domenica 22 febbraio 2009

back again

tornano le ronde, in realta' son passeggiate, che si organizzano da un po' da noi, ma lo si faceva senza l'attenzione della politica, però funzionavano, e tuttora funzionano.
oggi che c'e' la politica di mezzo arriva la ruffini, un'inutile rappresentante del comune, e, ovviamente, rivendica i danni che ha fatto, spacciandoli per meriti, proprio senza vergogna.
mah...


Sabato 21 Febbraio 2009,
L’ultima ronda “anomala”. È quella scesa in strada ieri sera al Pescarotto. Da oggi infatti, dopo l’approvazione dell’articolo 6 del decreto anti-stupri approvato dal Consiglio dei Ministri, le ronde non armate dei residenti “sentinella” sono ufficialmente riconosciute, prevedendo per i sindaci la possibilità di avvalersi della collaborazione di associazioni – che saranno iscritte in un apposito elenco a cura del Prefetto - di cittadini volontari per segnalare alle forze dell’ordine situazioni pericolose per la sicurezza.
Pescarotto
Ieri sera l’appuntamento dei rappresentanti del Comitato Pescarotto è scattato puntuale alle 21. Con pila, telefono cellulare e pettorina catarifrangente d’ordinanza, il ritrovo dei residenti è avvenuto all’incrocio tra via Tonzig e via Confalonieri. Tra loro anche molti ospiti d’onore: l’onorevole della Lega Nord, Massimo Bitonci, accompagnato dal consigliere regionale e dal segretario cittadino del Carroccio, Maurizio Conte e Leandro Comacchio; il parlamentare del Pdl-An, Filippo Ascierto, il consigliere comunale del Pdl, Domenico Menorello, il consigliere regionale di An, Raffaele Zanon. Ma i protagonisti dell’ultima ronda fai-da-te sono stati loro: i residenti del Pescarotto guidati da Denis Menegazzo: «Siamo in strada questa sera e continueremo ad esserci anche nelle prossime settimane al di là di legittimazioni, finanziamenti e riconoscimenti ufficiali. Vogliamo solo portare un po’ di sicurezza al nostro quartiere, riappropriarci di quegli spazi che gli spacciatori, le prostitute e i clandestini ci hanno sottratto». «Alla nostra passeggiata – ha terminato Menegazzo – abbiamo invitato tutti: amici e politici di entrambi gli schieramenti». «Sono sceso in strada da privato cittadino – ha precisato Domenico Menorello – Nessuno vuole strumentalizzare politicamente il lavoro dei residenti».
Via Manara
E se al Pescarotto è andata in scena la ronda-sicurezza, da via Manara, che da via Tonzig dista solo un centinaio di metri, alla stessa ora sono partite invece le Rondinella rosse di Rifondazione comunista, una ventina di persone. Momenti di tensione quando sono entrate in via Tonzig, guidate dall’assessore Daniela Ruffini, ma ricacciate dai rondisti. Insulti e spintoni tra le due fazioni, con intervento della Digos. «Alle ronde razziste della Lega Nord – ha commentato l’assessore comunale alla Casa e all’immigrazione, Daniela Ruffini – noi rispondiamo con le trombette». «Noi facciamo le rondini – ha aggiunto il consigliere comunale di Rc, Giuliana Beltrame – che significano il ritorno della primavera e di aria nuova. È una manifestazione scherzosa per sdrammatizzare il clima che si è instaurato». Ma le accuse rosse non sembrano sbiadire il “verde padano”. «L’assessore Ruffini può fare tutte le manifestazioni che desidera – ha replicato Leandro Comacchio -, peccato che la Lega Nord non abbia mai fatto manifestazione a scopo razzista. Le segnalazioni le facciamo per segnalare il degrado e non certo su base etnica. E le “famose” ronde-padane sono un’invenzione mediatica della sinistra».
Il presidio
Intanto ieri la serata, che ha visto la partecipazione alla passeggiata al Pescarotto anche del conduttore televisivo de La9, Mohamed Ahmed, che metterà in campo la ronda degli immigrati venerdì prossimo, si era aperta con il “presidio-sicurezza”, alle 20.30, di Paolo Manfrin, presidente del comitato Stanga6 davanti ai portici di via Colonnello Galliano. Iniziativa in contrapposizione con la manifestazione del Pescarotto.
«Abbiamo offerto ai residenti crostoli e vin brulé», ha spiegato Manfrin, che poi sulle ronde ha aggiunto: «Al Pescarotto non servono più, ora semmai ne avrebbe bisogno il centro-storico».
Matteo Bernardini

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