giovedì 7 agosto 2008

ma il sindaco non si preoccupa

Quattro accoltellati in sei giorni. Nell'area compresa tra la stazione ferroviaria e la Stanga è in atto una guerra tra spacciatori per il controllo del territorio. Giusto due anni fa, esattamente la sera del 26 luglio del 2006, in via Anelli si fronteggiarono a colpi di coltelli, bastoni e machete gruppi rivali di pusher nigeriani e magrebini. Almeno duecento persone armate che furono fermate dalla polizia, prima che si affrontassero a viso aperto per le vie del quartiere Stanga in mezzo alla gente comune. Nell'occasione furono arrestati 21 nordafricani ed espulsi venti nigeriani. Oggi come allora due sono i denominatori comuni: la conquista del mercato della droga e il grande caldo. Due motivi sufficienti per fare scattare in un attimo i coltelli.

Venerdì pomeriggio un tunisino ha chiesto aiuto al presidio fisso dei vigili urbani davanti alla stazione. Tutto insanguinato e con una mano appoggiata sull'addome ha detto di essere stato accoltellato da un nigeriano. Lunedì pomeriggio alla Stanga in galleria Galliano, due tunisini sono stati infilzati ancora da un nigeriano. Uno dei due si è accasciato pieno di sangue davanti all'entrata del Bricco center, spaventando diversi clienti. Infine, ieri, dopo la mezzanotte in via Confalonieri (zona Pescarono) al civico 15B.T. l'ennesimo tunisino di 24 anni è stato raggiunto da una coltellata al braccio sinistro. Il giovane nordafricano ha raccontato alla polizia di essere stato colpito da un nigeriano. Insomma è guerra. Un perfetto conoscitore del territorio, come è il presidente del comitato Stanga Paolo Malfermi, sostiene che siamo di fronte a un altro regolamento di conti tra nigeriani e tunisini. Probabilmente i magrebini non vogliono più sottostare agli ordini dei nigeriani, che da anni ormai gestiscono il mercato della droga a Padova e usano i nordafricani come galoppini.«Il caldo di questi giorni a ha esordito Malfermi a sta indubbiamente surriscaldando gli animi. E chiaramente in atto una guerra tra tunisini e nigeriani per il controllo del mercato della droga nella zona compresa tra la stazione dei treni, la Stanga e il Pescarono. Soprattutto al Pescarono a ha sottolineato Malfermi a abbiamo la certezza che abitino dei pezzi grossi dello spaccio. Queste sono persone che non hanno nulla da perdere e del resto non dimenticheremo mai quanto è accaduto in via Anelli nel luglio del 2006. Adesso la situazione è la medesima. Noi residenti della Stanga siamo preoccupati, pesche per i magrebini usare il coltello è una cosa normalissima. In questi giorni nel nostro quartiere a ha proseguito Malfermi a sono tornati in grande quantità i tossicodipendenti. Ogni giorno sotto le nostre case arrivano un paio di ambulanze per soccorrere dei drogati in overdose».

Chi vuole scalzare i boss nigeriani del traffico di stupefacenti sono centinaia di giovani tunisini. Piccoli spacciatori, che iniziano con il guadagnare non più di 30 euro al giorno. Dormono in alloggi di fortuna, come vecchi capannoni abbandonati e cascine in rovina. Proprio ieri mattina la polizia ha controllato degli edifici a Pontevigodarzere e nelle vie Plebiscito e Ricusali. Gli agenti hanno portato in questura per accertamenti otto magrebini. Sono tutti pusher e clandestini.

«Sappiamo che questi tunisini a ha terminato Malfermi a arrivano tutti da un paio di cittadine della tunisia e una volta entrati in Italia vengono subito indirizzati a Padova e in via Anelli. Qualcuno gli veste, gli dà un cellulare, un paio di jeans, una maglietta e delle scarpe da ginnastica. L'equipaggiamento dello spacciatore. L'unico loro errore è che spesso fanno uso di droga, violando la regola principale di questo mondo. Ossia, chi spaccia non deve farsi».

Marco Aldighieri

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