Matteo Bernardini |
Molti non parlano. Altri lo fanno, però mettendo ben in chiaro che non vogliono il loro nome, l’indirizzo di casa, o della loro attività commerciale compaia sul giornale. Perché i residenti di via Ippodromo, la strada in cui si immette via Bassette, dei rom che vivono nel campo nomadi poco lontano hanno paura. «Qui si sentono padroni loro - attacca una signora che risponde sporgendosi dalle finestre di casa - Non hanno alcun rispetto. Si muovono sempre in gruppetti e già la loro presenza intimidisce. E poi si comportano come se le regole, per loro, non esistessero. Fanno così dappertutto: al bar, per strada, al supermercato». Via Ippodromo è una strada costeggiata da abitazioni singole e da piccoli complessi immobiliari. Attorno alle case, quasi tutte con le inferriate alle finestre, tanto verde: fiori, giardini, alberi da frutto. «Fino a qualche tempo fa in questa zona si viveva bene, eravamo tranquilli - spiega un altro residente - poi invece sono arrivati loro (indicando la direzione del campo di via Bassette) e tutto è cambiato. Quanto è accaduto qui è una vergogna. E adesso il Comune ha pure speso soldi per fare dei lavori su un terreno privato, tra l’altro. Mi sembra tutto così assurdo». I primi rom sono arrivati a Mortise nel 2006. All’inizio una famiglia e una carovana, poi le altre tanto da trasformare un terreno incolto, in mezzo ai campi e ai piedi della tangenziale, nel campo nomadi abusivo più grande della provincia e forse anche della Regione. «È inutile andarci tanto attorno - ripete la proprietaria di una villetta di via Ippodromo - non viviamo più in pace. Non è più la stessa zona di qualche tempo fa. Troppi problemi. Troppo degrado. E alla fine a rimetterci siamo noi che ci comportiamo sempre bene. Se adesso pensiamo che vogliono piazzarci qui anche la moschea, beh, non vedo che altro possa ancora capitarci». |
(Sabato 10 Aprile 2010) |
Fatti e misfatti su Italia-Padova-Pescarotto, in un blog per tutti
domenica 11 aprile 2010
l'opposizione al muro sinistro (2)
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