con una testata e dei calci. Sono circa le 6.30 di ieri mattina, quando una pattuglia dei carabinieri del Norm (nucleo operativo radiomobile) tra via Plebiscito e via Maroncelli si avvicina a un individuo sospetto, in quel momento fermo sul ciglio della strada. L’africano appena si accorge della presenza dei militari cerca di scappare. I due carabinieri allora scendono dall’auto per bloccare l’uomo, ma questo si divincola dalla presa dei militari colpendo con una violenta testata alla bocca l’appuntato che ha rimediato la rottura di un paio di denti, mentre l’altro carabiniere viene raggiunto da una serie di calci alle gambe, uno dei quali molto potente gli ha procurato un forte ematoma alla rotula. I due militari sono così stati costretti a chiamare dei rinforzi per non farsi scappare lo spacciatore nigeriano, che intanto ha avuto il tempo di ingoiare degli ovuli di droga. Una volta fermato, grazie all’arrivo di altri carabinieri, l’africano è stato condotto all’ospedale civile nel reparto di Chirurgia in attesa dell’espulsione degli involucri di sostanza stupefacente, che poco prima aveva ingurgitato nel maldestro tentativo di nascondere la droga. I due carabinieri feriti, invece, sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso che li hanno giudicati guaribili entrambi in otto giorni. Il cittadino extracomunitario di ventotto anni, che risponde al nome di Ibeh Victor Anayo ed è stato trovato in possesso di un passaporto della Repubblica Ceca, è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale aggravata dall’avere agito per futili motivi. Nelle prossime ore i carabinieri sapranno quanta sostanza stupefacente il nigeriano ha tentato di occultare nel suo intestino e se veramente risulta essere un cittadino Ceco, oppure se il passaporto è falso e l’africano è invece irregolare sul territorio nazionale.
Marco Aldighieri

anno nuovo vecchie storie

per fortuna le nostre forze dell'ordine non sono in ferie o a fare i comici come alcuni dell'amministrazione che, per esempio, chiedono ajuto ai cittadini per individuare i marciapiedi da liberare dalla neve e dal ghiaccio, evidentemente non hanno fatto due passi in centro, o in periferia, o dovunque a Padova.
comunque ecco qua:

dal Gazzettino

Martedì 6 Gennaio 2009,
(m.a.) Continua l’attività di controllo del territorio da parte degli uomini del Commissariato Stanga. Gli agenti, il giorno prima dell’ultimo dell’anno, hanno tratto in arresto alla Stanga uno spacciatore. Si tratta di Prosper Silverston residente a Duecarrare in via Mezzavia al civico 60. Il cittadino extracomunitario appena sono arrivati i poliziotti, con l’intento di evitare l’arresto, ha ingoiato alcuni involucri contenenti della sostanza stupefacente. Gli agenti, però, lo hanno ugualmente fermato e condotto al pronto soccorso dell’ospedale civile, dove hanno atteso che lo straniero espellesse dal suo corpo gli ovuli che aveva appena ingurgitato. Infatti aveva cercato di occultare esattamente 38 grammi di cocaina. Per questo motivo il sudanese è stato arrestato con l’accusa di detenzione e spaccio di droga. Gli uomini del Commissariato Stanga non abbasseranno la guardia e proseguiranno nella loro attività mirata al contrasto del mercato della droga.
Il quartiere, nonostante lo svuotamento e la chiusura delle sei palazzine di via Anelli, è sempre attanagliato dagli spacciatori e dai tossicodipendenti che vengono da tutto il Veneto ad acquistare le sostanze stupefacenti. In particolare lo spaccio avviene su via Venezia.