venerdì 15 ottobre 2010

zanonato: che brutta figura!

l'arroganza del sindaco muratore (sedicente sceriffo) non ha piu' confini, smepre piu' isolato nella personale convinzione di essere il deus ex machina di Padova inanella una serie di figuracce dietro la'ltra, l'ultima nell'incontro da lui richiesta, con Maroni e dal sindaco disertato, per, dice, una mancanza di rispetto del ministro.
Andiamo, zano, dai...
ma che figure mi fai?
volente o, soprattutto, nolente, sei anche il mio sindaco e ti offendi perche' uan perosan ben piu' importante di te non ti porta il meritato (solo secondo te pero') rispetto?
e tu che rispetto hai dimostarto?

da gazzettino.it

È un ossimoro perfetto. Arriva il ministro dell’Interno per parlare della sicurezza a Padova e il sindaco-sceriffo, quello delle mille ordinanze, non si fa vedere. Eppure una spiegazione c’è per questo cortocircuito istituzionale che ha fatto perdere una grossa occasione alla città, se non fosse che alcuni onorevoli padovani e la presidente della Provincia erano comunque presenti alla riunione. Che Zanonato, colui che aveva chiesto l’incontro all’indomani dell’omicidio dei due magrebini non ci andasse, nessuno infatti se lo sarebbe aspettato.
Il problema è che anche in politica conta molto il "territorio". Se fosse stato quello del Comune il sindaco avrebbe giocato in casa incassando il sostegno di un’alta carica dello stato a cui appellarsi successivamente per ogni guaio. In Prefettura sarebbe stato semplicemente suo "ospite".
Sembra quasi un romanzo la cronaca, minuto per minuto, del mancato incontro tra il ministero degli Interni con il sindaco.
Maroni ne dà notizia ai giornalisti uscendo dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, poco prima di mezzogiorno. Insieme a lui ci sono il prefetto Ennio Sodano, il presidente della Regione, Luca Zaia e quello della Provincia, Barbara Degani.
Ecco le sue parole: «Accanto a me ci sono i rappresentanti delle forze dell’ordine, della Regione e della Provincia. Non c’è Zanonato in rappresentanza del Comune. Esprimo il mio rammarico per questa assenza polemica di cui non ho ben compreso i motivi. Posso solo dire che incontri di questo tipo ne faccio tanti e li faccio sempre in Prefettura, soprattutto quando sono presenti rappresentanti istituzionali di vari enti. Martedì ho chiamato il sindaco Zanonato per concordare con lui proprio l’incontro in Prefettura alle 10 e lui ha detto: sono d’accordo. Gli ho solo detto vengo qualche minuto prima da te, essendo lui responsabile nazionale Anci per la sicurezza, per un paio di questioni relative ai permessi di soggiorno e che non riguardano Padova ma il nostro rapporto. Poi, venendo qui stamattina ed avendo incontrato traffico, l’ho chiamato per dirgli: arriverò alle dieci e un quarto ci vediamo in prefettura e poi parliamo. E questo ha scatenato una per me incomprensibile reazione, perché avevamo concordato con lui che l’incontro si facesse lì. Per è uno spiacevole incidente, ma è chiuso».
La faccenda però un po’ più complicata. Alle 15.02 di mercoledì un dispaccio Ansa ribattuto su una nota del Viminale informava che: "il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, domani alle 10 sarà in prefettura a Padova per un incontro con le autorità locali, i vertici delle forze dell'ordine e i parlamentari del collegio circoscrizionale".
A quel punto negli ambienti politici era già chiara la situazione. Il ministro non sarebbe passato per il Comune. Qualcosa si era "impadronito" della visita. I primi avvisi del resto li avevamo riportati almeno da una settimana, quando il sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, aveva dichiarato sul Gazzettino che il ministro Maroni non era «a disposizione» del sindaco e che sarebbe venuto quando poteva «e non certo su invito di Zanonato».
Il sindaco però ci spera fino all’ultimo. Alle 9.30 di ieri mattina al Bar Antille, sotto il Municipio, colloquiano fitto fitto Giampiero Beltotto, il consulente per la comunicazione del presidente della Regione Luca Zaia, Ivo Rossi e Flavio Zanonato. Quest’ultimo, al termine esce paonazzo. Cos’è successo? Beltotto ha informato il sindaco che Zaia non avrebbe accompagnato Maroni in Comune. Era il segnale che nemmeno il ministro ci sarebbe passato. Possiamo tentare un’interpretazione: in Comune, per far bello Zanonato? Mai. E poi il ministro dell’Interno da che mondo è mondo arriva in Questura e in Prefettura, la "casa" dello Stato sul territorio. Se il sindaco vuole lo raggiunga lì. Questo si pensa nel retrobottega della politica. Davanti invece c’è il ministro che alle 10.12 in punto esce da una delle cinque macchine di scorta, sale in Prefettura e ci trova tutti meno che Zanonato. Allora lo richiama al telefono, e si sente rispondere in modo piccato che così non si fa. «Ti convoco a Roma» gli dice seccato il ministro. E l’altro: «Non prendo ordini da te». Ne riparleranno senza dubbio, ma la città ha perso un’occasione.

1 commento:

Elisa gattolin ha detto...

Zanonato incapace padovana arrabbiata incapace come sindaco ridicolo come ministro zanonato vergogna obblighi padovani ad emigrare ladro vergognoso