lunedì 23 novembre 2009

serie D

non basta piu' ora definirsi cittadini di serie B per sipegare l'ateggiamento del sindaco muratore nei confronti dei cittadini di Padove, son tutti infatti ALMENo di serie B, anche il cnetro.
allro aecco le seire minori, fino alla D

da gazzettino.it
(M. B.) «La nostra è una zona completamente abbandonata a sé stessa. E la responsabilità non è certo delle forze dell’ordine, che il loro lavoro lo svolgono quotidianamente in maniera egregia anche andando incontro a rischi enormi, ma dell’amministrazione comunale che ci ha dimenticati. Per Palazzo Moroni facciamo parte della Padova di serie “D”, dove i pusher sono assoluti padroni delle nostre strade». Maurizio Meridi, presidente dell’associazione Sos Padova dopo un lungo silenzio torna a far sentire la sua voce. E lo fa forte anche delle parole usate dall’assistente capo della Polfer, Fulvio Miotti, che si è schierato al fianco dei residenti e del comitato denunciando l’emergenza spaccio che si continua a vivere in via Bixio-Cairoli e attorno al Borgomagno.
«E spiego anche perché diamo completa responsabilità delle condizioni in cui viviamo al Comune – riprende Maurizio Meridi – . In questi anni non si è fatto nulla per far rivivere il quartiere con attività mirate e gestite magari da persone italiane. Si è lasciato tutto allo sbando preferendo investire soldi in inutili “boulevard” o in rifacimenti più o meno discutibili di piazze o strade. Che non servono a nulla».
«Qui, dalle cinque del pomeriggio in poi – riprende il presidente di Sos Padova – è terra di nessuno. Ci sono solo bazar o kebab, incastonati però in strade bellissime, che servono agli spacciatori per attirare meglio i loro clienti».
Pensieri e parole che condivide anche Chiara Stecca, titolare con la sorella, del Mio Bar di piazzale stazione. «Ormai non abbiamo più parole per descrivere il disagio in cui viviamo – attacca la commerciante – E’ una schifezza unica. Che ci lascia allibite. Con la chiusura, a dicembre, di Renato autoradio, diverremo poi l’ultimo esercizio italiano rimasto nella zona». Che a questo punto terrà compagnia all’ultimo residente italiano di via Cairoli, l’ingegnere Marco Trevisa, che nonostante tutto continua a mantenere alto il suo tricolore nel fortino della sua casa nel crocevia del degrado. E il diagio lo avvertono anche i viaggiatori. Stazione a rischio, anche sui treni. Soprattutto di notte, quando gli sportelli chiudono e il viavai dei viaggiatori si dirada. Una zona franca, è stata la denuncia di molti che hanno sollecitato nei mesi scorsi più controlli, dentro e fuori la stazione.

Nessun commento: