sabato 28 febbraio 2009

altro giro altra corsa

cambiano le persone ma gli idioti ci son sempre.
A pagina 3 del Gazzettino di Padova l'articolo che segue e, per chi vuole, un'incredibile dichiarazione del comitato STanga

Sabato 28 Febbraio 2009, Ore 20.30, dall’atrio della stazione ferroviaria scatta la lunga sera della sicurezza. I primi a scendere in strada per il loro presidio sono i militanti della Lega Nord. E sono subito scintille. In quindici, indossando le pettorine catarifrangenti di "Veneto Sicuro", i leghisti si dirigono verso i binari e quando sbucano dall’uscita sul retro della stazione in via D’Avanzo si trovano di fronte alcuni no global che distribuiscono the caldo e coperte ai senza tetto durante la loro "Operazione-Siberia". Tra i due gruppi volano insulti e qualche schiaffo. La situazione non degenera solo grazie all’intervento degli uomini della Celere che dividono i rondisti dai pedrini.
«I no global - dice uno dei volontari di "Veneto Sicuro" - cercavano lo scontro. Avevo le mani in tasca e uno di loro mi ha preso a schiaffi. Fortunatamente non ho reagito e la polizia è arrivata immediatamente, altrimenti sarebbero stati problemi».
Tra i militanti del Carroccio ci sono anche il segretario cittadino, Leandro Comacchio e il consigliere comunale, Mariella Mazzetto.
«Mi hanno insultata - racconta Mariella Mazzetto - e chiesto dove avessi il maiale. Sono persone che non hanno nulla da dire, alla disperata ricerca di visibilità. Come l’assessore Ruffini che la settimana scorsa ha fatto la "rondinella rossa"».
Pronta la replica del leader del centro Pedro, Max Gallob: «A differenza dei razzisti noi stavamo facendo vero volontariato per le persone in difficoltà. Così come avviene da cinque anni nella nostra "Operazione Siberia"».
«Quando in via D’Avanzo - continua Gallob - abbiamo visto la polizia schierata in forze pensavamo a un blitz. Poi invece abbiamo riconosciuto Mariella Mazzetto. Loro hanno offeso i migranti. E noi abbiamo replicato. Sì, anche con qualche ceffone. Se lo meritavano». E dopo il momento di tensione la mini-ronda leghista riparte, seguita da quella della Polizia che li circondava e proteggeva per evitare altri contatti.
Intanto alle 21, nel rione Pescarotto, all’incrocio tra via Tonzig e via Confalonieri, i rondisti del comitato di quartiere, guidati da Denis Menegazzo, cominciano la loro settimanale passeggiata di monitoraggio. Sono circa una trentina. Gilet catarifrangente, pila e telefonino. Cominciano a passeggiare lungo via Confalonieri, verso i civici 15 A e B della strada, che più volte sono stati visitati dalle forze dell’ordine durante i loro blitz anti-droga.
Al fianco dei residenti-rondisti ci sono anche tre esponenti di Alleanza nazionale, gli unici politici presenti: Raffaele e Gabriele Zanon, consiglieri regionale e comunale, e Gabriele Bernardi, consigliere del Quartiere5.
«Come ogni venerdì sera - ripete Denis Menegazzo - siamo qui, lungo le nostre strade a presidiare un quartiere che soffre ancora tanto». Poi sull’"incontro" tra pedrini e leghisti avvenuto in stazione, Menegazzo aggiunge: «Quello che è accaduto va condannato senza mezzi termini. E i signori dell’estrema sinistra hanno fatto capire una volta in più che la sicurezza non è un bene che appartiene a loro».
«Sono sempre e solo alla ricerca di un attimo di visibilità - interviene Raffaele Zanon - Sanno solo aprire conflitti».
Ai rondisti, poco dopo le 22, davanti alla Fiera, si uniscono anche le fiaccole degli immigrati, un gruppo sparuto, partiti poco prima da via Venezia.
«Manifestiamo per ribadire con forza - dice Raluca, romena e mediatrice culturale - che immigrato non è sinonimo di delinquente».
Matteo Bernardini

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