lunedì 11 ottobre 2010

soliti "compagni" di scuola

per "fortuna" certe cose non cambiano mai, in fondo abbaimo bisogno di alcuni punti di riferimento, uno interessante e' la certezza che gli studenti in sciopero a difendere una scuola che non educa, che promuove tutti, che imbarbarisce sono semplicemtne dei casinisti, dei maleducati prepotenti.
Se ci pensate bene e' comunque una cosa buona, almeno si puo' contare su di loro a dimostrare per quanto questa scuola sia un fallimento educativo prima di tutto.
Poi c'e' che studenti e insegnanti siano dalla stessa parte, precari ingiustamente inseriti in organico che pretendono il mantenimento del loro inutile ed ingiusto livello occupativo.
Io protesterei per avere insegnati validi non precari che suggono le mammelle dell'amministrazione senza dar nulla in cambio.
ma tant'e'.
Percio', grazie ragazzi, che ci ricordate quanto incivili siate diventati, sia in massa che singoli (tacciamo di chi approfitta dello sciopero per far eun po' troppa festa e finisce in ospedale con troppoa clo in corpo, alla fine questi alemno non fanno male a nessuno).

da gazzettino.it

Imbrattata di scritte-spray piazza Garibaldi, lordato il listòn, lanciato un fumogeno. È stata tutt'altro che una protesta pacifica quella andata in scena ieri mattina. Per colpa di pochi facinorosi, la manifestazione promossa dalla Rete degli Studenti contro il decreto Gelmini ha travalicato le regole del civile dissenso. Seimila gli studenti scesi in piazza, che hanno lasciato vuoti i banchi nei licei Tito Livio, Cornaro, Curiel, Fermi, Nievo, gli istituti Calvi, Einaudi, Duca d'Aosta, il polo di via Cave, il Marconi, il Belzoni e il Natta. «Rinforzi» sono giunti anche dagli istituti superiori di Piazzola sul Brenta, Camposampiero, Conselve. «Non riusciamo più a sostenere l'indifferenza del Governo - illustrava in apertura del corteo che attraversato il centro storico Margherita Colonnello, portavoce della Rete di Padova - rispetto alla situazione disastrosa che i tagli stanno provocando nelle scuole. Il ministro Gelmini continua ad ostentare sufficienza nei confronti del nostro movimento: ha dichiarato che quelli degli studenti sono soltanto vecchi slogan, sostenendo che il movimento sia pilotato da forze che vogliono usare la didattica come luogo di indottrinamento politico della sinistra. Nulla di più falso: la nostra è una protesta apartitica e trasversale, propositiva e innovativa». Sulle teste dei manifestanti sono spuntati i caschetti gialli, simbolo della volontà di «ricostruire una scuola che deve essere gratuita, laica, multiculturale, con professori motivati, preparati e una didattica innovativa». Accanto agli studenti medi ha manifestato anche una rappresentanza di universitari dell'Udu, nonché dei docenti della Flc e degli operai della Fiom, a dimostrazione che non è solo la scuola superiore che deve essere riformata. «Teniamo a sottolineare che la Rete prende le distanze e condanna fortemente gli atti di vandalismo operati da qualche estremista in fondo al corteo. In quanto sostenitori di una protesta pacifica e legale siamo contrari - puntualizzava Colonnello al termine della manifestazione - a questo modo di protestare che fornisce alla società un'immagine sbagliata del movimento e lo danneggia». Lotta studentesca Padova, l'organizzazione vicina a Forza Nuova, ha affiso al Marconi lo striscione «La Gelmini taglia il nostro futuro, non taglierà i nostri sogni».

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