venerdì 25 giugno 2010

ordinanze antispaccio e antiprostituzione

leggo, condivido inoltro.
sottolineo che zano(nato) non ha mai detto di voler eliminare la prosituzione ma di volerla diluire, ovvero, leggo io, darne a tutti un pezzo, e ci sta riuscendo, ora tutti i quartieri hanno questo nuovo servizio, non ci sara' piu' bisogno di girar tutta la citta' per trovarlo.

da gazzettino.it
di Lorena Milanato*
Qualche giorno fa nel corso di una conferenza stampa, il comandante provinciale dei carabinieri Vincenzo Procacci ha affermato che "lo spaccio è sempre il problema numero uno, e che Padova è un centro dove si smercia la droga". Si tratta di un dato che ci preoccupa molto, perché significa che anche agli addetti ai lavori, il fenomeno appare molto vasto e - per di più - in crescita. Noi tutti siamo grati alle forze dell’ordine per il loro quotidiano impegno, e sappiamo che proprio in città sono stati messi a segno dei grandi successi contro il crimine organizzato per quel che riguarda lo spaccio, ma questo non toglie che la situazione a Padova sia molto grave. Eppure nel gennaio del 2009, il sindaco Zanonato dichiarò "guerra" allo spaccio nella nostra città. Con la sua solita abilità mediatica, varò un’iniziativa destinata a fari discutere: l’emissione di una ordinanza che multava sia chi spacciava che chi consumava droga all’interno del territorio comunale. Il sindaco spiegò che "l’amministrazione comunale non può restare inerte di fronte alle richieste dei cittadini che assistono davanti alle proprie abitazioni e ai propri luoghi di lavoro ad un vero e proprio mercato della droga a cielo aperto". L’intenzione è certamente lodevole, tuttavia un amministratore si deve confrontare anche con i risultati delle sue azioni, specie quando sono atti ufficiali come - appunto - è l’emissione di una ordinanza. I dati mi pare che parlino da soli: l’ordinanza è stata emessa nel gennaio 2009, il periodo giugno 2009-maggio 2010 ha fatto registrare un’escalation mai vissuta prima proprio sul fronte dello spaccio: possiamo dire che, come minimo, l’ordinanza di Zanonato non ha nemmeno sfiorato i risultati che voleva perseguire. Inoltre, ogni giorno sui quotidiani si leggono le lamentele e le grida di dolore di varie zone della città che si lamentano per la presenza massiccia di lucciole e prostitute lungo le strade. Stanga, Pontevigodarzere, Arcella, Sacra Famiglia sono solo alcune delle zone di Padova che nel corso delle ultime settimane hanno lanciato il loro allarme per una sorta di "invasione" di lucciole. I dati diffusi pochi giorni fa dall’associazione "Mimosa" confermano questa situazione, con un numero molto più ampio di prostitute sulla strada rispetto allo scorso anno. Eppure solo un paio di anni fa, nel 2008, il sindaco Zanonato era balzato agli onori della cronaca ed aveva attirato l’attenzione dei media nazionali per la sua "ordinanza anti lucciole". Il sindaco, spiegò il suo obiettivo dicendo di "voler contribuire a garantire un minimo di decoro e tranquillità nelle strade e nei quartieri cittadini, specie alle tante famiglie popolari e di ceto medio che abitano le nostre periferie e che soffrono, più di chi ha un reddito elevato, il degrado". A distanza di tempo i risultati sono sotto gli occhi di tutti: a Padova la prostituzione è un’attività florida come non mai. E molti cittadini non hanno ancora ottenuto il decoro e la tranquillità che il sindaco aveva promesso. E a chi fa notare che non è compito del sindaco bloccare il fenomeno della prostituzione, rispondo che questo è senz’altro vero: ma era vero anche quando Zanonato ha cercato di far credere ai padovani il contrario, lanciandosi in una iniziativa che ha gettato solo fumo negli occhi di media e cittadini e che alla fine si è dimostrata tanto spettacolare quanto (numeri alla mano), del tutto inutile.
* deputato e coordinatore Pdl Padova

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