sabato 3 novembre 2007

Pescarotto 32 - Risultati della ZTL

Dal Gazzettino di Padova del 3 novembre 2007

Gli interventi: il muro, la ztl, l'ordinanza anti-lucciole
Muri, telecamere, cancelli, ordinanze "ad hoc", e Ztl. A Padova il degrado urbano si combatte anche così.

Inverno 2005: quartierePescarotto, zona Stanga. Le lucciole, molte delle quali straniere ed extracomunitarie si affacciano dalle finestre dei loro appartamenti per richiamare i clienti. Luce rossa appartamento occupato, luce verde: via libera. La notte, lungo le strade del rione, per i residenti non c'è pace. È un andirivieni continuo di clienti, dal tramonto all'alba. Padova per la prima volta finisce sui rotocalchi televisivi di tutta Italia e il Pescarotto diventa il quartiere del sesso, l'Amburgo all'italiana, meglio, alla padovana. Si costituisce anche un comitato di cittadini per chiedere che l'amministrazione intervenga a loro tutela. Da palazzo Moroni viene istituita, nell'area, una Zona a traffico limitato, che un paio d'anni dopo, oggi, non sembra però avere sortito gli effetti desiderati perché l'attività delle "belle di notte" nel quartiere a due passi dalla Fiera, continua, intensa più o meno come e quanto prima.

Trascorre la primavera che porta dritta dritta ad una delle estati più "calde", non certo climaticamente, della storia di Padova. E' il 26 luglio 2006: la data della grande rivolta divia Anelli che poi avrà un seguito l'indomani. Passa qualche giorno e ai confini del Serenissima spunta il muro. Padova è scaraventata sui quotidiani e le tv di tutto il pianeta, e "the wall" diventa persino un'attrazione turistica, quasi come i capolavori di Giotto e palazzo della Ragione. Il sindaco diessino Flavio Zanonato mediaticamente conquista la stella di sceriffo. Un appellativo che a lui non piace, ma che con il passare del tempo e dei provvedimenti che firma, si attacca alla pelle come un tatuaggio.

Aprile 2007, è il tempo dell'ordinanza anti-lucciole. I clienti delle prostitute che esercitano sul marciapiede se colti a contrattare la prestazione verranno multati. Si leva l'ennesima sollevazione mediatica. Tv e cronisti da tutto il mondo ripiombano a Padova: le "belle di notte" sfilano in corteo: dalla stazione ferroviaria a palazzo Moroni. Il sindaco però non si cura e prosegue per la sua strada.

Luglio 2007. Il clima vacanziero non sembra toccare la giunta comunale, che all'alba di un mattino d'estate sgombera il Centro popolare occupato Gramigna.

Dopo un agosto relativamente tranquillo che porta alla definitiva chiusura del ghetto di via Anelli, si propone il problema di quella che nel frattempo ne ha preso l'eredità:via Luciano Manara. Il nuovo centro del degrado risiede lì, ai civici 37 e 39 che per molti sono già la copia dei block del Serenissima. Comune e Consiglio di quartiere, dopo le continue richieste dei residenti, decidono di adottare uno speciale "pacchetto-sicurezza" che blindi la strada: cancelli, muretta, telecamere e recinzione. In via Manara si chiude così come si era deciso, con un altro cancello, di fare sul retro del Centro Giotto dove spaccio e consumo di stupefacenti avvenivano a cielo aperto.

Matteo Bernardini

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