martedì 13 gennaio 2009

mah...

non ho piu' parole.
altri muri altri cancelli.
dopo via Anelli, dopo via Manara, tocca a via Confalonieri.
ormai sono circondato...
servissero a qualcosa almeno, invece, come ormai sappiamo, queste finte soluzioni, le uniche che il sindaco sa pensare evidentemnte, spostano i problemi.
forse che l'amministrazione spera che gli spacciatori si stanchino di cambiarsi di posto?
mah...
che desolazione, che vuoto, che ridicolaggine.
guardate, c'entra poco in se', ma e' indice di un modo di ragionare, e' come per lo smog, siccome non possono fare prorpio niente allora fanno qualcosa di inutile tanto epr dire di far qualcosa.
cosi' siccome no son capaci di far nulla, fanno l'inutile, ne' dannoso ne' benefico, inutile.
a dirla tutta, pero', forse tutti questi cancellie muri, alla fine fan piu' danni, intanto perche' non si contiene alcun fenomeno, al piu' si crean dei ghetti, dei ghetti per noi onesti, che finche' ci stiam dentro siamo al sicuro.
beh... questo riposrta il gazzettino con tanto di domanda (retorica?) finale

dal gazzettino del 13 gennajo
Martedì 13 Gennaio 2009, (M.B.) Due cancelli motorizzati lunghi cinque metri e alti due; altri due, più piccoli, di 1,2 metri di lunghezza per due di altezza e una rete in orsogrill antiscavalco sistemata attorno alle murette che delimitano i cortili dei due palazzi. I lavori predisposti dall’amministrazione comunale per mettere in sicurezza i civici 15/A e 15/B di via Confalonieri, nel quartiere Pescarotto, sono partiti ieri mattina. Ad eseguirli la ditta Secursystem di Giuseppe Richichi, la stessa che ha realizzato nel 2006 il muro di via Anelli. L’operazione che blinderà un’altra area della Stanga costerà alle casse di palazzo Moroni circa 15 mila euro. E così sulla “saga dei muri” realizzati nel quartiere di via Anelli non sembra sia ancora arrivato il momento di scrivere la parola “fine”.
Tutto ebbe inizio con la celeberrima barriera eretta nell’estate del 2006 per separare i block del Serenissima dai condomini della vicina via De Besi. Fu il muro che reso famoso il “ghetto” in tutto il mondo. Una fama che costò al Comune, oltre alle critiche e alle polemiche, oltre 90 mila euro.
Ma non fu che l’inizio, perché la voglia di “muro”, nel quartiere, proliferò in fretta. E dodici mesi dopo tocco ai residenti di via Manara, la strada che prese l’eredità di via Anelli dopo il definitivo sgombero, chiedere all’amministrazione-Zanonato una nuova barriera. Questa volta per dividere gli edifici ai civici 37 e 39, indiziati di spaccio, prostituzione e rifugio per clandestini, dal resto del rione. La battaglia durò oltre un anno, ma alla fine anche via Manara ebbe il suo muretto compreso di cancellata, che però da quando è stata montata - quindi in aprile dello scorso anno – non è mai entrata in funzione. Con i “traffici” legati alla microcriminalità che secondo i residenti non sono mai cessati. Costo dell’intervento per la blindatura (mancata) oltre 30 mila euro. E si arriva al Pescarotto, dove da tempo i rappresentanti dell’omonimo comitato chiedevano la chiusura dello spazio attorno ai civici 15/A e 15/B più volte oggetto di blitz da parte delle forze dell’ordine per scovare clandestini e spacciatori che trovavano rifugio anche nei garage. Entro la prossima settimana, assicurano i responsabili della Secursystem, il lavoro sarà terminato. Basterà?

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