martedì 6 gennaio 2009

saldi in quartiere

ovviamente da noi non ci son negozi di abbigliamento o calzature, ma il commercio e' fiorente, in quanto anche da noi, evidentemente, ci sono i saldi.

Martedì 6 Gennaio 2009,
«Se in centro si è aperta la stagione dei saldi invernali, da noi evidentemente sono partiti gli sconti sulla droga. Non c’è altro motivo per spiegare l’incredibile presenza di pusher e loro clienti che domenica pomeriggio hanno letteralmente invaso le strade del nostro quartiere». A parlare è il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo, che torna a denunciare la difficile situazione in cui vive il rione a causa degli spacciatori nordafricani e di chi arriva per comperare la droga. “Clienti” che domenica pomeriggio sono stati “accolti” dai residenti con un fitto lancio di uova. «Non ne potevamo più – sbotta Menegazzo – e così dalle terrazze e dai balconi abbiamo cominciato a lanciare uova sulle persone che andavano ad acquistare la droga ai civici 15/A e 15/B di via Confalonieri. L’unico rammarico è che per colpirle abbiamo utilizzato uova sane».
Il lancio delle uova è durato dalle 19 alle 21, mentre le forze dell’ordine sono intervenute ripetutamente fermando anche alcuni extracomunitari. «Da quanto abbiamo potuto vedere ne sono stati accompagnati in questura almeno cinque. Il problema è che poi, dopo poche ore, ce li ritroviamo ancora qui, a svolgere lo stesso “lavoro” per cui erano stati presi». Al centro della denuncia dei residenti continuano comunque a rimanere i due palazzi di via Confalonieri. «Per noi rappresentano la causa di gran parte, se non di tutti, i mali della nostra zona – termina Denis Menegazzo – L’amministrazione comunale ci aveva ripetutamente promesso che sarebbe intervenuta facendo costruite delle grate e dei cancelli per chiudere l’accesso ai due condomini. Come sempre parole al vento. Noi restiamo qui, in fiduciosa attesa, con la speranza di non fare la stessa fine dei residenti di via Manara che hanno sì avuto il loro cancello, che però non è mai stato chiuso nemmeno per un giorno».
Matteo Bernardini

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