sabato 7 febbraio 2009

riconoscimento dovuto

dal Gazzettino di Padova

«Per noi è un grande riconoscimento»
Denis Menegazzo (Comitato Pescarotto) aveva organizzato nel 2005 la prima pattuglia di quartiere

Sabato 7 Febbraio 2009,
E se le ronde da "verde Padania" ora si tingessero d’azzurro? La proposta, dopo l’approvazione in Senato dell’articolo 46 del pacchetto-sicurezza del governo Berlusconi, che segna il riconoscimento giuridico delle ronde, è arrivata giovedì dai consiglieri regionali di Forza Italia, Remo Sernagiotto e Dario Bond. Pronta la replica dei forzisti di palazzo Moroni.
«Non credo – esordisce Domenico Menorello – ci sia bisogno di organizzarle. Mi sembra infatti ci abbiano già pensato i comitati cittadini. Noi, semmai, potremmo adoperarci per organizzare un incontro tra Prefetto, responsabili delle forze dell’ordine, e cittadini per capire come queste ronde potrebbero rappresentare un aiuto nel monitoraggio del territorio». Poi aggiunge: «L’iniziativa del nostro gruppo regionale mi lascia molto perplesso. Organizzare le ronde non è da partito di governo. E stiamo attenti a non strumentalizzare i cittadini e a non scimmiottare troppo la Lega Nord». Cittadini che però esprimono grande soddisfazione per la decisione del governo.
«Per noi è un grande riconoscimento – dice il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo, che ha lanciato la prima ronda di quartiere nel 2005 – Se qualche comitato di zona volesse dei consigli su come organizzare il monitoraggio del proprio rione noi siamo a loro disposizione».
«Se le ronde vengono istituzionalizzate e servono a migliorare la sicurezza dei quartieri e a sconfiggere il degrado – spiega il vice presidente del comitato Stanga, Luigi Tarzia – ben vengano».
È invece piuttosto freddo nei confronti della proposta dei consiglieri regionali Bond e Sernagiotto appare anche il capogruppo di Forza Italia verso il Pdl nel Consiglio di Palazzo Moroni, Rocco Bordin: «Se quella arrivata dalla Regione è una provocazione per stanare la sinistra che in molte città del Veneto - Padova in primis - finge che l’emergenza-sicurezza non esista, mi sta bene. Se invece l’appello alle ronde "azzurre" vuole rappresentare la soluzione al problema, allora la cosa non mi trova d’accordo».
Ma il più critico nei confronti dei suoi colleghi di partito che con lui dividono i banchi del parlamentino regionale è Leonardo Padrin. «Non condivido l’iniziativa di Bond e Sernagiotto – taglia corto il consigliere regionale di Forza Italia – Riconoscere le "ronde di partito" è come ammettere il fallimento dello Stato e delle sue istituzioni. È una cosa che non esiste. Pura demagogia. L’ordine pubblico si migliora aumentando i fondi per le forze dell’ordine o utilizzando in certi casi l’esercito».
Da Alleanza nazionale invece arriva l’apertura di Raffaele Zanon: «Ritengo vada colta l’opportunità data dal nuovo decreto legge sulla sicurezza perchè quelle che io definisco "mobilitazioni civiche" possano essere organizzate nell’ambito della legalità, senza dare luogo a faziose interpretazioni soprattutto da parte di una certa sinistra. Nei prossimi giorni attiveremo un numero telefonico e dei riferimenti sul web per raccogliere le adesioni dei cittadini».
Idea che il segretario cittadino della Lega Nord, Leandro Comacchio commenta così: «Forza Italia e An sulle ronde sono arrivati talmente tardi che la nostra battaglia, cominciata ormai due anni fa, ormai l’abbiamo vinta in Parlamento. Mi sembrano come quei ciclisti che arrivati fuori tempo massimo, tagliano il traguardo quando tutti gli altri sono già in albergo».
Matteo Bernardini

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