mercoledì 24 giugno 2009

resa dei conti

dopo la sconfitta nel PDL inizia la resa dei conti, chissa' che non venga fatta un po' di pulizia:

dal Gazzettino di Padova
Mercoledì 24 Giugno 2009, (M.B.) E adesso all’interno del Pdl, dopo la sconfitta di Marco Marin, si cominciano a fare i conti analizzando tempi, metodi e condotte di una campagna elettorale che il centrodestra ha lanciato solo a poco più di un mese dal voto. Perché Marco Marin, prima di provare a vincere il ballottaggio con Flavio Zanonato ne aveva dovuto superare un altro, estenuante e tutto interno alla sua coalizione, che l’aveva visto opposto a Maurizio Saia. Il senatore ex-An che oggi, a urne chiuse e sconfitta incassata, non si tira indietro nell’indicare i colpevoli della mancata affermazione sul centrosinistra.
«Per vincere sarebbe bastato che i vertici del partito avessero avuto il rispetto per gli uomini del Pdl padovano, per i nostri elettori, per la città – attacca deciso, e con la solita schiettezza, Saia – Trovo semplicemente vergognoso essere arrivati a poche ore dalla chiusura delle liste senza un candidato sindaco. Se si voleva davvero battere Zanonato non si doveva fare così. Poi, se in ballo c’erano altre cose e quindi diverse strategie allora andava bene anche se si fosse deciso di scegliere il candidato estraendolo a sorte, però questo qualcuno deve avere il coraggio di dirlo: a noi e ai nostri elettori».
«Comunque il ritardo con cui è stato nominato Marco Marin non ha giustificazioni – continua il senatore – Abbiamo perso dei mesi senza motivo regalando la vittoria al centrosinistra. E la gente non ne capisce il motivo, perché sarebbe stato sufficiente designare il candidato a Natale per vincere. Invece ci siamo persi in miserie da pollaio. E adesso, però, cominceremo a contare i morti: senatori e deputati compresi».
Perché secondo il parlamentare gli effetti del ritardo con cui è stato indicato il nome di Marin si sono poi negativamente riflessi sull’intera campagna elettorale, sino alla sconfitta di lunedì.
«Marco non ha nemmeno avuto la possibilità di presentarsi alla città con una strategia programmatica di medio termine e queste carenze, anche dal punto di vista dell’immagine, l’elettorato le percepiva – osserva Maurizio Saia – La mancanza di tempo, il dover sempre rincorrere, ha portato a una campagna elettorale lampo in cui doveva essere sempre “buona la prima”. Se infatti un manifesto non era perfetto non lo si poteva modificare, lo si doveva far andar bene così. Mentre davanti si aveva un avversario che da cinque anni stava pianificando la sua riconferma. Gli abbiamo persino lasciato lo spazio politico per traccheggiare, per fingere il dubbio legato alla sua ricandidatura o meno».
E la conclusione dell’analisi politica del senatore non è certo meno forte delle parole che l’hanno introdotta e sviluppata: «Il centrodestra è andato allo sbaraglio. E ne abbiamo pagato il conto, ma qualcuno ora deve assumersene la responsabilità. Resta solo da rendere onore a Marco Marin che ha dimostrato forza e stile anche nel momento della sconfitta, mettendoci sempre la faccia. Come invece non farà chi a Padova non resta e Zanonato non dovrà tenerselo per altri cinque anni».

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