domenica 25 gennaio 2009

cosa inventeranno?

e che faranno questi qua dell'attuale amministrazione, il sindaco, la ruffini, il pdq? costruiranno un altro bel muro.
il presidio ci vuole, bisogna riappropriarsi degli spazi, non chiudersi dietro un muro e consegnare le strade ai delinquenti...
prima o poi lo capiranno?
quelli di via Anelli son venuti al Pescarotto, in via Manara, in via Vannozzo, poi mettono i cancelli a via Manara e tornano praticamente in via Anelli, tanto valeva lasciarli la'.
Presidio ci vuole, delle strade e delle piazze, non cancelli.

dal Gazzettino del 24 gennajo

Sabato 24 Gennaio 2009, Può darsi ci sia anche una certa dose di suggestione, in fondo il “muro” è solo a pochi metri di distanza e lo si riesce a scorgere attraverso gli spiazzi verdi tra i condomini. Però la sensazione di dejà vu dei residenti della Stanga quando passano accanto alle palazzine ai civici 11, 13, 15 e 17, di via De Cristoforis è forte.
«Se non stiamo attenti e se non interveniamo preventivamente – attacca Luigi Tarzia, vice presidente del comitato Stanga – il rischio di una nuova via Anelli è tutt’altro che campato in aria».
Anche perché le analogie con l’ex ghetto non mancano. Le palazzine di via De Cristoforis, ex Inpdap, alla fine degli anni ottanta diventano residenza universitaria. E arrivano gli studenti “« con loro – ricorda Paolo Manfrin, presidente del comitato Stanga – assieme alle feste cominciano a girare anche i primi pusher». Molti dei quali non debbono poi fare nemmeno tanta strada considerato che proprio in quegli anni comincia l’epopea del Serenissima. Ma quando l’Esu lascia, le palazzine vengono messe in vendita. Le acquista una società immobiliare napoletana. L’obiettivo è quello di fare un investimento che abbia un certo ritorno economico. Però i conti non tornano. O almeno non come forse ci si sarebbe aspettato. La zona infatti, nonostante il ghetto sia stato smantellato, non è ancora “guarita”. Anzi. E allora gli alloggi vanno in affitto. Contratti temporanei. Poche famiglie e molti extracomunitari: nordafricani, soprattutto, ma anche cinesi, somali e nigeriani.
«E ci risiamo – allarga le braccia Luigi Tarzia –, allora dobbiamo constatare purtroppo che l’esperienza sul campo non ci ha insegnato molto. Perché in questa benedetta parte del territorio non possono convivere etnie diverse in un unico contesto condominiale. Ancora una volta, per colpa di pochi speculatori immobiliari finiscono col soffrire i residenti che con tanta fatica hanno acquistato pensando che chiuse le palazzine del complesso Serenissima i problemi della zona fossero finalmente risolti».
E invece pare proprio non sia così. Le chiamate alla Polizia municipale per segnalare rumori, musica ad alto volume anche di notte, e assembramenti di persone, da parte dei vicini degli abitanti dei civici 11, 13, 15 e 17, si sono fatte sempre più frequenti.
«Sappiamo che sta nascendo qualcosa – osserva Paolo Manfrin – Le prime tracce di degrado sono evidenti. Qualcuno degli inquilini del complesso di via De Cristoforis sappiamo arriva anche da via Manara, ma capire l’entità del fenomeno è ancora difficile. Non vorremmo però svegliarci un giorno e renderci conto che è nata un’altra via Anelli».
Matteo Bernardini

Nessun commento: