lunedì 24 settembre 2007

grigliata per la sicurezza 01

dal Gazzettino di Padova di sabato 22 settembre 2007

C'erano tutti i rappresentanti dei comitati cittadini che in questi mesi continuano a lottare contro il degrado in città, ieri sera, alla "grigliata per la sicurezza" organizzata dall'associazione Sos Padova di Maurizio Meridi. Sono scesi in strada anche Paolo Manfrin, leader del comitato Stanga 6, Denis Menegazzo del Pescarotto, la combattiva Gisella di via Manara. Ma la presenza forse più significativa è stata quella di suor Lia, la religiosa che da anni con tenacia, coraggio e passione gestisce le cucine popolari di via Tommaseo. Un arrivo, quello della suora accompagnata da altre due consorelle, avvenuto un po' di sorpresa poco prima delle 22.

«Sono venuta perché ho letto dell'invito rivoltomi - ha detto sorridendo suor Lia - dai giornali. Sono qui come cittadina, perché anch'io sono contro il degrado e lo spaccio della droga. Il disagio lo viviamo anche noi, però rimango convinta che le cucine siano un importante ammortizzatore per quella parte di società diseredata e disperata».

E a quanti vorrebbero il trasloco della mensa popolare lontana dalla zona-stazione, suor Lia replica pronta: «Il degrado è un problema in tutta la città, e non è certo provocato dalle cucine».

«La presenza di suor Lia - ha sottolineato Maurizio Meridi, l'organizzatore della manifestazione che tra salsicce, costicine e ottimo vino ha portato in via Donghi, solitamente frequentata da pusher e tossicodipendenti molte famiglie e residenti - ci onora e ci fa piacere, come ci fa piacere che siano arrivate tantissime persone. L'iniziativa è stata un successo, anche oltre le nostre aspettative. Peccato che il sindaco Zanonato e l'assessore Carrai non abbiano dimostrato lo stesso coraggio avuto dalle religiose. Ci sarebbe infatti piaciuto avere come ospiti anche loro».

«Non è vero - ha aggiunto Paolo Manfrin - che i nostri comitati vogliono essere forti con i deboli. Il punto è che in questa città abbiamo tollerato troppo, e ora per colpa di chi è stato lassista e troppo permessivista in passato è necessario attuare provvedimenti restrittivi e repressivi».

«Noi - ha concluso la signora Gisella, del comitato di via Manara - stiamo ancora aspettando il mini rondò e la chiusura della strada promessaci prima dal consiglio di quartiere e poi dall'assessore Carrai. Lo stiamo ripetendo in tutte le salse: devono chiudere la strada, altrimenti il lavoro delle forze di polizia continuerà ad essere sempre vanificato».

Matteo Bernardini

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