venerdì 3 settembre 2010

una volta che son d'accordo con la Fiamma

una volta che son d'accordo con la Fiamma mi tocca pubblicare l'intervento sul gazzettino di oggi.

SICUREZZA
CARRAI E ZANONATO
DOVE VIVONO?
Quando qualcuno , qualche mese fa, si era "permesso" di confutare i trionfali dati che venivano pontificati dal ministero degli interni e dalle sue ramificazioni locali (questure e prefetture) relativi alla situazione della criminalità nel Veneto,definita nettamente in calo rispetto al passato, era stato additato come un irresponsabile catastrofista, un populista manipolatore di informazioni, un falso distorsore di verità perfettamente accertabili e testimoniate dalle più affidabili agenzia di ricerca.
Noi della Fiamma Tricolore, in effetti ,qualche dubbio l’avevamo espresso, dettato non da pregiudiziali alchimie dissacratorie a prescindere, ma da un’attento esame del contesto in qualità di cittadini che vivono nel territorio e che monitorano , con la loro azione politica, la quotidiana vivibilità dello stesso. Se in alcune province, come Treviso e Belluno , nell’ultimo anno è migliorato il senso di sicurezza dei cittadini, non altrettanto si può dire di Verona e Padova, nelle quali si registrano ancora frustranti contraddizioni.
In particolare nella città del Santo, il dato fornito dall’istituto Panel Data, osserva che più del 52% dei padovani si ritiene poco o niente sicuro nella zona in cui vive. Tra spaccio di droga in continuo aumento, aggressioni sessuali anche in pieno giorno, taccheggi, furti negli appartamenti, scippi e rapine ai piccoli esercizi commerciali, la misura è veramente colma.
Quando poi l’assessore alla polizia municipale Carrai ha la faccia tosta di affermare che l’aumento dell’insicurezza è legato al massiccio afflusso di stranieri in città, con la conseguente difficoltà di inserimento sociale e la prospettiva di non lavoro per larghi strati di immigrati, vorremmo chiedergli a chi dovrebbero rendere conto i padovani di queste insidie se non a lui, responsabile del settore sicurezza da più di 6 anni o ai suoi colleghi Zanonato e Ruffini,principali assertori di una forzata integrazione e del facile ed indiscriminato accesso a tutte le strutture cittadine, a scapito dei cittadini locali ed in barba ai loro più elementari diritti.
Permetteci di concludere questa riflessione commentando, con amara ironia, d’altronde non ci resta altro da fare, le parole del questore Savina, in una recente intervista apparso orgoglioso di risultati che, bontà sua, vede solo lui e del capo dei vigili urbani che giura sulla presenza capillare dei suoi uomini in tutte le zone comunali, quando noi e tutti i padovani li vediamo solo, numerosi e solerti, pronti ad infliggere multe nella Ztl e negli angoli più remoti della città, senza garantire un minimo di presenza nel pattugliamento delle periferie e nell’intervento a sostegno delle categorie a rischio, specie in questo periodo estivo.
Una parola la lasciamo anche all’assessore alla scuola Piron (anche se non capiamo la sua competenza in merito): "Padova non è il Bronx, anche se , per le sue problematiche, sta assumendo le caratteristiche delle metropoli con le più gravi criticità"... E se lo dice lui, c’è ben motivo di credergli e trarne le dovute riflessioni.

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